Diabasis: Cliopoli. Città, storia, identità
Dopo il terremoto. La politica della ricostruzione negli anni della Guerra Fredda a Skopje
Ines Tolic
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2011
pagine: 240
Il volume ripercorre i momenti salienti del processo di ricostruzione di Skopje per opera di progettisti internazionali del calibro di Kenzo Tange, Constantinos Doxiadis e Ernest Weissmann, a seguito del fatale terremoto che il 26 luglio 1963 distrusse la città, cercando di restituire la complessità che caratterizza la ricostruzione, patrocinata dalle Nazioni Unite, ma viziata da ingerenze politiche dettate dalla Guerra Fredda allora in corso. Dalla strumentalizzazione mediatica della vicenda per fini di propaganda politica, al confronto internazionale fra metodi di progettazione urbanistica in voga negli anni Sessanta; dal dibattito irrisolto sulla monumentalità nell'architettura contemporanea, ai problemi scaturiti da un processo di modernizzazione top down, la storia di Skopje riassume non solo il dramma di una città sconvolta da un evento imprevisto e imprevedibile, ma riafferma la centralità della (ri)costruzione delle città in quanto tema che necessita un'urgente riflessione sulle responsabilità degli attori, sui metodi di intervento e sui possibili effetti a lungo termine di tali pratiche.
Città italiana e città europea. Ricerche storiche
Marino Berengo
Libro: Copertina morbida
editore: Diabasis
anno edizione: 2008
pagine: 303
Il concetto di capitale e i rapporti fra città e contado, l'identità dei ceti dirigenti e le basi del potere nobiliare, la "decadenza" italiana e la crisi degli ordinamenti comunali... Una lettura classica della storia della civiltà urbana europea e del suo carattere distintivo: l'amore per la libertà (l'aria della città rende liberi, si diceva nel medioevo). "La brusca sconfitta di quella civiltà, che non ebbe per contropartita la formazione di stati solidi nelle loro strutture amministrative e giudiziarie, ma si espresse nel trionfante particolarismo dei corpi, nella pigra custodia di privilegi nuovi e antichi, in un'egemonia nobiliare condannata a un precoce invecchiamento dal cessare d'ogni competizione e d'ogni alternativa di ricambio, apre quella che fu la più certa e la più lunga età di decadenza nella storia dell'Italia moderna."

