Dei Merangoli Editrice

La fontana rustica è uno dei monumenti più antichi del giardino del Quirinale: dal 1560, è rimasta uno dei poli centrali del giardino, ma nei secoli ha subito molte metamorfosi fino a giungere ai nostri giorni nella forma di una montagnola con una cascatella che si insinua nella fenditura centrale. Le strutture cinquecentesche non sono più riconoscibili, alterate da trasformazioni intenzionalmente operate sulla fontana, ma anche dalla sovrapposizione di spessi strati di calcare. La “Rustica” è dunque un manufatto complesso che pone molti interrogativi di carattere storico, non ultimo quello relativo al suo aspetto originario, sul quale si hanno solo pochi indizi. Si presenta in una forma che rende difficile distinguere ciò che è stato realmente progettato da quanto è di origine “naturale”. Per conoscerla, perciò, sono state messe in campo molteplici discipline e tecnologie: dalla ricerca storico artistica al rilievo digitale, dall’infrarosso termico alla tomografia sismica, al restauro. Il volume raccoglie gli esiti di questi studi, con l’ambizione di far luce sulla storia e sul “corpo vivo” di un monumento che, in quattro secoli e mezzo, si è modificato e si è “evoluto”.

Non tutte le domande trovano una risposta, ma possono tracciare una strada e creare un dibattito che può condurre ad una o più risposte. L'interrogativo che l'autore si pone riguarda l'architettura - ma più in generale anche il disegno - e la possibilità di comunicare attraverso diverse modalità il senso profondo della conoscenza acquisita o acquisibile. Sulla scorta dell'esperienza maturata come disegnatore e come architetto, l'autore traccia una storia della rappresentazione - nel senso più ampio del termine - non solo dell'architettura ma anche dell'umano pensiero ed offre una possibile chiave di lettura e di utilizzo delle nuove tecnologie comunicative. La finalità è quella di realizzare un sistema immersivo partecipato ed intelligibile che consenta la divulgazione dei risultati ottenuti mediante studi, ricerche ed analisi, sfruttando gli "ipermedia" disponibili per mezzo dei quali possono prendere forma nuove sinergie "ipermodali".

"Le spine con cui scrivo poesie Sono logore Dovrò cambiare Inchiostro Attingerò nei tagli". Ferite dell'anima, graffi del cuore che restano come graffiti sulle pareti del passato. Con questa nuova raccolta di poesie, dal titolo Graffiti DuePuntoZero, Teodolinda Rosica rende pubblico - spogliandolo di ogni falso e retorico pudore - il più intimo ed oscuro lato dell'amore, non solo fisico, che avvolge, stravolge e graffia.