Demian Edizioni

"Ognuno di noi conosce la verità, non abbiamo bisogno che qualcuno ce la racconti. Anche se so che molti di noi l'hanno dimenticata". Così esordisce l'autrice in questo saggio che affronta temi fondamentali come l'individuo e il suo rapporto con il mondo e la natura circostanti e l'amore, motore primo e insostituibile. Al quale bisogna tornare, incita sempre l'autrice, per ristabilire quella verità nei rapporti interpersonali ormai diradatasi fino quasi a scomparire del tutto in molti casi.

"Una esplorazione diacronica che va dai primi anni del XX secolo fino ai giorni nostri, sul patrimonio culturale di una società contadina, quella di Arsita, un paese tra le montagne della provincia di Teramo. Lungi dall'essere esaustivo, il presente studio indaga le tradizioni popolari di un piccolo centro nel quale si ha motivo di ritenere che tale patrimonio culturale sia stato tramandato, negli anni, attraverso la trasmissione orale. La modalità è stata quella del contatto diretto con le persone, della partecipazione attiva alla vita del paese, alle feste e alle cerimonie. Ciò ha richiesto un impegno protratto nel tempo compensato certamente dall'aver avvicinato e scoperto in prima persona le origini e il patrimonio che sostanzia la mia cultura e quella dei miei avi. Questa consapevolezza mi ha sovente procurato commozione e profondo senso di appartenenza alla mia terra."

I protagonisti dei racconti di Elena Fantasia sono personaggi eterogenei, soggetti che, ciascuno a suo modo, vivono una vita intensa e convulsa, seguendo il fluire velocissimo dei ritmi iperattivi della civiltà moderna. Ma per ognuno di loro accade un qualcosa, un evento esterno che li costringerà a una pausa, fisica o psicologica, dalla quale rinasceranno cambiati. È il trionfo del recupero del "tempo", della riscoperta delle emozioni vere, delle sensazioni e delle percezioni che solo la calma, la quiete, la scoperta del ritrovare se stessi può donare. Una sorta di "epifania" - che può essere un trauma, o un riposo forzato, o una indagine introspettiva, ma sempre un elemento che scatena il cambiamento - sarà la strada nuova verso cui protendersi e da cui attendersi un nuovo modo di vivere. Ripartire da una nuova consapevolezza, dalla riconquista dei sentimenti annebbiati dalla quotidianità: è ciò che le pagine di questo libro vorrebbero regalare al lettore.

Questa storia racconta un amore polverizzato in miliardi di particelle che si disperdono in ogni luogo. Verrebbe voglia di inseguirle una ad una per scoprire dove si nascondono. Marianna Grillo provoca l'esplosione e conduce per mano verso i nascondigli solo di alcune di quelle particelle d'amore. Racconta dell'amore cieco, egoista, possessivo dove l'innamorato è dilaniato dalla violenza della passione e lega l'amata con una gomena. L'innamorato - o presunto tale - è la bitta d'ormeggio; l'amata è la nave: vorrebbe salpare, partire, semplicemente vivere. Ma l'innamorato stringe a sé, gelosamente, la gomena, la stringe sempre più forte e chiama, tutto questo, Amore..

Le incognite legate ai recessi più profondi dell'animo umano, cercando di scandagliare i sentimenti facendo emergere l'inspiegabilità della sfera emozionale. Malinconia, oscurità, sensualità, palpiti inafferrabili dove trovano spazio diverse sfumature del sesso - etero, gay, lesbico - ma anche il grigiore e l'incomunicabilità che spesso avviluppano i corpi e i pensieri. Un'antologia in bilico fra il brivido e il silenzio, il mistero e la poesia, la violenza e l'erotismo, l'esotismo e lo squallore urbano, oscura e malinconica come la vita e come i sensi che la abitano.

Osvaldo è un professore di lettere in pensione che per arrotondare lavora come correttore di bozze. Venanzio è un medico ginecologo, un uomo che ha fatto delle donne e del piacere la sua ragione di vita. Uno è single, anzi "celibe non sposato". L'altro ha tre mogli, cinque o sei figli legittimi e una quantità indefinita di figli naturali. La vita di Osvaldo è segnata da problemi di salute, dalla solitudine e da una certa pacata rassegnazione. Quella di Venanzio è un turbinio di gonne, di gambe e di lenzuola. Tutti e due sono stati molto amati. Il primo dai suoi studenti, il secondo da un universo femminile in continuo movimento, dove solo una cosa rimane costante: il sesso. Sembrerebbero due personaggi totalmente antitetici, eppure, per uno strano gioco delle parti, il destino li unisce in un incredibile intreccio, in cui alla fine si fondono personaggio reale e personaggio inventato e soprattutto non si sa più chi è il creatore dell'altro.

È possibile decidere il proprio destino? È possibile governarlo, farlo girare a proprio vantaggio? E perché la zingara che legge la mano di Valerio non vuole soldi ma neanche gli dice il responso, si limita a guardarlo intensamente negli occhi? Le vite però di coloro che hanno avuto a che fare con lei, in momenti particolari, poi sono state profondamente e irrimediabilmente condizionate. Era lei, allora, lo strumento per agire sul fato? O lei è l'alibi dell'illusione di poter agire indipendentemente da quello che le stelle hanno già scritto per noi... Un intreccio di storie che ruotano intorno alla figura della misteriosa Tania, la cui presenza aleggia come un fantasma nella vita del protagonista e lo accompagnerà fino al compimento del suo destino.