Impremix Edizioni

«I giovani studenti e le giovani studentesse osano ancora mettersi in gioco, mettendoci la loro faccia, narrandoci i loro vissuti adolescenziali, quasi senza pudore, nella libertà di potersi esprimere senza tema di giudizio di facciata, ”ti ho amato nel modo in cui lo fanno gli adolescenti, arrossendo ai tuoi sorrisi, e disegnando cuori sui quaderni”» (Dalla presentazione di Mario Dino)

«Questi poeti in erba della scuola primaria, servendosi di moduli lessicali semplici e mai di comodo, riportano alla nostra attenzione in formule letterarie grandemente evocative quanto dovremmo fare come singoli, come società e come Stati per uscire dalle paure delle tenaglie della fine dell'esistenza dell'umanità e come ci si dovrebbe impegnare per cambiare oggettivamente il nostro modo di essere e di fare per mettere in sicurezza la Terra.» (Dalla presentazione di Mario Dino)

«Donato è una persona saggia, solare e trasparente e le sue poesie/racconti ne sono una chiara testimonianza. Ama la natura e le cose belle della vita e ama ricordare il passato nelle sue manifestazioni più gioiose. Continua a guardare lontano e a sognare un mondo migliore con animo gentile e profonda sensibilità di uomo del ‘900 che non ha perso la voglia di curiosare e di capire le trasformazioni sociali in atto. Nel corso degli anni ha consolidato le sue conoscenze, frequentando con assiduità i luoghi culturali torinesi, mentre del mondo contadino da cui proviene ha mantenuto il senso pratico e la voglia di vivere e di gustare il bello di ogni cosa» (Dalla prefazione di Salvatore Tripodi)

Le poesie di questa raccolta coprono un arco di tempo che va dai 14 anni dell'autrice ad oggi. Suddivise per luoghi di riferimento sia essi ove il pensiero ha avuto origine, sia ove rimanda l'allusione in un momento successivo della vita. Rappresentano in ogni caso un percorso di crescita personale, un viaggio volto a risanare attraverso la verbalizzazione di drammi, conquiste e relazioni. L'amore espresso in ogni sua forma, da quella sofferta a quella condivisa, da quello per la musica e per le sensazioni in genere. Sintesi di un'espressione artistica che l'autrice dimostra avere è l'inserimento di illustrazioni e fregi realizzati dalla stessa con cui decora e abbina ogni opera scritta.

La pandemia sembra annientare ogni certezza della vita conosciuta, ma può anche rappresentare lo scenario per nuovi inizi. Tre racconti che si dipanano nella Torino vuota e surreale del primo lockdown, percorsa da un giovane rider che consegna cibo nelle case. Una raccolta di pensieri e narrazioni tratte dal quotidiano che ci parlano del trascorrere del tempo, della vita, dell’amore, della morte. Le voci che si avvicendano tessono un ordito i cui fili collegano molteplici destini in un’unica storia. Su tutto si staglia la Mole come un totem propiziatorio.

Ardor è una raccolta di versi ribelli, graffiti di un mondo in rivolta. La raccolta è un corollario di ermetismo e ballate forgiate come perline nelle crocevia dell'occidente, nelle sue ombre, i suoi volti e gli specchi. "Ardor, Graffiti underground" è una silloge composta da tre sezioni: Ardori briganti, urbani e avvelenati. Le tematiche sono un intreccio di poesie civili, critica sociale, esistenziali ed intimistiche con vocazione internazionalista.

«Credo che la creazione e la fruizione di testi poetici, al di là del loro valore letterario, sia un importante strumento per schiudere la Soglia che dallo “stato ordinario di coscienza” ci introduce in una modalità del sentire capace di relazionarsi con il mondo in uno stato emotivo libero dai condizionamenti socio-culturali. Scorrendo questa raccolta ho varcato la Soglia e rivisitato il mio Esserci al mondo nella sua essenza, bellezza, complessità e ricchezza» (Dalla presentazione di Ester Console)

L’astensionismo elettorale è una malattia delle democrazie di cui non possiamo limitarci a misurare la progressione: la si deve studiare e contrastare.

Sciarada è l'inizio di tutto, Sciarada è la sua fine. Sciarada è un confine, Sciarada è una prospettiva. Sciarada è una parabola, Sciarada è una linea retta. Sciarada ti porta dove vuoi, Sciarada non ti porta in nessun luogo. Sciarada è un bambino che impara a scrivere, Sciarada è un nonno che pianta un albero. Sciarada è un paese disabitato, Sciarada è una megalopoli. Sciarada è un attimo troppo breve, Sciarada è l'eternità. Sciarada è la strada verso casa, Sciarada è il posto che senti più lontano. Sciarada è una cella, Sciarada è la libertà. Sciarada è la luce del mattino, Sciarada è il buio della notte. Sciarada è il passato, Sciarada è il futuro. Sciarada, troppo rada, quasi una scia.

I racconti di questa raccolta hanno una chiara impronta surrealista, onirica e visionaria. Fin dall’inizio il lettore si trova in una foresta di simboli e immagini, che si intrecciano e si rincorrono. Il lettore viaggerà tra corpi, soli, pianeti, cosmologie, luci, mari, monti, esseri sacri, mozziconi di sigaretta, emarginati, amori. Nei racconti troviamo individui intrappolati nella loro solitudine e nella non conoscenza dell’altro e del mondo; amori non ricambiati e infiniti; esseri di natura ibrida, umana e spirituale; emarginati, spesso inventati a partire da persone realmente incontrate; persone animate da una disperata ricerca di senso e di salvezza, non trovata nella quotidianità. Forte è anche il tema della memoria e della identità.

Vimercate, 1969. Gli americani ormai prossimi alla conquista della Luna. Un uomo comincia a dare segni di squilibrio, vittima di un misterioso morbo. La figlia, Luisa, giovane e promettente panettiera, prova a dare un senso alla sua esistenza; divertendosi con gli amici, con Beatrice, dando retta, non sempre volentieri, alle storie dei compaesani. Ma un giorno diverso dagli altri compare in negozio una figura mai vista, “un forestiero”. Ordina un paio di panini per andare a farsi un giro in montagna. Da qui, una vicenda dai contorni oscuri, che coinvolgerà in prima persona la panettiera di Vimercate, ma anche sedicenti personaggi al soldo dello spionaggio sovietico. Brianza bucolica e sorniona, sconvolta da una rete di relazioni inimmaginate che, dal misterioso avventore amante del trekking, riporta alla malattia del papà di Luisa e ad altri insospettabili abitanti del paese. Frammento di Guerra Fredda all'ombra del campanile di un antico borgo brianzolo.

«Il percorso umano, politico ed artistico di Luigi Sabatino si intreccia con temi di grande rilevanza sociale che hanno attraversato il nostro paese dal secondo dopoguerra ad oggi […]. Luigi Sabatino è un artista completo, in grado di coniugare nella sua opera spunti provenienti da universi differenti, di conciliare il vissuto personale con quello collettivo. Una reale comunione tra arte e vita, presupposto fondamentale della dimensione creativa a partire dal primo Novecento» (Edoardo Di Mauro)