Montag

Seconda metà degli anni novanta: è l'estate della morte di lady D. e dei primi gol italiani di Ronaldo. Per Stefano, Marco, Gigio e Corto sarà anche l'ultima estate di un'epoca sguaiata e veloce come un assolo di chitarra, trascorsa inseguendo i miti dei vecchi partigiani e dei nuovi idoli della musica dura. Tra sbronze e fumate in compagnia, i quattro amici capiranno che certi vuoti non possono essere riempiti dalle icone sulle t-shirt e da canzoni con cui rimpiangere i bei tempi. Ma anche che in ogni epilogo può esserci un nuovo inizio, e che ogni nuovo inizio può portare a un nuovo finale.

Nataly è una ragazzina che compie un viaggio in un paese di fantasia dove tutto è troppo normale, troppo perfetto. Però al centro del paese vi è un muro che lo divide in due, come due mondi. Da un lato si trovano tutti coloro che si ritengono normali, nell'altro vengono costretti quelli considerati pericolosi secondo i primi. Spetterà a Nataly trovare il modo per abbattere quel muro, perché lei sa che solo l'amore di un cuore puro come quello dei bambini può far tornare un paese a essere un solo grande paese dove tutti sono uguali.

La lotta dell'uomo contro i falsi idoli, contro i culti della personalità, contro quegli inconcreti scudi che l'essere umano ha creato per restare piccolo ma protetto, si snoda attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio in cui ogni salvifico culto diviene perdita di innocenza e radici. Il giuoco dei vari episodi, che l'autore ha costruito con contrasti, rimandi, doppie configurazioni di personaggi si fonde in una sorta di scultura d'autore.

"Sono fogli sparsi quelli che ho davanti a me. Non ancora composti, non ancora libro. Pagine impilate, perfette, numerate. In ognuna c'è una storia, compressa dentro brevi parole, qualche riga in più qualche riga in meno. È la sospensione della poesia che ci offre il desiderio di interpretare, di intuire senza che ogni emozione venga descritta minuziosamente, quasi non fossimo più capaci di immaginare". (Dalla prefazione di Patrizia Finucci Gallo).

Uno sguardo sul modo di pensare e di vivere negli anni '50-'70 di un angolo della marca collinare dell'alto Maceratese. Il pretesto dei proverbi e motti della nonna Quartina e la storia di una famiglia presa a caso (la sua), offre all'autore l'occasione per spaziare sulle usanze, tradizioni, storie, credenze e tabù di una popolazione quantomai sana di principi, assennata, umile, lavoratrice e molto religiosa. Completa il quadro un piccolo vocabolario di termini dialettali commentati.

Macerata, estate 1976. Tre anni dopo "La banda del grano". Andrea è cresciuto, gli amici sono cambiati e il binomio amore/musica è sempre lì a travolgere i sogni di un adolescente. Sullo sfondo, un feroce assassino che uccide secondo uno schema preciso. Andrea resterà invischiato, suo malgrado, nella tela di ragno degli omicidi, perché l'ultima vittima dovrebbe essere proprio lui. Il ritratto nostalgico di un'Italia di provincia che stava per essere travolta dagli anni di piombo.

Una tomba principesca intatta. Un antico codice etrusco. Un sepolcro nel quale accadono fatti strani. È un compito davvero arduo quello che attende l'archeologo Vittorio Bracco e la sua lotta contro il tempo nel tentativo di riannodare le fila di un mistero che si perde nei secoli, tra forze dell'ordine fin troppo ligie al dovere, bracconieri in agguato, tombaroli clandestini e un'immane esplosione che annienta parte del monumento funebre e, forse, la traccia che potrebbe collegare la cultura etrusca ad Atlantide.

La raccolta delle migliori poesie e racconti dei premi "Le Fenici" e "Solaris". Un viaggio fra storie toccanti e divertenti; versi unici e liriche che non possono non lasciare una traccia nella complessa mappa dei sentimenti di ognuno di noi.

Citazioni, telefonate, messaggi in segreteria, assurdità assembleari e ritratti dissacranti di condomini tipo. Tutto in una scorribanda esilarante che ha un suo fondamentale perché: scoprire il senso della vita facendo l'amministratore di condominio.

Un uomo. Un bunker. La solitudine dei ricordi e l'opportunità/obbligo di confrontarsi col passato, con le sue storie in una resa dei conti che come terminale ha La Leva, l'oggetto misterioso che si cela alla vista ma che fa pesare la sua presenza, simile a una chimera dalla quale dipendono le sorti del mondo. Il romanzo di Antonio Giordano è stato vincitore del premio letterario "Le Fenici".

Il deserto, luogo della solitudine, non è che la prefigurazione dell'Ermetismo, e le primizie sono anticipatrici di questo. Passerini, vincitore con questa silloge del premio "Solaris", ci dà già nel titolo un'indicazione fondamentale circa il suo procedere da poeta: la primizia sboccia nel giardino dell'aridità e sempre anticipa il frutto stagionale.