Gammarò Edizioni: Classici
Il segreto del Magenta
Mino Milani
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 120
“Da quanto tempo nella narrativa italiana non si ascoltava il silenzio del mare, rotto dallo schiocco delle vele sotto la spinta dei venti?” Questo si chiedeva Carlo della Corte, nell’ormai ormai lontano 1981, presentando negli Omnibus Mondadori "Le isole della paura", romanzo d’avventura marinara, appunto, di Mino Milani. Con "Il segreto del Magenta" ecco lo scrittore pavese partire per il primo giro del mondo compiuto da una nave da guerra italiana, alla fine dell’Ottocento. È questo, insieme, libro di verità e di libera invenzione, quindi con eventi e personaggi reali o immaginati: ma che mai e in nessuna misura travalicano la possibile realtà, restando uomini veri in una vicenda storica. Prefazione di Marcello Vaglio.
I viaggi di Gulliver
Jonathan Swift
Libro: Libro rilegato
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 528
Grulliver parte per i suoi viaggi da bravo cittadino britannico, serenamente incastonato nella tranquilla persuasione della propria naturale superiorità: egli è un gigante in un mondo di nani; può risolvere con irrisoria e sprezzante facilità problemi che per gli altri sono insormontabili... Ma poi gli è inflitta l'esperienza che lo relativizza e, concretissimamente, lo ridimensiona. Subisce quindi l'immersione nella mostruosa realtà della nuova scienza: un paradossale battesimo i cui tratti carnevaleschi non hanno niente di allegro, ma sono la cupa testimonianza della follia tecnologica dilagante. Infine, la rivelazione: scopre di essere uno yahù, una bestia il cui barlume di ragione è volto al male. La verità alla quale Grulliver approda è tragica ma grottesca; e il ridicolo toglie ogni dignità alla tragedia. Esso solo resta, e dilaga.
Le otto tribù e altre storie
Tan Bogoraz
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 298
I romanzi e i racconti di Tan sono ricchi di interessanti osservazioni di carattere psicologico ed etnografico, dovute sia al suo acuto sguardo scientifico che alle sue doti di artista. Egli appartiene a quella pleiade di scrittori russi realisti degli anni '90 dell’Ottocento - Serafimovi, Kuprin, Veresaev e tanti altri - tra i quali occupò un posto particolare, facendo conoscere al lettore russo l'esistenza degli aborigeni siberiani, Jakuti, Jukagiri. Nel romanzo "Le otto tribù" è stato ampiamente utilizzato materiale del folclore; sono state create realistiche rappresentazioni della vita di quelle popolazioni, di estrema attendibilità artistica e di grandioso romanticismo. La trama è avvincente, il racconto delle vicende degli eroi è originale, inaspettato e strano e si stampa nella memoria come un quadro raffigurante un popolo fino allora sconosciuto. Nel romanzo, come nei due racconti, l'anima dell'etnografo Tan si fonde inevitabilmente con quella dell'artista il cui compito, che assolve magistralmente, è quello di inserire scene di vita nelle descrizioni etnografiche che già di per sé sarebbero, comunque, interessanti. Bogoraz ebbe grandi ammiratori tra gli intellettuali dell'epoca che lodarono soprattutto Le otto tribù, per lo stile epico del racconto, l'esposizione magistrale, le immagini artistiche, la descrizione degli eroi.
La realtà romanzesca
Mino Milani
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 340
Milioni di lettori hanno aspettato con ansia, settimana per settimana, per quasi settecento settimane, di leggere la nuova puntata della rubrica La realtà romanzesca che dal 1964 al 1977 Mino Milani ha tenuto sulla "Domenica del Corriere". Ora, per la gioia di quanti ripensano con nostalgia a quelle storie meravigliose e a favore di tutti coloro cui la giovane età ha impedito sinora di goderne, ne ripubblichiamo un'ampia scelta. Mino Milani prende spunto ogni volta da un episodio realmente accaduto per consegnarci una storia fantastica, alla quale l'esito sorprendente non toglie verità e anzi attribuisce una tinta drammatica e una dimensione in qualche modo mitica. Le affascinanti storie della realtà romanzesca ripropongono infatti (in versione moderna, dove protagonista non è un eroe tragico ma uno qualsiasi di noi) il più classico dei temi, quello dell'uomo a confronto col fato, ovvero con forze che lo trascendono e lo collocano, magari per un solo ma decisivo istante, al centro del grande, imperscrutabile gioco del destino. Il quale, per quanto minaccioso, finisce per rivelarsi, nei sapienti racconti di Mino Milani, un provvidenziale alleato: capace di offrire al protagonista (all'ultima riga del racconto: Milani è un maestro della suspence) l'inattesa e romanzesca via d'uscita da una situazione apparentemente senza speranza di salvezza.
Tanto domani mi sveglio
Bruno Lauzi
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 262
Bozzetti e ritratti a tutto tondo, aneddoti e retroscena piccanti o patetici, piccole e grandi miserie individuali, eventi drammatici (la vicenda Tortora, il suicidio di Tenco), avvenimenti politici (la "discesa in campo" di Berlusconi vista da un'angolatura privilegiata e originalissima), giudizi critici acuti e impietosi, rancori e affetti pubblici e privati si intrecciano nel racconto che Lauzi dipana sul filo della memoria e di una indomita passione etica. Ne emerge un'immagine nitida, anche se non sempre edificante, del mondo della musica e dello spettacolo – non solo italiani – dell'ultimo cinquantennio: ove il talento e talvolta la genialità degli artisti coesistono con limiti umani che lo sguardo di Lauzi – di volta in volta severo, dolente, feroce – mette a nudo e denuncia: senza fare pettegolezzi, ma senza risparmiare nessuno, tantomeno sé stesso. Personaggio scomodo e senza reticenze, Lauzi non cerca mai di essere simpatico ma sempre e solo sincero; con questa «autobiografia in controcanto» ci offre un libro avvincente e importante: mentre racconta a modo suo, con amore e furore, "l'altra faccia della verità ", quella mai detta sinora, Lauzi traccia la storia o meglio la controstoria di cinquant'anni di musica e di costume in Italia.
Dalla Sirte a casa mia
Marcello Venturi
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 182
A cura di Francesco De Nicola viene pubblicato il libro d’esordio di Marcello Venturi, "Dalla Sirte a casa mia", i cui due lunghi racconti rappresentano l’atto conclusivo e più alto della sua stagione neorealista, che si era espressa in decine di racconti pubblicati sulle terze pagine dei giornali. Su questi il giudizio di Italo Calvino scritto nel 1947 rimane tuttora uno dei più pertinenti per dichiararne le grandi qualità narrative: "Venturi è il vero scrittore partigiano, eroico e corale insieme, emotivo eppure scarno, senza pudore della propria commossa tragicità. È il narratore che racconta, spesso con popolaresca ingenuità, le emozioni collettive". E doti di “ingenuità e lirismo” arricchite ancora anni dopo “dalla freschezza entusiasta del ‘45” riconoscerà in lui Elio Vittorini, che lo aveva scoperto ventenne e fatto esordire sulle pagine del suo prestigioso “Politecnico”.
La notte di Ferrara
Pierre-Jean Remy
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 248
«Il tema, anzi il mito, o metafora, del viaggio fa parte dell'universo culturale dell'uomo. È sofferenza, sì, ma se in fondo all'animo è accolta, allora non è sventura, è catarsi. E se il viaggio è scoperta — di sé e d'altro — narrarlo è contribuire con inesauribile fecondità a una iniziazione. Un ansioso e spregiudicato collezionista che non si rassegna ad abbandonare fosse solo per pochi giorni un dipinto che ha prestato per una mostra, lo accompagna da Parigi a Ferrara. Al quadro è morbosamente attaccato (vi è raffigurata un'adolescente in posa ingenua e pur maliziosa) e ne sopporta con pena il distacco per l'esposizione. L'uomo trascorre il tempo di due notti e un giorno peregrinando per Ferrara, dove gli spazi geometrici e inquietanti, razionali e misteriosi, in un continuo variare di ombre e luci, di nebbie e nitori, si popolano di presenze. Poeti e pittori che giungono da epoche differenti, dolcissime e dolenti figure che escono dalle pagine del Giardino dei Finzi-Contini, i bruti delle SS e della polizia fascista e i demoni che lacerano la coscienza del protagonista (lo stesso io narrante) lo seducono e lo tormentano, in un gioco di graduale discoprimento di inganni e di illusioni, di falsi piaceri e di equivoche memorie. La rêverie e quella che sembra realtà si mescolano, si fondono, si dilatano nei tempi dell'anima, mentre luoghi, volti, voci, hanno la assoluta dimensione del "viaggio" allucinato. Nel disfacimento delle inquiete e inappaganti ricerche del piacere, nell'incalzare del male che ritorna (la folla, i motociclisti, alcuni tristi figuri) a insidiare le poche immagini di splendore e purezza — Micòl anzitutto — nel crollo dei falsi miti e maestri, si conclude una vita vuota, che ha amato nel modo più sterile, ma ha saputo soffrire per una bellezza piagata, violata, perduta. Dissacrata Ferrara nella sua umanità più fragrante (e Bassani è pur presente per il tributo letterario e spirituale che dedicò alla città ); dissacrata la donna per l'ossessiva ricerca dei maschi — che non è di piacere ma di possesso;— dissacrata la bellezza, perché le brume, le nebbie, la notte continuano a insidiarla, resta il fuoco di un sogno, un lungo sogno, che purifica mentre denuda.»
Il cappello del prete
Emilio De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 248
Un best-seller di fine ottocento. Nello scenario di Napoli e della sua periferia De Marchi colloca la storia di un delitto. I due protagonisti, U barone e U prevete, sono entrambi esseri abbietti: l'assassino è il barone Carlo Coriolano di Santafusca, un nobile decaduto vizioso, dissoluto e dedito alle pratiche più immorali accennate, sia pure piuttosto pudicamente, nel capitolo intitolato "L'orgia" dove, tra l'altro, si legge che l'onda bionda e spumosa" della sciampagna "spruzzò i seni delle ragazze" e dove "donne sdraiate e seminude [...] fumavano le loro sigarette"; ma oltre a ciò il nobile libertino è anche un darwiniano e acceso materialista, ma anche forte del suo privilegiato ruolo sociale per ritenersi al di sopra della giustizia e delle leggi dello stato. L'assassinato invece è don Cirillo, un prete ricchissimo grazie al lotto e all'usura, pure chiacchierato perché i numeri giusti per vincere al lotto li dà alla bella moglie del cappellaio... Sono in scena, insomma, due squallidi personaggi che rappresentano il peggio della nobiltà e della chiesa, gli istinti più meschini e sfrenati.
Tutti i giorni
Giovanni Descalzo
Libro: Copertina morbida
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 282
In 'Tutti i giorni' Descalzo parla della propria esperienza in termini addirittura lirici: metallica poesia di guaiti, rullii [...]; una anestesia ignota ai liberi, fatta di sforzi e di ricerche, di fatiche e di costanti vittorie quotidiane. Dopo la sua apparizione, il romanzo fu seguito da un grande successo di critica e il corollario della buona accoglienza riservatagli fu la sua inclusione nella rosa dei finalisti del premio Bagutta del 1951, dove giunse addirittura al ballottaggio con un libro, Pantheon minore, del quale era autore un suo sincero estimatore ma di lui ben più noto e potente: Indro Montanelli. L'autodidatta operaio era dunque entrato a far parte del mondo letterario italiano; ma solo pochi mesi più tardi, il 13 settembre 1951, si concludeva all'improvviso la vita di questo scrittore che ha saputo raccontare, in pagine ancora oggi coinvolgenti, le emozioni profonde di un uomo che credeva nella bellezza della parola scritta come riscatto dalle ingiustizie e dalla umiliazioni che pure avevano segnato se non tutti i suoi giorni certo gran parte di essi." (dal saggio introduttivo di Francesco De Nicola)