Giorgio Pozzi Editore: Gallica-Italica
Visions décentrées des Études Culturelles
Libro
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2019
pagine: 349
Con il termine "Cultural Studies" si indica quell'indirizzo di studio, nato nel 1964 in Gran Bretagna, che analizza i fenomeni sociali e culturali contemporanei secondo una prospettiva critica, caratterizzata da una forte vocazione alla multidisciplinarietà. A più di cinquant'anni dalla nascita, cosa si intende oggi per "Cultural Studies"? E inoltre, è possibile che paesi così diversi fra loro come Italia, Portogallo, Brasile e Argentina, adottino le stesse pratiche culturali e gli stessi approcci disciplinari? Il volume, inteso come una "lettura itinerante", tenta di chiarire in che modo le teorie culturaliste di matrice britannica si siano adattate nei paesi presi in esame, offrendo così un esempio implicito della ricchezza delle loro possibili declinazioni. Attraverso una panoramica dei "Cultural Studies" in Brasile, Portogallo, Italia, India e Argentina, il volume fa il punto sui molti modi in cui questo vasto campo disciplinare ha modellato nuove pratiche culturali. Un'indagine che misura inoltre la complessità della filiazione dei "Cultural Studies", termine talvolta usato a sproposito per discipline e approcci che in realtà non ne fanno parte, e a volte rifiutato da una certa tradizione accademica. Nel rispetto delle diversità geografiche e delle varietà dei contesti scientifici, l'approccio pratico e teorico adottato nel volume rimanda a quello del «Master in Études Culturelles» dell'Università di Bordeaux Montaigne, nella quale lavorano come insegnanti e ricercatrici Silvia Amorim, Martine Bovo e Ilana Heineberg, le tre curatrici dell'opera
I premi Sanremo d'arte e letteratura (1935-1940)
Daniela Lauria
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2015
pagine: 128
I Premi Sanremo, istituiti nella cittadina ligure dal 1935 al 1940, ben rappresentano il clima culturale dell'epoca. All'iniziativa presero parte personaggi quali Achille Starace e Giuseppe Bottai, ma anche Massimo Bontempelli, Antonio Maraini, Filippo Tommaso Marinetti e molti altri. I Premi Sanremo si imposero come un'occasione in cui convergevano mondanità, cultura e soprattutto arte. In soli cinque anni parteciparono alle diverse sezioni del concorso poco meno di tremila opere, provenienti dall'Italia e da quasi tutti i paesi europei, persino dal Giappone. La ricostruzione delle vicende legate al premio offre un inedito spaccato della cultura italiana degli anni Trenta, approfondendo quel "sistema dei premi" che ricoprì un ruolo fondamentale anche a livello internazionale, in quanto momento di incontro tra le diverse tendenze del tempo.
Le nuove forme dell'impegno letterario in Italia
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2015
pagine: 207
"Io so, ma non ho le prove" scriveva Pier Paolo Pasolini in un celebre articolo del 1974, divenuto l'emblema dell'impegno degli scrittori. "Io so e ho le prove" scrive Roberto Saviano in Gomorra, romanzo-simbolo del "ritorno all'impegno" che contraddistingue una parte dell'attuale produzione letteraria italiana. Quali forme assume l'impegno nella letteratura italiana contemporanea? Quali sono gli aspetti di continuità e quali le differenze rispetto alla "lezione" pasoliniana? Come si configura la rappresentazione della realtà in un contesto caratterizzato da nuove forme di espressione e comunicazione? Nel corso di due giornate di studio svoltesi all'Università di Nizza, un gruppo di giovani ricercatori italiani e francesi ha cercato di rispondere a questi quesiti di estrema attualità e centralità nel dibattito critico, analizzando le opere più rappresentative della nuova letteratura impegnata. I saggi qui raccolti approfondiscono i temi del convegno e propongono ulteriori sviluppi: sugli anni Sessanta rivisitati da Ascanio Celestini, sugli anni di piombo reinterpretati da Giorgio Vasta, sugli intrighi della politica restituiti in poesia e in prosa da Valerio Magrelli, sulla criminalità organizzata raccontata da Roberto Saviano e Giancarlo De Cataldo, sul mondo della finanza narrato da Walter Siti.
Fulvio Tomizza et l'anabase de la «Trilogia istriana». Ediz. francese
Maurice Actis Grosso
Libro: Libro in brossura
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2014
pagine: 318
Tra epica ed elegia, Fulvio Tomizza prende atto del compromesso storico istriano del decennio 1945-1955 e lo trasforma in scommessa letteraria. Sviluppa così una trilogia romanzesca che dipinge un ascetismo al tempo stesso individuale e collettivo. Questa anabasi narrativa è inaugurata, in "Materada", dalla frattura dell'esodo e dal peso etico del ricordo della patria perduta insito nel dovere del ricordo. L'elaborazione del lutto e il dilemma identitario dell'esilio favoriscono poi la genesi di un mito ontologico originario che si sostituisce al dramma vissuto. L'esperienza della diaspora, ne "La ragazza di Petrovia", si materializza poi nella realtà dei campi di sradicamento e di ricongiungimento in Italia, uno spazio letterario alternativo in parte alimentato da una persistente negazione della realtà. Il duplice paradigma strutturale dell'esperienza corale della comunità istriana e della parabola esistenziale del protagonista illustra dunque simultaneamente l'inizio del radicamento nell'esilio e il fallimento dei fenomeni compensatori di perdita e assenza da esso sviluppati. Esperienze che trovano espressione ne "Il bosco di acacie", fase conclusiva dell'evoluzione psicologica dei rifugiati e preludio a un nuovo radicamento. Il fiorire di un'identità ibrida, in equilibrio tra continuità ancestrale e nuova proiezione identitaria, si manifesta così nella conclusione della "Trilogia istriana", speculare illustrazione epifanica della tragedia storica che ne è all'origine.