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Laterza: Idòla Laterza

«La Rete è libera e democratica». (Falso!)

Ippolita

Libro: Libro in brossura

editore: Laterza

anno edizione: 2014

pagine: 99

Crediamo in una Rete libera, democratica, gratuita, trasparente, imparziale. Crediamo in una Rete rivoluzionaria, capace di rovesciare le gerarchie stabilite a favore di una partecipazione ampia, diffusa, popolare. Crediamo nella circolazione gratuita di contenuti, contro lo strapotere di cartelli mediatici e obsoleti detentori di copyright. Ci crediamo, ma niente di tutto questo è vero: Rete aperta non significa Rete libera, perché ha i suoi pochi, potentissimi padroni. Pubblicare in Rete non significa rendere pubblico. La libertà non è gratuita, costa cara. Rete libera e democratica? E dove stanno i dati dei cittadini? Nelle mani di chi? Per cosa vengono usati? E come si può invertire la tendenza alla delega tecnocratica?
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«Non c'è alternativa». Falso!

Salvatore Veca

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2014

pagine: 104

Sembra che il mantra del 'non c'è alternativa' sia destinato a dominare i nostri modi di pensare. Non c'è alternativa alle politiche di austerità, al giudizio dei mercati, alla resa al capitale finanziario globale, alla crescita delle ineguaglianze. Non c'è alternativa alla dissipazione dei nostri diritti e delle nostre opportunità di cittadinanza democratica. In nome di un realismo ipocrita, la dittatura del presente scippa il senso della possibilità e riduce lo spazio dell'immaginazione politica e morale. L'esito è un impressionante aumento della sofferenza sociale. Abbiamo un disperato bisogno di idee nuove e audaci, che siano frutto dell'immaginazione politica e morale. Che non siano confinate allo spazio dei mezzi e chiamino in causa i nostri fini.
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«Dobbiamo restituire fiducia ai mercati». (Falso!)

Andrea Baranes

Libro: Libro in brossura

editore: Laterza

anno edizione: 2014

pagine: 152

Oggi la speculazione domina la finanza. La finanza controlla l'economia. L'economia determina le scelte politiche. La politica impatta sulla vita delle persone. Quello che dobbiamo fare è semplicemente ribaltare l'attuale scala di valori e leggere al contrario le frasi precedenti.
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«In Italia paghiamo troppe tasse». Falso!

Innocenzo Cipolletta

Libro: Libro in brossura

editore: Laterza

anno edizione: 2014

pagine: 100

Non c'è italiano che non pensi di essere in credito con lo Stato, perché ritiene di pagare più tasse di quanto riceva in servizi. Ma non è così per la maggior parte di noi. In realtà chi predica a favore di una riduzione delle tasse e della spesa pubblica, di fatto predica a favore di una sperequazione dei redditi che avvantaggia le classi più ricche. Vivere in un paese che fornisce buoni servizi è meglio che vivere in un paese dove si pagano poche tasse.
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«La democrazia ha bisogno di Dio» (Falso!)

Paolo Flores D'Arcais

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2013

pagine: 138

La religione deve essere messa al bando della vita pubblica. La fede resta un fatto di coscienza che ha diritto a manifestarsi in forma pubblica solo come culto. Quando pretende di partecipare al dibattito politico, condanna la discussione democratica a morire prima di cominciare. Il cittadino deve argomentare, utilizzando i soli strumenti che lo rendono con-cittadino: i fatti accertati, la logica, l'ethos repubblicano. E null'altro. Tutto il resto è manipolazione, vestibolo di prevaricazione, lusinga di dispotismo.
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«La ricchezza di pochi avvantaggia tutti». Falso!

Zygmunt Bauman

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2013

pagine: 104

In quasi tutto il mondo la disuguaglianza sta aumentando, e ciò significa che i ricchi, e soprattutto i molto ricchi, diventano più ricchi, mentre i poveri, e soprattutto i molto poveri, diventano più poveri. Questa è la conseguenza ultima dell'aver sostituito la competizione e la rivalità alla cooperazione amichevole, alla condivisione, alla fiducia, al rispetto. Ma non c'è vantaggio nell'avidità. Nessun vantaggio per nessuno. Eppure abbiamo creduto che l'arricchimento di pochi fosse la via maestra per il benessere di tutti.
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«Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce». Falso!

Gianfranco Viesti

Libro: Libro in brossura

editore: Laterza

anno edizione: 2013

pagine: XI-95

Senza il Sud, l'Italia sarebbe più ricca, e crescerebbe di più. Le regioni del Sud inghiottono senza frutto un fiume di risorse pubbliche. Sono soldi sprecati, sottratti all'Italia che produce ed è costretta a mantenere i meridionali. Sono soldi che finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. D'altronde i meridionali sono diversi dagli altri italiani: non hanno senso civico, sono familisti, hanno storia e cultura a sé. Questi sono gli argomenti del teorema meridionale. Che ha una sua logica. Ma è falso. Questo libro dimostra perché.
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«È l'Europa che ce lo chiede!». Falso!

Luciano Canfora

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2012

pagine: 78

Aumenta il profitto di pochi e si riduce il reddito di molti. Il dogma qual è? Che il profitto non si tocca, è sacro, così come è diventato sacro lo strapotere bancario e speculativo. Non c'è quasi più bisogno di contese elettorali. È qui la lezione amara. È qui che l'"europeismo" d'accatto perde la maschera.
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«Non ci possiamo più permettere uno stato sociale». Falso!

Federico Rampini

Libro: Copertina morbida

editore: Laterza

anno edizione: 2012

pagine: 110

Molti si sono convinti che il nostro welfare è un lusso, che mantenendo certe conquiste sociali abbiamo "vissuto al di sopra dei nostri mezzi", e che è ora di ridimensionarci. Ma siamo sicuri che sia l'unica alternativa possibile? Siamo davvero sicuri che l'Europa è in declino perché statalista e assistenziale? Chi lo ha detto che lo Stato sociale deve essere smantellato?
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«L'ho uccisa perché l'amavo». Falso!

«L'ho uccisa perché l'amavo». Falso!

Loredana Lipperini, Michela Murgia

Libro: Libro in brossura

editore: Laterza

anno edizione: 2013

pagine: XV-80

Delitto passionale. Raptus. Gelosia. Depressione. Scatto d'ira. Tragedia familiare. Perché lei lo ha lasciato, chattava su Facebook, non lo amava più, non cucinava bene, lavorava, non lavorava. Nascondendo la vittima, le cronache finiscono con l'assolvere l'omicida: una vecchia storia, nata in tempi lontani e ancora viva fra noi. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Tutti, non solo media. Dobbiamo farlo noi. Dobbiamo trovare le parole.
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