NEM: Lanterna magica
Pontemagico. Cinquanta racconti del primo lustro 2003-2007
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 217
Con questa sentenza del grande Paul Léautaud veniva presentato ufficialmente il premio letterario Pontemagico. Era il 3 aprile 2003 e la perentoria frase dello scrittore francese, dalla penna tonante, faceva un certo effetto nell'aula-teatro dell'università della Svizzera Italiana a Lugano, affollata di giornalisti dallo sguardo stupefatto dopo un'affermazione polemicamente eversiva nei confronti dei concorsi letterari. Ma allo splendido e potente assioma di Léauteaud veniva, immediatamente, fatta seguire una chiosa chiarificatrice: "Il Pontemagico, che vuole unire l'innocente e meraviglioso mondo dei bambini a quello dei grandi, non può che essere onorevole". Così, con l'intento di gettare un ponte tra i sogni dei fanciulli e quelli degli adulti, nasceva un originalissimo premio letterario che, nel bando di concorso, dando del tu, invitava a scrivere "una storia per bambini-bambini e per grandi-bambini".
Acqua e zucchero
Dino Azzalin
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2024
pagine: 200
Acqua e Zucchero è la testimonianza dell'amore di un figlio verso i propri genitori, ma non è un romanzo storico o il racconto esclusivo di una saga familiare, bensì la rievocazione di vicende in cui potrebbero riconoscersi tanti italiani che hanno lasciato la loro terra d'origine per stabilirsi in un'altra regione della penisola che sembrava garantire opportunità di crescita economica e sociale. Lo scrittore ricorda la sua infanzia tra le corse sugli argini del Bacchiglione e i fiumiciattoli di irrigazione della campagna veneta, la meraviglia delle scoperte (acqua) e lo zuccherificio che ha cambiato per sempre la fisionomia, la vita e la storia del Paese (zucchero). Dino Azzalin, che è stato recentemente insignito della Cittadinanza Onoraria di Pontelongo (Padova), narra come la sua famiglia ha affrontato il "tempo dell'esodo", quando agli inizi degli anni Sessanta, come molti altri contadini spinti dall'indigenza dovuta alle difficoltà del dopoguerra, lasciò il paesino della campagna veneta per intraprendere il viaggio verso la "Terra Promessa", una provincia della generosa Lombardia. Protagonista imprescindibile è la Jole, madre dell'autore vera anima della famiglia, modello iconico del ruolo femminile nella società contadina di quel tempo: si occupa della crescita all'educazione dei figli e si occupa del lavoro domestico; provvede alla cura degli animali e all'impegno nei campi. Giunta con la famiglia a Varese, contando sulla complicità del "Toni", marito e padre dei suoi figli, si prenderà carico di gestire il nuovo assetto organizzativo e sarà la fautrice della rinascita nel contesto varesino. Il pensiero corre subito alle dinamiche dell'immigrazione ai nostri giorni che sovente sono le medesime di allora, come analoghi sono le incertezze, i timori, il coraggio e la speranza. Al pari degli odierni migranti che giungono, però, sui. cosiddetti barconi della morte, gli esuli di cui si parla arrivarono in una terra dall'accento diverso, scandito da unaltro dialetto. Non mancano i riferimenti storici di episodi terribili come quelli della guerra, per l'alto tributo di sangue e orrori pagato dalla famiglia, alternati ad altri indimenticabili vissuti con gli occhi del bambino, tra incantesimi, stupori, e paure. Un risultato che fa di una realtà a volte molto amara, ma maestra di un'arte di una dignitosa sopravvivenza, un florilegio finale di immagini sul mondo ormai scomparso del Veneto contadino, e un affresco di gioia per la promessa mantenuta.
Overland Italia-Australia
Giorgio Vanni
Libro: Libro rilegato
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 245
È fine estate del 2019 e Giorgio, viaggiatore con un importante passato di lavoro all'estero, non si rassegna a rinunciare ai sogni. Una figlia trasferitasi in Australia gli dà l'occasione d'intraprendere un viaggio dai contorni mitici: raggiungerla dall'Italia in treno e in bus lungo l'Est Europa, la Russia, la Mongolia, la Cina, il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, la Malesia e infine come passeggero di una portacontainer, sbarcare in Australia. Fanno da sfondo le enormi distese della Siberia e della Mongolia, i contrasti tra la modernità delle metropoli cinesi e le bellezze delle aree rurali, il fascino dell'Indocina e della Malesia e infine la vita di spiaggia del sogno australiano. Il rientro dal viaggio coincide purtroppo con l'arrivo della pandemia, cui l'autore fa riferimento come a un convitato di pietra. Resta un messaggio di speranza e di resilienza. Un invito, non importa quale siano gli obbiettivi, a non demoralizzarsi, a non arrendersi alle difficoltà o ai luoghi comuni sull'età. "Se si ha davvero un sogno, non importa quale sia, non deve essere nulla di eclatante; se si ha un fuoco interiore che brucia, un obbiettivo a cui teniamo, allora si devono superare i giudizi della gente, le paure dell'età, le convenzioni, bisogna scrollarsi di dosso la rassegnazione, l'inerzia e si deve dare il massimo per realizzarlo. Si potrà fallire o riuscire, questo potrà dipendere da tante variabili, a volte incontrollabili, ma l'importante sarà d'averci provato con il cuore e la determinazione che meritiamo, perché dobbiamo rispettarci."
Senza tempo di posa
Alessandra Maineri
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2018
pagine: 264
Due soggetti in questo libro. Due nature a interagire fra loro. Quella imperiosa del Nepal, gemma verde appuntata al mondo dai massicci più alti. E quella fragile di una donna ancorata a terra solo dal peso dello zaino. Un viaggio nelle spaccature, non ancora rimarginate, del terremoto che ha piagato una terra già impegnata in un consueto sopravvivere. Nelle città come sulle montagne. Un viaggio di piacere, dove piacere è incontro con le persone, condivisione, scambio. È donare. È accarezzare un volto e fare un lungo discorso con il semplice tocco della mano. La fatica del trekking non mira alle vette innevate, la bandiera è piantata nei villaggi sperduti che non compaiono sulle carte, nemmeno le più dettagliate. Luoghi scovati dal terremoto, ma irraggiungibili dagli aiuti. Eppure, lo stupore è sempre all’apice. Come scrive Tona Sironi nella Prefazione: "… è in questo ambiente, povero e sorridente, che Alessandra si trova a suo agio e riesce a trasmettere al lettore la magia di ciò che incontra".
Stazioni
Giancarlo Pontiggia
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2010
pagine: 74
"Ho scritto Stazioni - erano i mesi che preludevano all’inizio del nuovo millennio - come in trance, quasi senza volerlo, per certi aspetti controvoglia. Ma è stato come un’apertura improvvisa su un territorio di cui ignoravo tutto, e che mi ha immediatamente soggiogato. Al centro è la città: con le sue stanze, le sue voci, le parole frantumate e approssimative, apparentemente prive di un senso, ma forse per questo ancora più intrise di verità, di piaghe, di bizzarri umori. Stazioni,appunto, con riferimento alle stazioni della via Crucis, ma anche al significato etimologico del vocabolo: luoghi dove si sta, spesso per caso, dove si è condannati a stare, e dunque anche gironi purgatoriali, dove gli incontri valgono il doppio, perché ci parlano di un’espiazione collettiva, civile prima ancora che religiosa. Mi colpiva, nei suoi aspetti più sordidi e avvilenti, la quotidianità, una quotidianità certo fantasticamente potenziata, come immagino sempre debba essere, quando si scrive per qualcosa che non è solo qui, ma è sempre, prima e dopo di noi. Né d’altronde mancano in questo testo - intermedio, almeno nelle intenzioni, fra il genere dialogico e la rappresentazione scenica - schegge liriche, sezioni didascaliche, meditazioni, intermezzi scherzosi in rima, sgranati come luci dentro il gran mare della città, che è sempre, con precisione di luoghi e di vie, Milano."
India minima
Carlo A. Sitta
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 197
Il testo è una riflessione sulla cultura dell’India, attraverso una sequenza di “diapositive” in cui si racconta un frammento “minimo” di ciò che può essere percepito della realtà del subcontinente. Raccontata nella prospettiva del tempo e dello spazio, l’India di oggi è vista nella discontinuità del suo presente rispetto al suo passato, con una forte nostalgia per quest’ultimo. È la narrazione della riscoperta di un mondo che si rivela alquanto diverso dalle aspettative e l’analisi di una esperienza di viaggio talvolta sconvolgente, dove viene messa in discussione ogni precedente certezza.
Diario d'Africa
Dino Azzalin
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
“Diario d’Africa” non è il solito libro di viaggi ma un insinuante racconto fatto di continue sorprese che s’intrecciano lungo le tormentate e polverose strade di un Continente sospeso tra preistoria e futuro, tra superstizioni e desiderio di riscatto, tra povertà e mistero. La narrazione del deserto del Sahara, il coraggioso viaggio attraverso l’Etiopia, l’amore viscerale per il Kenya, sono solo alcune tappe del peregrinare tra le geografie della bellezza e dell’avventura. Con una scrittura semplice, mai semplificata, magra ma mai virtuale, Azzalin conduce allo stregamento che assoggetta silenziosamente al “mal d’Africa” chi conosce, rispettandola, la sua cultura atavica e luminosa. E allo stesso tempo coglie gli aspetti più segreti e in ombra di una realtà spesso sorprendente e divinatoria. Lo scrittore ce la propone con gli occhi privilegiati del medico, del poeta, del viaggiatore, dell’avventuriero, del volontario. Ci fa vedere a tutto tondo e con l’intelligenza del cuore un’Africa diversa da quella coloniale e romantica, patinata e retorica, a cui siamo stati abituati. Lontane dal turismo umanitario del “tutto compreso” o dalle forzature di certi reporter, le scene di “Diario d’Africa” si muovono felpate e silenziose come i Tuareg tra le colline di sabbia, con l’autorevolezza del passo e la conoscenza del territorio in un’ammaliante quanto spregiudicata, emozionante vitalità.
Mani padamadan
Dino Azzalin
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 246
Ma cosa accade quando si viaggia? Quanto sangue suggella il miracolo con cui abbiamo appuntamento? Quanto tempo erode la felicità del viaggio a quello della vita? Azzalin descrive nell’altrui cultura, la propria scoperta del mondo che coincide con la rivelazione del sé, attraverso riflessioni profonde, dei fondamenti della stanzialità e del nomadismo. Leggere questi racconti è una esaltante avventura, è come immergersi in galassie e incontri di varia umanità che, se ci fermiamo ad ascoltare, ci accorgiamo di quante stelle e quante scie luminose lasciano nella nostra vita…
La porta chiusa
Carla Ragni
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 128
Questo romanzo della scrittrice svizzera italiana Carla Ragni nasce da un soggetto cinematografico del regista Mohammed Soudani e presto diventerà un film. Protagonista de "La porta chiusa" è Licia, una donna che, non più giovanissima, si trova ad affrontare da sola i disagi psicologici e materiali della vita (la ferita ancora viva del divorzio da un uomo violento ed egoista, la cura di due figli in tenera età, un lavoro frustante, una madre opprimente). Nonostante tutto, però, è forte in Licia la volontà di non arrendersi. L'incontro con Boris, un amico d'infanzia, ora detenuto, come pure il ritorno di Enrica, l'amica di un tempo, da sempre ammirata per il suo temperamento anticonformista, rompono la pesante routine quotidiana di Licia ed alimentano in lei l'illusione di ritrovare nuovi affetti e la speranza di un mutamento di vita. Alternando alle intense pagine del Diario cui Licia confida le sue emozioni la serrata sequenza delle vicende che la trascinano verso un epilogo a sorpresa, Carla Ragni racconta la storia di una "trasformazione" - come scrive Maria Rita Parsi nella prefazione - "nella quale l'amarezza si placa per far posto alla malinconia, la disperazione viene sostituita dalla curiosità, dalla speranza". Una speranza capace di superare il destino personale della protagonista e di indicare, ad oltranza, a tante donne di oggi il percorso "della scoperta e della valorizzazione di sé"
La casa trasparente
Patric Boetschi
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2001
pagine: 224
Cinque personaggi senza nome vivono rinchiusi nella corazza illusoria dei loro "caratteri" cristallizatesi durante anni di vita montana trascorsi - in assoluto estraniamento spazio temporale - in una casa "nemmeno tanto dissimile dalle altre". Una casa emblematicamente "trasparente" perché interiormente visitabile e riconoscibile a dispetto della sua chiusa opacità. L'atmosfera che regna in ogni ambiente è silenziosa, impalpabile, ma carica di tensione. Tensione che spinge gli abitanti della casa a vivere imprigionati in una solitudine sempre più opprimente. Questi, come pure il personaggio tornato da lunghi viaggi che interagisce con loro, sono significativamente identificati con delle perifrasi appellative. Così, c'è "l'uomo che ha viaggiato", che sa guardare la realtà da angolazioni diverse con saggio scetticismo, e ci sono gli altri, che non si sono mai mossi dal perimetro della casa: "l'uomo che ama grande", "il principe profondo", "l'uomo malato", "l'uomo che scrive", "l'uomo senza cuore". E c'è anche - personaggio esterno non meno importante - "la donna amata", che passa di tanto in tanto nella vita antistante alla casa. "L'uomo che vive" è l'ultima figura del romanzo, quella che lo suggella e al tempo stesso lo apre a nuove prospettive esistenziali. Ed è proprio questa apertura - speranza non ingannevole di un mutamento radicale nei rapporti umani - ciò che rende la moderna "fabula" allegorica di Boetschi una specie di "Bildungsroman" di grande interesse etico-letterario.
Diario d'Africa
Dino Azzalin
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2001
pagine: 184
“Diario d’Africa” non è il solito libro di viaggi ma un insinuante racconto fatto di continue sorprese che s’intrecciano lungo le tormentate e polverose strade di un Continente sospeso tra preistoria e futuro, tra superstizioni e desiderio di riscatto, tra povertà e mistero. La narrazione del deserto del Sahara, il coraggioso viaggio attraverso l’Etiopia, l’amore viscerale per il Kenya, sono solo alcune tappe del peregrinare tra le geografie della bellezza e dell’avventura. Con una scrittura semplice, mai semplificata, magra ma mai virtuale, Azzalin conduce allo stregamento che assoggetta silenziosamente al “mal d’Africa” chi conosce, rispettandola, la sua cultura atavica e luminosa. E allo stesso tempo coglie gli aspetti più segreti e in ombra di una realtà spesso sorprendente e divinatoria. Lo scrittore ce la propone con gli occhi privilegiati del medico, del poeta, del viaggiatore, dell’avventuriero, del volontario. Ci fa vedere a tutto tondo e con l’intelligenza del cuore un’Africa diversa da quella coloniale e romantica, patinata e retorica, a cui siamo stati abituati. Lontane dal turismo umanitario del “tutto compreso” o dalle forzature di certi reporter, le scene di “Diario d’Africa” si muovono felpate e silenziose come i Tuareg tra le colline di sabbia, con l’autorevolezza del passo e la conoscenza del territorio in un’ammaliante quanto spregiudicata, emozionante vitalità.