Abscondita: Carte d'artisti
50 segreti magici per dipingere
Salvador Dalì
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 176
"Salvador, come indica il suo stesso nome, è destinato a riscattare la pittura dalla vacuità dell'arte moderna'. Questa affermazione categorica, anche se di primo acchito, per il suo egocentrismo, potrebbe sembrar scritta dallo stesso Salvador Dali, appartiene alla penna del famoso filosofo catalano Francisco Pujols. Quando, nel 1937, costui scrisse questa frase, in pieno caos surrealista, ammetto - con modestia, per una volta almeno - che io stesso, nonostante i miei ambiziosi imperialismi di ogni genere, non ci credetti molto. Oggi, tuttavia, constato di esser giunto, passo a passo, alla ferma convinzione che è proprio così. Questo è dovuto essenzialmente al fatto che la mia intelligenza è costantemente cresciuta parallelamente alla mia ambizione che, come tutti sanno, è stata sempre eccelsa e maestosa fin dalla mia più tenera infanzia. E posso così affermare, a ragion veduta, che nei giorni immediatamente successivi all'inizio della stesura di codesto libro mi sentivo ancor più intelligente di quanto lo fossi prima. Per buona sorte! Infatti, per essere in grado di scrivere un testo simile - una sorta di iniziazione culinaria al mistero eleusino della pittura - e per riuscire a render limpidi i segreti tecnici più oscuri, che sembrerebbero esigere l'arte della magia unita alla pratica della pittura stessa, non basta essere terribilmente intelligente. Giungo realmente al punto di nutrire il sospetto profondamente radicato che tutte le più eccelse intelligenze riunite insieme non sarebbero sufficienti per trionfare in un'impresa simile, e che, di conseguenza, lo scrittore che intraprenda un tale compito debba possedere, in aggiunta, un'altra cosa sovraessenziale, e quest'altra cosa, questa 'quintessenza' dell'essenziale, che si dà il caso sia esattamente quella necessaria per dipingere un bel quadro, io la possiedo, devo nuovamente dirlo." (Dal prologo di Salvador Dali)
La pecora di Giotto
Luciano Bellosi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 400
«Il titolo del libro allude, naturalmente, al popolare aneddoto illustrato anche su certe scatole di matite colorate che accompagnano tanti ricordi della nostra infanzia. La popolarità di questo aneddoto è dovuta al fatto che lo racconta il Vasari: un fatto che è anche la causa della sua mancata considerazione da parte della critica. Ma il Vasari non fa che parafrasare un succinto passo del secondo Commentario del Ghiberti: “Nacque uno fanciullo di mirabile ingegno il quale si ritraeva del naturale una pecora; in su passando Cimabue pictore per la strada a Bologna vide el fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora Cimabue menò seco Giotto e fu discepolo di Cimabue”. Ora, un aneddoto raccontato dal Ghiberti non può essere liquidato come uno dei tanti aneddoti raccontati dal Vasari, per il quale essi avevano la funzione di artifici retorici utili a dare compiutezza al racconto storico, secondo una concezione della storia che egli condivideva con i contemporanei. Lo scritto del Ghiberti appartiene a un genere letterario diverso e non ha le preoccupazioni del Vasari. Del secondo Commentario, le cui notizie che si possono controllare risultano sostanzialmente attendibili, va preso sul serio tutto e io credo che anche il raccontino della pecora di Giotto, al di là del suo significato letterale, alluda almeno a due aspetti reali. Uno è il rapporto da maestro ad allievo tra Cimabue e Giotto: rapporto che è venuto in luce con molta chiarezza lungo il cammino a ritroso condotto in questa ricerca, partendo dalla enucleazione di quei dati arcaici che costituiscono l'elemento diversificatore più profondo degli affreschi di Assisi da quelli di Padova, ma che giustificano anche questa diversità in ragione di un prima e di un dopo, nella prospettiva naturale dello sviluppo di una grande personalità artistica, al di là del confronto meramente sincronico operato dai “separatisti”. Ma l'aneddoto raccontato dal Ghiberti vuole anche alludere alla portata innovatrice della pittura di Giotto di rivalutazione degli aspetti reali e mondani del visibile, con un totale ribaltamento del significato del cosiddetto “realismo” medievale. È l'aspetto per cui i contemporanei – tra i quali si incontrano personaggi del calibro di un Petrarca e di un Boccaccio – ammiravano incondizionatamente Giotto».
Anni con Giorgio Morandi
Giuseppe Raimondi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 240
«Ogni opera di Morandi (pittura, incisione, acquerello) rappresenta, non solo per una ragione di complessità compositiva, un suo bisogno, la propensione del tutto umana, e direi passionale, di far vivere e coesistere, dentro lo spazio, quasi la stanza illusoria, che sono stati concepiti dalla mente, gli oggetti e le persone, i quali, in quel momento del suo sentimento, devono per forza di cose stare insieme, andare d’accordo, e rappresentare, ognuno nel proprio modo, nella propria funzione figurativa, una azione senza parole, ma di un effetto scenico che egli ha studiato, meditato, deciso di far vedere. Primo spettatore e giudice della straordinaria azione, che si svolge al di fuori degli interessi immediati del mondo, è l’autore medesimo. E forse l’azione, prima di essere vestita nelle forme (disegno e colore, come elementi intercambiabili) definitive del quadro, doveva aver preso corpo, momento per momento, atto per atto, dentro la immaginazione rappresentativa del pittore. Giorni e ore di un’intimità quasi di confessione e di dibattito misteriosi. Il modello, ogni modello vive della propria personalità. Bisogna conoscere a fondo, avere pratica e confidenza con il suo carattere particolare. Una bottiglia non è un vaso, una fruttiera non è una caffettiera. È la forma, il colore, che la natura o il caso prima dell’uomo, hanno dato a ciascuno di essi».
Intermedia e altri scritti teorici
Dick Higgins
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 208
Il presente volume raccoglie molti degli scritti di Dick Higgins dedicati al concetto di Intermedia o ad esso correlati. Testimoniano di una produzione teorica che impegnò l’autore dalla metà degli anni sessanta al 1998, anno della sua morte. Pubblicati in riviste e libri, sovente editi dall’autore stesso, sono qui presentati per la prima volta, salvo rare eccezioni, in una antologia monografica in traduzione italiana. La forza del concetto introdotto da Dick Higgins risiede nell’assoluta elasticità, capace non solo di permettere un approccio alle opere degli anni sessanta, ma utile anche per descrivere molte delle produzioni posteriori. Caratteristica che diventa evidente nelle sue presentazioni grafiche, riprodotte in questo volume. Dick Higgins è una delle personalità più influenti per lo sviluppo delle nuove forme d’arte d’avanguardia della seconda metà del XX secolo: con Allan Kaprow, Al Hansen, Claes Oldenburg e altri ha inventato gli happening; con George Maciunas, George Brecht, Alison Knowles e Nam June Paik è stato tra i primi promotori di Fluxus; come compositore, artista e teorico ha influenzato profondamente lo sviluppo dell’arte d’avanguardia, grazie anche alla sua attività di editore sviluppata con la fondazione della Something Else Press e la straordinaria serie dei Great Bear Pamphlets.
I pittori italiani del Rinascimento
Bernard Berenson
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 320
«Fu mia intenzione abbozzare in questo volume una teoria delle arti; specialmente delle arti della figura, ed in quanto si manifestano in forme pittoriche. Prescelsi esempi italiani, non soltanto perché mi trovo ad avere più intima conoscenza dell'arte italiana, ma perché l'Italia è il solo Paese dove le arti della figura siano passate per tutte le fasi: dall'inetto al sublime, da forme semibarbare agli estremi fastigi della bellezza intellettuale; per ricadere in condizioni barbariche a malapena dissimulate sotto gli spogli logori e stinti dell'età superba. Trattai di ciò che costituisce le arti del disegno, e, più precisamente, le arti della figura». Con uno scritto di Flavio Caroli.
Lettere e taccuini (1869-1895)
Berthe Morisot
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 224
«Vorrei compiere il mio dovere fino alla morte» appunta Berthe Morisot in una pagina dei sui taccuini «vorrei che gli altri non me lo rendessero troppo difficile. Non credo che ci sia mai stato un uomo che abbia trattato una donna da pari a pari e questo è tutto ciò che avrei chiesto, poiché conosco il mio valore». Consapevole del proprio ruolo di artista e di donna, Berthe ha dovuto combattere per riuscire a fare quello che sentiva essere lo scopo della propria esistenza: dipingere. Un’impresa non facile, considerando che a quel tempo una donna non poteva frequentare l’accademia e che quella dell'artista non era certo una professione adatta a una ragazza di buona famiglia. Alla fine, quella sua pittura smagliata, quei colori delicati e luminosi, quel suo modo di raccontare la vita, a metà tra l’impressione che fissa «quel che passa» e il sogno, peraltro due elementi che per lei coincidono, convince tutti. Edgar Degas, Édouard Manet, Claude Monet, Auguste Renoir, Puvis de Chavannes, Stéphane Mallarmé, Émile Zola, Mary Cassatt e tanti altri sono i personaggi che frequentano le cene che organizza, insieme al marito Eugène Manet, ogni giovedì presso la sua abitazione parigina. Li ascolta, impara, si confronta con loro e quando sono lontani li raggiunge con la penna. Una vita dedicata all’arte dunque, che è possibile ricostruire attraverso la sua corrispondenza (in particolare quella intrattenuta con Stéphane Mallarmé) e i suoi taccuini, da cui emergono le paure, i pensieri, le convinzioni, il carattere e le profonde relazioni con i principali protagonisti della scena artistica e letteraria di quel tempo, restituendoci un racconto vivo, momenti inediti e pagine di una storia che, per una volta, è vista con gli occhi di una donna.
Scritti. Volume Vol. 2
René Magritte
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 448
«Sino al 1926... ricercai una via, un modo per esprimere i miei sentimenti. Avevo stabilito che tutti i pittori dipingono le stesse cose, che solo lo stile cambia. Poi, dopo avere acquisito familiarità col cubismo, col futurismo e con l’opera di de Chirico, mi resi conto che lo stile è come la grammatica. Non ha nulla a che fare con la pittura. Ciò che conta è che cosa si deve dipingere. Mi resi conto anche del fatto che l’invisibile non può essere reso visibile, ossia che emozioni, sensazioni ecc. non possono essere dipinte. Come si può dipingere la libertà? Come si può rappresentare la libertà: in parole o immagini o anche nella propria mente? Non si può. Tutto ciò che si può fare è descrivere la propria idea... Ciò a cui penso costantemente è il mistero della vita. È una cosa che non si può rappresentare. La si può solo evocare. Perciò, negli ultimi quarant’anni, ho cercato di evocare il mistero. Lo vedo ovunque. Il cielo non è misterioso? Diciamo “il cielo sopra di noi”, eppure noi siamo nel cielo: è ovunque. Vita e morte, sole e luna, fuoco e acqua, tutto questo non è un mistero? Certo, possiamo analizzarli, sezionarli, trasformarli in equazioni, ma abbiamo risolto il mistero? Non sto parlando di Dio: è questa una parola che non capisco bene. Sto parlando della vita: mangiare, dormire, crescere, giocare, morire. Ecco perché mi interessa tutto, anche la banalità, e perché trovo un’unione fra il cielo, una stanza, uno scrigno, un letto e una tuba. Non giustappongo elementi estranei allo scopo di colpire. Descrivo i miei pensieri del mistero, che è l’unione di ciascuna cosa e di tutto ciò che conosciamo... Non ho talento. Non desidero il talento – o l’originalità – perché nella vita ciò che conta è fare ciò che si deve».
Viatico per cinque secoli di pittura veneziana
Roberto Longhi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 272
«Il progetto che Roberto Longhi scelse nell'immediato dopoguerra per il suo scritto 'Viatico per cinque secoli di pittura veneziana', che fu la risposta ad un evento espositivo, si focalizzava su di un doppio proposito che appare tuttora chiaramente. Lo studioso intendeva sottolineare la personale scelta del soggetto e il precoce ambito cronologico di essa, manifestando fin da subito, nei brevi capitoli del libro, il legame mentale e sentimentale che lo legava alla pittura veneziana. Le pagine dedicate a Giovanni Bellini e a Vittore Carpaccio appaiono ancora oggi prove supreme, anche grazie alla maestria letteraria, nell'intento di evocare la grandezza di queste personalità paradigmatiche e a lui particolarmente care. L'intimo significato delle tematiche affrontate dal Viatico si manifesta oggi anche con maggiore evidenza, considerando l'importanza del contributo che lo scritto ha dato alla conoscenza della pittura veneziana.» (Mina Gregori)
Ricostruire e meccanizzare l'universo
Fortunato Depero
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 304
Fortunato Depero (1892-1960) è stato il protagonista dell'arte meccanica che ha caratterizzato il futurismo degli anni Venti. La raccolta dei suoi scritti teorici permette di ripercorrere e analizzare le tappe più significative di un itinerario creativo che, investendo la pittura, la scultura, il teatro, l'architettura, le parole in libertà e l'arte pubblicitaria, è stato tra i maggiori contributi formulati dal futurismo per il rinnovamento dell'arte italiana. Giovanni Lista, specialista del futurismo, firma questa riedizione dei testi, procedendo inoltre ad un nuovo esame del particolare metodo di sfigurazione e stilizzazione con cui Depero rielaborava le apparenze fenomeniche della realtà per restituirle in chiave meccanica. Ne riabilita quindi la poetica qualificandola di ludica e felice parentesi di meccanicismo dal sapore illuminista all'interno della modernolatria tecnologica preconizzata dal futurismo marinettiano.
Hieronymus Bosch: il regno millenario
Wilhelm Fraenger
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 240
Wilhelm Fraenger, in questo libro di straordinario vigore esegetico, che compendia decenni di minuziosi studi sull’opera di Bosch, coglie nell’arte di questo «Virgilio della pittura olandese» una proiezione del messaggio religioso e rituale della comunità adamitica dei «fratelli del Libero Spirito», ai cui misteri il pittore sarebbe stato iniziato ricevendone la commissione del Trittico del Regno millenario, concepito dunque con intenti e finalità pedagogiche, in quanto documento da «leggere» secondo la libera e personale interpretazione degli adepti-osservatori. Secondo questa tesi, Bosch non è dunque soltanto uno straordinario inventore di immagini: la sua è una visione del mondo che obbedisce a un vasto disegno allegorico, in cui fonti teologiche, tradizione ermetica e metamorfosi alchemiche sono evocate con immagini di eccezionale pregnanza figurativa. La tesi si precisa quando Fraenger dietro il trittico, adombra la presenza di un mentore, il Gran Maestro del Libero Spirito, «artefice di un progetto tanto ambizioso quanto articolato in ogni minimo dettaglio», nel quale si sarebbe configurato un sistema spirituale fondato su una triplice istanza: teologica, filosofica e pedagogica. Ma, al di là di questa tutela originaria, l’«esecuzione» dell’artista è sottratta a ogni artificio compositivo: ogni particolare, sia esso riferito al mondo umano, animale, vegetale e minerale, o, più semplicemente, a comuni episodi della vita quotidiana, sgorga spontaneo da una «voluttuosa delizia creativa» che illustra i concetti fondamentali degli exempla dei predicatori e tutta la complessa simbologia della religiosità medievale. Nella storia della pittura nessun artista visse un’esperienza iniziatica così profonda che, sul piano artistico, costituì un potente esempio di energia mistico-demoniaca al quale non rimasero insensibili i più inquieti interpreti della coscienza moderna, da Füssli a Goya, da Blake ai surrealisti.
Scritti. Volume Vol. 1
René Magritte
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 416
René Magritte (1898-1967) è uno dei pittori più noti e amati del Novecento: ha conosciuto, e continua a conoscere, una fortuna straordinaria. L’opera che presentiamo riunisce, in due volumi e in ordine cronologico, l’insieme dei testi editi durante la vita dell’artista – comprese le importanti interviste che rilasciò –, oltre ai testi inediti, ai passi frammentari di scritti che inizialmente intendeva pubblicare, rinunciandovi in seguito per ragioni di opportunità, di stanchezza o di insoddisfazione. Vengono inoltre pubblicati i volantini, i manifesti, e gli altri scritti che Magritte, pur non essendone il solo autore, controfirmò, e alcune «lettere aperte» che hanno particolare importanza teorica o valore poetico. Un imponente apparato di note di André Blavier, il maggiore studioso di Magritte, situa storicamente, commenta e integra con preziose informazioni i vari testi.
Le carceri
Giovanni Battista Piranesi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 160
“Piranesi fu uno dei pochi geni tragici d’Italia, avendo a soli compagni Dante e Michelangelo. E ciascuno di questi geni era tragico, perché con lui si chiudeva un’epoca, un ciclo. Con Dante il Medioevo e secoli di violenza, di amor cortese e di visioni mistiche erano giudicati e riassunti in una costruzione apocalittica. Con Michelangelo il Rinascimento, e un mondo di esaltati titani vacillava sull’orlo della stanchezza, e la voluttà di Leda si mutava nel languore tenebroso della Notte. Ma con Piranesi tutto quello che l’Italia aveva avuto di civiltà, di sublimità di moli magnifiche, di gloria d’imperatori e di pontefici, di apparati festivi di gaie scenografie, di pompe funebri di solenni esequie, trovava il suo monumentale epitaffio.” (Dall’introduzione di Mario Praz). Con uno scritto di Henri Focillon.