Adelphi: FABULA
Cose da fare a Francoforte quando sei morto
Matteo Codignola
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 168
La Fiera di Francoforte viene spesso raccontata – o meglio, immaginata – come una specie di festa mobile vagamente esoterica, dove, in un tintinnio di calici, e a volte in un fruscio di lenzuola, signore e signori molto lungimiranti decidono cosa il pubblico dovrà comprare e leggere (soprattutto comprare) nei dodici mesi successivi. Non è una rappresentazione completamente fittizia, ma per arrivare a un'immagine più convincente di questo strano mestiere, e del suo rito più fastoso, ci vogliono quelli che i militari americani chiamerebbero 'boots on the ground'. Che qui il narratore indubbiamente indossa già partendo da Milano, o non sopravviverebbe alla telefonata hot con cui il suo compagno di viaggio, un fotografo con la singolare perversione di ritrarre solo scrittori, occupa per intero le sette ore di strada. E che non si toglie nemmeno durante una Buchmesse, se possibile, più convulsa di tante, dove la caccia a un improbabile bestseller si incrocia con l'inquietante apparizione di un agente che non avrebbe più dovuto essere in questo mondo – a meno che non sia tutta la rumorosa baracca a essersi inavvertitamente trasferita nell'altro. Non c'è molto da aggiungere, per un libro che è solo una commedia. Se non un'avvertenza: ogni riferimento a persone esistenti, o a fatti realmente accaduti, non è per niente, ma proprio per niente, casuale.
Yoga
Emmanuel Carrère
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 312
La vita che Emmanuel Carrère racconta, questa volta, è proprio la sua: trascorsa, in gran parte, a combattere contro quella che gli antichi chiamavano melanconia. C'è stato un momento in cui lo scrittore credeva di aver sconfitto i suoi demoni, di aver raggiunto «uno stato di meraviglia e serenità»; allora ha deciso di buttare giù un libretto «arguto e accattivante» sulle discipline che pratica da anni: lo yoga, la meditazione, il tai chi. Solo che quei demoni erano ancora in agguato, e quando meno se l'aspettava gli sono piombati addosso: e non sono bastati i farmaci, ci sono volute quattordici sedute di elettroshock per farlo uscire da quello che era stato diagnosticato come «disturbo bipolare di tipo II». Questo non è dunque il libretto «arguto e accattivante» sullo yoga che Carrère intendeva offrirci: è molto di più. Vi si parla, certo, di che cos'è lo yoga e di come lo si pratica, e di un seminario di meditazione Vipassana che non era consentito abbandonare, e che lui abbandona senza esitazioni dopo aver appreso la morte di un amico nell'attentato a «Charlie Hebdo»; ma anche di una relazione erotica intensissima e dei mesi terribili trascorsi al Sainte-Anne, l'ospedale psichiatrico di Parigi; del sorriso di Martha Argerich mentre suona la polacca Eroica di Chopin e di un soggiorno a Leros insieme ad alcuni ragazzi fuggiti dall'Afghanistan; di un'americana la cui sorella schizofrenica è scomparsa nel nulla e di come lui abbia smesso di battere a macchina con un solo dito – per finire, del suo lento ritorno alla vita, alla scrittura, all'amore. Ancora una volta Emmanuel Carrère riesce ad ammaliarci, con la «favolosa fluidità» della sua prosa («Le Monde») e con quel tono amichevole, quasi fraterno, che è soltanto suo, di raccontarsi quasi che si rivolgesse, personalmente, a ciascuno dei suoi lettori.
Un uomo inutile
Sait Faik Abasiyanik
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 263
«Lui è nato per osservare il mondo con meraviglia» scrive Sait Faik Abasiyanik di uno dei suoi tanti doppi che compaiono in questi racconti. «Per stupirsi senza capire nulla. Camminare per le strade, vedere e non vedere che cosa fa la gente». E poi? «Indugiare su un ponte e guardare in basso il colore dell'acqua, ammirare le gambe di una ragazza» - e chiedersi: «quella ragazza, chi riuscirà a baciarla?». Un incorreggibile flâneur: questo è stato Sait Faik, uno dei massimi scrittori turchi del Novecento. Dopo studi irregolari, una manciata di anni trascorsi in Francia, fiacchi tentativi, sempre falliti, di rassegnarsi a un qualsivoglia mestiere, il perdigiorno bramoso di «amare la gente» non ha fatto altro che immergersi nell'esistenza brulicante e misera dei quartieri cosmopoliti di Istanbul, e osservare avidamente, con gli occhi sempre un po' lucidi per il troppo raki, non solo gli esseri umani - lo attraggono, in particolare, certi «ragazzi di vita» che quasi mai trova il coraggio di abbordare - ma anche i cani, gli uccelli, i pesci, il cielo, il mare, i tram, le chiatte, i taxi... È qui che, tra osterie, bordelli, pasticcerie e alberghetti, vagabonda e beve per tutta la sua breve vita, fino a morire, a soli quarantotto anni, di cirrosi epatica. Eppure questo irriducibile sfaccendato riesce a perseguire con indomabile tenacia la propria vocazione letteraria, e a tracciare, un racconto dopo l'altro, una pennellata dopo l'altra, un affresco partecipe e struggente del mondo stambuliota della prima metà del Novecento - «venditori di giornali, di fiammiferi, di stecche per baveri e bustini, mercanti d'amore ... costruttori, pizzicagnoli, teatranti, scrittori, librai, acquaioli, tabaccai, professori, lustrascarpe, studenti...» - in una prosa asciutta e affilata, e insieme ebbra, franta, trafelata come dopo una lunga corsa, nella quale baluginano, qua e là, folgoranti accensioni liriche: «Desiderava tanto baciare delle labbra: morbide, umide, insipide o saporite, crepitanti come capelli elettrici... Voleva impazzire al calore di una mano».
Quando abbiamo smesso di capire il mondo
Benjamín Labatut
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 180
C’è chi si indispettisce, come l’alchimista che all’inizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama «blu di Prussia» e si lascia subito alle spalle quell’incidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dell’elisir. C’è chi si esalta, come un brillante chimico al servizio del Kaiser, Fritz Haber, quando a Ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole; o quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di Prussia si può ottenere un pesticida portentoso, lo Zyklon. E c’è invece chi si rende conto, come il giovane Heisenberg durante la sua tormentosa convalescenza a Helgoland, che probabilmente il traguardo è proprio questo: smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare. È la via che ha preferito Benjamín Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.
La luna di miele di Mrs. Smith
Shirley Jackson
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 279
«Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shirley Jackson. «Si tenevano feste leggendarie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell'ostinato ticchettio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha pochi paragoni: celebri romanzi dell'orrore come "L'incubo di Hill House" e clamorose perle nere come "La lotteria", certo, ma anche una mole imponente di racconti destinati a rimanere a lungo sconosciuti - e che solo trent'anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcuni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preavviso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Washington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ricca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jackson è riconosciuta maestra, ma anche commedie surreali, sketch stranianti, comici quadri familiari, esplorazioni della psiche, con fulminanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingranaggi di una macchina narrativa di diabolica perfezione.
Un posto tranquillo
Seicho Matsumoto
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 195
Kōbe. Durante una cena tra imprenditori e funzionari ministeriali, una cameriera si avvicina a uno dei commensali e gli sussurra qualcosa all'orecchio. C'è una chiamata per lui da Tokyo. L'uomo, Tsuneo Asai, si alza senza dare nell'occhio e raggiunge il telefono. Sua moglie Eiko, poco più che trentenne, è morta improvvisamente d'infarto. Una notizia non del tutto inattesa, dal momento che Eiko era già da tempo malata di cuore. Eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere un po' fuori mano di Tokyo, a due passi da un albergo a ore, gettano un'ombra sulla sua figura timida e riservata, e sul suo passato. Cosa ci faceva lì? E chi doveva incontrare? Questa storia è come una strada che parte leggermente in salita e si fa a ogni passo più ripida. Una strada piena di vicoli ciechi, che sembra esistere solo nella psiche del protagonista. Qui, i temi cari a Matsumoto – la vendetta, l'ossessione per un dettaglio che non torna, il timore dello scandalo, l'ansia di essere scoperti che conduce alla rovina – si condensano in un noir anomalo e beffardo, senza un caso né un investigatore, dove chi cerca un colpevole può finire per diventarlo lui stesso. Un noir che è anche una critica acuminata della società giapponese e della ragnatela di convenzioni che la invischiano.
Addio, mia amata
Raymond Chandler
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 300
Grazie alle sue armi di difesa personale – la tesa abbassata sugli occhi per principio, il sopracciglio inarcato per la stessa ragione, un fisico rispettabile nonostante gli stravizi –, Philip Marlowe potrebbe arrivare a fine mese guadagnando quanto basta, senza passare da un guaio all'altro. Specie quando si muove, come qui, nel suo ambiente naturale, la Los Angeles dei locali notturni. Ma purtroppo, anche se a vederlo non si direbbe, è curioso. E se davanti a un locale, mentre indaga su tutt'altro, nota un figuro in cappotto sportivo, palline da golf per bottoni e un abbacinante paio di scarpe di coccodrillo, vuole saperne di più: quindi lo segue all'interno, finendo a contatto ravvicinato col temibile Moose Malloy, e si mette poi sulle tracce della sua molto rimpianta vecchia fiamma, l'ancor più temibile Velma Valento. Il resto è tutto quello che ci aspettiamo da uno come Marlowe, ma con un'avvertenza: fra i suoi componenti romanzeschi collaudati, Chandler in Addio, mia amata ha scelto solo il meglio del meglio. Che agisce oggi come allora.
La valle oscura
Anna Wiener
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 309
Cosa succede, nella Silicon Valley? Per quale ragione gli spazi di lavoro sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre, cosa fanno veramente le startup? Accumulano quantità inimmaginabili di dati su ciascuno di noi, e li organizzano secondo strategie sempre più veloci e sofisticate, ma perché? Per vendere, d'accordo. Per sorvegliare, come no. Ma poi? Su domande come queste speculiamo ogni giorno, senza peraltro neppure sapere bene come sia fatta, Silicon Valley, e cosa sia. Anna Wiener ci ha lavorato per cinque anni, e quando ne è uscita ha deciso di scrivere questo rapporto, che ha assunto quasi da solo la forma di un romanzo. Si ride molto, a leggerlo. Ma si ride sempre, quando si ha paura.
Tempo di uccidere
Ennio Flaiano
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 329
«Quando la campagna sarà finita non pochi si precipiteranno a scrivere dei libri» annota Flaiano nel febbraio del 1936, mentre, sottotenente del Genio, partecipa alla guerra d'Etiopia. «Già immagino il contenuto e i titoli: "Fiamme nel Tigrai", "Africa te teneo", "Tricolore sull'Amba"!». Non a caso, attenderà dieci anni prima di ricavare da quella sofferta esperienza – fatta di sete e stanchezza, caldo e paura – un romanzo. Un romanzo sconcertante, tanto più in pieno clima neorealista, che ha come sfondo non la «terra ideale dei films Paramount», ma il paese triste, ingrato, ambiguo, sfuggente delle iene (e che dunque cela di necessità «qualcosa di guasto»), e al centro una vicenda «assolutamente fantastica»: un delitto futile e fatale, che scatena in chi l'ha commesso un corrosivo delirio. E gli trasmette il morbo di un «impero contagioso», di un senso di colpa inscindibile dal rancore, di una pietà commista a disprezzo per un mondo ignoto, l'Africa – «lo sgabuzzino delle porcherie», dove gli occidentali vanno «a sgranchirsi la coscienza».
Cose che succedono la notte
Peter Cameron
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 304
Questo libro è fatto di buio e di neve. Di un treno nella notte, e di una coppia senza nome che scende in una stazione deserta del Grande Nord. Di un immenso, lussuoso albergo nel cuore di una foresta. Delle sue stanze chiuse, dei suoi infiniti corridoi, dell'isola di luce del suo bar. Dei suoi ambigui ospiti – una vecchia cantante che tutto ha visto, e un losco uomo d'affari con un suo crudele disegno. E ancora, di un sinistro orfanotrofio, e di un enigmatico guaritore...
Coral Glynn
Peter Cameron
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 212
Ci sono libri - anche grandi libri - che si ricordano magari per la storia, o i personaggi, o le atmosfere. Poi ce ne sono altri, più rari e sfuggenti, che all'universo parallelo della letteratura arrivano in un modo diverso - curvando lo spaziotempo della narrazione per portarci in una scena che, al di fuori delle loro pagine, sembra non voler esistere. Ad esempio in una grande villa nella campagna inglese del 1950, dove Coral, che al mondo non ha più nulla e nessuno, arriva per assistere la padrona di casa, mentre il figlio di lei, il maggiore Clement Hart, cerca di guarire dalle ferite che gli ha lasciato la guerra. In quelle stanze buie, gelide e spettrali, Coral e Clement arrivano in brevi momenti, con le parole, quasi a toccarsi. Ma ogni volta, dalla caligine che si insinua ovunque, qualcosa - un anello rubato, un inquietante gioco infantile, un misterioso profumo di fiori - si materializza, costringendo il desiderio e il bisogno ad assumere una forma meno categorica dell'amore. È l'inizio di un viaggio lieve, doloroso e imprevedibile, difficile da raccontare e impossibile da dimenticare. Che Peter Cameron ci invita a intraprendere con una sola promessa, quella di guidarci, per minuscoli slittamenti delle emozioni, a un finale che non ci aspetteremmo - e di farci sentire improvvisamente molto vicini «al cuore dorato e incandescente dell'universo».
Figure nel salotto
Norah Lange
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2020
pagine: 150
Tutto comincia la notte in cui un fulmine squarcia il buio di una calle di Buenos Aires e un'adolescente intravede, nel salotto della casa di fronte alla sua, «tre ombre sottili e pensierose». Da quel momento la ragazza non smetterà più di spiare le enigmatiche presenze, ossessionata dal desiderio di appropriarsene e dal terrore di perderle, finché non riuscirà a sedersi anche lei in quel salotto, dove tornerà ogni giorno, perché tutto, accanto alle tre donne, acquista «un senso di rottura, di feroce oblio...». Inventa loro una vita, le ama e le odia, desidera vederle morte - una, in particolare, che deve aver commesso qualcosa di terribile...

