Altromondo Editore di qu.bi Me: Mondo di dentro

Jolie si risveglia senza memoria in un oscuro tunnel, circondata da volti segnati dalla povertà e dalla malattia. Angosciata, tenta di fuggire, ma un uomo losco la cattura, trascinandola in un locale sinistro. Le è chiaro: qualcuno la vuole sfruttare, ma Jolie non è disposta a cedere. Intravedendo la Tour Eiffel in lontananza, capisce di essere a Parigi. Tra fughe e incontri misteriosi, un biglietto con il suo nome le apre un nuovo percorso. Attraversa la Loira, incontrando Lars, un uomo affascinante e sfuggente che la conosce più di quanto lei conosca se stessa. Da quel momento, una serie di eventi e segreti le spalancano un passato che si perde tra il Messico e l’Europa. Tra fughe, inseguimenti e rivelazioni, Jolie deve trovare il coraggio per scoprire chi è e cosa nasconde il suo passato, sfidando un nemico implacabile che la vuole distrutta.

Questo scritto nasce dall'esigenza di dar voce a una bambina che, dopo anni di lotte, arriva all'età di quasi 30 anni con ancora tutta la rabbia, l'ansia e l'incertezza dovute a un evento drammatico della sua vita. Qualcosa con cui nessun bambino dovrebbe confrontarsi, perché l'infanzia è un periodo troppo bello (e breve) e andrebbe vissuta con tutta la spensieratezza. In età adulta si guarda con nostalgia ciò che è stato vissuto in maniera fugace, come un lampo. Io invece avrei voluto portare avanti le lancette dell'orologio del tempo perché tutto finisse presto. Forse talvolta diamo colpe e accusiamo gli altri o noi stessi, ma solo perché abbiamo bisogno di capire, di avere delle risposte. È una riflessione cruda, per certi versi potreste odiare le mie parole, la mia figura, ma so per certo che chi lo leggerà e ci si (ahimé) rispecchierà si potrà sentire meno solo. Quelle emozioni e sensazione provate, troveranno una sorella (o un fratello) di sventura. Quello di cui avrei avuto bisogno io.

Ivy Pearl Parker è una ragazza di sedici anni che si trasferisce da Londra a New York dopo il successo dei suoi genitori. La ragazza entra quindi a far parte dell’élite dell’Upper East Side di Manhattan, composta da miliardari che si comportano da adolescenti e figli che fingono di fare gli adulti. Quando Ivy incontra il secchione della scuola, Oliver Newton, inizialmente egli si presenta cordiale, ma diventerà presto il suo acerrimo nemico. Tutto per Ivy cambia quando le acque tra lei ed Oliver si calmano. Ciò che Ivy non sa, però, è che Oliver nasconde un segreto. All’interno di un mondo che all’apparenza sembra perfetto, si celano oscuri misteri, e quello che doveva essere un normale anno scolastico per Ivy si trasformerà ben presto nell’anno che le cambierà la vita. In un vortice di intrighi, feste, verifiche e litigi, la vita di Ivy prenderà una piega inaspettata tra gli alti palazzi di New York.

Questo libro racconta la storia dell’autrice, che attraverso le vicissitudini della vita riscopre, come in una rinascita, la sua autenticità. L’accettazione di sé stessa e delle proprie facoltà la porta con coraggio a intraprendere un percorso di conoscenza interiore che le permette di aprire nuove porte di accesso alla vita e alla sua straordinaria profondità. Attraverso la comunicazione telepatica con gli animali impara la saggezza racchiusa dentro l’animo dei nostri amati amici pelosi. Questo nuovo contatto con il regno animale mostra la profondità dei legami che si creano tra gli umani e le creature con le quali convivono. Nel libro sono riportati alcuni dei messaggi che gli animali hanno trasmesso, tramite l’autrice, ai loro umani di riferimento. Questa scelta è dettata dalla volontà di far comprendere all’essere umano quanto sia importante trattare con rispetto tutte le creature che lo circondano. Esse, infatti, prive della nostra mente egoica, vivono nel cuore e nel presente. Amano con sincerità e vivono con integrità ciò che sono. Spesso si fanno carico dei nostri pesi consentendoci di proseguire sul nostro cammino con più leggerezza. [...]

Il romanzo tratta del periodo di oltre due anni nel quale l’autore ha navigato come allievo ufficiale di coperta, toccando oltre cinquanta porti di trenta differenti nazioni in America, Asia, Africa, Oceania. La nave, l’Eolia, attraversò due volte l’Istmo di Suez e una volta il Canale di Panama; si addentrò anche in numerosi fiumi – allora navigabili – in America, tra i quali il San Lorenzo e il Sacramento. Nel romanzo-diario il giovane Davare scopre la bellezza e al tempo stesso l’asprezza della natura, le contraddizioni sociali, le differenze etiche, culturali e di costume dei vari Paesi visitati; vengono tratteggiate le atmosfere paesaggistiche e umane di quegli anni (1965-67) attraverso la scoperta dei porti di approdo, visti con l’ingenuità e lo stupore di un ragazzo. Viene scandita la vita di bordo: guardie, controlli della navigazione, approdi e partenze, con spiegazioni delle tecniche marinare allora in uso. Il lettore viene, per così dire, “imbarcato” sulla nave e coinvolto nella navigazione, allora affidata alle stelle.

Il libro è scritto a due mani. Le prime sono quelle dell’autrice che racconta il suo percorso di vita dopo la tragica scomparsa del figlio, disperso in mare. Un percorso dove, come in un caleidoscopio, si incontrano confusi frammenti di vita, dolore, ricordi, riflessioni, figure, che mutano continuamente al lieve movimento del respiro. Le seconde, quelle del “Capitano”, del figlio amatissimo, una raccolta di pensieri, racconti, emozioni che il Capitano scrive durante lunghe giornate e nottate di navigazione nei mari, dal nostro Mediterraneo al grande Oceano. Leggendo, chi lo ha amato e continua ad amarlo – famiglia parenti, amici velisti, gente di mare, di terra, e di qualsiasi colore – può ritrovarlo.

Tiziana Giusto è una donna passionale, sensuale, atletica, che ha voluto dare con questo libro sulla creatività un impronta alla propria libertà di donna indipendente, come essere capace di portare a compimento un obiettivo incondizionatamente da spasmi emozionali della vita, come di qualunque essere umano e concentrandosi sulle proprie passioni, disciplinandole, stanando dal proprio inconscio i tormenti delle tradizioni obsolete del passato, mettendo positività nella propria quotidianità. La produzione di quest’opera aiuta alla lettura e alla comprensione di sé stessi, soprattutto quando si affrontano quelle sensibilità di trasformazioni creative positive delle emozioni che fanno la differenza, invece di restare passivi spettatori nella considerazione che non ci sia niente di buono e positivo in cui sperare perché il mondo è marcio e corrotto.

Il ricordo di un tempo trascorso, meraviglioso, nell'inconsapevolezza degli anni più belli. La figura di un padre dall'aspetto possente, la cui presenza e la cui pedagogia risultavano leggere, avvolgenti e preziose nel suo donarsi ai figli, offrendo loro le parti migliori di sé: la sua innata signorilità e la sua naturale bontà.

Come la prima raccolta, anche questa contiene storie, serie e semi-serie, vissute in prima persona. Niente sangue, né violenza, ma solo storie vere, storie raccontabili, che parlano di colleghi improbabili, come Peppe, o di piccoli criminali dalle caratteristiche inimmaginabili; o ancora di operazioni sopra le mitiche “Pantere”, che se oggi molte sarebbero considerate impegnative, allora erano quasi tutte impossibili e dall’esito il più delle volte incerto. Insomma quelle storie che fanno un po’ sorridere ma anche riflettere su quanto sia cambiata la Polizia in pochi decenni, e di come siano cambiati i rapporti con la gente. Non è la storia dell’autore ma è quella di quei tanti giovani che, come lui, 40 anni fa, appena maggiorenni, ebbero il coraggio di abbandonare famiglia e affetti per intraprendere una nuova vita, quella dello “Sbirro”.

Tu, proprio tu, lettore, chiedi al Pozzo una risposta alle tue domande, e lui ti racconta una storia. Tutto inizia con una ragazza che si risveglia nel nulla, con solo un lungo filo rosso attaccato al suo petto. Il filo sembra iniziare molto lontano e perdersi in un’insolita nebbia, e lei non può fare altro che seguirlo. Fa il suo ingresso in una strana “foresta” ricolma di storie, di altre domande che necessitano risposte. Il Pozzo ti racconta di una ragazza che racconta a sé stessa frammenti di vite che appartengono ad altre persone, incisi su cuori di vetro. Ognuna di esse ha l’intento di sciogliere, o quanto meno comprendere, il nodo alla gola del proprietario, sperando di trasformarlo in qualcosa di nuovo. Davanti all’ignoto chi non si sente stringere la gola… Mi chiedo, troverai la tua risposta fra queste vite? Troverai il tuo cuore in questa foresta?

La storia della vita di Saalima, una ragazza musulmana a cui la vita "capita addosso", e che con forza e strenuità fa fronte a tutto quello che il futuro ha in serbo per lei. Fortunatamente in questo viaggio non è sola, ma dovrà sempre prestare attenzione a chi le sta accanto e a dove ripone la sua fiducia. Tra shock culturali e pratiche tradizionali discutibili al mondo occidentale, questo racconto è crudo e diretto e trasporta nella realtà non così distante di milioni di esistenze che quotidianamente proseguono parallelamente alle nostre comode vite.

Il racconto narra dell'allontanamento non volontario di un padre dalla propria figlia e di come la bambina viva l'improvvisa lontananza, per lei un abbandono. La mancanza inciderà profondamente in maniera dannosa sull'anima della bambina, che non riuscirà a instaurare rapporti sani con gli uomini neanche da adulta. In loro ricercherà sempre la figura paterna in maniera sconsiderata e irresponsabile. Attraverso esperienze dolorose e l'incontro col padre, riuscirà, se non a guarire, ad attenuare la sua pena.