Castelvecchi: Tazebao
L'Aquila 2009. La mia verità sul terremoto
Giampaolo Giuliani
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 176
Energia nucleare? Sì, grazie? A cosa serve, chi ci guadagna e perché in Italia è così difficile
Luca Iezzi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 282
Il nucleare è utile? Conveniente? Sicuro? In Italia se ne parla molto e male. I sostenitori sorvolano sui punti critici dell'utilizzo di questa fonte energetica, in primo luogo sui notevoli costi di costruzione e smantellamento delle centrali (e qualcuno ritiene addirittura che si debba dire sì ad "ogni costo" per dimostrare che il Paese non è bloccato da paure e veti incrociati). Nel campo avverso invece si minimizza il beneficio più importante, e cioè la riduzione di emissioni di gas serra, solo per non concedere ai sostenitori il vantaggio di questa argomentazione "ambientalista". Il nucleare non può essere una scelta aprioristica nel tempo (è infatti conveniente in certi periodi storici e non in altri), e nemmeno nello spazio: è un passo obbligato in Inghilterra, ma privo di senso in Austria, la Francia è condannata ad essere all'avanguardia mentre la Spagna difficilmente scenderà in prima linea. E l'Italia? L'analisi costi-benefici non dà un risultato netto, e molto dipenderà da come la legge ripartirà vantaggi e svantaggi: potrebbe abbassare il prezzo dell'energia, ma non necessariamente ridurre le bollette. E allora: mostro o panacea? Nessuno dei due. Luca Iezzi, incrociando tutti gli aspetti (economico, ambientale, politico) e spogliandoli dei risvolti ideologici, ci mostra che il nucleare non è la risposta, ma una risposta al problema energetico.
Petrolio shock. La crisi energetica dalle guerre di Bush alla polveriera iraniana
Gabriele Catania, Enrico Labriola
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 344
Andiamoci cauti con l'Iran. Perché la situazione è molto più complicata di come ce la dipingono i media. E su una cosa non ci sono dubbi: far guerra a Teheran significherebbe mettere di nuovo in ginocchio l'economia globale. Se il capitalismo è in preda a una delle crisi economiche più gravi della sua storia la colpa è di Bush e della sua folle guerra contro l'Iraq: la Casa Bianca voleva far crollare i prezzi del greggio, distruggendo I'OPEC, ma le cose sono andate diversamente. L'invasione e la conseguente paralisi dell'industria petrolifera irachena hanno scatenato il terzo shock energetico della Storia. In America a pagare davvero sono stati quelli che, nella torrida estate del 2008, con la benzina a quattro dollari il gallone, hanno dovuto scegliere se fare il pieno e la spesa o pagare il mutuo. La gente comune, insomma, il popolo dei subprime. Ora Israele sembra pronto ad attaccare il tormentato Iran, quarto produttore mondiale di greggio nonché aspirante potenza nucleare. Ma ciò provocherebbe il quarto shock energetico in quarant'anni. Una prospettiva ben poco confortante, specie per l'Italia.
L'Aquila non è Kabul. Cronaca di una tragedia annunciata
Giuseppe Caporale
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 187
Se c'è un giornalista in Italia che può raccontare il terremoto d'Abruzzo, questo giornalista è Giuseppe Caporale. Era lì Giuseppe, la notte del 6 aprile. Era lì, un'ora dopo la distruzione, che si aggirava fra i fantasmi di Onna e fra i vicoli bui della città dell'Aquila. Era lì nei giorni seguenti, è rimasto lì a raccogliere le grida di dolore e di paura degli abruzzesi. Giuseppe Caporale ha cercato di capire, ha indagato, ha anche scoperto quello che qualcuno voleva nascondere. Ha fatto il suo mestiere: scrivere. Senza timori, senza reticenze. Giorno dopo giorno sul suo giornale, "la Repubblica". E poi, sei mesi dopo, è arrivato questo libro. Già il titolo - "L'Aquila non è Kabul" - annuncia che fra le sue pagine non troverete mai nulla di convenzionale o di scontato. È una cronaca "non autorizzata" del terremoto. Giuseppe Caporale è stato un testimone oculare della tragedia abruzzese. Nel libro rivive il dramma fin dall'inizio, fin da quella notte quando anche a casa sua, a Pescara, la terra ha tremato e i tetti sembravano cedere, i muri crollare. È un diario. Il viaggio disperato fino ai paesi ai piedi dell'Aquila, i primi soccorsi, i morti e i vivi, i padri sopravvissuti ai figli, i feriti tirati fuori dai palazzi. Il racconto del dolore e poi il racconto della rabbia, i mancati allarmi e le tendopoli bollenti d'agosto, le case di sabbia venute giù e le inchieste giudiziarie, l'apocalisse d'Abruzzo e il dopo-terremoto in Molise. (Attilio Bolzoni)
La politica è una cosa troppo seria per lasciarla ai partiti
Roberto Alagna
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 192
Se nel 2006 avesse accettato di correre insieme a una Lista Civica Nazionale forse l'Unione avrebbe ottenuto una vittoria più larga. Forse avrebbe avuto non 2, ma 18 senatori in più del Centrodestra. Forse il governo Prodi sarebbe durato molto più a lungo dei suoi due anni scarsi. C'è la storia recente delle elezioni amministrative nelle città e nelle regioni italiane a testimoniarlo chiaramente: le liste civiche portano i voti di chi non crede più ai partiti, e li rubano all'astensionismo. Ma qualcuno, nel Centrosinistra, non volle sentire ragioni. Roberto Alagna, uno dei principali artefici dell'irruzione della società civile nella politica italiana dal 2001 in poi, racconta l'entusiasmante e accidentato percorso dei "civici d'assalto" nell'Italia al tempo di Berlusconi. Questo libro si dispiega come una sorta di diario di bordo della traversata politica di Alagna, dall'esperienza nel Consiglio comunale di Roma al naufragio del progetto della Lista Civica Nazionale alle elezioni del 2006, passando per l'accordo mancato con Di Pietro e gli scontri continui con i "professionisti" della politica, la diffidenza di Veltroni e il saldo legame con Illy. E spiega perché il contributo della società civile può essere ancora mollo utile a chi dovrà governare il paese che verrà.
Il tribuno. Storia politica di Antonio Di Pietro
Alberico Giostra
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 466
Viene ricostruita per la prima volta la parabola politica di Antonio Di Pietro, dalle amicizie della Milano da bere alle adunate in piazza con Beppe Grillo e Sabina Guzzanti, passando per l'epopea di Mani Pulite, le dimissioni dalla magistratura, gli incarichi da ministro, le vicissitudini giudiziarie, fino all'attuale, decisivo ruolo nella scena politica italiana. Ne esce il ritratto di un uomo dominato dalle passioni e dall'ambizione, un moderno trasformista di idee conservatrici, insofferente verso ogni patto e alleanza. Un uomo che parla alle viscere degli italiani ossessionati da Berlusconi e dalla Casta, ma che della Casta non rinuncia ai privilegi. Un tenace combattente, un moderno tribuno, molto amato e altrettanto odiato, che da magistrato ha dato tanto all'Italia e da politico cercherà in tutti i modi di diventarne la guida.

