Carthago

Nel “Manuale pratico della Vita in Cristo” è contenuta una visione. Visione ereditata dai miei padri, filtrata dalla mia esperienza personale e condivisa con coloro che mi sono stati affidati; visione che affonda le sue radici in una tradizione molto antica e molto preziosa: l’Esicasmo! Abbiamo utilizzato il modello delle triadi per parlare della Vita in Cristo. Il cammino del popolo ebraico dall’Egitto, attraverso il deserto sino alla Terra Santa, è stato interpretato come le ‘tre vie’ che si devono percorrere perché avvenga la trasformazione d’Amore della sostanza umana in sostanza Divina, affinché l’uomo sia ‘divinizzato’. Perché si realizzi questa meravigliosa trasfigurazione in forme di Amore sempre più raffinate e sublimi due doni preziosissimi spiccano tra i tanti strumenti suggeriti dal ‘Manuale’: la preghiera contemplativa e l’Eucarestia. “La preghiera del cuore” è la chiave che permette di aprire lo scrigno contenente il tesoro più prezioso dato agli uomini: l’Eucarestia!

Partendo dall’esperienza municipalista di Sturzo e dalla grande lezione di democrazia, regionalismo e ispirazione cristiana che era insita in ogni azione e in ogni pensiero del grande sacerdote caltagironese nasce l’azione del Sen. Francesco Parisi. Il testo illustra con grande dovizia di particolari molti personaggi politici dell’epoca sottolineando la centralità di Caltagirone che ha visto l’opera di figure importanti a livello nazionale. Grandi uomini e donne che hanno contribuito a creare quel senso del “bene comune” che ancora oggi si respira a Caltagirone.

“Corizuccaràtu” è una dedica d’amore alla Sicilia che canto e decanto, in prosa e in versi, attraverso un usus singolare e brioso della scrittura dialettale. Un umile canto d’amore e di folklore di una voce calda e sincera. Lo sguardo obiettivo e compiaciuto di chi ama la propria terra e ne coglie in toto lo splendore pur riconoscendone ombre e contrasti. La taliàta sperta di un adulto ma gli occhi innocenti, curiosi e divertiti di una picciridda. Una sequela di scatti fotografici realizzati con l’inchiostro e il ritratto di una Sicilia in miniatura confinata a un unico scenario: il paese di Corizuccaràtu. Uno squarcio di Sicilia agreste manchevole di precisa collocazione sul territorio: se trovasi nella Sicilia orientale oppure in quella occidentale, nel capoluogo etneo o palermitano, in provincia di Agrigento, di Trapani o nel Siracusano, non è dato sapere!

La storia di una vita, quella della “Figlia del pittore contadino”, che diventa paradigma della storia artistica di tutto il paese di Comiso che ha dato i natali al Maestro Francesco Giombarresi: uomo poliedrico e autodidatta che faceva arte con qualsiasi oggetto trovato durante le sue passeggiate in campagna mentre svolgeva il duro lavoro del contadino. Francesco Giombarresi che ha fatto conoscere la sua città attraverso le telecamere di Rai-TV diceva che “la vera grandezza è essere ricordati dopo la morte”. Sicuramente grazie a sua figlia Rosetta, figlia d’arte, e a questo libro è riuscito in questo intento.

Dopo aver superato, seppure con tanta difficoltà, un periodo particolarmente doloroso della sua vita, quale può essere quello successivo al coinvolgimento in un grave incidente stradale, l'autore constata che in diversi eventi capitategli si notano altrettanti riferimenti di carattere religioso. Trattasi di coincidenze che si erano presentate anche prima di quell'incidente e che si presenteranno in seguito pure per eventi gioiosi. Riflettendo su tali coincidenze, l'autore va sempre più convincendosi che esse non possono essere sempre casuali, ma vanno correlate ad una Volontà superiore. Quanto più procede quel processo di convincimento, tanto più matura il suo percorso personale di consolidamento della Fede. Il volume presenta la descrizione dettagliata di tali eventi per fornire, anche al lettore, una opportunità di riflessione.

La storia di una vita, quella della "Figlia del pittore contadino", che diventa paradigma della storia artistica di tutto il paese di Comiso che ha dato i natali al Maestro Francesco Giombarresi: uomo poliedrico e autodidatta che faceva arte con qualsiasi oggetto trovato durante le sue passeggiate in campagna mentre svolgeva il duro lavoro del contadino. Francesco Giombarresi che ha fatto conoscere la sua città attraverso le telecamere di Rai-TV diceva che "la vera grandezza è essere ricordati dopo la morte". Sicuramente grazie a sua figlia Rosetta, figlia d'arte, e a questo libro è riuscito in questo intento.

“Dopo la tempesta spunta sempre il sole”, il principio che dà senso alla Vita, nutre la nostra anima attraverso il profumo della terra, ci fa rallegrare al sorriso di un bambino, ci dà il coraggio di andare avanti, credendo in noi stessi e negli altri; ci fa sperare che le cose brutte possano finire presto, ci rincuora, perché dopo una lacrima c’è sempre un sorriso e fa trionfare il Bene sempre e comunque. Quindi non meravigliateVi se i Santuzzi di questo libro potranno emozionarVi, se vi toccheranno il cuore attraverso la poesia e la preghiera, infatti sono frutto dell’Amore Cristiano. Non solo e sempre storie di miracoli, ma storie che ci trascinano oltre il tempo, nella dimensione spirituale, storie di gioia e dolore, a cui crediamo fermamente; storie che ci fanno anche piangere, aiutandoci a non morire, storie vere od inventate, figlie di tempi passati e presenti, che ci conducono sempre al Cuore di Dio."

Questo testo spera di essere un esaustivo e sintetico strumento informativo e utile al fine di fare luce - ove possibile - su taluni aspetti poco noti degli avvenimenti susseguitisi nel periodo storico cui si riferisce l'argomento trattato, oltre che sulle manchevolezze degli organi di comando allora in carica.

Il romanzo racconta la storia di una benestante famiglia di ebrei sefarditi a Zagabria prima e durante la promulgazione delle Leggi Razziali da parte del governo nazifascista dello Stato Indipendente di Croazia. Sullo sfondo della Storia si dipana il vissuto reale degli ebrei croati attraverso l'Anima della protagonista, la giovane violoncellista Rebecca Levi, che tra luci e ombre ci trasmette il suo passato e il suo presente, a cui lei sola sopravvive per guardare negli occhi il futuro in cui riprendersi la Vita attraverso il credo nell'uomo e riabbracciando la Musica, con Dio sempre accanto. Il testo descrive minuziosamente il patrimonio delle tradizioni religiose ebraiche e fa vivere al lettore l'atmosfera musicale e culturale di Zagabria negli anni '30 e '40.

Riccardo è stanco di essere chiamato "strano" e sentirsi sbagliato in una società che non sente sua. Decide, così, di fare un passo eroico e andar via nel silenzio, senza voltarsi indietro, ma è ancora ignaro che questo atto lo porterà a vivere un magnifico magico viaggio alla scoperta dell'anima del mondo e non solo del vero Io. Quegli Echi che sin da piccolo nella notte sentiva diventano immagini e personaggi che lo condurranno verso il risveglio interiore. Metafora non del singolo bensì dell'universale ricerca di ogni uomo.

"Fermati volando" comunica l'essere musicista di Aldo Lundari e la ricerca di un processo artistico legato all'esperienza della sua vita. Le storie scritte rimandano sì a oggetti e realtà cari al cantautore ma anche ai sentimenti che questi suscitano e alla memoria che evocano. Soggetti frequentati e osservati quotidianamente sono raccontati diventando i protagonisti dei suoi lavori. In questo contesto narrativo, segnato da un equilibrio dinamico, Aldo Lundari non si disperde nell'oceano delle parole ma accompagna il lettore in un percorso particolare che conduce al piacere e fruibilità dei suoi testi. Ci vuole cura... Il giardiniere, con pazienza e amore, accompagna i fiori nella loro crescita, li nutre, li protegge con gli occhi e quando li raccoglie lo fa per gentil donare. C'è un lungo viaggio da fare... Ogni tanto occorre che ci siano "capriole di parole" affinché tutti possano stare bene. Immagini e pensieri si susseguono nella mente di ognuno e in questa nostra esistenza; basta sapere che c'è sempre una panchina dove fermarsi a riposare... volando.

«L’autore ci prospetta la storia di Robert Scott, reduce dalla guerra del Vietnam, come un caso clinico al contrario: ovvero sembra proprio che parta dal disturbo post-traumatico da stress del suo protagonista e gli costruisca la storia tutto intorno [...] E così Robert ci consegna la sua filosofia o modo di vivere: “Tutto questo, sia chiaro, vale sia quando si gioca in modo regolare che quando si bara: la concentrazione deve essere sempre massima, soprattutto quando si bara”. Sì, questa potrebbe essere la chiave di volta del romanzo: barare con la vita cercando di dimenticare il trauma che ci ha creato il destino, dissimulare, usare il proprio disinvestimento emotivo contro la società che ci ha imposto e creato quel trauma, quello della guerra, usando il ricatto simbolico del concetto di patria. Giocando a poker si perde di nuovo il controllo sul proprio destino; barando a poker si riprende il controllo del proprio destino.» Dalla Prefazione della Dr.ssa Susanna Basile (Psicologa).