Fonte di Connla
Il cielo e i luoghi sacri dei celti
Adriano Gaspani
Libro: Libro in brossura
editore: Fonte di Connla
anno edizione: 2012
pagine: 445
“E’ un dato di fatto dimostrato che i Celti non hanno mai costruito templi prima della sottomissione dei romani e prima della loro assimilazione ai greci” J. Markales. Questo è vero soprattutto per le popolazioni galliche stanziate nella Gallia settentrionale e dipende anche dalla definizione classica di “tempio” in senso stretto, classico cioè un edificio in pietra o in legno dotato di alzato. Entremont, Glanum, Roquepertuse confermano che i Galli del Sud costruirono dei templi già dal III secolo a.C. sotto l’influenza della cultura greca delle colonie greche presenti sulla costa meridionale della Gallia, ma a Glanum esisteva già da prima un semplice santuario alla sorgente del fiume. Ecateo di Abdera menziona un tempio rotondo dedicato ad Apollo “su un’isola”, ma doveva trattarsi di una struttura megalitica identificata nel complesso neolitico di Callanish. Da Livio sappiamo che i Boi avevano un tempio a da Polibio che gli Insubri ne avevano uno dello stesso tipo. Cesare non parla mai di templi, bensì usa l’espressione “locus consecratus”, “luogo consacrato”. I Celti li chiamavano “nemeton”, parola che ha la stessa radice di “Nem”, che significa “Sfera Celeste”. In questi siti i Druidi, ma soprattutto i Gutuater eseguivano le osservazioni astronomiche finalizzate all’amministrazione del culto e al controllo del calendario.
Trattato sul sovranismo. O del populismo efficace
Guido Taietti
Libro: Libro in brossura
editore: Fonte di Connla
anno edizione: 2019
Questo testo affronta il tema del sovranismo e si preoccupa di lavorare ad una definizione almeno operativa se non teorica. L'autore divide la sua opera in due parti ideali: una prima, molto accademica, elenca e traccia le caratteristiche dei partiti populisti e dei partiti fascisti nelle democrazie moderne. La seconda, più militante, mostra come le diverse caratteristiche tra questi due attori politici si incastrino perfettamente e servano entrambe per dare peso e forza al sovranismo. Un sovranismo che non può ridursi alla vaghezza ideologica del populismo che troppo spesso lo relega all'impotenza politica nonostante il consenso o schiacciarsi su posizioni troppo radicali che, nella società, post ideologica di oggi, implica spesso rimanere ai margini del dibattito politico. Il sovranismo come narrazione alternativa al globalismo e al progressismo, il Sovranismo come dialettica, cosciente o meno, tra soggetti populisti e soggetti più radicali.

