Punto Marte
Matera. I sassi raccontano. Ediz. italiana e inglese
Mario Vidor
Libro: Libro rilegato
editore: Punto Marte
anno edizione: 2018
pagine: 120
Matera è un racconto vecchio di uomini su uomini a guadagnarsi un trancio di tempo, da smezzarselo fino a che serve. È spinta di mani, gomiti, schiena e volontà a cavare il buono dall’unica ipotesi di riparo: la pietra. È un calcolo minuto consegnato dall’uomo alla terra e a questa pietra, perché rispondano precise alla sua istanza. È sudore di picconi, scalpelli, malta, architettura difficile a lungo termine. Matera è talento straordinario di esistenza, risultanza di un accordo tra creato e creato, stipulato prima di buona parte dell’età umana. Non è luogo di sopravvivenza, di precariato umano. A questo scopo sarebbe durata poco; un solo spasmo sulla schiena dei sassi e tutto sarebbe venuto giù. È luogo di presenza pensata perché duri, perché non tenga a memoria giorni e millenni, perché non smetta. È destinazione, non passaggio. In un passaggio si picchetta, si lega, si pianta il giusto, si alleva per una stagione. Alla sera si studia il prossimo tragitto, si prega appena perché restino il fiato e le gambe. Si guarda poco perché non sia aspra la ripartenza, perché non manchi. Matera è sud. Terra di raccolti e arsura che sgocciola da chi è curvo a chiedere un’annata migliore di quella passata. Campo di lotte antiche a rivendicare un prosieguo, insurrezione contro lo spergiuro di chi ha sempre promesso una terra mai data.
Færoer. Le isole nella nebbia. Ediz. italiana e inglese
Mario Vidor
Libro: Libro rilegato
editore: Punto Marte
anno edizione: 2018
pagine: 120
L’arcipelago delle Faroer, il cui nome, derivante dall’antico norvegese-vichingo “Faar oy” , significa “isole delle pecore, è una nazione formata da un insieme di isole stagliate nell’atlantico, ed è uno dei paesi nordici più remoti. Come i cocci di un vaso caduto a terra, le Faroer sono composte da 18 pezzi di isole frastagliate e connesse tra loro da ponti, traghetti, elicotteri e tunnel, e regalano un paesaggio tanto drammatico tanto quello islandese, ma condensato in uno spazio minimale. Strade perfette abbracciano le montagne, cascate impetuose si tuffano direttamente nell’oceano e montagne brulle adornano una terra bagnata da piogge e venti incessanti per ben 260 giorni all’anno. Tempeste imponenti squassano la costa e si abbattono sulle pareti di basalto che si ergono dal mare come fortezze abbandonate; qui dimorano migliaia di uccelli marini, che, con il loro stridire, interrompono il silenzio della solitudine e il costante sibilo del vento. Da queste terre nacquero le leggende dei Grigi, della donna foca Selkie ed altre favole che si intrecciano alla realtà in maniera inquietante. Da un’isola all’altra il paesaggio va a ricordare un quadro di Turner, dove l’essere umano diventa una figura insignificante nei confronti della natura, ed è destinato a perire. L’isolamento dal resto dal mondo si nota nei visi segnati dal vento e dalle intemperie, e pochi sorrisi, sebbene un’educata gentilezza, accolgono il visitatore incerto. Mario Vidor nel suo libro ha caparbiamente deciso di rappresentare in bianco e nero una terra dalle mille sfumature di verde, volendo sottolineare i contrasti di colori in un modo drammatico, quasi a catturare l’essenza stessa dell’isola.