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Edizioni ETS: Testi e studi di cultura classica

La tradizione manoscritta del commento di Servio alle «Bucoliche»

La tradizione manoscritta del commento di Servio alle «Bucoliche»

Fabio Stok

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2022

pagine: 456

Servio, grammatico vissuto fra il IV e il V secolo, è l’autore dell’unico commento antico alle opere virgiliane che ci è pervenuto in forma completa, grazie all’enorme fortuna di cui ha goduto nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Esso ha accompagnato in questi secoli la lettura di Virgilio e costituisce tutt’ora uno strumento fondamentale per lo studio delle opere virgiliane e della loro ricezione. Nel sec. XX e all’inizio del XXI sono state pubblicate edizioni di alcuni libri del commento all’Eneide, ma per il commento alle Bucoliche (e alle Georgiche) l’edizione d’uso resta quella ottocentesca di Thilo, basata su una conoscenza molto limitata della tradizione manoscritta. Questo volume si propone di colmare questa lacuna degli studi, con una ricostruzione della peculiare tradizione manoscritta del commento alle Bucoliche, ed un esame dei problemi posti dalla ricostruzione del testo critico.
39,00

Vespae iudicium coci et pistoris iudice Vulcano (AL 199 R. – 190 Sh.B.)

Vespae iudicium coci et pistoris iudice Vulcano (AL 199 R. – 190 Sh.B.)

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2021

pagine: 188

All'interno dell'Anthologia Latina, la silloge tràdita principalmente dal codex Salmasianus (Par. Lat. 10318), il Iudicium coci et pistoris di Vespa (IV-V sec. a.C.) si configura come una parodica controversia in versi che oppone un cuoco ed un fornaio di fronte al dio Vulcano, arbitro della contesa. A seguire la disamina introduttiva incentrata sull'autore, sullo stile e sullo statuto del componimento, si presenta qui una nuova edizione del testo critico, corredata della traduzione italiana e di un ampio commento linguistico, filologico ed esegetico, nel tentativo di ravvisare la doctrina del versificatore e ricostruire le caratteristiche principali del milieu culturale dal quale scaturisce l'opera.
19,00

Seminari lucanei I. In memoria di Emanuele Narducci

Seminari lucanei I. In memoria di Emanuele Narducci

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2021

pagine: 240

«Sono qui raccolti i testi delle relazioni svolte nel corso del Convegno «Seminari lucanei. In memoria di Emanuele Narducci» tenutosi nel campus di Fisciano nei giorni 25-26 settembre 2018. L'incontro si ricollegava ad analoghe iniziative, che avevano visto nell'Ateneo salernitano il punto di partenza per una serie di approfondimenti sulla figura del poeta neroniano Marco Anneo Lucano: Interpretare Lucano. Miscellanea di studi (Napoli 1999); Gli scolii a Lucano ed altra scoliastica latina (Pisa 2004); Lucano e la tradizione dell'epica latina (Napoli 2004); Letture e lettori di Lucano (Pisa 2015). Oggi, quando ormai molti nodi problematici sono stati indagati a fondo, anche se non del tutto risolti, mentre disponiamo di nuovi e più affidabili commenti al testo lucaneo, si avvertiva comunque l'esigenza di dare veste organica e organizzazione sistematica alle indagini sul nostro poeta. Di qui l'idea di dar vita, proprio a Salerno, ad un organismo stabile che avesse nel suo stesso titolo, «Seminari lucanei», il miglior biglietto da visita per indicare un work in progress, un cantiere sempre aperto e destinato a durare nel tempo. L'organismo nasce con orizzonti ampi ed è aperto a studiosi di tutti i paesi, accomunati da uno stesso oggetto d'indagine. Per l'inaugurazione ufficiale dei «Seminari» sono state invitate alcune tra le migliori figure emergenti nell'àmbito degli studi sull'epica neroniana, italiane e straniere. La dedica ad Emanuele Narducci rende omaggio ad un benemerito degli studi lucanei, all'interno dei quali ha rappresentato un importante punto di riferimento tra la fine del secolo XX e l'inizio del XXI.»
23,00

I paratesti nelle edizioni a stampa dei classici greci (XV-XVIII sec.)

I paratesti nelle edizioni a stampa dei classici greci (XV-XVIII sec.)

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2021

pagine: 400

Il concetto di “paratesto”, introdotto da Gérard Genette (1987), è applicabile con profitto ai libri manoscritti e a quelli a stampa prodotti nel corso dei secoli XV-XVII. In questo periodo, una gran parte della produzione libraria riguardò opere antiche pubblicate ora in originale, ora in traduzioni latine o in vernacolo; altre volte a tali opere furono affiancate varie tipologie di commenti e discussioni erudite. In questo processo di pubblicazione dei testi antichi si verifica un tipo di relazione inconsueto tra “autore” e libro, in quanto l'autore antico è pubblicato attraverso nuove e “ingombranti” figure di mediatori, quali il curatore dell'edizione o lo stesso stampatore. Le alterità prodotte dal nuovo mezzo di pubblicazione e da questo cortocircuito tra l'autore antico e colui che decide di rimetterlo in circolazione impongono a quest'ultimo di dare ragione al pubblico di lettori delle proprie scelte editoriali: la sede privilegiata, in cui esporre le motivazioni che hanno indotto a riproporre un autore antico, è rappresentata da alcune sezioni paratestuali, soprattutto quelle iniziali e finali, come la dedica o l'Epistola lectori, vera novità introdotta dalla stampa; inoltre, le finalità scolastiche o erudite di molte edizioni di classici favoriscono lo sviluppo di indici sempre più ricchi e dettagliati, che permettono una lettura selettiva, ad locum o ad indicem appunto, che rappresenta un nuovo modo di leggere i classici rispetto alle epoche precedenti. Il volume offre un'ampia casistica di episodi “editoriali” nei quali l'elemento paratestuale gioca un ruolo di primo piano. Si analizzano dunque le modalità in cui vengono introdotte, commentate, glossate, indicizzate opere di autori greci (Erodoto, Aristotele, Plutarco, Cassio Dione, Museo) e latini (Virgilio, Catullo, Properzio, Tibullo, Ovidio, Persio) soffermandosi anche sui loro editori e commentatori, spesso celebri umanisti (Mattia Palmieri, Niccolò Perotti, Pomponio Leto alias Sabino, Aldo Manuzio, Ambrogio Leone, Erasmo da Rotterdam, Beato Renano, Pier Vettori), senza infine trascurare alcuni casi significativi di paratesti a edizioni di “nuovi” classici (Sannazaro, Garcilaso de la Vega).
39,00

Sophocles deperditus. Tradizione ed ecdotica dei frammenti sofoclei tra XVI e XVII secolo

Sophocles deperditus. Tradizione ed ecdotica dei frammenti sofoclei tra XVI e XVII secolo

Francesco Lupi

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 264

Il volume prende in esame un versante della storia del testo di Sofocle sorprendentemente poco indagato, quello della “fortuna” editoriale, in particolare tra XVI e XVII secolo, dei frammenti del drammaturgo ateniese. Se i principali snodi della plurisecolare storia editoriale dei frammenti sofoclei sono noti, questo libro vuole contribuire alla riscoperta di tale vicenda a partire dai pionieristici progetti editoriali tardo-cinquecenteschi e seicenteschi, e al riesame delle istanze culturali che presiedettero alla raccolta e alla valorizzazione delle reliquiae sofoclee in una fase critica e affascinante degli studi classici.
26,00

Commento al libro XXVI di Tito Livio

Commento al libro XXVI di Tito Livio

Luca Beltramini

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 548

Come affermato nei paragrafi prefatori del libro XXI, Livio considerava la seconda guerra punica il conflitto più importante mai combattuto da Roma, un vero e proprio punto di svolta nel percorso che la portò a estendere il proprio dominio su tutto il bacino del Mediterraneo. Consapevole della centralità storica di quest'evento ma anche delle sue grandi potenzialità narrative, lo storico augusteo dedicò alla guerra annibalica l'intera terza decade, offrendone un racconto coeso, frutto di un'attenta regia autoriale. Le due metà di cui si compone la decade raccontano prima il declino di Roma, colpita da sconfitte sempre più cocenti e dal tradimento delle comunità italiche, poi la sua progressiva riscossa, fino al confronto finale a Zama. In questo quadro, il libro XXVI assume un ruolo di cardine narrativo, di momento inaugurale del nuovo corso che Roma riuscì a imprimere agli eventi; nel libro si susseguono episodi che segnalano il momento di svolta nel progresso della guerra e prefigurano la futura vittoria sui Cartaginesi: dalla riconquista di Capua, altra grande antagonista di Roma, fino all'entrata in scena di Scipione, che a Nova Carthago ottiene il primo dei molti trionfi che condurranno alla definitiva vittoria su Annibale. Di questi eventi Livio offre un racconto non soltanto raffinato sul piano stilistico e narrativo, ma soprattutto denso di questioni morali e complessità ideologiche, come il trattamento da riservare ai vinti o l'evoluzione che l'ethos romano dovette subire per fronteggiare Annibale. L'opera liviana si conferma così non soltanto un grande monumentum storiografico, ma anche il riflesso dei profondi mutamenti che caratterizzarono l'età augustea.
45,00

Prima della Sicilia. Cicerone, Verrine 2,1 (De praetura urbana), 1-102

Prima della Sicilia. Cicerone, Verrine 2,1 (De praetura urbana), 1-102

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 560

Le Verrine di Cicerone sono note soprattutto per il dettagliato resoconto che l'oratore fa, nelle due actiones che le compongono, dei numerosi e vari crimini commessi da Verre in Sicilia durante il suo mandato di governatore provinciale negli anni 73-71 a.C. Il primo dei cinque libri che compongono l'Actio secunda, tuttavia, non riguarda la Sicilia, ma è dedicato da Cicerone al resoconto dei delitti compiuti da Verre prima di assumere il governo dell'isola: in questo libro, intitolato "De praetura urbana", Cicerone analizza la precoce vocazione di Verre al crimine, ripercorrendo le prime e poco onorevoli tappe del suo cursus honorum, per offrire ai giudici e al pubblico uno specimen quanto più impressionante ed emblematico del suo personalissimo ethos criminale, destinato a manifestarsi compiutamente durante il suo governo siciliano. Il presente lavoro prende in esame la trattazione ciceroniana della vita ante acta di Verre relativamente alle prime due tappe della sua carriera politica (e soprattutto criminale), la questura in Gallia Cisalpina nei cruenti anni della guerra civile tra Mariani e Sillani (84-82 a.C.) e la successiva attività di legato e proquestore in Asia (80-79 a.C.) al seguito del governatore della Cilicia Cornelio Dolabella. Dopo un ampio exordium che funge da proemio dell'intera Actio secunda, una serie incalzante di narrazioni offre una galleria dei maggiori crimini commessi da Verre in quel periodo: tra i racconti spiccano quelli sui furti di opere d'arte in Grecia e in Asia – quasi una orazione 'De signis' in miniatura, che anticipa significativamente la trattazione monografica sulle razzie siciliane di Verre nel quarto libro dell'Actio secunda – e quello, a tinte quasi fiabesche, di un'oscura vicenda avvenuta nella cittadina asiatica di Lampsaco, turbata nella sua provinciale tranquillità dall'arrivo di Verre, che con l'aiuto dei suoi sgherri tenta di rapire una nobile fanciulla del luogo, scatenando la rivolta della comunità locale contro i Romani. Con la narrazione di furti, violenze, tradimenti a opera di Verre, nella sezione qui considerata del 'De praetura urbana' Cicerone delinea con magistrale abilità retorica il ritratto giovanile di uno fra i più celebri criminali di tutti i tempi.
45,00

Epitaphia heroum

Epitaphia heroum

Decimo Magno Ausonio

Libro

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 164

Riallacciandosi alla prestigiosa tradizione sepolcrale greco-romana, Ausonio, poeta doctus quanto prolifico, negli "Epitaphia heroum" dedica ventisei carmi agli eroi morti nella guerra di Troia. Vi sono compresi non soltanto personaggi greci e troiani di grande rilievo, ma anche oscure e umbratili figure appartenenti ai contingenti troiani, così come alcune vittime imbelli, quali Ecuba e Polissena, o il piccolo Astianatte, travolti dai tragici effetti della caduta di Troia. Partendo dal testo dell'edizione Green, di quest'opera qui si propone una nuova traduzione e un commento, che intende valorizzare in particolare l'uso sapiente di un vastissimo repertorio letterario, in cui spicca la memoria capitale di Virgilio, manipolata con sofisticata “tecnica centonaria” e coadiuvata dal ricorso alla glossa corrispondente.
18,00

Estratti catenari esegetici greci. Ricerche sul «Cantico dei cantici» e altro

Estratti catenari esegetici greci. Ricerche sul «Cantico dei cantici» e altro

Maria Antonietta Barbara Valenti

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 134

I saggi qui proposti hanno per oggetto l'apporto delle catene greche all'esatta comprensione dell'interpretazione biblica patristica. Le catene possono considerarsi un vero e proprio genere letterario nell'ambito della letteratura esegetica, rappresentativo di un fenomeno culturale tipico di un determinato periodo storico: sono commenti biblici in forma antologica approntati, utilizzando precedenti commentari patristici, nella chiesa greca della Palestina a partire dal secolo VI d.C., poi diffusi anche in ambito orientale e latino, e rimasti vitali sino alla fine dell'Impero bizantino, a Costantinopoli, spesso attingendo anche a fonti diverse dalle precedenti. I saggi sono diretti, più che agli specialisti addetti ai lavori, meglio ai corsi universitari e a chi desidera fornirsi un breve quadro variegato dell'esegesi del testo biblico. Si spera che, continuando il greco antico ad essere studiato nella scuola italiana, i giovani studenti apprezzino la grande utilità di conoscere questa lingua, nonché le catene per illuminare, sebbene parzialmente, in maniera spesso inedita il metodo esegetico di ogni singolo autore estratto dai compilatori, le nostre tradizioni culturali.
13,00

In vino civilitas. Vite e vino nella civiltà d'Europa, dall'antichità all'evo moderno: letteratura, storia, arte, scienza

In vino civilitas. Vite e vino nella civiltà d'Europa, dall'antichità all'evo moderno: letteratura, storia, arte, scienza

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2020

pagine: 402

Vite e vino hanno segnato profondamente la storia umana sin dal loro apparire, a quanto pare iniziando il loro viaggio dalle lontane regioni del Nord-Est euroasiatico. Se la loro importanza può essere rivendicata per molte culture, tanto più può esserlo, però, per le regioni mediterranee, dalle quali il dono di Dioniso s'è diffuso per il mondo facendosi elemento di civilizzazione ed, anzi, finendo per caratterizzare la civiltà stessa: l'economia trova vigoroso impulso nella coltivazione della vite e nella produzione della preziosa bevanda, la scienza la studia fin dai suoi albori, spiegandone le virtù terapeutiche e i pericoli. Non manca il vino nelle offerte agli Dèi e ai morti, e poi nell'Eucaristia, mentre la vite che lo genera si fa simbolo di vita eterna: perciò, lunghissima è la teoria delle sue immagini nell'arte. I saggi contenuti nel volume coprono l'arco temporale compreso fra l'VIII a. C. e il XV s., ossia tra la Classicità e il Medioevo, non senza incursioni nella remota preistoria e nel Moderno, ed ancora nella scienza odierna: vi si trattano dunque interessanti problemi di microbiologia e di agronomia, accanto a temi e questioni nella civiltà materiale, schemi culturali, commerci, produzioni e 'promozione' dei territori, disfunzioni e terapie, usi e abusi, miti, occasioni simposiali e rituali, in un progetto interdisciplinare tutto incentrato sulla bevanda — o forse meglio sull'alimento — temibile e desiderabile, che, facendosi 'ponte' di sacertà tra paganesimo e cristianesimo, viaggia con i monaci per tutta Europa, insieme al Vangelo. Il volume riunisce saggi di: Gabriele Archetti (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Béatrice Bakhouche (Université Paul Valéry di Montpellier), Maria Antonietta Barbàra e Paola Colace Radici (ambedue dell'Università dí Messina), Pietro Dalena (Università della Calabria), Carlo Vittorio Di Giovine e Alessandro Dí Muro (Università di Basilicata), Anita Di Stefano (Università di Messina), Simona Gavinelli (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Luciano Landolfi (Università di Palermo), Antonio Lerra (Università di Basilicata), Antonio Macchione (Università della Calabria), Daniele Macris (Liceo Classico Maurolico di Messina), Fabiana Micca (Università di Basilicata), Livia Radici (Università di Lovanio), Elena Santagati e Rosa Santoro (ambedue dell'Università di Messina), Francesca Stroppa (Università Cattolica del S. Cuore di Milano), Renzo Tosi (Università dí Bologna). I saggi di Vitale Nuzzo e compagni, e Patrizia Romano e compagne (tutti dell'Università di Basilicata) propongono i risultati del lavoro di gruppi di ricerca, e così quello di Antonio Pugliese e Annamaria Pugliese (Università di Messina). Infine, Rosa Maria Lucifora è autrice di un saggio e curatrice del volume con Aldo Corcella e Francesco Panarelli (tutti dell'Università di Basilicata). Gli indici sono stati curati da Rosa Mauro e Fabiana Micca (ancora dell'Università di Basilicata).
26,00

Il classico dimenticato. Sei studi su Terenzio

Il classico dimenticato. Sei studi su Terenzio

Mario Lentano

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2019

pagine: 128

In intere epoche della storia culturale d’Occidente è stato più famoso e letto di Plauto; ha avuto molto presto la ventura di diventare un testo scolastico; le sue commedie hanno continuato a circolare anche nel medioevo e la sua pièce d’esordio è stata tradotta da uno dei padri della modernità, Niccolò Machiavelli. Ha inventato la polemica letteraria, usando il teatro per rintuzzare le accuse che gli venivano rivolte e difendere le sue scelte poetiche. Ha introdotto la commedia di situazione, in cui l’intera vicenda ruota intorno alle reazioni dei vari personaggi di fronte a una circostanza in apparenza inesplicabile; ha usato le convenzioni del suo genere letterario per demolirle, diventando così suo malgrado l’assassino della commedia, che dopo di lui non poteva né tornare indietro né proseguire oltre lungo una strada della quale sembravano esaurite pressoché tutte le possibilità. Ha regalato al futuro un verso bellissimo, Homo sum: humani nil a me alienum puto, adottato da allora in avanti come divisa di ogni umanesimo. Eppure, nonostante tutto questo Terenzio è quasi assente dal panorama delle riscritture contemporanee del teatro antico e resta assai meno conosciuto e studiato di Plauto. I saggi raccolti in questo volume ne affrontano i testi da molteplici prospettive, mettendone in luce una serie di aspetti letterari, antropologici, culturali e contribuendo a restituire spessore a una affascinante esperienza intellettuale.
15,00

Doni funesti. Miti di scambi pericolosi nella letteratura latina

Doni funesti. Miti di scambi pericolosi nella letteratura latina

Lavinia Scolari

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni ETS

anno edizione: 2018

pagine: 244

"I doni sono come gli ami" avverte Marziale. "Catturano anche gli dèi" afferma Ovidio. "Sono l'inganno in cui di solito incappano i re" osserva Seneca. La forza calamitante del dono, la sua natura seducente e pericolosa, emerge con chiarezza dall'analisi del sapere mitico romano e delle sue riscritture letterarie. I Romani, del resto, conoscevano bene il potere attrattivo dei doni, la loro capacità di condizionare i comportamenti e le dinamiche di relazione. Erifile è soggiogata dalla collana di Armonia, Mida è accecato dalla sua fame d'oro, Creusa è ingannata dai doni nuziali; Didone brucia con sé quelli dell'amato, Semele e Fetonte ne saranno bruciati. Il dono promesso è un rischio, il dono al nemico un tradimento, il dono di donna un pericolo. Da Numa al maestro dei Falisci, da Scilla a Tarpea, da Medea a Deianira, questo libro indaga il modo in cui gli autori latini rappresentano le potenzialità funeste dei meccanismi di scambio nei loro racconti mitici, le modalità con cui quegli stessi racconti sono rielaborati in rapporto ai modelli greci, e le categorie culturali che entrano in gioco nella riconfigurazione del dono, delle sue storie e dei suoi protagonisti.
24,00

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