Effigie: Le stellefilanti

Nella "Cagna del ponte", l'autore riprende la fosca leggenda popolare di una "stria", Gelinda Maffi, ambientandola nel 1820 e facendo rivivere il mito ancestrale del lupo mannaro. Lo fa attraverso documenti d'archivio della più varia natura intessuti nella lingua e nella mentalità dell'epoca. "La casa di via Robolini" si sposta nel passato prossimo: una storia di un adulterio fatale, attraverso cui il lettore si immerge nel mistero che ci circonda, legandolo ancora ad atmosfere, incontri e luoghi inquietanti, fino ad arrivare al tragico quotidiano che ci circonda e a saperne accettare l'esito "impossibile".

L'autrice di questo testo ha sottratto all'oblio le "immagini della memoria" che sottostavano all'opera di Gadda, "La cognizione del dolore", e ne ha fatto reagire le pagine sul materiale documentario che lo stesso Gadda consultò per esse.