Ensemble: Erranze
Alibi. Prima antologia bilingue di poesia italiana nel Regno Unito. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Ensemble
anno edizione: 2022
pagine: 330
Alibi - dal latino alĭbi, 'altrove' - è la prima antologia che raccoglie le voci - dislocate, trasferite, trasportate - di poeti italiani viventi, o precedentemente vissuti, nel Regno Unito. In maniera programmatica ma lirica, in forma di elegia e al di là della denuncia, esce all'indomani della Brexit e per invito del poeta albanese italofono Gëzim Hajdari. È un progetto transculturale e bilingue che raccoglie poeti e traduttori di età, città, professioni e stili diversi: c'è chi studia logica matematica e chi lavora la ceramica; chi pratica la terzina dantesca e chi abbraccia l'haiku; chi scrive per dipingere e chi non usa le parole; chi traduce dalla lingua dell'inconscio e del mito; chi compone in inglese, chi si autotraduce e chi usa più lingue, trasgredendo i principi della biunivocità e del binarismo. Così nel libro troverete il fantasma poliglotta dei più grandi poeti della tradizione (e traduzione) italiana, da Dante ad Ariosto e da Petrarca a Leopardi; vi unirete a un'intima (ultima?) danza di amiche e amici, eppure soffrirete l'esilio; rifarete esperienza dello spazio di un grembo e visiterete il vuoto di una tomba; capirete che la distanza è poesia prematura e allo stesso tempo vecchissima. L'italiano antologizzato, a volte nato tradotto e altre volte nato straniero, è lingua della maternità, delle metamorfosi, del postcolonialismo, dell'alterità animale e cosmica, della nostalgia per altri mondi, migrazioni e partenze. È lingua della traduzione, eterna e appena pronunciata, creata per il luogo di nascita e per tutte le altre destinazioni. È la lingua viva e vera, incodificata e decodificata, dei nostri ritorni.
Vento blu. (Cielo, vento, stelle e poesia)
Yun Dong Ju
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2020
pagine: 258
Yun Dong Ju (Longjing, 30 dicembre 1917 – Fukuoka, 16 febbraio 1945) è uno dei poeti della letteratura coreana del Novecento più amati in Corea. Vissuto nel pieno della colonizzazione giapponese che si prolungò per ben trentacinque anni, è considerato uno dei principali poeti della resistenza nel suo Paese. La raccolta "Cielo, vento, stelle e poesia" è qui tradotta per la prima volta in lingua italiana con il titolo "Vento blu" e contiene l’intera opera conosciuta del poeta; riguarda gli anni che vanno dal 1934 al 1942 e testimonia la graduale crescita artistica e intellettuale di Yun Dong Ju. Una crescita che coincide con il suo impegno letterario, i cui effetti convergono con quelli della resistenza politica e organizzativa posta in atto dai coreani per contrastare l’occupazione giapponese e la perdita di indipendenza del Regno di Corea.
Scissure
Luigi Manzi
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2020
pagine: 130
Per queste Scissure ci si aggira attoniti, sconcertati dal profilo inedito con cui le cose si presentano agli occhi, con l’evidenza e il fascino di una prima scoperta, come se contemplate nel primo giorno della creazione. Una caleidoscopica fuga di mirabili evocazioni. Dopo qualche passo lungo le pagine, ci si avvede che non s’incontreranno ‘storie’, ma che la Storia è un tessuto di bagliori e di enigmi, di semplici occorrenze di quotidiano, che a schegge ci entrano di volo negli occhi e nel cuore. E il lettore ha il compito (non facile, e però accattivante) di ricondurre il tutto a comprensione – esattamente come è chiamato a fare, giorno per giorno, con la sua stessa vita. Dopo sette anni di attesa, il nuovo libro di Luigi Manzi, uno dei maggiori poeti del nostro tempo.
Le Indie
Édouard Glissant
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2020
pagine: 120
Poema epico e lirico, "Le Indie" si snoda in sei canti o quadri che ripercorrono e decolonizzano uno dei racconti fondatori della modernità, ovvero il viaggio di Colombo e tutto quanto ne seguì: La Chiamata, Il Viaggio, La Conquista, La Tratta, Gli Eroi, La Relazione. La prima edizione (1956) aveva come sottotitolo Poème de l’une et l’autre terre, a rimarcare come il mondo e la poesia che cerca di raccontarlo siano contrassegnati dalla molteplicità, e dalle connessioni che mettono in contatto il molteplice. “L’una e l’altra terra” sono l’Europa e l’America, ma pure l’Africa e l’America se assumiamo la prospettiva degli schiavi deportati; sono anche le stesse Indie, il cui nome è significativamente plurale e non viene mai a coincidere con la terra che con esso si intende designare. Le Indie sono quindi il luogo dove la realtà si moltiplica, si fa inafferabile e diviene altro da sé, in modi tanto distruttivi quanto liberanti (le rivolte anticoloniali assenti dai nostri libri di storia, la Relazione che ha creolizzato corpi, lingue e culture).
Cresce dentro di me un uomo straniero. Testo albanese a fronte
Gëzim Hajdari
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2020
pagine: 176
Si apre una contraddizione in chi affronta la lettura di questo contributo che Gëzim Hajdari offre alle nostre lettere, e non solo: la certezza di punti fermi, la caparbietà di un progetto a lungo termine, l’ostinazione a credere in valori millenari filtrati dalla invenzione scritta, pure a fronte di un mutamento epocale di paradigma, che tutto appiattisce, frammenta, disconosce e distrugge, proprio a far capo dallo status che l’autore porta, esibisce, coltiva: quello di esule, migrante, rifugiato, altro e diverso. Una condizione fluida e bloccata che i suoi testi poetici ribadiscono ad ogni strofa, essendo ormai l’esperienza di fuggitivo e sradicato divenuta elemento sostanziale del suo vissuto e del suo immaginario, vittima (come vedremo) con molti altri intellettuali “stranieri” di una tacita e sistematica espulsione che l’Italia pre e post salviniana ha caparbiamente attuato in nome anche di purezza e primato letterari, di fatto smentiti da questa stessa raccolta.
Colomba di fuoco e di piacere
Luigi Pacioni
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2019
pagine: 134
La poesia di Luigi Pacioni è, come la sua pittura, fantastica e visionaria. Contrapponendo allo schema culturale occidentale, basato sulla priorità del pensiero logico-discorsivo, la dimensione notturna e misteriosa dell'essere, egli ha inteso collocarsi nella prospettiva indicata da Blake, Nerval e dal Surrealismo. L'immaginazione trionfa in questi versi, privilegiando la polisemia, ricorrendo costantemente al tropo, imperniando il linguaggio sulla potenza del simbolo. Tra le numerose figure simboliche presenti in queste poesie, centrale ed emblematica è la Colomba di Fuoco, figura femminea ambigua e polivalente. Solitamente, le immagini ornitologiche rinviano al desiderio dinamico di elevazione; la Colomba di Fuoco di Pacioni, nel momento in cui viene primieramente enunciata è accostata alla serpe ("Il poema/che ho scritto su di te/mi è stato ispirato/da una serpe e da una colomba").
Da eternità a stagione. Ediz. inglese e italiana
Wilson Harris
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2019
pagine: 116
In un paesaggio equatoriale di foreste, fiumi, rocce e regioni costiere, la poesia di Wilson Harris legge e sogna tracce di miti greci e amerindi, memorie di antiche migrazioni, cicatrici di schiavitù ed echi di violenze contemporanee. In un intrico in cui diventa incerto ogni confine, Harris esplora archetipi del bene e del male, della distruzione e della salvezza, articolando in un arazzo di visionarie il ritmo oscuro e luminoso delle vicende umane, il contrappunto di eternità e stagione. Da Ettore «eroe del tempo» che cade da mortale in una Troia trasfigurata in foresta pluviale fino a Odisseo che rifiuta l’immortalità offerta da Calipso cantando la «pietra che si scioglie/ in carne», passando per Prometeo che «prigioniero incatenato al cielo» intravede «la marea vuota delle popolazioni della morte o della vita», "Da eternità a stagione" è una meditazione in versi sul mistero dell’umano.
Lontano da ogni riva. Testo francese a fronte
Jean-Claude Izzo
Libro: Libro rilegato
editore: Ensemble
anno edizione: 2018
pagine: 160
La voce di Jean-Claude Izzo arriva dal Mediterraneo. «Isola» di acque e terre dalle molteplici civiltà, culture, lingue, di contraddizioni, naufragi e sbarchi, di paure e sbarramenti, di accoglienze e passaggi, – purtroppo oggi ancor più dolorosamente evidenti, – di cui lo stesso poeta esplicita e rivendica, in modo inequivocabile, la sua appartenenza. Izzo, tenendo per mano le due sponde – Oriente e Occidente –, attraverso la poesia diventa «mano tesa fra rive senza ponte». L’opera poetica di Jean-Claude Izzo è pressoché sconosciuta in Italia, e a parte la traduzione di qualche poesia a cura di Luigi Bernardi nel volume di Stefania Nardini, Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese e di qualche altra traduzione sparsa nell’etere è ricordato soprattutto come giallista, l’inventore del noir mediterraneo – la cosiddetta «trilogia marsigliese» composta dai noir: Casino totale, Chourmo. Il cuore di Marsiglia, e Solea – come giornalista, sceneggiatore e per il suo costante e intenso impegno politico. Ma è con la poesia che Jean-Claude Izzo inizia e conclude il suo cammino e d’altronde, anche il nome del suo famoso poliziotto, Fabio Montale, è un omaggio alla poesia.
Se questo fosse vero. Testo originale a fronte
Gerda Stevenson
Libro: Libro in brossura
editore: Ensemble
anno edizione: 2017
pagine: 200
La poesia della Stevenson è intrisa di musica. I suoi testi cantano di farfalle, di bacche bianche, di telai sferraglianti e navi imponenti, di colline spazzate dal vento e inzuppate della pioggia del Pentland. Raccontano la spensieratezza dei bambini, la consapevolezza del diventare adulti, di amicizie durature, di piccoli gesti quotidiani, dell'inesorabile trascorrere del tempo. La Scozia, terra natia dell'autrice, con la sua natura talvolta benevola, talvolta selvaggia e oscura, luccicante d'incanto o avvolta da una foschia di mistero, diventa lo sfondo di tanti testi. In essi risuona in sottofondo il suono acuto e fiero delle cornamuse che si alterna alle note vivaci e commoventi del violino, a quelle eleganti del pianoforte, a gioiose danze popolari, a filastrocche di bambini, a lamenti e ninne nanne. Alcune poesie si estendono oltre la terra scozzese e raggiungono terre lontane tra i Pirenei o l'Egitto, fino a luoghi devastati dalle guerre, come la Bosnia, l'Iraq, la Siria.
Dove le parole non si spezzano
Gémino H. Abad
Libro: Copertina morbida
editore: Ensemble
anno edizione: 2015
pagine: 182
La sua poesia, che a volte prende le connotazioni di una prosa poetica, racconta le imposizioni subite per mano dei colonizzatori, le barbarie, le ferite dell'essere, lo sfruttamento delle loro ricchezze da parte di dominatori stranieri senza scrupoli. La forza e l'intensità del verbo di Abad cercano di svegliare, tra la gente, la coscienza di una propria identità: quella stessa identità smarrita con l'assimilazione forzata portata avanti prima dagli spagnoli e poi, negli ultimi cento anni, dagli americani. Per questo Abad è una voce struggente e scomoda, anticoloniale, che esprime le condizioni di sofferenza e di miseria nelle quali ancora oggi si trova la popolazione indigena, dopo quattro secoli di colonizzazione e di dittature spietate appoggiate dall'Occidente. La riscoperta dell'identità nazionale tramite la lingua e la cultura degli antenati è certamente uno dei messaggi più importanti della sua poesia, nella consapevolezza di riconoscersi in un linguaggio inconfondibile filippino. L'autore conosce il suo passato e, seppur in inglese, sogna il futuro anche in tagaiog, la lingua degli antenati.
Delta del tuo fiume
Gëzim Hajdari
Libro
editore: Ensemble
anno edizione: 2015
pagine: 172
Il logos poetico di Gëzim Hajdari è governato dalla legge dell'identità nella molteplicità poiché parte dalla presa d'atto dell'esilio fisico e spirituale del parlante il quale non abita più la patria, la Heimat del linguaggio e del paesaggio, perché ne è stato escluso da un ingiusto esilio. Privato della propria patria, il parlante è costretto a peregrinare di terra in terra, a mescolare il proprio idioma con quello di altri paesi e di altre lingue, il suo sarà un canto dell'erranza e della trasfusione di lingue nella lingua universale-primordiale che sola può ospitare il canto dell'erranza.