Il Maestrale: Tascabili. Teatro
Rosario va in pensione
Gianni Caria
Libro: Libro in brossura
editore: Il Maestrale
anno edizione: 2025
pagine: 112
Rosario Livatino fu ucciso il 21 settembre 1990, poco prima di compiere 38 anni, mentre a bordo della sua utilitaria percorreva come tutti i giorni la strada che collega Canicattì ad Agrigento, sede del Tribunale dove prestava servizio come magistrato. I sicari, tutti individuati e condannati, appartenevano alla Stidda, un'organizzazione criminale paramafiosa. A seguito di un'infelice espressione, che lo riguardava indirettamente, dell'allora Presidente della Repubblica Cossiga, Livatino è noto come il «giudice ragazzino» (da qui il titolo del saggio di Nando Dalla Chiesa e del film di Alessandro Di Robilant, con Giulio Scarpati). Nel 2021 è stato dichiarato beato; da allora la camicia da lui indossata quando fu ucciso è considerata una reliquia. Gianni Caria prestava servizio ad Agrigento come magistrato all'epoca dell'omicidio, e in questo suo atto unico immagina che Rosario sia scampato all'attentato, che si sia sposato e che abbia sempre vissuto a Roma, fino ad arrivare alla soglia della pensione. Lungo la finzione si affrontano temi come: l'eroismo, il coraggio, la credibilità e l'inadeguatezza, la santità reale e quella equivocata, il pentimento sincero e quello di interesse, la giovinezza perduta e la malinconia per la sorte dei genitori; e in primo piano l'ingiustizia di non aver potuto conoscere l'amore.
Connottu (Su)
Romano Ruju
Libro: Libro in brossura
editore: Il Maestrale
anno edizione: 2008
pagine: 112
Quel giorno a Buggerru
Romano Ruju
Libro
editore: Il Maestrale
anno edizione: 2004
pagine: 96
Dramma in due atti a sfondo storico, "Quel giorno a Bugerru" rievoca lo sciopero dei minatori sardi tragicamente represso con le armi nel settembre del 1904. Nel ritmo serrato dei dialoghi dei personaggi si coglie tutta la fragilità del rapporto fra i minatori e una classe padronale che vuole dominare sempre. Ma l'arma del ricatto sociale e psicologico, che consente ai "carnefici" di tener saldo il loro equilibrio, ha pure in sé i germi della ribellione. Il senso di profondo disagio che invade i minatori culmina nella rivolta ma il compimento è il definitivo drammatico atto dell'eccidio: che sopprime la ribellione. Il tragico epilogo dei fatti di Buggerru resta una delle pagine più oscure della storia civile italiana.