Le Lettere: Biblioteca La Fenice
Linguaggio, pensiero e percezione. Due saggi inediti
Ernst Cassirer
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 100
L’individuazione dell’indissolubile intreccio tra volontà di formazione e linguaggio costituisce una delle principali acquisizioni teoretiche dell’opus magnum di Ernst Cassirer. E in effetti, con la sua Philosophie der symbolischen Formen il pensatore di Breslavia non soltanto conferisce una nuova torsione semantica al concetto di uomo, ma intercetta anche i limiti della mera identificazione tra linguaggio e ragione, laddove il primato conferito alla seconda ha come conseguenza l’ignoratio del primo. Del resto, per il pensatore di Breslavia il linguaggio riveste un ruolo fondamentale non soltanto nell’ambito dei problemi squisitamente logici, ma anche in quello concernente la costituzione e struttura del mondo della percezione, come si evince da due brevi scritti inediti, qui tradotti per la prima volta e intitolati, rispettivamente, Vom Einfluss der Sprache auf die naturwissenschatfliche Begriffsbildung e Über Sprache, Denken und Wahrnehmung. In questi due scritti inediti a primeggiare è proprio il nesso – certamente assai complesso – tra linguaggio e percezione, da Cassirer affrontato alla luce del concetto simbolo.
Entretiens-Conversazioni
Michel Henry
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 170
Con il presente volume si intende fornire al lettore la traduzione italiana della raccolta editata originariamente dalla casa editrice Sulliver, nel 2005, con il titolo Entretiens, contenente alcuni dei più rilevanti colloqui che Michel Henry – esponente di spicco del cosiddetto "Tournant Théologique de la Phénoménologie Francaise" – intrattenne a partire dalla seconda metà degli anni ‘70 fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 2002. Si tratta di undici conversazioni in cui il filosofo si impegna su molteplici e talora non riducibili fronti concettuali: spicca tra di essi la presenza di un profilo filosofico-biografico dell’autore (delineato nella conversazione con Roland Varshalde, dal titolo “un filosofo parla della sua vita”), ma anche la trattazione di temi concernenti la sua personale lettura del Marxismo (emblematico, in questo caso, il dialogo con Roger Pol Droit: «che l’individuo sia reso a se stesso»). È presente inoltre una serrata discussione sulla natura della tecnica moderna (incontro con Philippe de Saint-Robert), nonché l’esplorazione di fenomeni complessi e di ritrovata attualità, quali sono quelli del nichilismo, del cristianesimo (conversazione con Virginie Caruana), e dell’arte (conversazione con Oliver Salazar-Ferrer), senza tralasciare il confronto ingaggiato dal pensatore con la "fenomenologia storica" di Husserl e Heidegger (come mostra bene il dialogo con Sébastien Labrusse, l’invisibile e la rivelazione). Questa raccolta di interviste dell’autore assume, dunque importanza per due ordini di ragioni: la prima è che restituisce al lettore italiano un’opera che può rappresentare un valido appoggio propedeutico all’analisi critica della fenomenologia henryana. La seconda ragione, invece, forse meno scontata, è stata quella di poter finalmente privilegiare, tramite la traduzione di questa serie di interviste e conversazioni, non semplicemente la prospettiva unilaterale che ogni filosofo è chiamato a fornire di sé stesso e del suo pensiero attraverso i prodotti della propria ricerca, ma una ricostruzione dialogica, e dunque frammista, in sé stessa, dell’intreccio di domanda e risposta, di critica e autocritica.
L'altro Rousseau. La memoria, l'impostura, l'oblio
Bartolo Anglani
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 624
Chi è l’“altro Jean-Jacques”? È l’identità «delirante» alla quale Rousseau ricorre quando commette azioni strampalate incompatibili con la sua teoria dell’uomo nato buono e divenuto cattivo per colpa della società. È colui che senza alcun motivo accusa Marion di aver rubato un nastro, che cerca di diventare un vero ciarlatano impostore senza mai riuscirci, che non ammette di aver rotto il pettine di Mademoiselle Lambercier, che confessa di essere stato in tante occasioni estraneo a sé stesso. Ma chi è allora il «vero» Jean-Jacques? Rousseau tenta, nei suoi scritti autobiografici, di “dimenticare” il proprio “io” cattivo, fingendo di non sapere che quell’io è legato organicamente al suo essere. Il paradosso è che quanto più egli cerca di relegare la parte inconfessabile di sé nel buio dell’alterità e del delirio, tanto più deve parlarne e farne l’eroe della narrazione autobiografica, una specie di Pinocchio del Settecento sempre in fuga e sempre affascinato dai Lucignoli incontrati via via. Non può cancellarlo con un tratto di penna, tanto fortemente sente quanto il suo «sistema» filosofico sia ambiguo e contraddittorio e contenga dentro di sé la possibile smentita a sé stesso. Questo libro racconta, in una forma narrativa ma rispettosa dei testi, il ro-manzo della lunga lotta contro quel fratello “nero” senza il quale il monello di Ginevra non sarebbe divenuto il filosofo Jean-Jacques Rousseau.
L'identità. Individuo, etica e politica in Charles Taylor
Adamo Perrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2009
pagine: 160
La questione dell'identità rinvia alla conflittualità interculturale che permea l'odierna vita politica e che impone alla filosofia un compito ineludibile: accertare la legittimità delle pretese di verità. Il lavoro esplora una tra le più significative antropologie filosofiche del nostro tempo, rivolta a illuminare il legame cruciale tra l'individuo, le comunità e i contesti culturali di appartenenza al cui gioco interattivo è interamente consegnata la formazione dell'identità.
Galileo in Leopardi
Gaspare Polizzi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2007
pagine: 224
Leopardi scopre Galileo negli studi scientifici giovanili. L'apprezzamento dell'opera di Galilei è un filo conduttore della sua maturazione filosofica e letteraria. Il libro individua la presenza di Galilei nelle letture leopardiane, negli scritti giovanili e nelle opere edite e inedite, con un'attenzione particolare allo "Zibaldone" e alla "Crestomazia della Prosa"; riconosce in Galilei un modello di stile e di pensiero, ma scopre anche perché Leopardi ha difficoltà nell'affrontare la questione del processo allo scienziato pisano e nel rendergli pubblicamente quel posto centrale nella cultura italiana che privatamente riconosce. Emerge la sua scarsa propensione alla matematica, la sua ritrosia a seguire gli ideali liberali, ma anche un conflitto con il padre sulla legittimità del sistema galileiano, sull'accettazione o meno della centralità della fede cristiana rispetto alle verità sui filosofi. Due le appendici: la prima segue lo "sguardo sul cosmo" di Calvino, tra Leopardi e Galileo; la seconda ripropone quel "librettino molto importante di pensieri filosofici e belli" di Galilei che Leopardi aveva trascelto per la "Crestomazia", prima antologia di prose galileiane.
Ghirlande di fiori e catene di ferro
Alessandro Pinzani
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2006
pagine: 352
Questo testo si presenta come il tentativo di analizzare le diverse concezioni che della relazione tra individuo e Stato hanno avuto quattro grandi filosofi politici dell'età moderna: Machiavelli, Hobbes, Rousseau e Kant, gli ultimi tre dei quali hanno elaborato un modello di Stato poi divenuto paradigmatico. Oltrepassando un primo livello emerge però l'ulteriore tesi che una delle cause principali del disagio avvertito dalla filosofia politica nel pensare la realtà contemporanea (la globalizzazione, la crisi dello Stato, la crisi della democrazia ecc.) risiede nell'incapacità di sottrarsi al fascino esercitato dal pensiero politico classico e quindi anche dai modelli qui presi in esame.
Lo strutturalismo francese
Sergio Moravia
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2006
pagine: 238
Preceduto da un ampio saggio di Sergio Moravia, il volume contiene un'antologia delle pagine più significative dei principali esponenti del movimento strutturalistico, tratte da opere divenute in molti casi introvabili: da Barthes a Genette, da Piaget a Goldmann, da Boudon a Granger, da Lévi-Strauss a Althusser e Godelier senza trascurare le testimonianze di quei pensatori (come Foucault e Lacan) che hanno assunto posizioni in certa misura indipendenti dai principali orientamenti della scuola. Ne risulta un'ideale autopresentazione, o autobiografia, dello strutturalismo francese, presentato nella sua irriducibile complessità, nelle sue interne lacerazioni, nelle sue non omogenee proposte metodologiche. Pur sottolineando la decisiva portata teorica del pensiero strutturalistico nella cultura contemporanea, l'introduzione di Moravia ne denuncia e critica gli aspetti discutibili o insoddisfacenti, recando in tal modo un importante contributo a un dibattito tuttora aperto.

