Longo Angelo: Il portico. Biblioteca di lettere e arti
«Significar per verba». Laboratorio dantesco. Atti del convegno Università di Udine (Udine, 22-23 ottobre 2015)
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2018
pagine: 296
Il convegno tenutosi a Udine sotto l'etichetta di Laboratorio dantesco ha presentato non solo un ampio quadro degli studi danteschi in questo avvio del ventunesimo secolo, ma ha messo in mostra alcune delle più vivaci officine personali di studiosi noti e affermati, impegnati anche in progetti collettivi di lungo periodo, così come di giovani che variamente vanno ampliando i percorsi con originalità e innovative curiosità. Il referto complessivo registra la buona salute degli studi su Dante e sulla sua opera, approfondita anche nelle articolate relazioni con la cultura circostante. Sembra portare giovamento soprattutto la molteplicità degli interessi e degli approcci, su una linea che senza esitazioni è quella della fedeltà ai testi, aggrediti con un rigore applicato in modo uniforme ai vari "territori" affrontati dagli undici studiosi qui schierati. Si affiancano temi propriamente filologici (anche con rilevanti implicazioni lessicografiche), approfondimenti testuali, storia della cultura e della critica, studi sulla diffusione dei testi danteschi, sulla "biblioteca" del Poeta e sulle citazioni della Commedia in volgarizzamenti trecenteschi, analisi di manoscritti antichi, fmo alle implicazioni interpretative suscitate dalle traduzioni in lingua friulana. La tensione espressa dai laboratori può insomma ben collocarsi sotto il riverbero della citazione del verso nel quale Dante, preparandosi al supremo regno ultramondano, affermava - pur negandone nello specifico la possibilità, ma intraprendendone insieme l'estrema attuazione - il consapevole uso della parola: «significar per verba» (Paradiso I, v. 70).
Vita del serafico et glorioso S. Francesco-Le vittorie di Francesco il Serafico. Li passi gloriosi della diva Chiara
Lucrezia Marinella
Libro: Copertina morbida
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2018
pagine: 306
"Vita del serafico et glorioso S. Francesco" (prima ed. 1597) e "Le vittorie di Francesco il Serafico. Li passi gloriosi della diva Chiara" (1643) di Lucrezia Marinella non sono soltanto due esempi importanti della letteratura agiografica italiana, ma rappresentano anche due tappe essenziali nella poetica della più grande scrittrice italiana tra Cinquecento e Seicento, che vide nella scrittura religiosa la sua area espressiva più completa, sebbene si sia occupata con risultati spesso felici di molti altri generi letterari. Quasi mezzo secolo trascorse tra la prima opera in versi e la seconda sterminata riscrittura in prosa, a testimonianza della fondamentale importanza che la figura del Poverello esercitò sia sulla scrittrice sia più in generale sulla cultura italiana controriformistica. Marinella si avvicina al genere agiografico con un approccio sperimentale e un intento di contaminazione letteraria in cui epica, novellistica, mitologia antica, trattatistica filosofica, teologica e mistica vengono a fondersi con risultati sorprendenti. Come già aveva fatto nella sua agiografia in prosa su S. Caterina da Siena, Marinella dà al testo un tono meditativo, nel senso che utilizza la scrittura per un personale processo di contemplazione degli eventi che è in procinto di narrare. Il risultato è un paradossale allontanarsi dal narrato vero e proprio e un focalizzarsi sugli stati emotivi che un particolare evento suscita nella scrittrice e quindi nel lettore. Tuttavia, spesso questo astrarsi dal testo rende il tessuto narrativo opaco al punto di essere di ardua comprensione. Una scelta antologica delle Vittorie è il modo migliore per facilitare un approccio a un testo che è stato essenzialmente ignorato dalla critica per le sue notevoli difficoltà. Questo volume è il risultato della collaborazione tra Armando Maggi e un gruppo di dottorandi della University of Chicago, dove Maggi insegna da molti anni.
Spettri d'Italia. Scenari del fantastico nella pubblicistica postunitaria milanese
Morena Corradi
Libro: Libro in brossura
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2016
pagine: 246
Nelle prime due decadi postunitarie, con grande ritardo sul resto d'Europa, il fantastico si diffonde in Italia grazie ad autori come Iginio Ugo Tarchetti, Arrigo e Camillo Boito, Emilio Praga. Questa letteratura riveste un ruolo di primo piano nelle appendici di molti giornali degli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento. La stessa pubblicistica testimonia la presenza di topoi e suggestioni del fantastico nel dibattito politico e nella letteratura di costume, anche grazie all'influenza di fenomeni quali il magnetismo e lo spiritismo che raggiungono un'enorme popolarità nel periodo in questione. Questo lavoro indaga le declinazioni del fantastico nel contesto della pubblicistica postunitaria, in particolare nel vivace panorama milanese, attraverso lo studio di diverse tipologie testuali, dal racconto alla satira politica agli articoli di argomento scientifico e di costume, con l'intento di mostrare come questo modo letterario dia forma ad ansie, ossessioni, aspirazioni, al confine tra naturale e soprannaturale, razionale e irrazionale, reale e illusorio.