Marsilio: Testi e studi leopardiani
Hospes. Il volto dello straniero da Leopardi a Jabès
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2003
pagine: 319
Lo scadere del decennale della morte di Edmond Jabès, offrì, nel 2001, l'occasione per una serie di incontri tra filosofi, poeti, antropologi e critici attorno ai temi - che furono i suoi - dell'ospitalità e dello straniero. Accanto al nome di Jabès fu evocato quello di Leopardi, quasi a far reagire, sullo sfondo della crisi dei fondamenti che contrassegna la modernità, due visioni del mondo del tutto differenti, ma che si misurano sull'identico problema di come rapportarsi all'altro di fronte all'individualità delle singole esistenze finite. Il volume raccoglie contributi importanti che spaziano dall'esegesi letteraria alla speculazione filosofica, dall'indagine filologica alla riflessione antropologica.
Lo stormire del vento tra le piante. Testi e percorsi leopardiani
Luigi Blasucci
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2003
pagine: 323
"Lo stormire del vento tra le piante" raccoglie gli ultimi studi e saggi di Blasucci su Leopardi: una riflessione che aggiorna e rinnova le sue precedenti acquisizioni. Tra i contributi specifici di questo volume, oltre allo scritto che gli dà il titolo, si segnala il discorso sull'ossianismo, come componente ineliminabile della sensibilità poetica leopardiana; uno studio dello Zibaldone come opera stilisticamente autonoma; saggi su figure di rilievo negli studi leopardiani del secondo Novecento: Walter Binni, Giulio Bollati, Cesare Luporini, Sebastiano Timpanaro.
Quei monti azzurri. Le Marche di Leopardi
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2002
pagine: 872
Celebri specialisti di differenti discipline hanno cercato di fornire una veduta d'insieme non solo su come si presentavano le Marche al tempo di Leopardi, ma su quanto esse hanno potuto offrirgli sia nei quadri ambientali e sociali, sia nel campo di letteratura, cultura e istituzioni, sia in quello della musica e della vita teatrale. Ne risulta un affresco ricco e variegato, dal quale si comprende che senza il paesaggio marchigiano non ci sarebbe una parte considerevole della poesia e del pensiero di questo scrittore la cui statura europea nessuno ormai mette più in discussione, ma le cui radici locali sono rimaste per troppo tempo - e ingiustamente - in ombra.
Cose che non son cose. Saggi su Leopardi
Cesare Galimberti
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 280
Il libro raccoglie i più importanti scritti leopardiani non ancora usciti in volume di Cesare Galimberti. I saggi, di ormai difficile reperimento, non sono collocati secondo un ordine cronologico, ma secondo un sottile filo conduttore che si fonda sulla convinzione della natura inscindibile di poesia e filosofia in Leopardi. Sostenute da questa premessa si susseguono letture analitiche di alcuni dei più importanti testi poetici e prosastici. Lo scritto che chiude il volume ripropone la principale linea che ha guidato le ricerche successive di questo studioso: l'individuazione della tensione conoscitiva leopardiana attraverso il linguaggio poetico "in quanto tale".
Leopardi e l'imperfetto nulla
Alberto Folin
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 147
"Tutto è nulla" afferma Leopardi nello Zibaldone. Ma lo scetticismo estremo a cui approda il suo pensiero metafisico non si accorda con l'invenzione poetica e Leopardi sembra essere il primo trasgressore di una legge sovrana da lui stesso enunciata: "Il troppo è padre del nulla". Quando il sapere coglie irrevocabilmente la vanità dell'essere, il pensiero non può che irrigidirsi in uno sterile silenzio. Ma la poesia dice quel nulla anche in quanto lo contraddice, in un "barlume di allegrezza" senza il quale, con l'annullamento del tutto, non sarebbe solo il canto a tacere: svanirebbe, assieme la possibilità stessa del dire. Insistendo su aree di senso ricorrenti nel meditare e nel poetare leopardiani, Folin dimostra questo "nulla imperfetto".