Nutrimenti: Tusitala
Scott in Antartide. La spedizione Terra Nova (1910-1913) nelle fotografie di Herbert Ponting
Herbert Ponting, Filippo Tuena, Ranulph Fiennes
Libro: Libro in brossura
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2011
pagine: 287
Del gruppo di esploratori che accompagnarono Robert F. Scott nella sua fatale spedizione in Antartide faceva parte anche uno dei più straordinari fotografi dell'epoca, Herbert Ponting. Prima di quella che sarebbe stata la sua campagna più significativa, aveva percorso la Siberia, visitato il Giappone e realizzato reportage affascinanti. Con la stessa passione documentò lo sfortunato tentativo di Scott, ritraendo la vita quotidiana degli esploratori, gli animali e i panorami antartici e realizzando il primo documento fotografico e cinematografico completo di un'esplorazione polare. Il libro, che raccoglie circa duecento fotografie commentate da Filippo Tuena, attraverso lo sguardo di Ponting segue passo dopo passo le vicende della spedizione, dallo sbarco sulla costa antartica sino alla conquista del novantesimo parallelo, e celebra il primo centenario di quella che fu l'ultima grande spedizione geografica del secolo scorso.
La stanza di Rodinsky
Rachel Lichtenstein, Iain Sinclair
Libro: Copertina morbida
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2011
pagine: 430
"La stanza di Rodinsky" è l'occasione per un percorso accidentato. E un non libro costruito su diversi fattori. Per prima cosa: due autori diversissimi, Iain Sinclair è il mentore della follia londinese, il Dickens della fine del ventesimo secolo, la figura letteraria che assomma in sé il dottor Jekyll e il signor Hyde. Dotato di una conoscenza spaventosa della metropoli e degli intrecci di artisti, letterati, folli che la attraversano, sembra godere nel confondere il lettore, nell'affastellare nozioni e concetti, tracce e sospetti. Per contro, Rachel Lichtenstein non apparteneva - prima di questo libro - alla schiera dei letterati. Era stata artista. Installazioni, per intenderci. Non stupisce che quando entrò nella stanza di Rodinsky rimase folgorata. Comunque si fa presto a raccontare la storia. C'è Londra. All'interno di Londra c'è il quartiere di Spitalfields che ha ospitato l'immigrazione ebraica della prima metà del secolo scorso e quella più recente del Bangladesh e che sa di stufati e di profumi di curry. All'interno di Spitalfields c'è Princelet Street. Al 19 di Princelet Street c'è la vecchia sinagoga in disuso. Sopra la vecchia sinagoga in disuso c'è la stanza di Rodinsky. All'interno della stanza di Rodinsky c'è Londra. Cosa sia Londra è poi difficile da determinare, anche a non voler essere pindarici come Sinclair. Che cosa sia stata la Londra di Rodinsky è quanto la Lichtenstein prova a ricostruire. Ma è il mondo che vi immaginate: emigrati ebrei dall'Est.
Diari antartici
Robert F. Scott, Ernest Shackleton, Edward O. Wilson
Libro: Copertina morbida
editore: Nutrimenti
anno edizione: 2010
pagine: 366
Dopo aver letto i diari d'esplorazione di questo libro, forse il lettore avrà più chiaro l'obiettivo di quell'andare apparentemente senza senso che conduce al punto estremo focalizzato al centro del continente antartico e che, al contrario di ogni altra esplorazione, non è rivolto a un luogo geografico significativo (una vetta, una foce, una sorgente, un'isola). Il punto inseguito dagli esploratori antartici è semplicemente un luogo geometrico, un punto originato dalla forma sferica della Terra e dalla cartografia. Ma è anche uno dei dati di un problema di fisica. L'altro dato, necessario per risolvere il problema, è stabilito dalla resistenza degli uomini che cercano di raggiungere quel punto. Il primo viaggio di Scott è aleatorio, sembra più il lancio di un sasso verso il cielo, per fornire dati significativi. La spedizione di Shackleton ha spostato in avanti la tensione di quell'elastico e s'è fermata a 97 miglia dall'obiettivo. Le difficoltà sopraggiunte durante il viaggio di ritorno hanno dato ragione all'esploratore che, effettivamente, aveva misurato bene le capacità e la resistenza umane. Sarebbe toccato a Scott valutare di persona quanto difficile era percorrere quelle ulteriori 97 miglia. L'ultima spedizione di Scott - qui documentata dal diario di Wilson racconta quel che Shackleton ha pensato non dovesse essere vissuto. Racconta quel che c'è oltre il limite delle capacità umane.