Officina Libraria: Storie
La renna di Ercole. Filologia e antropologia nell’opera di Karl Meuli
Carlo Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 232
Filologo di prim’ordine e originalissimo storico delle religioni, Karl Meuli (1891-1968) non ha raccolto finora i riconoscimenti che merita, tanto nel mondo accademico che presso il grande pubblico. Eppure, pochi studiosi hanno rivoluzionato gli studi classici come lui. Nel suo capolavoro, Scythica (1935), Meuli riconobbe per primo nel testo di Erodoto gli indizi di uno sciamanesimo greco – tesi che, ripresa da Dodds ed Eliade, continua ad animare un acceso dibattito. In Usanze sacrificali greche (1946) avanzò l’ipotesi non meno dirompente che il sacrificio animale descritto da Omero avesse avuto origine nei rituali paleolitici della caccia. Intuizioni che trovano oggi conferme via via sempre più solide nelle scoperte archeologiche. Questo libro – la prima monografia dedicata a questo studioso – indaga la genesi e gli esiti più innovativi di un metodo di lavoro inimitabile, di cui i vertiginosi confronti tra miti, usanze e cerimonie attraverso lo spazio eurasiatico costituiscono l’aspetto più avvincente. Dalla Siberia all’Attica, dal Mediterraneo alla Mongolia, nelle ricerche di Karl Meuli emerge la fitta trama di connessioni storiche che lega la civiltà greca ai popoli nomadi delle steppe. Arricchisce il volume una prefazione di Jan Bremmer.
Superfici. Corpi, pratiche e modelli cognitivi nella chirurgia di età moderna
Paolo Savoia
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 216
Nella prima età moderna, la pelle degli uomini e degli animali, la buccia o la scorza della frutta, la corteccia degli alberi e la superficie della terra erano porzioni di natura appartenenti ad aree semantiche simili, e oggetto di pratiche di osservazione e conoscenza altrettanto simili. Questo libro inserisce la storia della chirurgia e della medicina all’interno di una storia più che umana delle percezioni dei corpi e della natura. I chirurghi avevano a che fare con la minaccia all’integrità del corpo, la paura della morte, il dolore di una ferita e di un’operazione chirurgica necessaria per restituire un po’ di normalità a una vita mutilata: erano dei tecnici del corpo e dell’immaginazione. "Superfici" mostra che nell’Europa moderna la superficie del corpo, umano ma non solo, diventa – sotto la spinta di fattori diversissimi che vanno dall’organizzazione delle università e delle istituzioni sanitarie alle pratiche commerciali e a quelle artigianali – un oggetto multidimensionale che costituisce, da quel momento in avanti, un aspetto privilegiato per ottenere l’accesso al sapere della natura, al commercio e al godimento estetico.
La Germania di Tacito da Engels al nazismo
Luciano Canfora
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2024
pagine: 88
Studiare la ricezione della Germania di Tacito consente di capire aspetti cruciali della formazione della coscienza nazionale tedesca. In questo libro Luciano Canfora prende in esame la fortuna dell’opuscolo tacitiano nella cultura tedesca tra il 1871 e l’avvento del nazismo al potere. «Con propositi e orizzonti diversi», spiega Canfora nella Nota posta in apertura a questa nuova edizione, «sia Engels che, per parte loro, alcune frange dell’/élite/ nazionalsocialista» guardarono alla Germania tacitiana allo scopo di «liberarsi di Roma». Ad accomunare tali sforzi di appropriazione di segno opposto c’era il comune rifiuto di un’«oppressione che si era riproposta in varie forme nel corso del tempo, fino all’esperimento ambiguo dell’impero francese del primo e del secondo Bonaparte. Ma anche questa reazione», ricorda Canfora, «poteva, a sua volta, assumere connotazioni ambigue – e brutalmente razziali – come accadde appunto nella mitizzazione degli “antichi Germani” da parte delle SS di Himmler, infaticabile e insoddisfatto cacciatore del manoscritto Balleani della Germania tacitiana».
La città di carta. Stampa effimera e cultura urbana nella Venezia del Rinascimento
Rosa Salzberg
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2023
pagine: 280
"La città di carta" esplora la rapida ascesa della stampa economica e il modo in cui essa ha permeato la cultura urbana veneziana nel Rinascimento. In contrasto con l’immagine familiare di Venezia come “la Serenissima”, tranquilla e ordinata, evoca la vita rumorosa, mutevole e transitoria della città a livello della strada e offre la prima visione dal basso di una delle sue industrie più produttive e creative. L’esito è una prospettiva nuova e inaspettata sulla cultura rinascimentale, caratterizzata da una mobilità fluida e da un intreccio dinamico di testi, idee, merci e persone. Il libro segue il flusso di stampe effimere (opuscoli, operette e fogli volanti) che si riversò dai torchi veneziani a partire dalla fine del XV secolo – i prodotti più visibili e accessibili della tipografia, spesso venduti per le strade e declamati da intrattenitori di piazza. Strettamente intrecciati con la cultura orale, questi testi contribuirono alla creazione di pubblici nuovi, fornendo informazioni e svago a un pubblico eterogeneo e trasformando la città in un epicentro della letteratura e della performance vernacolare. Esaminando i modi in cui la produzione e la diffusione della stampa a basso costo si infiltrarono nel tessuto urbano veneziano e cambiarono il corso della vita culturale della città, il libro analizza anche il modo in cui le autorità locali cercarono di disciplinare questi flussi intensificando la censura e il controllo nel corso del XVI secolo.
Le derive della storia. Identità, nazionalismi, universalismi
Sanjay Subrahmanyam
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2023
pagine: 80
A chi si lamenta che viviamo oggi in un’epoca prigioniera del presente, nella quale il passato sembra non avere più importanza, Sanjay Subrahmanyam controbatte che il problema che abbiamo è piuttosto quello di un eccesso di storia, che ne favorisce le distorsioni e gli usi impropri. Dopo averci insegnato a ripensare in profondità le traiettorie e gli equilibri del mondo della prima età moderna, in questo nuovo libro uno dei più grandi storici del nostro tempo sviluppa una riflessione in prima persona intorno alle principali insidie che mettono a repentaglio la pratica storica. La ricerca di radici identitarie, la gabbia del nazionalismo e l’illusione che sia possibile scrivere una asettica storia universale sono derive i cui effetti sono attentamente rintracciati e discussi seguendo un percorso originale e avvincente che si snoda attraverso un confronto serrato con la tradizione storiografica occidentale, si intreccia a più riprese con una geografia dagli orizzonti globali e getta luce sulle conseguenze prodotte nella cultura storica dall’esperienza del colonialismo otto-novecentesco.
Microstoria e storia globale
Francesca Trivellato
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2023
pagine: 232
La parola «microstoria» fa pensare a contadini, streghe e in demoniati – ai molti uomini e alle moltissime donne che sono state doppiamente vittime, prima degli abusi di potere nel corso delle loro vite e poi dell'oblio da parte della Storia con la S maiuscola; «microstoria» è anche il nome associato a una stagione storiografica italiana di altissimo profilo, che non solo ha riportato alla luce questi protagonisti del passato, ma nel farlo ha rinnovato il modo di fare ricerca e di scrivere di storia. In entrambi i sensi, la microstoria si ricollega alla piccola scala, alla dimensione del villaggio o del quartiere, alla biografia di uno sconosciuto. Che cosa ha dunque a che fare la microstoria con la storia globale? Francesca Trivellato si è interrogata su questa domanda per oltre un decennio. I suoi saggi qui raccolti, per la prima volta in traduzione italiana, offrono risposte per alcuni versi sorprendenti a partire da un punto di osservazione privilegiato. Allieva di uno dei fondatori della microstoria italiana, Giovanni Levi, ma trasferitasi negli Stati Uniti da ormai vent'anni, Trivellato mette in luce incontri mancati, possibili sviluppi e intrecci tra storiografie che, anche in un mondo sempre più interconnesso, mantengono un impronta marcatamente nazionale.
Rinascimento sotterraneo. Inquisizione e popolo nella Firenze del Cinquecento
Lucio Biasiori
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2023
pagine: 208
Nel Cinquecento l’Italia è colpita da due crisi: quella economica causata dall’aumento generalizzato dei prezzi e quella religiosa portata dalla Riforma protestante. Poteva restarne immune la città che, nel secolo precedente, l’Umanesimo e il Rinascimento avevano trasformato nella nuova Atene e la meteora di Savonarola aveva provato invece a convertire nella nuova Gerusalemme? A Firenze infatti c’è chi, con soluzioni precarie ma originali, cerca di rispondere a entrambe le crisi. Sono donne e uomini spesso di bassa estrazione sociale che, attraverso incantesimi volti a migliorare un’esistenza sempre più dura, sfidano il monopolio della religione sul soprannaturale, oppure cercano di comunicare ad altri il loro travaglio interiore, trasmettendo loro la propria insoddisfazione verso la fede della maggioranza. Attirano così su di sé l’attenzione del potere spirituale della Chiesa e di quello politico della dinastia dei Medici, che agiscono di concerto attraverso un tribunale al servizio delle esigenze di entrambi: il Sant’Uffizio dell’Inquisizione. Fissando lo sguardo sulle indagini di giudici di fede come lo zelante inquisitore francescano Dionigi Costacciari, questo libro fa emergere una Firenze dove il solare Rinascimento del secolo precedente aveva assunto colori diversi ma, se osservati dal basso, altrettanto affascinanti.
Il vecchio Thiess. Un lupo mannaro baltico tra caso e comparazione
Carlo Ginzburg, Bruce Lincoln
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 324
Nel 1691, un contadino della Livonia, noto come "il vecchio Thiess", dichiarò a un tribunale distrettuale di essere un lupo mannaro. Ma alla corte spiegò di non essere un mostro diabolico, bensì uno dei "cani di Dio", che combattevano contro stregoni, streghe e persino Satana per proteggere campi, greggi e persone: un'ammissione sconcertante, che attirò l'attenzione dei giudici di allora e che continua ad attirare quella degli storici da almeno un secolo a questa parte. In questo libro, Carlo Ginzburg e Bruce Lincoln discutono in una prospettiva comparata il processo e la sorprendente testimonianza del vecchio Thiess. Oltre alla prima traduzione italiana degli atti processuali, dove pare quasi di sentire la voce del protagonista, il libro presenta le diverse analisi dell’evento: dai tentativi di collegare il vecchio Thiess a pratiche sciamaniche, all'idea che egli stesse reagendo allo stereotipo del lupo mannaro che l'élite germanica usava per giustificare il proprio dominio sui contadini del Baltico. Intrecciando e discutendo meriti e rischi delle proprie prospettive di ricerca e di quelle di altri studiosi, Ginzburg e Lincoln riflettono anche su più ampie questioni di metodo storico: fino a che punto è rappresentativo un caso eccezionale? Quale deve essere lo statuto della prova quando si tratta di ricostruire una sfera di oralità perduta per sempre? Che ruolo hanno i nostri presupposti nell’accertamento della verità storica? Il Vecchio Thiess apre una prospettiva nuova su una serie di problemi fondamentali che caratterizzano il mestiere dello storico oggi.
La grande guerra contadina in Urss. Bolscevichi e contadini (1918-1933). Con una selezione dalle Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso settentrionale nei rapporti dei diplomatici italiani
Andrea Graziosi
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 222
I primi quindici anni dell'Unione Sovietica furono dominati da una guerra feroce tra bolscevichi e contadini e nomadi di più nazionalità che avevano dapprima apprezzato il sostegno dei comunisti alla divisione della terra e la loro denuncia dell'imperialismo grande-russo. Il conflitto, in tre atti, si concluse tragicamente tra il 1931 e il 1934 quando Stalin, dopo aver imposto la fame ai kazaki per rifornire le città sovietiche, trasformò le carestie provocate dalle sue politiche in strumenti per sottomettere chi rifiutava la «seconda servitù» imposta alle campagne dalla collettivizzazione. L'Ucraina, già granaio d'Europa, fu uno dei teatri principali di questa guerra e Stalin, che negli anni Venti ne aveva appoggiato la «costruzione nazionale», vi adottò nel 1932 politiche di sterminio dei contadini, ritenuti base del movimento nazionale ucraino, e di liquidazione delle élite politiche e culturali. La «decostruzione» nazionale che ne seguì impose una versione sottomessa e provincializzata di una cultura ucraina la cui esistenza non fu tuttavia negata. Affondano in quel periodo le loro radici tanto il nazionalismo grande-russo di cui Stalin avviò allora una rivitalizzazione poi sanzionata dalla vittoria del 1945, quanto un sentimento di alterità ucraino, che si nutrì del trauma dell'Holodomor. Il libro è composto da un testo su questa guerra, scritto nel 1996 sulla base delle fonti d'archivio resesi disponibili dopo il crollo dell'URSS, e da un'ampia selezione dei bellissimi e terribili rapporti diplomatici italiani sulla grande carestia ucraina del 1932-33, che l'autore pubblicò più di 30 anni fa. Una nuova introduzione dà conto dei recenti sviluppi della ricerca, che ha indagato i legami tra guerra contadina e carestie e insistito sulla natura plurale e differenziata di queste ultime, inserendo il caso sovietico negli studi comparati sulle carestie politiche e i genocidi del XX secolo.
Il ritorno di Martin Guerre. Un caso di doppia identità nella Francia del Cinquecento
Natalie Zemon Davis
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 200
L'astuto contadino Arnaud du Tilh aveva quasi persuaso i dotti giudici del tribunale di Tolosa, quando, un giorno dell'estate 1560, nell'aula della corte entrò spavaldamente un uomo con una gamba di legno, denunciò Arnaud e rivendicò la sua identità, la sua proprietà e la moglie di Martin Guerre. Questo caso giudiziario straordinario catturò l'immaginazione del continente e per secoli e stato narrato e rinarrato tanto da diventare leggenda, ancora ricordata nel villaggio dei Pirenei dove l'impostore fu impiccato più di 400 anni fa. Una delle più celebri storiche americane, Natalie Zemon Davis, fu ingaggiata come consulente per il film "Il ritorno di Martin Guerre" (con Gérard Depardieu e Nathalie Baye, 1983, tre premi César) e condusse una lunga ricerca negli archivi e sui libri di legge del tempo per aggiungere ulteriore profondità a una storia assai misteriosa. Da questi studi nacque anche il libro. Come poteva diventare un impostore un uomo del Cinquecento? Perché Bertrande de Rols, un'onesta contadina, accettò un tale uomo come marito? Perché avvocati, poeti e letterati, come Montaigne - che assistette al processo -, furono così affascinati da questo episodio? L'Autrice ricostruisce le sensibilità e i desideri degli abitanti illetterati di un villaggio di campagna. Uomini e donne che cercano di costruire la propria identità in un mondo di idee tradizionali sulla proprietà e sulla famiglia e con idee sulla religione che vanno mutando. Impariamo cosa succede quando persone comuni sono coinvolte nel funzionamento di una corte penale del Cinquecento, e come i giudici faticano a decidere chi quell'uomo sia in un'epoca in cui impronte digitali e fotografie non esistevano. Addirittura ci fa sentire la segreta affinità tra gli eloquenti uomini di legge e l'impostore dalla lingua veloce e melliflua, un raro caso di identificazione che ignora le barriere di classe. Tradotto nel 1984 per i tipi di Einaudi, e da tempo esaurito, viene ora riproposto nella collana "Storie". Postfazione Carlo Ginzburg.
La fortuna di Alessandro Magno dall'antichità al Medioevo
Chiara Frugoni
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 264
Fin dall’antichità la straordinaria figura di Alessandro ha polarizzato l’attenzione di storici, artisti e imperatori, dando vita a due interpretazioni opposte del personaggio. A partire dagli storici e dagli artisti che ne foggiarono un’immagine idealizzata, egli divenne un modello per molti imperatori romani (Pompeo, Cesare, Ottaviano) che avevano visto nelle sue gesta quelle del precursore della conquista dell’Oriente (domitor Orientis) e il prototipo di una sovranità universale (Alessandro-Dioniso). Allo stesso tempo la fortuna del condottiero suscita l’opposizione dei circoli conservatori e dei senatori contrari all’assimilazione dei popoli orientali. Anche nel mondo bizantino Alessandro viene assimilato all’imperatore, e compare spessissimo ad adornare oggetti e arredi di corte. Ben presto divenne trama di romanzi o portafortuna su diffusissimi amuleti; finché nacque dell’eroe un’interpretazione cristiana per lo più negativa. Sono questi i presupposti per l’enorme diffusione del suo mito nella cultura, sia ecclesiastica che profana, medioevale. Celebri il Romanzo di Alessandro e le sue molteplici derivazioni, tradotte in tutte le lingue, dall’ebraico allo svedese, dallo spagnolo al tedesco, al bulgaro. Ma la massima diffusione si ebbe in Francia dove le gesta di Alessandro assumono un carattere sempre più fiabesco e meraviglioso proprio degli ideali cavallereschi e cortesi. Un capitolo è dedicato anche all’iconografia dell’ascensione di Alessandro al cielo, presente sulla facciata nord di San Marco a Venezia, nei mosaici delle chiese pugliesi (Trani, Otranto), in opere bizantine e codici miniati. Completano il testo una ricca antologia delle fonti antiche (tradotte) e un florilegio di scritti di storici moderni, italiani e stranieri.
Rivoluzioni. Tra storia e storiografia
Francesco Benigno
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 272
C'erano una volta le rivoluzioni: eventi grandiosi capaci di produrre la trasformazione sociale attraverso un mutamento di regime politico fondatore di compagini politiche o sociali, religiose o nazionali, e il cui racconto ha continuato poi ad accompagnare nel tempo la memoria di quelle comunità. Grandi narrazioni, perciò, dense di gesta memorabili e ricche di significati, popolate di figure eroiche e tragiche, animate da simboli potenti. Oggi che è entrato in crisi lo schema evolutivo e progressivo di cui le rivoluzioni erano snodi fondamentali (attraverso il modello classico della Rivoluzione francese), oggi che dubitiamo che il futuro sia necessariamente migliore del passato, cosa resta di loro? Come si situano nell'universo complesso del conflitto politico, segnato da guerre civili, rivolte, insurrezioni? Questo libro propone una riflessione su come le rivoluzioni sono state considerate tradizionalmente dagli storici e su come esse possono oggi essere ripensate, in un andirivieni tra i fatti accaduti e la loro comprensione, tra storia e storiografia.