Pequod: Percorsi
La chiave della porta rossa. Leggere Victor Hugo
Donata Feroldi
Libro: Libro in brossura
editore: Pequod
anno edizione: 2008
pagine: 224
"Notre-Dame de Paris", pubblicato nel 1831 dal ventinovenne Victor Hugo, diventa immediatamente un successo editoriale che si fa epico e va a iscriversi come uno dei punti più frequentati dell'immaginario letterario e popolare. Hugo costruisce sapientemente il suo primo capolavoro ed è sorprendente scoprire quanto nasconda, davanti agli occhi di tutti i lettori e i critici, la cattedrale filosofale del suo testo. Donata Feroldi, che di Hugo è una delle più apprezzate traduttrici in Italia, oltre che critica letteraria e lessicografa, in questo saggio disvela ogni occultamento, ogni segreto su cui si regge questa sinfonia di suoni, parole e immagini.
Patrie poetiche. I luoghi nella poesia italiana contemporanea
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2010
pagine: 192
P.Q.M. La magistratura e i processi ai collaborazionisti nelle Marche 1945-1948
Paolo Gubinelli
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2009
pagine: 192
Minori stranieri non accompagnati. La nuova sfida
Stefano Pagliarini
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2008
pagine: 128
Da un luogo anteriore. Poeti italiani del Novecento e oltre
Roberto Deidier
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2008
pagine: 167
Un libro che intenda esplorare, o semplicemente raccontare le strade della poesia italiana a cavallo del secolo, e fare luce su certi legami con il suo passato, non potrà mai essere qualcosa di unitario, di compatto. Anche le storie letterarie e i manuali, per tacere delle antologie, che si sono succeduti in anni recenti, mostrano questa ambizione e questa difficoltà: sono sempre opere centrifughe. Nelle vicende della poesia italiana del tardo Novecento o dell'inizio del millennio si possono ritagliare percorsi, disegnare mappe più o meno obiettive e convincenti, ma qualcosa verrà sempre a mancare, per svista, per incompletezza di informazioni, o per scelta deliberata. Disegnare il presente, o un passato fin troppo prossimo, specie quando le categorie convenzionali si rivelano inadeguate e l'edificio della teoria letteraria si sfalda sotto le ruspe del post-moderno e della decostruzione, è davvero un'impresa agonistica. Questo saggio di Roberto Deidier è il risultato di un processo induttivo, di un'esplorazione costante dentro la materia, quando questa è spesso ancora viva.
Il sapere dell'arte. Finzione e funzione dell'espressione artistica 20000 a.C.-1691 d.C.
Antonio G. Benemia
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2008
pagine: 224
Costanza Monti e Giulio Perticari. Amore e morte tra Marche e Romagna all'inizio dell'Ottocento
Luciano Baffioni Venturi
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2008
pagine: 320
Un anno (e mezzo) fatto a pezzi
Giacomo Vettori
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2007
pagine: 116
Don Chisciotte e le macchine
Massimo Raffaeli
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2006
pagine: 96
Canto magnanimo. A colloquio con Umberto Piersanti
Roberto Galaverni, Massimo Raffaeli
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2005
pagine: 160
Questo è un libro-intervista, anzi una vera e propria conversazione, condotta da due critici letterari di una generazione più giovani rispetto al poeta Umberto Piersanti. È possibile leggere il libro in almeno due modalità: innanzitutto è il percorso biografico di un poeta oggi ritenuto fra i più originali in Italia proprio per il suo legame con la tradizione, per la sua speciale idea di canto (appunto, il canto "magnanimo") e per il rapporto col paesaggio nativo. In secondo luogo, il testo è anche la testimonianza diretta di un rapporto fervido fra centro e periferia, le Marche e l'Italia, dove si susseguono i ritratti e le voci di tanti autori, da Paolo Volponi a Carlo Bo, ma anche il ricordo delle più classiche presenze del Novecento.
Fuori dal coro. L'oro di Massimo Ferretti
Elisabetta Pigliapoco
Libro
editore: Pequod
anno edizione: 2005
pagine: 160
"E non sono / nel coro. Io sono solo" recita la chiusa di una delle più belle poesie di Massimo Ferretti e dice tutto il senso di emarginazione e di estraneità rispetto a un mondo che non lo accetta e che a sua volta lui non sa accettare. L'opera di Ferretti è tutta all'insegna di una marcata alterità rispetto sia alla società borghese alla quale apparteneva, sia al mondo culturale in cui si è trovato a operare; il titolo scelto è emblematico di un percorso solitario, autonomo, estremamente individuale che tuttavia si trova a coincidere con due fondamentali esperienze della letteratura del nostro dopoguerra: quella di "Officina" e quella del Gruppo '63. Questo testo ripropone la voce di un poeta sperimentale per troppo rempo dimenticato.