RP Libri: Poesia
Di ala in ala
Rita Pacilio, Claudio Moica
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 80
« […] Rita Pacilio e Claudio Moica, entrambi nati nel 1963, quindi della medesima generazione, hanno voluto fare questa esperienza di viaggio comune e la prima annotazione che si può fare con certezza è che la voce di Claudio risponde a quella di Rita con lo stesso tono, quasi che nel rincorrersi si fosse trovato l’accordo per unificare le voci in un assolo. Poi però, leggendo con attenzione, vediamo come ognuno conserva la propria essenza pur rispondendo al richiamo e così l’intreccio si apre alla confessione decisa, completamente priva di furbizie, di riserve, di paure. Sembra, a tratti, di assistere alle scene del Cantico dei cantici, a quel dettato che s’alza sopra le miserie umane per cercare la luce nascosta nel labirinto dell’esistere, la verità fuggente che appare e dispare come una Chimera tentatrice. […] ». (Dalla prefazione di Dante Maffia).
Io ti vengo incontro
Antonietta Pastorelli
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 96
[…] Antonietta Pastorelli scrive il suo canzoniere in tre atti, valendosi di uno stile misurato, contenuto e di un linguaggio semplice – di una semplicità ricercata, elegante – nella sua autenticità: la sua è una forma asciutta e composta tanto nei momenti di delusione e di amarezza prossime allo sdegno, quanto nei momenti in cui i giorni riprendono a riempirsi di grazia e di speranza, quanto nei momenti nei quali l’approssimarsi alla fine di una persona cara schiude i versi all’elegia in tonalità da adagio, mentre pure, anche su riverbero di una visione metafisica di condizione e destino dell’uomo, quel doloroso declinare in imminenza dell’ultimo congedo rivela che l’amore non ha fine, non ha tempo. Dalla prefazione di Marcello Carlino
Il camaleonte
Gerardo Aluigi
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 100
«[…] La compostezza del linguaggio poetico, di stile vagamente montaliano in gran parte dei testi di questa ottima raccolta, conferisce dignità al tema del ricordo, ove necessariamente la poesia deve elevarsi per universalizzare l’intimità del sentimento, valorizzandolo e motivandolo. Alla fine, è pur sempre un orizzonte di luce e di speranza che s’intravede, dopo il pathos del dolore, ed è questa, anche, la meta che un poeta deve indicare: Gerardo Aluigi compie questo viaggio all’interno di sé, attraversa il baratro dei ricordi e delle memorie, e la sua poesia ne è pregevole struttura portante. […]» (Di Giuseppe Vetromile).
Dove vivono le favole
Fiorella Rega
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 44
«Mi trovo dinanzi al frutto dell’accurato lavoro di ricerca di Fiorella Rega che, alla sensibilità nei confronti del mondo circostante aggiunge, integrandola, un’ottima capacità espressiva in versi. L’efficace utilizzo della parola poetica, si sa, è fondamentale, alla stregua dei colori o del materiale adoperati dai pit- tori e dagli scultori e delle note magnificamente suonate dai musicisti nei loro componimenti. Fiorella Rega ne è consapevole, non essendo tra l’altro alla sua prima pubblicazione poetica. Ne è consapevole, perché affidare al mondo esterno le proprie creazioni artistiche, sia che si parli di poesia, sia che si tratti invece di pittura, musica o scultura, comporta a volte il rischio di mettere troppo a nudo sensazioni e riflessioni riguardanti essenzialmente l’autore stesso, sminuendo l’interesse del lettore...» (Dalla Prefazione di Giuseppe Vetromile)
Testamento
Sergio Carlacchiani
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 140
«La poesia è un fare, è intuizione (“ispira-zione”?), ma poi anche un vero e proprio artigianato. Si lavora sul linguaggio, sulle immagini, sul senso. Ma prima di tutto si lavora dentro, nel profondo di noi stessi, per lasciar vibrare corde segrete, che accolgano e restituiscano un verbo che forse sappiamo nell’intimo, ma che non necessariamente conosciamo. Il poeta è uno “scriba”, certo, ma innanzitutto un uomo immerso nel suo spazio e nel suo tempo. Da lì non può prescindere. E forse lì deve tornare. Quando io e Sergio parliamo, il suo sguardo è seriamente sorridente. Proprio così, si disegna agli angoli delle labbra un lieve sorriso, che però si fonde con la serietà dello sguardo. Questa cosa mi viene in mente dopo aver letto questo suo ultimo lavoro in versi, che ha di per sé un titolo importante, definitivo, ma non definito. Sergio è un uomo instancabile, la sua mente lavora continuamente oscillando vertiginosamente tra la poesia, la pittura, il teatro e chissà cos’altro ancora. Sempre di arte si tratta, di quella straordinaria esperienza di conoscenza che ci introduce in dimensioni non codificabili convenzionalmente. Ma il lavoro sul verso appartiene a una dimensione a sé stante. La poesia tende a tradurre l’indicibile, a nominare l’invisibile. E infatti, è sufficiente ascoltare una lettura del poeta dal vivo per rendersi conto della profondità da cui emerge la parola. La voce di Sergio ha un timbro grave, petroso, incede lentamente rivelando la fatica del farsi corpo nella vibrazione sonora...» (Dalla prefazione di Nicola Bultrini)
In rada
Clarice Spadea
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 48
Non siamo forse tutti alla ricerca di un luogo che all’occorrenza ci sappia riparare dai forti venti e dal mare mosso della vita? Essere in rada non è fuggire e non è nascondersi. È trovare, ovunque sia, in mare o nella propria terra o racchiuso in un foglio di carta, un rifugio provvisorio fatto di quiete, dove, nell’attesa che passi la tempesta di turno, tentare di allacciare i fili della propria vita, il passato con il presente, gli affanni con le gioie. Significa far emergere pensieri e parole difficili da pensare e da pronunciare a voce alta, spogliare ogni gesto, ogni silenzio e dare voce solo alle emozioni più profonde. Poi ripartire verso un nuovo giorno.
Suite
Luigi D’Alessio
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 168
Luigi D’Alessio è nato ai piedi del monte Somma, l’antico Vesuvio, nella zona partenopea vesuviana e questo ci rende la lettura delle sue poesie, per certi versi, in modo più semplice, più esplicativa. La visceralità del sentire, l’autoconoscenza che il proprio intelletto permette e favorisce, è stata propedeutica alla poiein in cui l’autore fabbrica la parola – per usare la terminologia urrariana – e le tematiche sottese. Il significato/significante obbedisce all’intuizione visionaria, infuocata, combattuta, densa del senso poetico in una intensità semantica di corrispondenze, rimandi, reiterazioni, decodificazioni. La lingua napoletana consente il caos delle parole, il rebus, le circonlocuzioni geniali che si riannodano alle precedenti parole/senso perfettamente incastonati nel verso; questo accade soprattutto nel significato oltre che nel suono ritmato. La poesia si fa spettacolo teatrale, clamore, urgente e severa metapoiesis, quel processo per cui la poesia parla di se stessa e spiega le sue ragioni e il suo farsi (Raffaele Urraro La fabbrica della parola – Manni, 2011). Così l’intelligente uso del- le parole difende la purezza della lingua dialettale napoletana come segni che conservano gestualità, memoria, appartenenza. […] Per questo motivo l’autore si occupa di tutto, del dialetto e della sua traduzione in lingua svolgendo un’attività letteraria onesta, premurosa, di ricerca dello stile testimoniando coscienziosità, oculatezza e perspicacia
Vite vacue
Chiara Scaglianti
Libro: Libro in brossura
editore: RP Libri
anno edizione: 2022
pagine: 48
Vite vacue è un percorso tra polarità opposte e complementari, che trovano sintesi nella compresenza di creazione e distruzione. Presenza e assenza, vicinanza e allontanamento, eros e thanatos, prigionia e libertà. Sfumature e assenza di colore: si vogliono indagare anche i “passaggi intermedi” dell’esistenza, fatta di giorno, di crepuscolo e di notte, cercando di fare luce, ma an- che di cogliere le parti oscure, riguardo alle contraddizioni che attraversano la vita e la morte e che, per non sopperire l’una all’altra, devono per forza trovare un punto d’incontro per poter coesistere. Il dolore della perdita e la ricerca incessante dell’identità sono i fili conduttori, che trovano sintesi nel vuoto, spesso dai toni cupi, talvolta con sfumature di gioia. Vite vacue racconta la difficile ricerca di equilibrio, la sensazione di appagamento a cui si alterna la successiva caduta, come quella del romantico diviso tra il divino e l’infernale, ma che ritrova, infine, la speranza nell’innocenza dell’origine della vita.