Il cinema non è mai solo cinema, così come la letteratura non è mai solo letteratura, i film sono soprattutto un inesauribile magazzino di storie e dilemmi morali ai quali far ricorso ogni volta che cerchiamo di alimentare l'immagine di noi stessi e del nostro mondo. Il cinema stimola il pensiero per la sua specifica orditura: l'interpretazione che ne dà lo spettatore non è mai totalmente giustapposta né tanto meno è un significato che viene attribuito al film del tutto ab extrinseco. Le opere con cui l'autore del libro si impegna in un serrato corpo a corpo sono nell'ordine: "Il Casanova" di Federico Fellini, "Apocalypse Now" di F.F. Coppola nella sua versione Redux, e "Lost in La Mancha", un documentario che racconta di un film che Terty Gilliam non è mai riuscito a portare a termine, basato sul Don Chisciotte di Cervantes. Le tre opere hanno in comune il fatto di avere una famosa opera letteraria alle spalle: in tutti e tre i casi la scrittura che li precede ci conduce al nocciolo duro, al cuore del discorso cinematografico.
Lo schermo che pensa. Cinema, scrittura e formazione
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| Titolo | Lo schermo che pensa. Cinema, scrittura e formazione |
| Autore | G. Piero Consoli |
| Collana | Le Lettere università, 48 |
| Editore | Le Lettere |
| Formato |
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| Pagine | 120 |
| Pubblicazione | 01/2009 |
| ISBN | 9788860872425 |
Promozione valida fino al 12/02/2027

