"Spiegatemi perché credere in Dio sarebbe ridicolo, mentre non lo sarebbe credere nell'umanità; credere nel regno dei cieli sarebbe stupido, mentre sarebbe intelligente credere nelle utopie terrene" (Aleksandr Herzen). Il comunismo fu una fede tesa a costruire un mondo più giusto, per assicurare la felicità a tutta l'umanità. Il secolo dei Lumi aveva affermato che l'uomo è buono per natura ed è la società che lo corrompe. Di qui la necessità di rimuovere tutto ciò che opprime l'uomo per realizzare il comunismo, "il momento reale dell'emancipazione e della riconquista dell'Uomo" (Marx). Messi alla prova, gli uomini continuarono ad essere imperfetti e inadeguati rispetto alle esigenze di perfezione della ragione e della dottrina. La fede nella capacità dell'uomo di realizzare "il paradiso in terra" si risolse storicamente in un vero e proprio inferno: invece del "sole dell'avvenire" "buio a mezzogiorno". La storia del comunismo invita a riflettere sull'uomo, sui meccanismi della violenza che spesso lo dominano e sul suo inestinguibile desiderio di compimento, che chiede una ragione liberata dalle secche del razionalismo, disposta ad aprirsi alla vastità del reale.
La fede nel comunismo. La tragica utopia di un uomo nuovo senza Dio
sconto
5%
| Titolo | La fede nel comunismo. La tragica utopia di un uomo nuovo senza Dio |
| Autore | Gilberto Zappitello |
| Collana | Saggi, 1 |
| Editore | Itaca (Castel Bolognese) |
| Formato |
|
| Pagine | 400 |
| Pubblicazione | 08/2013 |
| ISBN | 9788852603723 |
Promozione valida fino al 12/02/2027

