Chi pensa alle ville venete pensa inevitabilmente a Palladio. Il territorio veneto, però, fu apprezzato per la sua salubrità sin dai tempi antichi e per questo lodato da Marziale e Vitruvio. Oltre mille anni dopo fu Petrarca a riscoprire la quiete della campagna della sua Arquà. Nei successivi due secoli l'utilizzo della campagna fu vissuto come delicato problema strategico negli equilibri tra terraferma e laguna in un'ottica e come sfida per la valorizzazione del capitale agricolo del Veneto. In Veneto, difatti, si impone la villa "alla romana", con finalità non solo residenziale, ma anche funzionale e produttiva e Palladio, con la sua opera, riuscì più di ogni altro architetto a riproporre l'antico modello fondendo con maestria la parte padronale con gli annessi rustici e l'uso delle forme templari con l'impiego di materiali di edilizia comune. Le intuizioni di Palladio, storico e teorico dell'architettura si fondono così con l'esame delle sue più belle creazione, per poi trapassare in una breve rassegna dell'opera del suo allievo Vincenzo Scamozzi e della diffusione del palladianesimo al di fuori dei confini nazionali ed europei.
Ville della Serenissima. Il declino del dominio da mar e la valorizzazione della terraferma
Titolo | Ville della Serenissima. Il declino del dominio da mar e la valorizzazione della terraferma |
Autore | Giorgio Ortolani |
Collana | I luoghi della nobiltà |
Editore | Ist. Poligrafico dello Stato |
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Pagine | 208 |
Pubblicazione | 01/2008 |
ISBN | 9788824011488 |