Susil Edizioni: Racconti e ricordi

Quest’opera racconta una storia di dolore, paura e rinascita, attraversando matrimoni soffocanti, amori tossici e l’isolamento di chi non viene compreso. In queste pagine troverai la forza di riconoscere la dipendenza affettiva per quella che è: una vera e propria malattia dell’anima, che consuma lentamente chi la vive. Ma soprattutto, scoprirai che si può uscire da questo circolo vizioso. Con consapevolezza, coraggio e amore per sé stessi, ogni persona può imparare a mettere dei limiti sani, a volersi bene davvero e a costruire relazioni basate sul rispetto. Questo libro è una mano tesa a chi lotta ogni giorno per liberarsi dalla prigione invisibile dell’amore malato. Una voce sincera e confortante che dice: non sei sola/o, si può guarire, e io sono qui per dimostrartelo.

In quest'opera, l'autrice apre con lucidità e sensibilità le porte di una clinica psichiatrica, trasformando un'esperienza di dolore e reclusione in un racconto di consapevolezza e rinascita. Affetta da disturbo borderline di personalità, la protagonista affronta il ricovero come un ultimo tentativo di salvezza. Tra corridoi silenziosi, sguardi vuoti e rituali quotidiani che scandiscono il tempo sospeso della cura, si snoda un percorso di confronto con sé stessa, con la malattia e con una società che troppo spesso riduce il disagio mentale a stigma. Attraverso una scrittura intima ma precisa, il libro cattura la tensione costante tra distruzione e desiderio di vivere, restituendo una testimonianza autentica e universale. "Dentro la 314" è un viaggio nell'inferno dell'ordinario, dove la sofferenza mentale diventa anche un atto di coraggio: quello di guardarsi dentro, accettarsi e ricominciare. Più che una cronaca, è una confessione lucida e necessaria, un grido e insieme una carezza, che illumina la possibilità di trovare bellezza anche nel dolore più profondo.

Ci sono incontri che cambiano tutto. Due donne si conoscono durante un percorso di formazione in psicoterapia e, senza saperlo, intrecciano i fili di un legame destinato a durare oltre ogni confine. Quando la vita di una di loro viene travolta da una perdita incolmabile, l’altra resta: presenza silenziosa, rifugio e specchio di una forza che nasce dal dolore condiviso. "Intrecci invisibili" è il racconto di un’amicizia capace di attraversare il lutto e di trasformare la fragilità in rinascita. Tra maternità ferita, senso di colpa e ricerca di equilibrio, si fa strada una riflessione profonda sull’identità femminile, sulla cura e sulla resilienza. L’adozione diventa simbolo di nuova vita e possibilità d’amore. Un romanzo intenso e toccante che celebra la potenza dell’ascolto e la forza delle relazioni autentiche.

È una storia di amore, di gioia e di sofferenza, che assomiglia alle tante altre storie d’amore battagliere, non scontate, piene di difficoltà, colme di fragilità e di meraviglia. La narrazione veloce e vivace rispecchia i fatti come si sono svolti nella realtà, sempre sul limite tra le estremità: amore e distacco, passione e avversione, coinvolgimento e ostilità. Anna si sente intrappolata in una sorta di dipendenza affettiva che condiziona gran parte della sua esistenza e la influenza nelle scelte. Difficile stabilire se verso Nicola nutre un sentimento di puro amore o se si tratta di desiderio di colmare un vuoto affettivo o di compensare uno stato di solitudine. Nel percorso turbolento che intraprendono insieme, i due protagonisti non condividono lo stesso obiettivo, manca perciò l’elemento fondamentale affinché la storia abbia un lieto fine. Quando Anna prende coscienza di essere perdente e di non avere più le forze per continuare quella battaglia, avverte la necessità di abbandonare il vortice di emozioni contrastanti che la risucchiano e, suo malgrado, si arrende, anche per evitare che il danno psicologico e fisico diventi irreparabile.

Fin da ragazzino ho sempre cullato un sogno, quello di diventare una persona libera e indipendente, artefice del proprio futuro. Credevo talmente tanto in questo sogno, per la paura di non poterlo realizzare, ho persino rifiutato un diploma, che la scuola mi stava mettendo tra le mani. Quel sogno di non aver padroni che mi impartissero ordini è diventato realtà a soli 22 anni, quando ero riuscito a trasformare quel diploma rifiutato, nella laurea in cui credevo, quella di diventare "Il padrone di me stesso". Una vita meravigliosa è quella che ho vissuto, partendo dai primi ricordi fino ai giorni nostri, passando tra le varie fasi della vita. Il libro è la chiave del perché la mia vita è stata stupenda e i racconti non sono il frutto dell’immaginazione, ma pura realtà, spesso divertenti che ho vissuto direttamente.

In questo libro, che è quasi una sorta di diario personale del protagonista Pietro, si narra il "modus vivendi" dei giovani dagli anni 80 ad oggi. Pietro, lavora in un villaggio turistico situato al sud della Sardegna, è un giovane degli anni 80, gli anni della moda dei Paninari, giovani che vestivano griffati dalla testa ai piedi, portatori di apparenza e alto consumismo. Come ogni sodalizio che si rispetti, avevano i loro antagonisti, i Metallari, giovani uniti dalla passione per la musica Heavy Metal che vestivano con giubbotti in pelle meglio conosciuti come “chiodo”, catene e borchie applicate in modo casuale sui pantaloni e su altri indumenti... Pietro andava controcorrente, appassionato di Elvis Presley, della sua musica e del suo look. Fra le righe di questo romanzo, man mano che passano gli anni, Pietro e gli altri personaggi mostrano il mutamento della società scoprendo come la moda, la musica ed il ritmo di vita prendano altre forme.Un libro divertente e riflessivo, pieno di avventure con tematiche sociali come il bullismo, il cyberbullismo ed il mondo della droga fra i giovani. Una lettura adatta ai nostalgici di un tempo ed alle nuove generazioni.

"Squarci di memoria, che sono le sue piccole storie, così luminose e illuminanti, così pregnanti di senso della nostra storia e dell’umano, forse per molti perduto, ma non per lui e grazie a lui ritrovato, ricompongono tutte le facce delle sue poliedriche capacità culturali e artistiche in un unicum di senso, che è quello dell’attenzione partecipe alla storia e alla vita e dell’amore per la sua terra e la sua gente i cui valori sono i valori dell’uomo".

Quest’opera ricostruisce storie individuali che portano alla comprensione più generale dei significati dell’esistenza, delle relazioni personali, della cultura di un periodo storico e degli ambienti che ben lo rappresentano. L'autrice racconta le storie vissute dei protagonisti, orientando il racconto alla descrizione, emotivamente coinvolgente, delle esperienze personali vissute da loro e dei loro contesti nelle relazioni, familiari, amicali e sociali.

È una raccolta di racconti che provengono da un viaggio emotivo attraverso i suoi alti e bassi. Sono la vita stessa, nelle sue molteplici sfaccettature, ogni racconto ne è un pezzo, capace di toccare le corde dell’anima in un’autentica esperienza emotiva.

Ci sono luoghi e persone nella memoria, ognuno con la sua storia da raccontare, ognuno di loro ha vissuto un tempo e un luogo da cui prima ha voluto prendere le distanze per poi accorgersi che il sogno, la magia, stava proprio nelle diversità di una vita che oggi è lontana anni luce, e per quanto luoghi e persone sono ancora gli stessi, l’afflato di quella vita si è perso per sempre, non tornerà più. Queste sono state le sue origini e quelle di tanti altri che leggeranno, o avranno la voglia e la curiosità di rivivere il passato, gli anni '70!

Djo, il protagonista del racconto, è un insegnante guineano, diplomato in scienze sociologiche ed appartiene ad una famiglia di origini contadine. Decide, a causa della situazione politica, di lasciare il suo Paese. Questa è la sua avventura...