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ABE: Dissertazioni & conferme

Vademecum di genealogia, come ricostruire il proprio albero genealogico

Vademecum di genealogia, come ricostruire il proprio albero genealogico

Fabio Paolucci

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 148

Negli ultimi tempi sta diventando una moda sempre più diffusa andare alla ricerca delle proprie origini, delle proprie radici familiari, ed immergersi nel mondo lontano dei propri antenati riscoprendo la loro vita, le loro gesta: è questa una tendenza culturale dettata soprattutto dall'esigenza di riscoprire sé stessi attraverso chi ci ha preceduto, chi ci ha plasmato con la miracolosa combinazione dei propri cromosomi. È questo un bisogno sempre più avvertito in un periodo difficile come il nostro, nel quale la perdita di tanti valori sta prendendo il sopravvento, offuscando le sane tradizioni ed i sacrifici dei nostri Padri. Mentre fino ad oggi le scienze dell'araldica e della genealogia si sono occupate principalmente della storia e le imprese delle grandi famiglie italiane, appartenenti agli alti ranghi della società, alla nobiltà e al notabilato, si tende oramai a ricostruire la storia anche "dal basso", dalle vicende che hanno visto protagonista il popolo, vero unico attore e motore, il più delle volte vittima, degli eventi storici. In linea con questo pensiero, attuale e d'avanguardia, nasce il vademecum per una corretta ricerca genealogica, che sappia fornire a chiunque voglia in maniera autonoma "affacciarsi a questo mondo" le conoscenze giuste per adoperare al meglio gli "strumenti del mestiere", ovvero le fonti da consultare, interrogare e far parlare del nostro passato. Si partirà da esempi pratici, per mostrare i documenti e come procedere in maniera corretta nella ricerca, muovendosi con destrezza tra gli archivi e i diversi tipi di fonti documentarie.
29,00

Orazio Flacco. Problemi testuali nel Libro I dei Carmina

Orazio Flacco. Problemi testuali nel Libro I dei Carmina

Pellegrino Caruso

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2020

pagine: 208

Nella piena convinzione della centralità del testo come primario valore da difendere negli studi filologici, la ricerca ha ripercorso la tradizione diretta e indiretta del testo oraziano, avvalendosi sia sia della tradizione manoscritta, sia dei vari commentari al testo oraziano, da Porfirione a Pseudo–Acrone, dalla recensio Probiana alla recensio Mavortiana, dal Commentator Cruquianus agli Scholia in Horatium codicum Parisinorum Sulla scorta di Shackleton Bayley, la filologia si qualifica come “corruption juggling”, legata a iudicium, sagacitas, peritia divinandi, laborandi pertinacia, manifesta conoscenza interdisciplinare ed intertestuale della classicità, con excursus su varie problematiche testuali, per ricorso sia alle cosiddette discipline fondamentali (grammatica, stilistica, metrica, retorica, poetica e storia della lingua), quanto alle sostanziali (storia della letteratura, storia politica, geografia e topografia, antichità, mitologia e religione), senza trascurare bibliografia (manoscritti, paleografia, testi a stampa) e discipline complementari ( archeologia, epigrafia, numismatica, metrologia, storia della filologia).
20,00

Manuale di genealogia. Come ricostruire il proprio albero genealogico

Manuale di genealogia. Come ricostruire il proprio albero genealogico

Fabio Paolucci

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2022

pagine: 288

Negli ultimi tempi sta diventando un desiderio sempre più diffuso andare alla ricerca delle proprie origini, delle radici familiari, ed immergersi nel mondo lontano dei propri antenati riscoprendo la loro vita, le loro gesta: è questa una tendenza culturale dettata soprattutto dall'esigenza di riscoprire noi stessi attraverso chi ci ha preceduto, chi ci ha plasmato con la miracolosa combinazione dei propri cromosomi. È questo un bisogno sempre più avvertito in un periodo difficile come il nostro, nel quale la perdita di tanti valori sta prendendo il sopravvento, offuscando le sane tradizioni ed i sacrifici dei nostri Padri. Mentre fino ad oggi le scienze della genealogia e dell'araldica si sono occupate principalmente della storia e le imprese delle grandi famiglie italiane, appartenenti agli alti ranghi della società, alla nobiltà e al notabilato, si tende finalmente a ricostruire la storia anche "dal basso", dalle vicende che hanno visto protagonista il popolo, vero unico attore e motore - il più delle volte vittima - degli eventi storici. In linea con questo pensiero, attuale e d'avanguardia, e allo scopo di offrire al lettore una guida pragmatica, è nato in un primo momento il Vademecum di Genealogia, pubblicato nel 2021, ed oggi il Manuale, che sappiano fornire a chiunque voglia in maniera autonoma "affacciarsi a questo mondo" le conoscenze giuste per adoperare al meglio gli "strumenti del mestiere", ovvero le fonti da consultare, interrogare e far parlare del nostro passato. Si partirà da esempi pratici, per mostrare i documenti e come procedere in maniera corretta nella ricerca, muovendosi con destrezza tra i vari archivi e i diversi tipi di fonti archivistiche.
44,00

Rinascenza rurale, le zone interne dal medioevo all'età moderna: rinascita nella evoluzione del mondo contadino nel Sannio Agreste

Enzo Pacca

Libro: Libro rilegato

editore: ABE

anno edizione: 2024

pagine: 128

Un tempo molto, molto lontano, quando il mondo era dominato dalla magia e di notte intorno al fuoco sfavillante danzavano le janare, i boschi erano abitati dagli spiriti e nel silenzio delle tenebre si udivano gli ululati dei lupi mannari, al centro di tutto questo meraviglioso regno della fantasia e dell'incanto vi era il contadino. Il contadino era un uomo dedito al lavoro della terra, un vero custode della natura. Viveva in una piccola casetta rustica, circondata da campi rigogliosi e prati ammantati di fiori colorati. Il suo era amore per la terra e tutto ciò che essa offre era senza limiti, così come la sua saggezza e il suo spirito di osservazione. Ogni giorno, si alzava all'alba e si incamminava verso i campi, pronti ad accogliere i raggi del sole e a donare alla terra tutto il suo amore e i suoi sforzi. Piantava semi, curava le piante, raccoglieva frutti e verdure, sempre rispettando il ritmo della natura e ascoltando i suoi segreti. Ma la sua saggezza andava oltre il semplice lavoro del campo. Era un uomo di grande generosità e gentilezza, che spesso veniva consultato dagli abitanti del villaggio per i suoi consigli preziosi. La sua connessione con la natura gli permetteva di interpretarne i segni, di leggere nei venti e di comprendere i bisogni degli animali che lo circondavano. Il contadino rimane sempre umile e fedele ai suoi principi. Lavora la terra con passione e amore, considera ogni pianta e animale come un dono prezioso da preservare. Nonostante i tempi fossero cambiati e la magia iniziasse a sfumare nel mondo, il contadino rimase un faro di speranza, un ricordo vivente dell'antica connessione tra l'uomo e la natura. E così, anche quando il vento smise di portare il canto delle janare e i lupi mannari si ritirarono nel buio, il contadino continuò a diffondere la sua magia attraverso il suo lavoro e la sua gentilezza.
22,00

Salerno città del papa. L'urbe nello stato della chiesa governata da Lucrezia Borgia e Alfonso d'Aragona sposi

Arturo Bascetta

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2023

pagine: 228

"Osservarlo ed ascoltarlo, già la prima volta, fu un tutt'uno e conseguenza del fatto rivelatorio. Un fluire incandescente di pensieri, sillabe, frasi e parole il manifestarsi del logos; come immaginavo avvenisse sotto i portici dell'Accademia di Atene, tra allievi frenetici e solenni cattedratici maestri. Come avveniva per le frequentazioni nel foro, da parte d'indomabili giureconsulti o di stupefacenti curiosi, arrivando ad rostra, estasiati davanti ad epigoni di un Cicerone o di un Ortensio e anche di Antonio Oratore. Fiammeggiare di perifrasi e splendore di metafore, con metonimie d'anguille viscide, similitudini lunghe come di treni, carichi di alabastri. Il divenire dei metri sui piedi della poesia, mutata in musica da miti viventi di arpe d'avorio o tube celestiali: scrivere per ogni artista della penna d'oca o di computer è un disco verde verso infiniti azzurri, spalancati da occhi viperini. La dolcezza di una chitarra, in mano a Garcia Lorca, un calendario sfogliato da Leopardi. Per Arturo Bascetta è dare ascolto alla voce di dentro, alla tarantola che gli rode le visceri. Un ineludibile comandamento dello spirito. Non so dove gli derivi, ma certamente Arturo ha la scorza dello storico. Presumo ambiziosamente la vocazione l'abbia colto, in qualche stellata pausa serale del suo soggiorno nei campi Flegrei, dove Virgilio è di casa, ma anche Omero è un fantasma di sogni ellenici. A sentire Croce, però, lo storico locale non ha bisogno d'ispirazione, nè di modelli. E'. Come Iddio e come la Musa Clio. Arturo dell'amore per i suoi paesi di montagne innevate o aspre rocce, di monconi e moncherini d'alberi, di capre lanose e di lupi accesi nel buio profondo delle notti ululanti, ne ha fatto una religione. Incanta con le sue argomentazioni, Arturo. Non solo bravo giornalista, testardo nel servire la sua devozione di pennaiolo che butta sudore e stenti per realizzarsi, ma anche storico e scrittore brillante. Non era nato a fare lo storico, vi dirà. Invece, sa di spacciare bugie. Egli è uno storico, da mandare in brodo di giuggiole anche il più asettico lettore, il meno influenzabile editore. Storico locale, urliamolo con Croce. Cioè vero storico. Gli altri ci guarderanno e ci commiseranno? Non lo credo. Perché il grande Frodoto incominciò con i logoi, che recitava, tutto compito e partecipe, ad Atene, finì con il diventare il massimo degli storici, insieme a Tucidide. Quest'ultimo più scrittore o narratore, meno storico/geografo/militare come l'autore delle lunghe battaglie di popoli di Ellade e di Asia, e dell'invasione persiana. Io, qualcosa, vorrei dirla per contrastare Arturo; «che ce lo troviamo dappertutto?» Per quanto riguarda però l'età moderna, ad andare a spulciare registri e documenti, Arturo Bascetta è capace di strabiliare, è veramente un folletto imprendibile."
55,00

Abecedario di Prata e Pratella nella Valle del fiume Lete: storia, genealogia e toponomastica

Arturo Bascetta

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2023

pagine: 260

Finalmente, con gli Angioini, abbiamo le prime certezze su Prata dei Paligni seguita da Prata di Alife. Sulla prima Prata dell'Abruzzo, sappiamo che è piccolissima, come se fosse appena nata, in quanto non possiede abitati. Paga infatti solo 20 tarì ed è nominata insieme a Civitella per un'oncia, a Rampino con 1, San Vito con 1, Celano, Sulmona ed altre. Già solo questo potrebbe dimostrare che la Prata aquilana e tutte le altre cittadelle abruzzesi sono il clone di quelle campane, e che la Prata in Terra di Lavoro, in ogni caso, è già consolidata. Sono quindi le cittadelle della Terra di Lavoro ad aver dato nome a quelle dell'ex Molise e non viceversa, sebbene di difficile affermazione in quanto le due province sono fuse in una sola. Prata [Sannita] esiste eccome, come confermato negli anni immediatamente successivi, rientrando in quella che si intende essere una magistratura di Terra di Lavoro e Comitato del Molise, retta dal magistrato Bonifacio de Giliberto. Viene nominata insieme ad altri luoghi della zona in quanto abitata da 18 famiglie, seguita da Alifie, centro militare dove risiede il giudice, con 29 nuclei, Caiazzo con 21, Villa Curtinum con 40, Limata con 17 ed altre. C'è da aggiungere che, nello stesso documento che assegna a Prata una tassa da 4 once e 15 tarì, essendo abitata da 18 fuochi, Thenum ha 117 nuclei, Gallecium 58, Aylanum 6, Pentema 21, Sextum 4, Mastrale 4 seguita da Marzanello, Presenzano ed altri. Da questo atto è chiara la consistenza abitativa di Teano con 117 nuclei e della stessa Pentema con 21, mentre scarseggiano presenze in Ailano con sole 6 famiglie. Questo per dire la difficoltà che lo studioso incontra nel voler attribuire un minore o maggiore spessore storico ai luoghi. Di certo, in questi anni, Prata è la sede della Baronia Prata di Filippo Villa Cublana, riconosciuta anche ai suoi eredi i cui nuclei familiari cominciano ad aumentare. L'intera Baronia ne conta una ottantina: 20 in Prata, 30 in Capriata, 10 in Tino e 20 in Pratella. Quando Rre Ruggiero conquisterà l'Alifano nascerà infatti la nuova Baronia della Prata, con l'insediamento stabile delle prime 18 famiglie documentate, qui consolidate, fra gli antichi luoghi fra S. Arcangelo e Cupolo, dei cui toponimi si ha ancora memoria nel Catasto Onciario del 1754, oggetto di questo studio, accanto a tutte le vicende dell'alto medioevo che flagellarono l'area fra Teano e Alife.
45,00

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