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ABE: Notai e avvocati del Regno di Napoli

Controversie e crimini nel 1500. I consilia e altre storie napoletane nella Lucania di Roberto Maranta da Venosa
15,00

De bello neapolitano. Traduzione completa dal latino al volgare. Volume Vol. 3

Giovanni Pontano

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2018

pagine: 144

La conquista aragonese di Alfonso d'Aragona descritta dal poeta, storico e saggista coevo, Giovanni Joviano Pontano, tradotta per interno e per la prima volta in tre parti a cura del preside Virgilio Iandiorio vede per la prima volta la luce per i tipi di ABE. Questa è la terza parte, cioè il terzo volume, in cui si descrivono le imprese nei paesi del regno di Napoli strappati uno dopo l'altro agli Angioni.
30,00 28,50

De Bello Neapolitano. Traduzione completa dal latino al volgare. Volume Vol. 2

De Bello Neapolitano. Traduzione completa dal latino al volgare. Volume Vol. 2

Giovanni Pontano

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2017

pagine: 112

Dopo 500 anni vede la luce la traduzione completa dal latino all'italiano della conquista di Napoli raccontata dalla viva voce di un cronista e letterato dell'epoca quale fu Giovanni Gioviano Pontano. Un volume in più parti con i toponimi originali trascritto da Virgilio Iandiorio che vi farà scoprire la storia della conquista aragonese, paese per paese.
30,00

Il Monte dei maritaggi nel XIX secolo. Notai e avvocati del regno di Napoli
24,00

Controversie e crimini nel '500: Roberto Maranta da Venosa Consilia e altre storie della Lucania

Controversie e crimini nel '500: Roberto Maranta da Venosa Consilia e altre storie della Lucania

Virgilio Iandiorio

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2017

pagine: 96

1. Il consilium sapientis giudiciale 2. Andriana, la nipote, può ereditare? 3. Il diritto longobardo, come un fiume carsico 4. Il pelo del cavallo 5. Confutazione, quasi filosofica, dei testimoni 6. Adulterio familiare 7. Adulterio con delitto 8. Rosella la testimone 9. Quando si può uccidere l'adultero 10. Come far fuori l'adultero 11. Le colpe del cane ricadono sul suo padrone?
15,00

Riti, magie e favole su Benevento. Alchimie di ladroni e mostri del Seicento nella Valle Beneventana di Eliseo Danza
15,00

Conte Rogerio. Sovrano della Calabria

Virgilio Iandiorio, François Delolme

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2024

pagine: 148

Questo libro è particolare, fin dalle sue prime pagine. Nella prefazione, l'autore del XVII sec., che conosciamo solo con le iniziali L.L.B., si rivolge a un importante personaggio della nobiltà, la Marchesa di Montfort, e le offre il suo romanzo come una sorta di consolazione. Il suo amato marito è appena morto dopo una lunga malattia. All'inizio si possono riconoscere i segni caratteristici del romanzo cavalleresco. Questa colorazione medievale trova il suo punto d'origine nei riferimenti alla storia reale: Rogerio è esistito veramente. Nacque nell'XI secolo in Normandia, aiutò il fratello a prendere possesso della Calabria, conquistò addirittura tutta la Sicilia a scapito degli Arabi. La scelta del luogo però non è casuale: è di grande importanza. La Calabria non è ovunque. Evoca l'altrove e l'esotismo. Questa regione , infatti, racchiude come in un modellino tutti gli antagonismi del Mediterraneo. Nell'incontro di Rogerio e Marianna la futura sua sposa, che è un po' il succo del libro, la questione fondamentale è "chi sono io per te e chi sei tu per me". Quest'opera richiama un certo tipo di racconti edificanti: una principessa non conosce le sue origini, vive in un convento, incontra un principe, riacquista il suo vero status. Più tardi, suo marito viene fatto prigioniero. Attraversa molteplici peripezie per trovarlo e salvarlo. Un racconto appassionante su un tema: il ruolo svolto dalla donna, la sua capacità di far sentire la sua presenza in una società, che oggi si definirebbe tout court patriarcale.
35,00

Diritto & delitti nel Cinquecento: scene del crimine fra Puglia, Basilicata e Principati del Regno di Napoli tradotti per la prima volta dal latino di Roberto Maranta nella terza parte a Palazzo San Gervasio, Pietragalla e Venosa

Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2023

pagine: 86

Roberto Maranta nacque a Venosa (PZ) nel 1476, e in questa città lucana morì quasi certamente poco dopo il 1534. Giurisperito molto apprezzato dai contemporanei non solo della sua terra, Roberto Maranta era chiamato dalle varie corti (tribunali) delle città del Regno di Napoli a dare il suo autorevole parere su controversie giudiziarie che erano insorte tra i privati cittadini. Attraverso i suoi 148 pareri quasi vincolanti, raccolti nel libro Consilia sive responsa, edizione postuma del 1591, si può ripercorrere la storia quotidiana della sua città, e di altre del Regno, nella prima metà del XVI secolo. Vita quotidiana fatta di relazioni tra i cittadini, fra le famiglie, e il loro rapporto con le istituzioni locali. Le controversie giudiziarie, con il loro carico di delusioni, ire e talvolta di vendette, ci forniscono elementi sicuri per ricostruire i rapporti sociali nelle comunità del Mezzogiorno di mezzo millennio fa.
15,00

Detti e fatti di Napoli aragonese. Dictis et factis. Re Alfonso raccontato dal Panormita. Volume Vol. 2-3

Antonio Beccadelli, Virgilio Iandiorio

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2022

pagine: 144

Antonio Beccadelli detto il Panormita (1394-1471) dal nome della sua città natale, Palermo, fu poeta, segretario, biografo, ambasciatore di Alfonso V d'Aragona, e fondatore a Napoli della prima Accademia umanistica, meglio conosciuta come Pontaniana, da Giovanni Pontano che successivamente la diresse. Nel 1455 il Panormita compose il De dictis et factis Alphonsi regis, ove, in quattro libri raccolse a modo di aforismi episodi della vita del Sovrano Aragonese, in cui risaltavano le sue qualità politiche e morali. Per uno di quegli strani casi, ma non rari nel campo delle lettere, quello che era un libro senza ambizioni storiografiche, è finito col fornire elementi storici agli autori successivi. Ad esempio, l'episodio del soldato salvato dall'annegamento nel Volturno , narrato dal Panormita (lib. III n. 43) viene riportato da scrittori successivi, ma come se ne avesse parlato per la prima volta Giovanni Vincenzo Ciarlanti (1600-1653). In questo secondo volume sono contenuti i libri secondo e terzo del De Dictis et factis. Il terzo libro termina con due detti di Alfonso, che sia per la lunghezza sia per la disposizione alla fine di esso, assumono un valore particolare. Il penultimo, sono suggerimenti militari e politici al figlio Ferdinando che sta partendo per la spedizione contro Firenze. L'inimicizia con Cosimo de' Medici fu una costante della politica italiana di Alfonso. Il Panormita conosceva molto bene i rapporti difficili del suo Re con Firenze, presso la cui Signoria era stato mandato in ambasceria nel 1436, senza risultato. L'ultimo, invece, è una riflessione sulla morte che il sovrano avrebbe fatto quando si recò in visita ad un adolescente di Sorrento che era gravemente ammalato e in fin di vita. Il Panormita esprime le sue considerazioni sulla vita, che è un dono di Dio, e sulla morte, che non è da considerare con timore, ma con gioia perché è un ritorno al luogo di elezione, cioè in Dio. Le parole che il nostro fa dire al suo Sovrano sono frutto di attente letture degli autori. Come, ad esempio, il "dissolvi cupiunt" riprende Agostino (Tractatus in Evangelium Johannis, 57, 2) che a sua volta risale alla Prima Lettera ai Filippesi di San Paolo. Oppure "praesidium vitae" che ricorre in Paolino di Pella, (Eucharistikon, v. 299,358,526) detto il Penitente, nato a Pella in Macedonia alla fine del IV sec. d. C. e morto longevo in quello successivo. Se vi commuovete alla lettura di questo brano, non consideratelo un fatto eccezionale, ma date al suo autore il giusto riconoscimento di grande letterato e di grande pensatore. V.I.
35,00

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