Armando Editore: Narrare

Caterina è una donna segnata da un’infanzia difficile. Spesso è sopraffatta da emozioni devastanti, al punto da perdere la coesione con la realtà. La sofferenza è tale da indurla a prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta, il dott. Cami. Inizia così un viaggio intenso e introspettivo alla ricerca della propria verità, tra ricordi rimossi ed emozioni potenti. Attraverso l’analisi personale Caterina recupera il proprio Sé incontrando il dolore, i traumi infantili, i ruoli, la famiglia, la morale, la condizione di donna. Scopre che l’amore è imperfetto come lo sono gli umani e perdonarsi è solo l’ultimo tratto del cammino. La bellezza della natura, l’importanza dei piccoli gesti quotidiani, l’intimità con le persone che ama tornano ad arricchire la sua vita. È anche la storia di una psicoterapia, di una relazione umana e professionale che trasforma e poi, come tutto, è destinata a finire. Caterina dovrà dire addio al suo analista come un lutto che si può elaborare e che la renderà una donna libera.

Tormentato da una paura irrazionale legata a un errore dell'infanzia, l'avvocato Gregorio Basili torna nel suo paese siciliano in cerca di risposte. Lì incontra una serie di personaggi singolari che lo spingono a confrontarsi con se stesso e a riscoprire valori perduti, tra cui un amore inatteso. Il viaggio diventa un percorso di crescita interiore, mettendolo di fronte alla tentazione di abbandonare tutto per restare in un "paradiso" ritrovato. Un racconto sulla ricerca di sé e sul destino, con un linguaggio essenziale e sfumature dialettali.

L’Italia sta uscendo faticosamente dalla guerra. È un paese in trasformazione, stretto tra macerie morali e voglia di rinascere. Marlene, una giovane ragazza di provincia, cerca per sé un futuro diverso da quello che la società vorrebbe imporle. L’incontro con un militare di una base americana apre una frattura tra passato e futuro. Un ritratto asciutto di un'Italia che cambia.

Gioia, la protagonista, è una pittrice e storica dell’arte che sta attraversando un momento di profonda crisi professionale nella Milano dei navigli. Per superarla intraprende un viaggio all’interno di se stessa e nelle principali città d’arte italiane. La narrazione si svolge su diversi piani: azioni, pensieri, ricordi, sogni, intuizioni e dialoghi interiori convivono in un flusso di coscienza che comprende presente, passato e futuro.

“Nella mia ignoranza di adolescente che vive, senza intralci d’alcun tipo, non avevo ancora fatto esperienza di un luogo che ti ama in quanto malato”. Daniele, a soli quattordici anni, vede con i suoi occhi una “transizione tra due vite”, uno stravolgimento causato da un tumore cerebrale. La lunga degenza all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, in cui si interfaccia con la parte buona dell’animo umano, lo tiene lontano dal mondo reale, osservabile solo attraverso i ricordi e una finestra. Daniele, nel raccontarsi, dialoga con il sé del passato, e si domanda se proprio quel ragazzino ingenuo, condannato a chiudere gli occhi il 10 settembre 2018 per un intervento decisivo, esista ancora, da qualche parte, nei meandri del proprio cuore. Un romanzo di formazione, doloroso e reale, narrato da chi, di fronte alla malattia in giovane età, ha voluto vedere la luce.

Questo “romanzo interiore” racconta il ritorno di Vitamia, una trans cinquantenne, nel suo paesino d’origine per il funerale del padre. Questo viaggio la porta a riscoprire il suo passato e a confrontarsi con la sua famiglia e gli amici, rivelando legami profondi e una nuova consapevolezza di sé. Attraverso incontri significativi, in particolare con la madre e la sorella, Vitamia affronta le sue fragilità e il desiderio di appartenenza, trasformando il dolore in una risorsa. La moda diventa il suo veicolo di espressione e identità, mentre la musica e l’amicizia la sostengono nel suo percorso di rinascita. In questo viaggio, Vitamia impara a volersi bene e a dare voce alla sua vera essenza.

La biografia o, per meglio dire, autobiografia, non è altro che un pretesto che l’autore utilizza per parlare d’altro. La usa come filo conduttore per trattare una serie di argomenti e temi sui quali esprime la sua opinione e il suo punto di vista. È chiaro che è un’ottica tutta sua, con la quale si può essere d’accordo o meno. Ma la narrazione non risulta mai banale.

Un tuffo in piscina e la giovane Soana cade in coma per tre mesi. Eppure, nel corso di questo tempo sospeso sprofonda in una dimensione ai confini tra la sua morte e la realizzazione dei propri sogni. Concepito dalla sua “coscienza nascosta”, il viaggio interiore è ambientato a Trastevere nel cuore di Roma e tra le terre d’Africa. alla fine, Soana riemergerà dal coma, e accanto a sé compariranno tutti i personaggi che avevano animato le sue 90 visioni.

"La vita appesa a un filo" è una raccolta di brani in cui il pensiero dei personaggi è protagonista del loro difficile rapporto con la società in cui, come possono, tentano di vivere. Molti dei racconti qui presenti toccano argomenti difficili ma attuali della realtà che stiamo vivendo, come il suicidio o l’eutanasia.

Nella borgata romana di Ginestrina del 1956, Francesca affronta la vita con coraggio e passione. Orfana dall’infanzia, vive con la nonna Linda e si divide tra amicizie sincere, amori travagliati e sogni mai sopiti. Il suo petto custodisce un mistero: un volto di donna impresso dalla nascita, simbolo di un’identità profonda e nascosta. Tra sensualità, introspezione e desiderio di libertà, Francesca cerca sé stessa e il vero amore. La sua storia intreccia femminilità, forza e poesia. Un romanzo che racconta la vita mescolando poesia, percezione del sublime, sentimenti, e vita verace di borgata. Una scrittura fluida, perfetta, centripeta e palpitante ci narra di Francesca.

"Limbo. Un diario psicologico" è la storia di una giovane donna curiosa, caparbia, sognatrice, ironica, coraggiosa e socialmente irriverente e disadattata. Tra teorie psicologiche, aneddoti comici e riflessioni filosofiche, Azzurra, studentessa di psicologia con la sindrome del salvatore, subirà una crescita psichica che trasformerà la sua misantropia e la sua ineluttabile tendenza a psicanalizzare il prossimo nella scoperta che, tutto ciò che si può fare per salvare il mondo, è salvare sé stessi. La storia, narrata in prima persona come in un diario che vuole vestire i panni di una psicanalisi clinica, racconta prima in toni leggeri e divertenti, poi con sfumature più gravi e profonde, una vita ordinaria che diventa eccezionale grazie agli inusuali occhi che la guardano. Il testo si propone in prima istanza di infondere l'importanza della consapevolezza psicoemotiva per la salute mentale propria e degli altri, la quale continua ad involversi man mano che l'umanità evolve, approfondendo temi di un certo peso come i lutti reali e "immaginari". In secundis, l'opera anela l'esaltazione della bellezza della cultura in tutte le sue forme: letteraria, musicale, psicologica, cinematografica, spirituale, filosofica e artistica, guidato dalla ferrea convinzione che stiamo vivendo un'era caratterizzata da una triste perdita intellettuale e morale, a favore di una società consumistica e superficiale nella quale hanno vinto le vuote maschere degli influencer e il limitante politically correct.

"Il coraggio di una donna" è un’introspezione dal punto di vista femminile e racconta la storia di Lidia, una donna che, negli anni Cinquanta, affronta le sfide e le critiche di una società tradizionalista con una determinazione incrollabile. Ambientato in un’epoca in cui le aspettative sociali riguardo alla famiglia erano rigidamente stereotipate, il romanzo offre uno sguardo profondo e intimo nella vita di una madre single che combatte contro i pregiudizi e le avversità per crescere sua figlia da sola. Il romanzo celebra non solo la forza della maternità, ma anche il potere trasformativo dell’amore e della solidarietà, ricordando a ciascuno di noi che, quando siamo guidati dalla determinazione e dall’affetto, nulla è impossibile.