Arcana
Post-prog moderno. L'alba di una nuova era
Massimo Salari
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 272
La musica rappresenta da sempre la società in cui viviamo al momento, ma c’è un genere in particolare che non si piega alle mode: il Progressive Rock. Artisti pionieri vanno alla ricerca di nuove sonorità e soluzioni tanto da divenire nei decenni veri e propri punti di riferimento per la musica del futuro. Il Progressive Rock con il tempo si distanzia fisiologicamente da se stesso e necessita quindi di una nuova collocazione. Gli anni Sessanta e Settanta sono stati fondamentali, ma la tecnologia evolve, e così inevitabilmente la nostra vita. Questo viaggio fra passato, presente e futuro narra di una nuova era e fissa un paletto necessario per non confondere più il significato di Progressive Rock: Post Prog Moderno. Nel libro segue uno sguardo ai pionieri, a chi ha influenzato i tempi moderni e al mondo sperimentale, quello che osa e muta l’evoluzione del Rock. Prefazione di Fabio Zuffanti.
Quando il rock si chiamava pop... E ci scambiavamo i dischi per strada
Franco G. Bolsi, Roberto Ceresini, Roberto Sirocchi, El Grifo, Alberto Maria Sirocchi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 210
Un gruppo di amici, un nucleo di appassionati di musica anni Sessanta e Settanta che, pur facendo parte della stessa generazione, hanno sviluppato idee e sensazioni diverse nel campo musicale che hanno portato a discussioni e dibattiti molto animati e sentiti. Questa è la genesi di Quando il rock si chiamava pop, un libro composto da una serie di articoli, riflessioni, idee, anche ironiche, su un periodo storico che ha accompagnato la crescita musicale, ma non solo, degli autori, “ex giovani” per i quali gli anni Settanta sono stati formativi. La sfida che si sono posti è quella di provare a mettere per iscritto le storie che per anni si sono raccontati oralmente, e che non volevano disperdere, per trasmetterle magari alle nuove generazioni. Nessuno degli autori ha velleità giornalistiche; l’intento è solo di ricordare che hanno vissuto dal di dentro quell’epoca irripetibile e quindi di raccogliere il tempo e fissarlo sulla carta. Il tutto era cominciato per gioco e per scherzo, senza un’idea precisa, ma nel tempo il libro ha preso forma e sostanza fino ad arrivare ad avere un senso compiuto: fissare la memoria e tramandarla ai posteri.
Rock keyboard (r)evolution. Breve storia del tastierismo rock, della sua evoluzione e dei suoi protagonisti in Italia e all’estero
Gabriele Marangoni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 176
Il 29 agosto del 1970, Emerson Lake & Palmer si presentano sul palco del festival dell’Isola di Wight per la loro seconda esibizione pubblica. Per Keith Emerson è l’occasione perfetta per sfoggiare il suo nuovo sintetizzatore modulare prodotto da Bob Moog, reso celebre da Walter Carlos ma mai visto dal vivo in un contesto rock. È ingombrante, pesante, difficile da usare e spesso stonato, ma il tastierista vince la scommessa, conquistando i numerosi presenti accorsi a vedere il trio con una prestazione incendiaria. È l’apice di un percorso iniziato con Jerry Lee Lewis e proseguito nei decenni successivi con tanti altri artisti – da Gary Numan a Jordan Rudess, ma non solo – che vede i tastieristi tornare protagonisti della scena a discapito dei più blasonati colleghi chitarristi. Se ne accorgono anche i produttori di strumenti musicali elettronici, che da quel giorno d’estate del 1970 inonderanno il mercato di tastiere sempre più appariscenti e futuristiche, sviluppate molte volte con il supporto fondamentale dei musicisti stessi. “Rock Keyboard (R)evolution” è una breve storia di questi artisti leggendari e di questi strumenti, dalle origini a oggi, con un occhio di riguardo per la scena italiana, mai sufficientemente valorizzata. Prefazione di Donato Zoppo.
La chitarra. La storia, le curiosità e gli artisti che l'hanno resa immortale
Adriano Gasperetti
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 112
I mLa chitarra, lo strumento per eccellenza, quello più amato, diffuso e ricercato, che sia per una band o davanti a un falò. Dalle origini – una prima versione di questo strumento si fa risalire a oltre tremilacinquecento anni fa, ritrovata in una tomba egizia – fino ai giorni nostri – pure non troppo recenti, visto che il momento decisivo per il suo sviluppo è datato anni Quaranta, grazie al lavoro strepitoso del liutaio Leo Fender – la chitarra, acustica, elettrica, semiacustica, è stata compagna d’avventura di artisti tra i più diversi tra loro, come lo sono i generi che hanno suonato. Dentro c’è di tutto, c’è la leggenda, il mito, la novità, la tecnica, la passione. La leggenda per esempio di Robert Johnson, il chitarrista che ha venduto l’anima al diavolo, anche se Tammy Johnson l’avrebbe fatto prima di lui. Artista straordinario e innovativo è stato Django Reinhardt, il chitarrista dalle dita atrofizzate, particolare che contribuì allo sviluppo della sua particolarissima tecnica. E, più avanti nel tempo, la chitarra mancina di Jimi Hendrix e quella di Eric “Slowhand” Clapton, la genialità fermata solo da un elicottero di Stevie Ray Vaughan, B.B. King e la sua Lucille, il quinto Pink Floyd David Gilmour, la chitarra costruita in casa da Brian May... La storia della chitarra si intreccia inevitabilmente con la storia dei chitarristi per un appassionante viaggio nel passato.
Ali e nomi. Flavio Giurato si racconta
Giuseppe Catani
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 144
Flavio Giurato si racconta. Racconta la genesi delle sue canzoni, dei suoi testi, le disavventure discografiche, l’orgogliosa fuga dalle major, il rifugio in una dimensione artigianale, dalla quale è nata una – altrettanto orgogliosa – seconda vita artistica. Sette album incisi tra il 1978 e il 2020, un altro paio, anzi, tre, in arrivo, a testimoniare una vena che non si è mai esaurita, nonostante le tante pause prese tra un lavoro e l’altro. Oltre otto ore di dialogo serrato, un dialogo vivo, divertito e divertente: Flavio Giurato non si è risparmiato, fornendo a questo libro-intervista spunti, aneddoti, opinioni, racconti, tra passato, presente e futuro. All’interno di queste pagine si inserisce l’intero, e affollato, universo giuratiano: Roma, Londra, l’anima del busker che entra in contatto con la discografia ufficiale, i personaggi da leggenda, Mr. Fantasy e Carlo Massarini, Orbetello, il successo di massa che non arriva. Ma che non impedisce a Giurato di trasformarsi in un cantautore di culto, amatissimo da una ristretta ma combattiva schiera di fan. Non solo domande e risposte: in appendice a questo volume ecco Entryleaks, un testo curato dallo stesso Giurato con la collaborazione del poeta Guido Celli, nient’altro che la declinazione di una discografia visionaria, con forte tinte psichedeliche. La discografia dei sogni giuratiani.
Freewheelin' in Rome. La vera storia della prima volta di Bob Dylan in Italia
Francesco Donadio
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 160
Bob Dylan in Italia ha suonato spesso e volentieri a partire dal 1984, quando al termine della stagione delle contestazioni e delle molotov ai concerti scese nell’Arena di Verona per due date. All’epoca, però, i “dylanologi” fecero notare che quella di Verona non doveva essere considerata la sua prima trasferta italiana, bensì la seconda: Dylan, secondo una storia che da tempo circolava negli ambienti del folk (ma di cui qualcuno dubitava) era venuto a Roma all’inizio degli anni Sessanta, una sera si era presentato al Folkstudio e (forse) aveva pure suonato qualche canzone. Qualcuno si diceva certo che era stato anche a Perugia, dove studiava la sua fidanzata dell’epoca Suze Rotolo, per un rendez-vous romantico che era il vero motivo del suo viaggio in Italia. Qual è la realtà e quale invece la leggenda? Questo volume si propone di mettere la parola fine – per sempre – a tutte le speculazioni, servendosi di interviste e ricerche documentali condotte con lo zelo di uno storico. Nel contempo mette in fila anche le circostanze e gli eventi che ispirarono il futuro Nobel durante la realizzazione del suo secondo Lp the freewheelin’ bob dylan: la contrastata vicenda sentimentale con la Rotolo, la crisi dei missili di Cuba e le sue prime trasferte al di fuori degli Usa, prima in Inghilterra e poi in Italia. Senza quei tormenti, quegli incontri e quelle suggestioni the freewheelin’ – con in copertina Bob e Suze abbracciati nel gelo di un inverno newyorkese – sarebbe stato un disco molto diverso. Ugualmente importante probabilmente, ma forse non uno dei massimi capolavori musicali del XX secolo.
Un palco tutto per lei. Storia delle donne che scrivono canzoni
Irene Ghiotto
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 208
Il cantautorato femminile transnazionale ha da sempre dialogato con il clima culturale femminista, contribuendo a portare al grande pubblico la lotta per l’emancipazione femminile. La musica è stata ed è il palcoscenico da cui le artiste esercitano il diritto alla disobbedienza: una donna che scrive è una donna che pensa e una donna che canta, amplifica – a volte distorce, manipola, elabora – il proprio pensiero attraverso la voce. Questo volume si propone di indagare la relazione tra il cantautorato femminile e la storia delle donne, ovvero di compilare una storia delle donne che scrivono canzoni, ricostruendo i passaggi chiave dell’emersione del talento femminile nell’industria discografica italiana, in connessione con le tappe più importanti della conquista della parità di genere. Non semplicemente dunque un resoconto delle circostanze e una lista di nomi, bensì un’illustrazione delle connessioni implicite agli eventi, da cui emerge la condizione di opportunità storica che accomuna l’opera delle cantautrici nella direzione di un sovvertimento dell’immaginario etico ed estetico del femminile. All’interno dell’eterogeneità delle sensibilità musicali dei diversi progetti discografici delle cantautrici italiane è possibile individuare degli atteggiamenti comunicativi comuni e delle affinità tematiche, che sono legate alla condizione della donna nella storia e nell’industria culturale in Italia. Oggi non solo è cambiato ciò che una donna può essere ma anche ciò che può essere donna.
Musica di carta. 50 anni di riviste musicali in Italia
Maurizio Inchingoli
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 336
Sono passati più di cinquant’anni dalla nascita delle prime riviste musicali. In principio erano pubblicazioni legate alla musica leggera e al mondo Beat, ma in poco tempo è il rock nelle sue varie forme a trovare spazio su riviste quali «Ciao 2001», «Gong» e «Muzak». In parallelo, a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta e grazie all’affermazione delle controculture, nascono interessanti fogli di informazione musicale che non passano per le edicole, ma vengono distribuiti tramite canali alternativi che trovano terreno fertile nei primi spazi occupati. Con gli anni Ottanta/Novanta, grazie alla maggiore diffusione delle riviste estere e ai continui viaggi oltreconfine di alcuni giornalisti, si affermano quelle riviste che hanno fatto la storia dell’editoria musicale italiana: «Rockerilla», «Il Mucchio Selvaggio», «Rockstar», «Rumore», tra le tante. Con l’inizio del nuovo secolo arrivano le prime crisi editoriali: «la Repubblica» dopo «Musica!» passa a «XL», prima settimanale cartaceo poi solo online, e si distingue il lavoro dal basso di un magazine quale «Blow Up». Intanto continuano a proliferare giornali autoprodotti e free press. In questo panorama si inserisce Internet, mezzo che condiziona, nel bene e nel male, l’editoria musicale fino a modificarla nel profondo e tenendo a battesimo la nascita di webzine e blog più o meno interessanti nei contenuti. In “Musica di carta” si ripercorrono le vicende editoriali delle testate più rappresentative e si dà spazio alle testimonianze di numerosi giornalisti, messi a confronto col presente, pieno di incognite e di possibilità ancora tutte da scoprire.
Parole & musica. I luoghi della canzone d'autore italiana
Roberto Paravagna
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 208
Spesso sentiamo parlare di “scuole di cantautori”, una definizione popolare, ma a ben vedere non proprio corretta. Meglio allora “scene cantautoriali”, che si differenziano l’una dall’altra per una serie di fattori. E ogni “scena” è inevitabilmente collegata anche ai “luoghi” della canzone d’autore. Nel suddividere l’Italia in aree geografiche e nel tracciare il profilo artistico di singoli personaggi di successo, “Parole & Musica” intende definire quali ispirazioni, quali fonti di riferimento, tradizioni popolari passate ma profondamente radicate, quali temi e suggestioni personali di vita o artistiche, e ancora quali ambienti e sollecitazioni culturali ci siano o ci siano state in passato alla base di una canzone d’autore proveniente da una città o un territorio. A cosa pensano gli autori quando scrivono il loro primo o seguente successo? Quali luoghi li ispirano? Ogni ambientazione geografica significa genti diverse e quelle genti sono state a loro volta influenzate da chi c’era prima e ha lasciato in loro un segno indelebile. Così, scopriamo che a Genova ci sono riferimenti diversi da quelli esistenti a Milano, che Bologna ha radici differenti da quelle di Napoli, e che la canzone che nasce sotto il Vesuvio non è come quella nata sotto l’Etna o intorno all’Isola delle Femmine a Palermo. Una geografia della canzone dove non esistono confini né linee di demarcazione e dove spesso per “locale” si finisce per intendere un’intera regione.
Frank Zappa. Il padrino del rock
Sergio Michelangelo Albonico, Stefano Milioni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 160
Ottobre 1987, Los Angeles, California. Un giovane fotografo italiano viene ingaggiato per documentare le prove e le prime date di “Broadway The Hard Way”, il nuovo tour di Frank Zappa, uno dei personaggi più eccentrici, inventivi e controversi della storia del rock. Per l’occasione Zappa mette su una band di dodici elementi, scelti fra i migliori in circolazione negli Stati Uniti, e concepisce lo spettacolo prevedendo quattro differenti programmi da presentare nelle diverse serate: ogni musicista dovrà imparare alla perfezione circa 300 brani del suo repertorio. Un’impresa titanica, anche per quella che molti non esitarono a definire la migliore band mai avuta dal compositore e musicista italoamericano. I primi concerti confermarono la pertinenza della definizione, ma ben presto quello che sarebbe stato l’ultimo tour di Zappa prima della sua scomparsa nel 1993, si trasformò inaspettatamente in una storia dal sapore quasi shakespeariano, fra incomprensioni e scontri di personalità. “Il Padrino del Rock” racconta il dietro le quinte di quel tour, offrendo un ritratto molto inconsueto di Zappa, del suo modo di lavorare e di essere, della sua lotta per la libertà di espressione e contro le regole imposte dalle major. Sullo sfondo, quasi in controluce, Los Angeles e la Hollywood di quegli anni, con i sogni e le ambizioni, ma anche le cadute, le contraddizioni e le innumerevoli fragilità e altri incontri di ordinaria follia o straordinaria normalità, anch’essi reali, con altri grandi artisti quali Jaco Pastorius, Joe Zawinul, Miles Davis, Russ Meyer, Mark Mothersbaugh.
Nothing is real. Breve storia della musica psichedelica inglese
Claudio Gargano
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 216
“Nothing Is Real” è una storia della musica psichedelica inglese divisa in due parti. La prima segue cronologicamente le fasi salienti che hanno dato vita a una tendenza musicale influenzata da quelle che il poeta Allen Ginsberg chiama Droghe Benevole, in quanto non danno assuefazione (hashish, marijuana ma, soprattutto, Lsd) e si rivelano strumenti di conoscenza dell’Io Profondo o mezzi per accedere to the other side. A partire dal biennio 1966-1967, infatti, la psichedelia inglese, a differenza di quella americana, più politicizzata e legata alla stretta attualità (la dirty war del Vietnam), tende a evadere dal presente per rifugiarsi in un idillico yesterday nel quale convivono la fiaba e il ritorno all’infanzia, l’Età Vittoriana di Sgt. Pepper e il Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. La seconda parte del volume presenta tutti i gruppi e i solisti, che declinano il verbo lisergico secondo varie accezioni: si va da quello indiano dei Beatles a quello cosmico dei Pink Floyd, da quello soft di Donovan a quello hard dei Deviants, da quello pop dei Nirvana a quello folk della Incredible String Band, da quello blues di Arthur Brown a quello californiano di Eric Burdon & The New Animals, da quello proto-prog di Tomorrow, Pretty Things, Twink, Traffic a quello concept di Mark Wirtz e di Billy Nicholls. Prova che la musica psichedelica inglese rifiuta etichette troppo stringenti e, puntando sull’espansione di una mente caleidoscopica ottenuta tramite l’assunzione di sostanze chimiche, fa delle infinite variazioni su un unico tema la sua più autentica cifra stilistica.
Sottopalco. Viaggio nei festival musicali italiani
Luigi Lupo
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2022
pagine: 96
Non solo occasioni per ascoltare musica nuova o grandi classici. I festival sono diventati, con il tempo, a partire dagli anni Duemila e dal boom europeo del Primavera Sound, luoghi di aggregazione, comunità che si riuniscono sotto un palco, progetti dove musica, cultura, arti, intrattenimento e turismo trovano una dimensione unica. In Italia alcuni festival hanno avuto un impatto importante sul territorio che li ospita: Locus Festival, diffuso tra i trulli e la terra rossiccia della Valle d’Itria pugliese, e Ortigia Sound System, un’esperienza che avvolge l’isola a pochi passi da Siracusa, rappresentano entità che coniugano musica e valorizzazione del territorio. Altri progetti, invece, ridisegnano scenari musicali, scrivono nuove traiettorie, interpretano e restituiscono al pubblico le innovazioni del presente: Club to Club, partito come festival di puro clubbing, a spasso tra varie località di Torino, è diventato punto di riferimento internazionale dell’avant-pop, il pop d’avanguardia, definizione che può sembrare ossimorica, ma non lo è, e che al meglio rappresenta gli ibridi tra cantautorato, sperimentazioni ed elettronica. MiAmi a Milano, poi, è portavoce della nuova musica italiana che non conosce confini e barriere di genere. Dai cantautori ai producer fino ai rapper, il festival milanese ha sin dall’inizio saputo interpretare i movimenti della musica made in Italy. Che funziona dalle nostre parti ma che vola anche all’estero. Ferrata Sotto Le Stelle e Beaches Brew rappresentano, invece, coordinate musicali differenti ma sempre attente alle novità e ai cambiamenti che investono la musica, la cultura, la società.