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Artemia Nova Editrice

Parricida per l'onore. Il processo Trifoni 1904
18,00

Storia e storie del calcio dilettantistico abruzzese
18,00

Il gioco del cucù. Le nuove carte di Brescia e Bergamo
20,00

Alfa e Ωmega

Alfa e Ωmega

Marcello Camplese

Libro

editore: Artemia Nova Editrice

anno edizione: 2022

pagine: 296

22,00

Le sorelle sbagliate

Le sorelle sbagliate

Vito Fusaro

Libro

editore: Artemia Nova Editrice

anno edizione: 2022

pagine: 100

12,00

Sabatino Di Loreto. Un fascista teramano a Parigi tra i casi Bonservizi e Matteotti

Sabatino Di Loreto. Un fascista teramano a Parigi tra i casi Bonservizi e Matteotti

Elso Simone Serpentini, Luigi Guerrieri

Libro

editore: Artemia Nova Editrice

anno edizione: 2022

pagine: 320

Lunedì 4 luglio 1927 un uomo cade nella Senna e muore annegato. Il corpo viene portato a riva e non si può fare altro che constatare il decesso. La polizia parigina fa subito sua l’ipotesi dell’incidente. Sabatino Di Loreto, questo il suo nome, un italiano nato a Villa Ripa, in provincia di Teramo il 21 luglio 1893, residente da molto tempo a Parigi, deve essersi sentito male mentre era appoggiato al parapetto del Ponte della Concordia ed è caduto in acqua per un capogiro. O era seduto sopra il parapetto, come dichiara un testimone? E perché avrebbe dovuto sedersi sul parapetto? E, se vi si è solo appoggiato e se davvero ha avuto una vertigine, come mai non è scivolato semplicemente sul selciato, invece di finire nel fiume, scavalcando il parapetto stesso? Ma è stato davvero un incidente? Anche la sua convivente, tale Marie Elie Josephine Luneau, di 36 anni, propende per la tesi dell’incidente, ma dichiara che da qualche tempo Sabatino era diverso, inquieto, come preoccupato per qualche cosa, non era rincasato la notte tra sabato e domenica…
25,00

Strata facènne e l’hìddre pueséje. Testo teramese e italiano. Volume Vol. 2

Strata facènne e l’hìddre pueséje. Testo teramese e italiano. Volume Vol. 2

Luigi Brigiotti

Libro

editore: Artemia Nova Editrice

anno edizione: 2022

pagine: 312

Luigi Brigiotti (1859-1933) è il più grande poeta dialettale teramano e seppe rappresentare l'animo e la cultura della sua gente con versi celebrati in tutta la regione, imponendosi nel panorama letterario abruzzese negli stessi anni in cui il “divino” Gabriele d'Annunzio, con il suo cenacolo, sperimentava la musicalità del vernacolo. La notorietà di Brigiotti, dapprima ristretta alla sola provincia teramana, quando nell'ultimo scorcio dell'Ottocento prese le mosse a partire dall'insegnamento di Fedele Romani, poi fu grandissima in tutta la regione nei primi tre decenni del Novecento, dopo aver preso parte a numerosi incontri di poeti dialettali abruzzesi, che si svolsero in diversi centri, a partire dal Teatro di Palena, nel tentativo di uno scambio di esperienze da cui potesse derivare la ricerca di un dialetto comune regionale, di una “koiné” che potesse riassumere lessicalmente le forme e le movenze filologiche dell'intera area abruzzese. Partecipando alle diverse edizioni della “Maggiolata abruzzese”, anche il teramano Brigiotti vide magistralmente messi in musica alcuni suoi versi, in canzoni assai popolari che assursero anch'esse ad una grande notorietà…
25,00

Tre colpi di rivoltella a Padula. (Il processo Urini - 1893)

Tre colpi di rivoltella a Padula. (Il processo Urini - 1893)

Elso Simone Serpentini

Libro

editore: Artemia Nova Editrice

anno edizione: 2022

pagine: 216

Nella Teramo di fine Ottocento si distinsero per la loro particolare irrequietezza i figli e le figlie di Antonio Ottaviani, che era stato anche sindaco di Basciano e poi, trasferitosi a Teramo, aveva assunto l’impiego di scrivano presso l’Intendenza di Finanza. Lui e sua moglie Elisabetta Cerulli vennero addirittura accusati, processati e condannati per la sfruttamento della prostituzione delle due giovani figlie minorenni, Giovannina e Rosalia. Tre figli maschi erano noti alle autorità di P.S. per la loro vita turbolenta, fatta di piccoli ma numerosi e continui reati: furti, ferimenti e risse. Mentre Bernardo finì recluso nel carcere minorile di Ascoli, Napoleone (il nome era dovuto al fatto che gli Ottaviani erano originari della Corsica) e Antonio si trasferirono a Padula, nel comune di Cortino. Napoleone, accolto come amico in casa di Saverio Urini, venne da costui mortalmente ferito a colpi di rivoltella il 13 gennaio 1893. L’omicida come movente indicò il tradimento della moglie Maria Quaranta. Ma era il vero movente?
18,00

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