EIL Editrice Italia Letteraria

L'autore si è avvicinato alla scrittura solo dopo l'esperienza di un grave lutto, un dramma che lo ha colpito in maniera profonda. Questo romanzo infatti esce dopo un percorso di intima sofferenza per la perdita della figlia diciottenne. Ne è scaturita un'opera sincera, aspra, viva e vivida in tutte le sue parti, ricca e profonda in ogni sua sfaccettatura. La storia narra le vicende di un uomo comune, tra i rimpianti di una vita piatta senza gratificazioni, dove la soddisfazione principale è l'unica figlia avuta dalla sua compagna alla quale è molto legato e sulla quale ha puntato le sue speranze per un futuro migliore. Un giorno la moglie e la figlia hanno un incidente. La moglie muore e anche il tentativo dell'uomo di salvare la vita della figlia donandole un rene, atto di amore infinito per questa sua bambina, si conclude in modo tragico con la sua morte. Questo genitore piomba nella disperazione più profonda che lo porta sull'orlo della follia. La svolta della sua vita avviene quando incontra un amico medico che lavora per delle organizzazioni Onlus al quale si aggrega come personale ausiliario, grazie alle sue conoscenze dei macchinari ospedalieri.

La nave spaziale, che portava a bordo il prezioso carico, sottratto a chi ne avrebbe fatto un pessimo uso, era sotto attacco. Il suo equipaggio era formato da scienziati ribelli provenienti da entrambe le fazioni che si combattevano in una feroce guerra. L'astronave aveva già subito diverse bordate e aveva riportato estesi danni sui ponti superiori e sul lato di dritta. Il comandante sapeva che per sfuggire alla distruzione avrebbe dovuto fare rotta verso un'area dello spazio nella quale, secondo il pensare comune, nessuna persona sana di mente avrebbe mai voluto penetrare. L'atterraggio dell'astronave sfuggita al nemico avvenne su un pianeta ghiacciato, totalmente buio. "E così, questo è il pianeta nel quale dovremo vivere..." mormorò tra sé uno degli scienziati.

Questo libro è molto più che un libro di guerra, è soprattutto una testimonianza di una straordinaria avventura umana, che Giorgio Adamo Muzzati colora dall'inizio alla fine di tutto l'ardore della sua personalità. Al di là degli episodi inediti, il libro si impone per la freschezza del suo umorismo e la nobiltà dei sentimenti che lo ispirano. Quello che fu uno dei più giovani e brillanti sottufficiali della Legione Straniera, si rivela come un grande memorialista: non si potrà più, a partire da oggi, parlare della guerra d'Indocina e della battaglia di Dien Bien Phu senza aver letto Muzzati. Questo è il primo volume di un'autobiografia che continuerà in altre epoche e in altri luoghi.

Immagini di umanità varia, dal giudice al politico, all’emigrante, scorrono accanto a quadri di più notevoli personalità, da Eltsin a Marx, da Mandela a D’Annunzio. Tutto sullo sfondo cangiante dei luoghi e dei tempi, ma alla fine identico della vita, di una lunga maratona. Il pensiero poetico del Di Leno è interamente permeato dalla diffusa convinzione che l’uomo abbia cancellato l’unicità del proprio io e abbandonato il vero sentire per prendere parte ad una corsa che lo ingloba, lo corrompe, lo mette in vendita: “Tutti col nostro numero sul dorso Che è poi il nostro prezzo di mercato E non ci rendiamo conto di aver corso Solo poiché qualcuno ci ha comprato”.