Pluriversum Edizioni

“Route21 – Strada, vita e cromosomi” non è il diario di un viaggio, non è un’opera di sensibilizzazione sociale, non tratta di imprese eroiche. È la storia della Route21, una strada che non è tracciata su nessuna mappa perché passa soltanto attraverso i cuori di quanti hanno deciso di farne parte. È la storia di incontri che ti cambiano la vita. Fin da giovane, Gian Piero gira il mondo a bordo della sua Harley Davidson finché, nel 2015, decide di coniugare la passione per le moto con l’esigenza di dare valore al proprio tempo investendolo per gli altri. È così che nasce la Route21: da un’intuizione, da un sogno condiviso con i numerosi ragazzi Down che attraverso la moto hanno l’occasione di rivendicare a gran voce quella normalità che ogni giorno mostrano a tutti. Durante il viaggio fioriscono incontri, nascono amicizie e nessuno resta uguale perché la Route21 ricorda a tutti che la vita è sempre pronta a sorprenderci e che i sogni si realizzano.

In un futuro non troppo lontano l’ingordigia degli esseri umani ha ridotto il nostro pianeta a un’infinita distesa di acque. In un piccolo arcipelago un pugno di superstiti, gli Unici, è riuscito a riorganizzare la vita in una dignitosa sussistenza, basata sulla cooperazione e sul rispetto per la natura. Finché, un giorno, il cielo non restituisce alla terra una sua figlia smarrita, Manu, sopravvissuta alla fallita missione spaziale Eos. Tra quella gente laboriosa, la ragazza avrà l’opportunità di ripensare alla sua vita passata, alla continua ricerca di qualcosa sempre sfuggente: «Dio benedica chi sbaglia, Manuelita, perché vuol dire che sta lottando per cercare il suo posto nell’Universo!» le ricorda la vecchia Abigail. Nulla accade per caso e, a poco a poco, in lei cominciano a manifestarsi nuove facoltà fisiche e mentali, legate alla connessione con gli Elementi della Natura. È l’inizio di una serie di portentosi avvenimenti. Manu capirà di essere al centro di un nuovo disegno evolutivo, dove uomini e animali, materia e spirito, concorreranno in una lotta contro ostacoli di ogni genere, fuori nel mondo e dentro la sua anima, dall’esito niente affatto scontato.

15 gennaio 2020: una donna pugliese scompare nel nulla. Una lettera misteriosa inviata dal suo presunto rapitore richiama uno strano ricatto, ma anche il furto di un topazio custodito al Museo Diocesano di Taranto, avvenuto esattamente il 15 gennaio 2015, e il destino di sette figure che dovranno legare la loro “arte” a un loro peccato, nello sfondo mistico di un luogo echeggiante i cerchi danteschi. Inganni e maschere pirandelliane si rincorreranno sullo sfondo di una storia d’amore, vissuta nell’ombra e proiettata in un futuro criptato, da svelare con indovinelli e rebus che solo una mente invisibile potrà dipanare. La corsa contro il tempo proseguirà fino a metà del 2021, sullo sfondo della pandemia mondiale che stravolgerà i piani dei protagonisti. Il riscatto dell’essere umano avrà il suo prezzo e i suoi anagrammi, monito di valori e cristalli.

Una bambina scompare nel mistero, ma nessuno vuole occuparsene. Solo un uomo decide di occuparsene: un venditore di abbonamenti alla Pay Tv. Dopo la risoluzione di un caso di duplice omicidio, ritorna Il Follo e la sua squadra di consulenti per ritrovare la minore. Ma non solo: un acerrimo nemico ritorna, per mettere in discussione la sua posizione lavorativa, mentre procede la sua storia d’amore con la sua ex fidanzata Laura. Colpi di scena, situazioni incredibili e un’aspetta alleata ci accompagneranno in questa nuova indagine.

In questa antologia di voci poetiche diversificate dei membri e discendenti della famiglia Tedde, un filo rosso unisce, tesse, intreccia emozioni ed esprime un sentire ereditato attraverso il DNA che si manifesta in versione di poesia e scrittura di generazione in generazione: Mario Tedde; Maria Teresa Tedde; Maria Antonietta Macciocu (scrittrice e poetessa, in questo libro autrice della prefazione), figlia di Anna Tedde, sorella di Mario e Maria Teresa); Paolo Tedde (figlio di Mario Tedde); Giancarlo Tedde, deceduto (figlio di Tore Tedde, fratello di Mario e Maria Teresa) abbiamo recuperato alcuni suoi scritti di ragazzo; Stefano Simula in arte Kabaddu (figlio di Paola Macciocu, figlia di Anna Tedde).

Albert non era cattivo di suo, era solo un ragazzo troppo volubile che si lasciava trascinare senza remore. Non aveva carattere. Pensava che colpire una persona cui provava antipatia era un modo per fargli capire di non meritare la sua amicizia, che non era niente e che lui era al di sopra di ogni cosa. Non sapeva o non voleva accettare che era lui a non meritare l’amicizia di una ragazzina pura e sincera. La gelosia di vedere in lei quello che lui non riusciva a essere lo incattiviva. Non accettava il fatto che lei era felice con poco, mentre lui, con tanto, non sapeva nemmeno regalarsi un sorriso.

Ferrara 31 dicembre 1842: da Antonio Boldini, pittore, e Benvenuta Caleffi, nasce Giovanni Boldini, un bambino con un destino già segnato. Cresce nella città estense seguendo le orme del padre che gli trasmette i primi insegnamenti e i segreti del mondo della pittura: come creare i colori, come trasferirli sulla tela, pulire i pennelli, preparare la tela… Ma col tempo questo non gli basta più. A ventidue anni parte per un periodo di studio a Firenze, è il 1864, ove già da un decennio i Macchiaioli Toscani, giovani progressisti, si propongono di cambiare le regole dell’arte. Boldini, dall’animo inquieto, assetato di conoscenza, si unisce a loro, ma ben presto inizia a viaggiare: da Londra approda a Parigi, una città mondana, frenetica, ove si muovono i primi impressionisti che colpiscono molto il giovane Boldini, che acquista un atelier in Place Pigalle e vi si trasferisce con Berthe, prima modella e in seguito sua amante. Il romanzo ci porta dentro la vita privata dell’artista, ci fa assaporare i fasti della Belle Époque e quella Joie de vivre poi spazzata via dalla Prima Guerra Mondiale.

Una reclusione che genera e nutre una disperata follia. Racconti avvolgenti, nebbiosi, sospesi in una dimensione assolutamente onirica. Parole crude e delicatissime che conducono il lettore in un allucinante percorso attraverso la vita, la morte, l'amore, come in una delirante poesia. Parole come note suonate per soddisfare un Dio ambiguo, fino all'ultimo rantolato respiro.

Agata e Teodoro si conoscono casualmente nel web, attratti dalla possibilità di trovare, in uno spazio indefinito, una voce vibrante tra i rumori di fondo, come un suono riconoscibile attraverso distanze siderali. Nonostante si ritrovino a conversare nei ritagli di tempo, quando il lavoro o gli impegni familiari lo consentono, il loro incontro fortuito si trasforma presto in un rapporto umano intimo e sentito, che permette loro di aprirsi e di raccontarsi. L’affinità spirituale ed emotiva li porta a interrogarsi sulla complessità dell’esistere, del conoscersi, del rappresentarsi e dello scoprirsi nell’altro, con la consapevolezza che – in un mondo pieno di contraddizioni – la capacità di relazionarsi, sotto tutti i punti di vista, resta l’unica forza che permette davvero di vivere.

"Appunti sparsi ed eventuali" è una raccolta di pensieri apparentemente disordinati, catturati nel momento stesso in cui ti passano per la testa, un po’ autobiografici e un po’ di fantasia, un po’ di getto e un po’ ripresi e riveduti nel tempo. Generi e contenuti diversi fra loro, ma con un denominatore comune che è “una questione di qualità”, parafrasando Zamboni e i CCCP. Parole, frasi, riflessioni, racconti e istantanee che si mescolano in un ipotetico brodo a cottura lenta per un sapore deciso e saporito, che si contrappone al fast-mood della vita intorno che ci divora e ci logora. Una visione umana in una prospettiva di Avatar.

Un quotidiano italiano nazionale il 16/02/2016 pubblica la notizia di un orango di nome NAM e del suo cucciolo, salvati dai veterinari nel Borneo. L’idea di scrivere una storia su di loro è nata subito dopo. Prendendo spunto dall’impatto ambientale, che tocca la sensibilità di ognuno, e da situazioni estreme come il rischio estinzione di animali per cause imputabili all’uomo, l’autrice narra le vicende di una famiglia di oranghi in pericolo, attraverso un avventuroso viaggio nella lontana isola del Borneo, e di come sia stata salvata grazie all’organizzazione di un Centro veterinario per la salvaguardia della specie. La storia si conclude con un messaggio di speranza: esistono ancora uomini buoni che hanno a cuore il bene degli animali e della Terra. Età di lettura: da 5 anni.

Nel romanzo "L’eterno ritorno" l’autore si proietta nell’antichità, coinvolto in questa operazione niente meno che da Terenzia, moglie di Cicerone. Accetta con coraggio la sfida, per addentrarsi in un mondo dove la lingua parlata è il latino, la cultura molto diversa e il pericolo di perdere la vita è sempre in agguato, in una trama avvincente, avventurosa e perdutamente romantica. Gli sarà possibile così scoprire le proprie radici, che affondano nel terreno profondo degli studi liceali, che da giovane lo hanno formato.