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Racconti

L'uovo di Barbablù

L'uovo di Barbablù

Margaret Atwood

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 316

Margaret Atwood è ormai universalmente nota per la serie televisiva tratta da Il racconto dell'ancella, ma sono in molti a ritenere che la scrittrice canadese abbia dato il meglio di sé nei racconti. In «L’uovo di Barbablù» la ritroviamo intenta a sgretolare il guscio protettivo che avvolge le vite di coppia delle donne, siano ceramiste con la pessima abitudine di innamorarsi di poeti o solo ragazze troppo semplici per essere al riparo da un marito fedifrago. Una fine che si approssima e di cui si intravedono le crepe nella parete, questo è l’incombente senso di minaccia e l’anticipo di liberazione che si deve provare dentro un uovo, un guscio protettivo e autosufficiente dove ci si prepara alla sopravvivenza in un mondo esterno probabilmente pericoloso. E proprio in quest’uovo pronto a schiudersi sembrano vivere le donne ritratte in questi racconti da Margaret Atwood, ognuna di loro, come nella favola di Barbablù, ha una chiave per entrare in una stanza segreta e ha tutta l’intenzione di usarla. Magari per abbandonarsi a reminiscenze seguendo un flusso che le conduce all’idillio di un’ultima lunga estate al riparo dalla vita adulta, trascorsa nei boschi a sfuggire da un fidanzato noioso oppure in un mare dove l’orizzonte è chiuso da ingombranti mercantili. Le Betty e le Loulou di questo mondo, impegolate come sono in complicatissimi ménage domestici, tentano di tenere tutto assieme rimandando l’inevitabile crollo, che sia con un gruppo di poeti sfaccendati che dipendono dall’unica donna della casa o dentro a una fragile esistenza fatta di colazioni accanto a un marito fedifrago. In questi momenti in cui la fine dei tempi sembra farsi quotidiana, Atwood è ancora capace di sgretolare il rivestimento di cui sono circonfuse le nostre vite per metterne a nudo tic e manie, paure e slanci.
18,00

Come in una tomba

Come in una tomba

James Purdy

Libro

editore: Racconti

anno edizione: 2020

pagine: 128

Fresco di Vietnam, sfregiato in modo orrendo, Garnet Montrose fa ritorno alla sua cittadina d'origine in Virginia e diventa immediatamente un paria. Schifato dai suoi amici per il suo aspetto, ma tutt'altro che scoraggiato, decide di riprendere il corteggiamento della sua antica fiamma dei tempi del liceo, la vedova Rance. L'unico a rimanergli accanto sarà un altro sbandato, un ragazzino bellissimo e sdentato che ha assunto come suo tuttofare, che legge per lui, consegna le sue lettere d'amore, gli lava i piedi come fosse un dio.
13,00

La ragazza nel portabagagli. Prediche e acqua minerale

La ragazza nel portabagagli. Prediche e acqua minerale

John O'Hara

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 118

"Volevo registrare come parlava la gente dell'epoca, come pensava e sentiva, e farlo col massimo dell'onestà e dell'attenzione alle sfumature..." Dovessimo partire da questa esplicita dichiarazione d'intenti non avremmo esitazioni inquadrare "La ragazza nel portabagagli" all'interno di una cornice realista. Proprio come O'Hara, del resto, il protagonista Jim Malloy muove i suoi primi passi da reporter: passa in rassegna i documenti, si attiene ai fatti, intervista persone, riporta notizie. Eppure Manhattan non è Gibbsville, non è la Pennsylvania né la provincia; qui l'aria è viziata dallo smog, dalle illusioni, e da ciò che rimane del sogno americano. Di che realismo si tratta? Più ci guardiamo attorno in questa novella e meno luoghi riusciamo a scorgere. La New York della Depressione e degli speakeasy è lasciata sullo sfondo, tratteggiata su un pannello scenografico, mentre il racconto sembra scaturire direttamente dalla rivoluzione del sonoro. Il giovane Malloy si inventa press agent di una grande azienda cinematografica e i suoi giorni estivi vengono scossi dall'arrivo di una diva in declino a cui dovrà dedicare tutte le sue attenzioni. Chottie Sears chiacchiera, si racconta, spesso è adulatrice, si concede e poi si ritrae. Le parole scambiate con lei hanno l'aria di un'educazione sentimentale — la prima, nella trilogia "Prediche e acqua minerale" — che però solo a tratti, e a fatica, parla d'amore. Se di realismo si tratta, allora, è tutto in questo rapporto verbale, mutevole, al limite del capriccio. Nell'attrazione che diventa autoinganno, nel sesso e nella gelosia, nelle parole che intendono altro. E solo alla fine, con una certa dose di cinico distacco, nel dramma.
13,00

Coriandoli il giorno dei morti

Coriandoli il giorno dei morti

B. Traven

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 211

L'autore di questo libro, la didascalia «B. Traven», altri non è che una congettura. La teoria più accreditata lo ritiene il giornalista e anarchico tedesco Ret Marut, un'altra lo individua nell'attore Otto Feige, ma c'è chi ha sostenuto fosse il suo agente Hal Croves, la sua traduttrice Esperanza López Mateos, il comunista Linn Gale o il fotografo Traven Torsvan. Ciò che si sa è che volle e riuscì a mantenere l'anonimato, che si trasferì in Messico diventando famoso negli Stati Uniti grazie a Humphrey Bogart e alla trasposizione cinematografica del suo "Tesoro della Sierra Madre", e che per i patiti delle biografie aveva inventato una formula: "Se l'uomo non può essere conosciuto attraverso le sue opere, allora o l'uomo non vale niente o non valgono niente le sue opere. Se vogliamo tener fede al suo monito, non ci rimane che far così". Introdotti, curati e illustrati da Vittorio Giacopini, i racconti contenuti in "Coriandoli il giorno dei morti" ci parlano di un occidentale affascinato, immerso e rapito da una cultura spontanea, quella messicana, che è antica e meticcia, assediata e impermeabile all'uomo bianco, deliziosamente volgare, a tratti terribilmente violenta, ma anche attraversata da una saggezza quasi sempre imperscrutabile e a suo modo esilarante. È una cultura dove i binocoli hanno poteri magici, dove i tradimenti vengono ripagati col sangue, rappresentata da banditi armati di machete, indios che assomigliano a imperatori e galeotti che si affidano ai santi. Il lettore in cerca d'autore è avvertito: a forza di cercare Traven, o chi per lui, non potrà far altro che perdersi nel folto della giungla, ritrovandosi al massimo con un asino o un fantasma. A quel punto dovrà scegliere se scappare senza risposte o sentire su di sé il fascino e l'inadeguatezza di una logica diversa, una festa da giorno dei morti.
17,00

La parabola dei ciechi

La parabola dei ciechi

Gert Hofmann

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 139

Sono pochi i racconti che hanno saputo inabissarsi nelle possibilità narrative scandagliate dalla Parabola dei ciechi. A metà degli anni '80, a circa quattrocento anni di distanza dall'omonimo dipinto di Bruegel, Gert Hofmann si propose di scrivere una genealogia teatrale del quadro, una sua messa in scena che raccontasse il diventare arte dei personaggi, seguendo l'assurda idea che si potesse spiegare un'immagine a partire dall'incespicante prospettiva di un gruppo di ciechi. Così, ascoltando l'eco di un'Europa dilaniata dalle guerre di religione, brancolando senza guida nelle Fiandre di Pede-Sainte-Anne, assistiamo alla continua interrogazione e sofferenza di questo «noi» impacciato che, ignaro del perché, si dirige dal «pittore» per farsi ritrarre nella posa che la parabola biblica e il proverbio fiammingo imporrebbero: "Quando un uomo cieco ne guida un altro, ambedue cadranno nella fossa". Bruegel e Hofmann ne immaginano sei, aggiungendo anelli a una catena di capitomboli che quella prima persona plurale sembrerebbe moltiplicare all'infinito, fino ad abbracciare l'intera umanità. Noi, i ciechi, ascoltiamo i lamenti di un mondo straziato, gattoniamo per uscire dai fossi, siamo inseguiti dai corvi, ci fidiamo e veniamo traditi dai consigli di chi ci accompagna, spesso li travisiamo, siamo costretti a "cacare" in pubblico, ci rendiamo ridicoli, siamo attori di un grande equivoco, l'esistenza. E per far sì che questa caduta pieghi di un poco la sua traiettoria — e si faccia parabola — non ci rimane che vederci per quello che siamo e farci immortalare nell'opera d'arte. Correndo il rischio di trasformare la verticale in cerchio, di girare in tondo alla cieca, di cadere per l'eternità, in attesa della fine, scambiando un equivoco per un altro.
14,00

Viaggi sulla luna

Viaggi sulla luna

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 263

Prima di concedersi il famoso bacio del '69, nel buio dello spazio più profondo, Luna e Terra hanno dovuto danzare a velocità supersonica per millenni, senza mai staccarsi gli occhi di dosso. Perché si facesse il gran passo (per quanto piccolo secondo Neil) ci sono voluti propulsori, moduli e calcoli computerizzati, ma a niente sarebbe servita la risolutezza scientifica senza un po' di poesia, di archetti, insomma, senza un po' d'atmosfera. Molto prima che l'Apollo 11 toccasse il suolo lunare è stata l'arte, in tutte le sue forme, ad accomodare l'attrazione preparando fatalmente il terreno per l'allunaggio. Nei suoi sogni e desideri — spesso perdendo il senno come l'Orlando — l'uomo è stato sulla Luna infinite volte, eleggendo il «pianeta» prediletto a simbolo romantico dei migliori viaggi d'avventura. Senza che esistesse un'astro-tecnica su cui fantasticare, per esempio, al celebre Hans Pfaall erano bastati i debiti, una mongolfiera ben equipaggiata e un'interpretazione tutta sua delle leggi di natura, per salire al cospetto della Luna. Laddove al miliardario Harriman, nel racconto di Heinlein, non sembravano bastare tutti i soldi e i razzi di questo mondo, pur avendo il satellite a portata di mano. Forse che dopo tanta letteratura, dopo tanto vorticare nello spazio quel bacio strappato, rubato con astronavi vere e proprie, abbia tolto il gusto del racconto? Alla vigilia dello sbarco Buzzati intonava una preghiera: Non deluderci, Luna. Ma come l'astronauta ubriacone di Ballard sembrerebbe confidarci — e come questi racconti confermeranno — quel piccolo contatto non ha spento, semmai ha amplificato, la voglia di sussurrare ancora alla nostra dama di ballo.
16,00

La casa della fame

La casa della fame

Dambudzo Marechera

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 124

Al crepuscolo degli anni '70, uno spettro nell'imbalsamato ambiente letterario di Oxford, Dambudzo Marechera gettava sul foglio alcune righe che lo avrebbero reso di lì a poco una celebrità e una meteora. "Presi le mie cose e me ne andai", così rimbombava l'incipit di quel testo: una sentenza drammaticamente segnata dall'ironia di una dipartita incombente e inevitabile, dall'Inghilterra e poi dal mondo, come ultima tappa di un processo autodistruttivo in cui per ogni eccesso della mente era il corpo a incassare. L'origine di quel vortice soffocante è custodito nella "Casa della fame", un classico svanito nel tempo. Come tempestato da una pioggia di pensieri, in questa novella infinita, lo scrittore protagonista si immerge e riemerge, piomba e si inabissa, in una memoria spontanea che vivifica e scuote l'impellente decisione di andare. Ma via da dove e verso dove non sarà mai chiaro. Continuamente trasfigurati da un'incredibile cantilena di metafore, iconizzati in un particolarissimo espressionismo delle immagini, si aprono invece i trascorsi di un'intera esistenza, e forse di più: le vicende politiche di uno studente sacrificato all'identità africana, la dissoluzione di una famiglia, pestaggi, i ricordi d'infanzia, le disavventure sessuali, la storia della Rhodesia, le elucubrazioni artistiche di un intellettuale formato nel bozzolo di una cultura bianca da cui viene fatalmente attratto e disgustato, e poi i sogni, gli ideali e soprattutto gli incubi di un vagabondo sconfitto dalla nascita.
13,00

La mia guerra segreta

La mia guerra segreta

Philip Ó Ceallaigh

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 312

Quando Robert Culper, uno spacciatore di mezza tacca, viene prelevato da misteriosi agenti federali e si ritrova a Guantànamo, torturato da musica death metal e deprivazioni sensoriali solo per essersi lasciato andare a commenti spregiativi postcoitali durante il crollo delle Torri gemelle, non sa ancora che la sua vita sta per cambiare per sempre. La guerra che ha combattuto tutta una vita — un conflitto a bassa intensità contro una normalità strisciante, i vialetti con l'auto parcheggiata e il prato ben rasato — sta per essere persa una volta e per tutte. Philip Ó Ceallaigh torna a scrivere di uomini stanchi di essere cinici, solitari sbriciolati di ogni certezza che percorrono le strade brulicanti del Cairo o i disabitati boschi transilvani armati solo di scarponi e del desiderio di trovare un angolo di mondo dove non essere più raggiunti. Il racconto è la speciale forma di questo viaggio, una forma di esplorazione del reale e delle sue estensioni, condotta con mano sicura da chi è a suo agio sia nella satira del romanzo sapienziale à la Coelho sia in un tour de force letterario ambientato tra i signori della guerra georgiani. Il consiglio è di infilare il vostro paio di scarponi più resistenti e seguire le tracce dello scrittore irlandese.
17,00

La felicita è come l'acqua

La felicita è come l'acqua

Chinelo Okparanta

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 212

L'acqua non disseta e non bagna, piuttosto si disperde in rivoli fra le mani; è la felicità, passeggera e per questo preziosa, raccontata nelle moderne fiabe africane di Chinelo Okparanta. Leggendo le sue storie cí immergiamo, accompagnati da una lingua lirica e una cadenza folclorica, in un nuovo mondo sorretto da parole antiche, ascoltate di sottecchi mentre si cucina un riso jollof, tuonate da pulpiti, o peggio ancora mai pronunciate e sepolte in un quotidiano limaccioso e misterico, riaffiorando in superficie, annaspando per trovare l'aria. Una società rigidamente patriarcale in cui le donne sono disposte a tutto pur di sbiancarsi la pelle nel tentativo impossibile di assomigliare alle modelle lattiginose di Cosmopolitan, oppure vengono ripudiate dai mariti ed etichettate come mgbaliga, «botti vuote», quando non riescono a fare figli. Un mondo ancestrale di pozioni sciamaniche che danno la morte e di una nuova ricchezza che avvelena i pozzi e i parchi gioco. "La felicità è come l'acqua" è anche una controstoria orale in cui la Shell e le perdite di greggio nel delta del Niger possono essere il salvacondotto per raggiungere un amore lontano, una donna che vive negli Stati Uniti tanto idealizzati. Eppure la Nigeria, impersonata da un padre manesco, è capace di inseguire una bambina e sua madre fin nella sofisticata Boston, dentro gli alloggi universitari in cui convivono africani, caraibici e indiani, tutti muniti di un prezioso visto di studio che vale bene qualche livido e occhio nero.
17,00

A casa quando è buio

A casa quando è buio

James Purdy

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2019

pagine: 128

Chissà che non siano le stesse ordalie dell'autore, quelle di un disperato che barricato dentro una cabina telefonica cerca qualcuno a caso a cui poter raccontare una storia, la sua, fatta di una moglie stanca di topi, pappa d'avena e appartamenti fatiscenti. James Purdy del resto ha faticato a incontrare il gusto del grande pubblico e il suo seguito è sempre stato costituito da un manipolo di devoti ben nascosti. Fuori da tutti i giri e alieno alle mode letterarie, come scrive Giordano Tedoldi nella postfazione a questo libro, Purdy non ha fatto parte nemmeno di una controcultura; piuttosto è sempre e" stato contro la cultura stessa. I racconti contenuti in "A casa quando è buio" sembrano confermare questa sua tensione verso un'aporia finale, una continua evocazione di spettri e assenze attraverso la parola e il simbolo. La scrittura di Purdy è cava, i suoi sono sempre incontri mancati e su di essi aleggia incombente un senso di minaccia. Dialoghi platonici irti di "non sequitur" che indagano il baratro, il cuore oscuro dell'uomo, la sua vulnerabilità, e i desideri che si agitano sotto maniere e abiti inappuntabili. Non sappiamo se sia Mr Diehl, oscenamente bagnato come un tritone, a impartire una lezione alla povera Polly, ma leggendo la storia di questo alterco a bordo piscina la nostra quiete è incrinata. Quando due amici discettano a pranzo di un collega culturista il realismo borghese è solo apparente e il quotidiano sconfina nell'onirico. Un attraversamento che diventa definitivo nell'ultima storia di questa raccolta, un sermone all'umanità firmato da Lui in persona.
16,00

Novelle disincantate

Novelle disincantate

Jacques Bens

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2018

pagine: 152

Il lettore di questo libro si troverà di fronte a meccaniche di precisione, piani studiati al dettaglio, abilità speciali e divinazioni — miracoli! — tutti immancabilmente destinati a risultati imprevisti o casuali, insoddisfazioni, semifallimenti, scappatoie e talvolta persino inconcludenti relazioni amorose. Al pescivendolo Barthélémy, per esempio, capita di inventare il moto perpetuo; ma come dimostrarlo? Non è detto che il riconoscimento sia degno dell'impresa. E anche Medardo, il campanaro di San Quintino, sapeva trasformare l'acqua in vino con uno starnuto, ma poi si è domandato: siamo sicuri che mi convenga sbandierarlo ai quattro venti? Evidentemente il talento non vale niente senza la testa, la fortuna, o senza delle buone ragioni per usarlo. Per dire, forse l'ingegner Berlancourt avrebbe riconquistato sua moglie scappata col meteorologo, se si fosse trattenuto dal muovere le sue orecchie. A pensarci bene c'entra spesso una donna in queste storie... non è che sono loro a mettere il bastone fra le ruote? Che poi, se è sempre Jacques Bens a scrivere, che gli costava dargli una mano in più a questi suoi uomini disincantati? Certi personaggi hanno il destino segnato, sembra dirci l'autore. E fra le scienze inesatte la letteratura è in assoluto la peggiore.
16,00

Un attimo immobile

Un attimo immobile

Eudora Welty

Libro: Libro in brossura

editore: Racconti

anno edizione: 2018

pagine: 188

Quando il bandito James Murrell e il predicatore Lorenzo Dow finiscono per incontrarsi dopo una cavalcata furiosa sulla Pista di Natchez si apre al lettore un momento simbolico. Davanti a loro appare un terzo uomo, l'ornitologo Audubon, tutto assorto nei suoi disegni e nella contemplazione della natura, ed è come se il bene e il male arrivassero improvvisamente a una resa dei conti. Quale verità attende loro, e noi che li osserviamo col fiato sospeso? In "Un attimo immobile" ci sembra di ascoltare gli umori e le agitazioni di un'autrice in nuova tensione — una Eudora Welty più che mai devota alle descrizioni. Questo Sud abbandona il grottesco di "Una coltre di verde" per ripiegarsi su di sé, in una continua trasfigurazione dei luoghi e dell'anima. Osserviamo le stagioni cambiare di fronte agli occhi dei protagonisti, i fiumi rallentare, ingrossarsi, esondare, mentre la scrittura tenta un'impossibile fotografia dell'attimo. Talvolta nell'immagine si scorgono persino gli spiriti del passato: l'infanzia degli Stati Uniti, animata dai complotti di Burr, ma anche quella della piccola Josie e del suo sogno d'amore in una burrascosa notte di equinozio. Forse le paturnie della scrittrice e dei tre personaggi del racconto hanno solo una verità a cui chiedere ragioni: il tempo, contraddittorio e divino, a cui questo libro sembra rendere omaggio.
17,00

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