Hacca: Novecento.0
Giona
Franco Fortini
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2024
pagine: 240
«Nell'immediato secondo dopoguerra Franco Fortini è attratto dal personaggio di Giona, il profeta inviato da Dio a predicare nella città di Ninive, finito nel ventre di una balena. Su di lui, sulla sua storia tragica e favolosa, compone prima un'opera drammaturgica (Giona in Ninive, 1945), poi un racconto di materia biblica (Storia di Giona, 1946-50). Addirittura ne assume il nome per firmare alcuni articoli usciti sulla rivista «Politecnico» e, così facendo, lo eleva a una specie di alter ego. Chi è Giona agli occhi di Fortini? Nel disperato tentativo di dare un ordine a ciò che intorno a lui sovrabbonda di caos, Fortini si imbatte in una figura chiave dell'immaginario occidentale — ribelle e disubbidiente, testimone e superstite di un'apocalisse, profeta mancato o poeta mancato — e ne riscrive i contorni alla luce di quel che è accaduto o sta per avvenire nel cuore maledetto di un Novecento senza fughe e uscite di sicurezza, se non l'estremo, definitivo atto di fiducia nella scrittura come rivisitazione del passato che ci ha visti umani». (Giuseppe Lupo). Prefazione di Giuseppe Palazzolo.
I Bonora
Giovanni Pirelli
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2024
pagine: 240
«Coesistono almeno due anime narrative in questo libro di Giovanni Pirelli: una risponde ai requisiti del romanzo imprenditoriale, l'altra riguarda la tipologia di quello resistenziale. Giovanni Pirelli aveva le carte in regola per cimentarsi con convinzione in entrambi i generi. Discendeva da una tra le più importanti famiglie della borghesia imprenditoriale milanese, i Pirelli appunto, la cui storia, almeno in potenza, non avrebbe sfigurato dinanzi a un modello letterario come I Buddenbrook di Thomas Mann, eppure non interpretò il ruolo dell'integrato, piuttosto quello del fuoriuscito, del ribelle, il ruolo cioè di chi rinuncia al peso di un'eredità morale e si allontana volontariamente da un possibile destino, preferendo rimanere ai margini dí un'identità e di un'appartenenza. Si potrebbe discutere a lungo sui motivi del rifiuto e magari rintracciarvi i percorsi più impervi, però di un dato bisogna essere certi: il gesto dipese anche da quel che egli visse e patì, come ufficiale dell'esercito, durante il secondo conflitto mondiale. «Quel Giovanni non esisterà più» scrive in una lettera alla sorella Elena. «Sono un altro, un ferito». C'è, nei Bonora, la storia di una famiglia in cui si riconoscono facilmente i tratti di quella d'origine. C'è soprattutto il patriarca morente che incarna i tratti di una generazione rimasta al centro di un mondo circostanziato, fatto di principi, in cima ai quali sventola l'etica del lavoro come modello di una civiltà. E poi finalmente ci sono i giovani: Michele, Andrea, i nipoti del patriarca, coloro ai quali sarà chiesto il sacrificio della vita o, meglio, sarà la vita a chiedere di scegliere da che parte schierarsi. Se può essere vera l'ipotesi che nella morte del patriarca si appalesano i sintomi della lotta dell'imprenditore Giovanni Pirelli con l'idea proiettiva di sé in fabbrica, è probabile sia vero anche che nell'epilogo del personaggio chiamato Andrea si svelino in controluce i fantasmi venuti ad agitare i giorni e le notti dello scrittore Giovanni Pirelli, quasi esistesse un legame sotterraneo tra loro due, a suffragare il perenne corpo a corpo tra persona che racconta e persona che viene raccontata, tra principio del vero e demone dell'invenzione» (dalla prefazione di Giuseppe Lupo)
Il vecchio gioco di esistere
Giorgio Manganelli
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2023
pagine: 64
“Nel ricordo di Augusto Frassineti, Giorgio Manganelli arriva a definirlo “delibatore di parole”. Questo è stato, soprattutto, Manganelli. E la conferma arriva da questi squisiti “Obituaries”, un genere – giornalistico e letterario – che impone asciuttezza, intelligenza, deferenza, rispetto ma anche una sana consapevolezza di sé. Manganelli, in questi veloci ritratti “in morte di”, non cessa di essere “il Manga”. Ma non se ne compiace: dà, a ciascuno dei suoi protagonisti, quel che spetta. Eccellenze e miserie, debolezze e vertigini. Da Borges a Eliade (“camminatore di labirinti”), da Melotti a Novelli: una rassegna di umani e umanità, all’insegna della verità della letteratura. E delle parole: da delibare, in silenziosa ammirazione.” (Stefano Salis)
Vicolo dell'acciaio
Cosimo Argentina
Libro: Copertina morbida
editore: Hacca
anno edizione: 2022
pagine: 260
I personaggi di questa storia li riconosci subito da dove vengono e che vita fanno, perché prendono il nome dalle strade che abitano - via Calabria o via Umbria, via Polibio o via Maturi - o dalla posizione che occupano rispetto all'altoforno; i prima linea, ad esempio, che finito il turno li trovi addossati al muro del bar di mest'Arture, con in mano una birra dopo l'altra. Perché "Vicolo dell'acciaio" è la storia di Taranto e del suo appartamento più grande, l'Ilva. E se anche gli altri abitanti ne hanno chiesto lo sfratto, «dal suo domicilio, un centomila vani e accessori, il siderurgico se ne sbatte del divieto di immissioni, del divieto di atti di emulazione e di tutte le regole condominiali possibili e immaginabili». Cosimo Argentina con la sua scrittura tra il dialetto tarantino e una lingua coltissima ci racconta che ancora si muore di lavoro, la fatica di stare al mondo, l'ineluttabilità dei destini, come fosse un lamento ma anche un grido di rabbia.
Una città per Proust. Alla recherche di Torino
Bruno Quaranta
Libro: Copertina rigida
editore: Hacca
anno edizione: 2021
pagine: 98
Nella "Recherche" solo una volta si cita Torino, il treno del Narratore vi passa di ritorno da Venezia. Un flebile indizio per una narrazione in sette tempi: Il primo impatto con Torino, l'apparizione di figure (da Getto a Bobbio, da Leone Ginzburg a Giovanni Giolitti) e di altro ancora (come gli alberi) che riconducono a Proust-Narratore; La prima Combray del Piemonte: nella Biella di Guglielmo Alberti e Giacomo Debenedetti, La seconda Combray: Aglié (Proust e Gozzano), Gli scrittori piemontesi proustiani e no (da Pavese a Fenoglio, da Lalla Romano a Mario Soldati), I critici piemontesi (da Ferdinando Neri a Trompeo, da Luigi Foscolo Benedetto a Cajumi), proustiani e no, La petite phrase (e altre note): gli spartiti "torinesi" di Proust, Una promenade torinese di Proust, di assonanza e dissonanza rispetto a Parigi.
Taccuino industriale. Reportages 1945-1980
Mario Pomilio
Libro: Copertina morbida
editore: Hacca
anno edizione: 2021
pagine: 140
Gli scritti di Mario Pomilio che vengono qui raccolti comprendono un arco temporale che va dal secondo dopoguerra all'inizio degli anni '80. è dunque evidente che la prosa di queto autore, osservatore attentissimo del sentimento sociale e culturale del suo paese, ci restituisce il ritratto di un'Italia che si accinge a cambiare, tutta tesa al progresso che sta arrivando, pronta a emanciparsi e a godere del boom economico che tutti esalta. Eppure non possono nascondersi agli occhi di Pomilio gli squarci che il paese ancora subisce senza opporre resistenza; quel Mezzogiorno che non ce la fa, quei terremoti che mettono in ginocchio.
Calcoli e fandonie
Leonardo Sinisgalli
Libro: Copertina morbida
editore: Hacca
anno edizione: 2021
pagine: 150
«La matematica, la geometria, l'algebra, le macchine eccetera sono state e sono per Sinisgalli una continua, lucida e insieme un po' febbrile metafora (...). In Calcoli e fandonie attraverso diciotto capitoli ripartiti in capoversi brevi e spesso brevissimi, con quel tipico genio sinisgalliano di fondere la precisione tecnica o paratecnica (le applicazioni, le distorsioni segnano i suoi punti più felici) e lo sfumato, lo scrittore costruisce una frammentaria e come distratta poetica, che è in fondo quella "poetica dei minimi", del "millesimo di millimetro", delle infinitesime percezioni slargate a norma fulminea dell'Essere e del Mondo.» (Giuliano Gramigna)
Il canto delle balene
Ferdinando Camon
Libro: Copertina morbida
editore: Hacca
anno edizione: 2020
pagine: 115
Questo è il romanzo di cinque brindisi alla vita: ai grandi amori mai dichiarati, ai cercatori di Dio che han perduto sé stessi, a coloro che fermano i passanti per leggergli due righe del Vangelo, a chi va sui mari lontani per ascoltare il canto delle balene, a chi va da un santone per comprare una parola. Più uno: a chi ama vent'anni dopo la donna che non aveva amato vent'anni prima.
I miei maffiosi
Mario La Cava
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2019
pagine: 160
"In questi ventiquattro articoli, cronache, riflessioni sulla mafia, scritti su vari giornali dal 1970 al 1986, La Cava (...) coglie il passaggio da un'antica, presunta "buona mafia" (che in realtà aveva un volto cruento) del mondo rurale, agropastorale in dissoluzione alla mafia che si afferma con i sequestri di persona, con le rapine violente. (...) Nella narrazione entrano le voci della gente, dell'amico, della barista, delle persone che incontra, degli stessi mafiosi che inevitabilmente incrocia: la sua è un'etnografia dall'interno; il suo è un ascolto silenzioso e proficuo di chi è rimasto e conosce il linguaggio e i codici delle persone. (...) Con durezza e melanconia, con lucidità e rigore, con profondità di analisi, La Cava afferma un modo di raccontare la realtà che forse andrebbe riscoperta in un periodo in cui la mafia viene banalizzata, altre volte enfatizzata, a volte "compresa", talora quasi giustificata o ridotta a colore, altre volte ridotta a luogo comune o peggio negata." (Vito Teti)
Il mondo che so. Viaggi in Italia
Raffaele Nigro
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2019
pagine: 438
Dalla Genova di De André alle Langhe di Pavese, dall'Appennino della nostra Italia verticale al muro d'acqua dell'Adriatico, guardando verso i Balcani. Questi qui raccolti sono gli scritti di viaggio di Raffaele Nigro: una mappa sentimentale, letteraria, antropologica. Una carrellata di luoghi e di nomi che nella distanza e nella dolcezza della memoria fanno fiorire squarci di dolcezza e di nostalgia di un paese, a segnare l'incanto della transumanza umana e della scoperta di quello che si lascia a terra.
Ballata dei miracoli poveri
Mimmo Sammartino
Libro: Libro in brossura
editore: Hacca
anno edizione: 2019
pagine: 144
"Ballata dei miracoli poveri" prende avvio laddove "Vito ballava con le streghe" finisce. È un racconto di spaesamento, di dissoluzione di un mondo nel quale il disfacimento della comunità ha seminato solitudini e generato orfani e sconfitti. Un mondo ingiusto. Un mondo al rovescio dove colpa e innocenza si confondono. Un mondo che, per sopravvivere a sé stesso, ha urgenza di prodigi. Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi non sa più riconoscersi e allora cerca una nuova appartenenza, un possibile riscatto. "Ballata dei miracoli poveri" è un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni. Terra di sogno e disperazioni, terra d'infanzia e di magia. Spazio della memoria e della meraviglia, fra pellegrinaggi, enigmi, balli e canzoni. Lo stupore dei miracoli poveri.
De l'infinito, universo e mondi. Manuale di esobiologia
Sebastiano Vassalli
Libro: Copertina morbida
editore: Hacca
anno edizione: 2018
pagine: 328
Nei primi anni Settanta Sebastiano Vassalli è un autore che naviga dentro il grande mare della neoavanguardia e avverte nell'architettura delle parole, nella concezione stessa del fare letteratura, le magiche sofisticazioni di uno dei suoi profeti più ispirati, Giorgio Manganelli, a quell'epoca indiscusso maestro. È uno scrittore di impianto enciclopedico e ama quei libri che sono esercizi d'intelligenza, indagini nell'ignoto, scherzi del linguaggio e dell'invenzione fantastica. Non è del tutto pronto per attraversare il confine illuminista e approdare al grande affresco del romanzo storico. "De l'infinito, universo e mondi" è un esempio di questa stagione. Vassalli ne anticipa qualche brano sulla rivista «Pianeta» nel 1972, ma pensa a un'opera organica, dalla natura composita, da destinare all'editore Einaudi, che però manifesta qualche riserva. Rimasti per oltre quarant'anni inediti, i capitoli fantascientifici di questo «manuale di esobiologia», come lo definisce, si nutrono di letture filosofiche (Campanella, Galilei, Cardano, Leopardi, Giordano Bruno) e reinventano il discorso della creazione alla luce di un tema affascinante in quegli anni, come le esplorazioni spaziali e le avventure nelle galassie, sostenuto da una indimenticabile sfida tecnologica. Lo sguardo di Vassalli non ha alcuna parentela con l'incanto fiabesco di Jules Verne, piuttosto il piglio di una moderna fantasia ovidiana, sfrenata e rigogliosa, iperbolica pur nell'apparente controllo delle idee, testimonianza più affidabile dell'estro che sorrideva felice a uno degli autori più versatili e originali nel panorama italiano dell'ultimo Novecento.