Il Nuovo Melangolo: Università
Ethos e poiesis
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1998
pagine: 340
Il destino dell'io
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1994
pagine: 160
Il libro si propone di approfondire alcuni momenti essenziali della storia del problema dell'io e di individuare l'esito di un discorso che risale alle origini della nostra tradizione e che ci riporta sul nostro tempo, come sul tempo della fine della tradizione. E questo esito è necessario, casuale o inscritto come destino nelle origini stesse della vicenda dell'io? I contributi di Adorno e di Berti ricostruiscono i rapporti della moderna concezione dell'io con la metafisica platonica e aristotelica, Vannini indica le relazioni con la tradizione biblica; Kant, Nietzsche e Heidegger costituiscono tre grandi prospettive del pensiero contemporaneo sul pensiero dell'essere e dell'io.
A Mad world, my masters-Mondo matto, miei signori
Thomas Middleton
Libro
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 1990
pagine: XXVIIII-208
Machiavelli. Il divenire e la virtù
Paolo Vincieri
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2012
pagine: 184
Venuta meno l'idea che migliori rapporti di produzione avrebbero tolto agli uomini il fattore determinante della discordia, si sono affermate nuove e varie posizioni metafisiche. Anziché riportare all'attenzione la precarietà del contesto naturale e di conseguenza storico, in cui gli uomini da sempre si trovano a vivere (anche quella di Machiavelli e non solo quella di Hobbes, per questo verso, è una metafisica!), quindi il nesso tra la ragione e le passioni, con tutto il rilievo dovuto alla epithumia, alla pleonexia e alla ciclicità delle forme di governo, con la tirannia che si rinnova, in tali paradigmi interpretativi si va sostenendo che tutti i guai della nostra specie sarebbero derivati da ciò che avvenne, in un tempo storico databile, nella rivisitata "santa casa della logica".
Sosia e il doppio nel teatro moderno
Ferruccio Bertini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2010
pagine: 108
"Amphitruo", la prima commedia occidentale di sosia, scambi ed equivoci, è stata rivisitata dal Medioevo ("Geta" di Vitale di Blois, XII secolo) ai giorni nostri, vedi "Los dioses y los cuernos" dello spagnolo Alfonso Sastre (1995) o "Amphitryon". "Tragicomédie en cinq actes" di André Arcellaschi (1996), mentre "Amphitryon" del romanziere messicano Ignacio Padilla è stato composto nel 2000 e poi tradotto in Italia nel 2005 col titolo "Ombre senza nome". In mezzo ci sono le riletture cinque e secentesche di Camòes, di Rotrou e di Molière, nell'ambito di una ininterrotta fortuna che esplode nel XIX e XX secolo. Un capolavoro riconosciuto è "Anfitrione" di von Kleist (1808), testo pressoché drammatico, rispetto a cui risulta lieve ed elegante "Amphitryon 38" di Jean Giraudoux (1929). Rivoluzionaria, la rielaborazione del brasiliano Guilherme Figueiredo: "Um deus dormiu là em casa", Copacabana 1949. Quasi contemporanei i rifacimenti di due commediografi tedesco-orientali: Armin Stolper (nel 1967) e Peter Hacks (nel 1968). "Anfitrido outra vez" del portoghese Augusto Abelaira fu scritto per la televisione nel 1980, mentre "Urna nuvem sohre a cama", opera ancora di un autore portoghese, Norberto Avila, venne rappresentata in teatro a partire dal 1991. Dopo Jean Giraudoux, gli scrittori degli ultimi ottant'anni alterano notevolmente la struttura del mito e toccano anche, oltre la corda comica, tematiche complesse, esistenziali, politiche.
L'estraneo. Ostilità e ospitalità nel pensiero del Novecento
Caterina Resta
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2008
pagine: 123
Nemico (hostis) e ospite (hospes) provengono dalla stessa radice, il cui significato originario era quello di straniero. Questa figura, dunque, può costantemente oscillare tra ostilità e ospitalità, tra il nemico da rifiutare e combattere o l'estraneo da ricevere e accogliere. Proprio in questa oscillazione, più evidente appare il carattere perturbante dello straniero e di ciò che è estraneo, mostrando come il confronto con l'altro sia sempre la messa in questione di una identità presupposta, che si sente minacciata. A partire dai pensatori più radicali del Novecento: Schmitt, Heidegger, Lévinas, Derrida, Nuncy, i saggi raccolti in questo volume provano a scandagliare non solo l'origine della paura che proviene dall'Estraneo, ma anche a indicare i presupposti teoretici per superarla. Se il rifiuto e l'esclusione dell'altro sono funzionali alla ricerca di una identità pensata come appropriazione di sé e chiusura in sé, secondo una logica difensiva e immunitaria, d'altra parte questo paradigma, sottoposto a un paziente lavoro di decostruzione, mostra tutta la sua fragilità e debolezza, sia ontologica, che etica e politica. Se l'altro è costitutivo per la mia identità, ciò va inteso non nel senso di una logica dell'esclusione e della chiusura nei suoi confronti - le quali generano solo ostilità - ma nel senso dell'apertura e dell'ospitalità verso chi, già da sempre, mi ha reso e mi rivela straniero a me stesso.
Il discorso sociologico della tarda modernità. Individui, identità, democrazia
Francesco Giacomantonio
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2007
pagine: 180
II volume ripercorre le più importanti tappe dello sviluppo della sociologia a partire dal secondo dopoguerra, con particolare attenzione al rapporto tra individuo e società. Nella fase storica attuale, questo rapporto è divenuto particolarmente problematico a causa della enorme estensione che hanno assunto le relazioni sociali, grazie ai legami garantiti dell'evoluzione delle dimensioni informative e comunicative. Attraverso un dialogo intrapreso con la sociologia della conoscenza, la sociologia politica, la filosofia politica, la scienza politica l'autore si pone l'obiettivo di chiarire come il binomio individuo-società si articoli nel mondo contemporaneo. In tal modo perviene a quello che definisce un "discorso sociologico della tarda modernità", ovvero un'argomentazione che si configura come uno strumento per situarsi con un minimo di coscienza nel mondo del XXI secolo.
Quando lo spazio si fa tempo. Rappresentazioni di Gerusalemme nella letteratura israeliana. David Shahar e Abraham B. Yehoshua
Anna Lissa
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2007
pagine: 354
Tentare di definire i contorni di una possibile identità israeliana in relazione alla città di Gerusalemme è una delle sfide più stimolanti dei nostri giorni. Il volume affronta questa problematica attraverso la lettura e l'analisi delle opere di due tra i più significativi scrittori israeliani: David Shahar, ancora poco noto al pubblico italiano, e Abraham B. Yehoshua. La questione è messa a fuoco nel solco delle dimensioni del mito e del tempo storico, gli eroi di David Shahar e Abraham B. Yehoshua vivono le proprie avventure a Gerusalemme: nelle loro opere diventa una città catalizzatrice di tempi, o meglio una città in cui lo spazio fisico si fa tempo. Questo fenomeno, in realtà avveniva già nei testi della tradizione ebraica. Evidenziando il profondo legame che intercorre tra le opere dei due scrittori e tutto l'apparato della tradizione ebraica, il presente studio dimostra che esse sarebbero inconcepibili senza tali testi, spesso presenti nell'assenza. Confrontando, inoltre, le due diverse visioni di Gerusalemme, viene discussa la possibilità di un rapporto equilibrato con la città, le cui ricadute sull'attualità e l'equilibrio geo-politico del Medio Oriente non potrebbero che essere positive.
Tra esistenza e pensiero. Saggio su Jean Wahl
Riccardo Piaggio
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2007
pagine: 97
Al filosofo francese Jean Wahl, che introdusse Hegel in Francia negli anni Trenta e la cui influenza segnò il pensiero di Sartre e Levinas, Riccardo Piaggio dedica un ricco studio, attento non solo agli sviluppi della filosofia di Jean Wahl, ma anche alla vicenda storica di un uomo che subì, in quanto ebreo, l'internamento nel campo di concentramento Drancy. Wahl riuscì poi a fuggire in America dove fondò "l'Ecole libre des hautes etude", per poi ritornare a Parigi e dare vita al "Collège philosophique".
La parola che nomina gli dei. Saggi sulla poesia e il mito
Laura Sturma
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2007
pagine: 125
Se la natura della poesia è cosa arcana e misteriosa su cui da secoli l'umanità, ammirata, si interroga, Laura Sturma intesse la tela del suo libro per provare a catturarla, fissando la poesia come luogo di incontro tra la parola e la singolarità assoluta di una cosa. Come già la parola mitica, anche la parola poetica non è fatta di nomi comuni, ma di nomi propri con cui ogni volta uniche vengono evocate le cose nella loro singolarità.

