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Il Saggiatore: La cultura

Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri

Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri

Luigi Manconi, Valentina Calderone

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 243

Quelle foto di Stefano Cucchi. Quel corpo prosciugato, quella maschera di ematomi sul viso, un occhio aperto, quasi fuori dall'orbita. Quella morte di Federico AJdrovandi, quel giovane riverso a terra, le mani ammanettate dietro la schiena, esanime. Quelle urla di Giuseppe Uva, dentro la caserma dei carabinieri di Varese. Quelle sue foto col pannolo-ne da adulto incontinente, imbrattato di sangue. Quelle facce gonfie, viola, i rivoli di sangue. E tutte le altre storie, rimaste ignote, oppure richiamate da un trafiletto di giornale, e già dimenticate. Giovanni Lorusso, Marcello Lonzi, Eyasu Habteab, Mija Djordjevic, Francesco Mastrogiovanni. E molti altri. In Italia in carcere si muore. Alcuni sono suicidi, alcuni no. E si muore durante un arresto, una manifestazione di piazza, un trattamento sanitario obbligatorio. Dietro le informazioni istituzionali spesso c'è un'altra storia. Un uomo che muore in carcere è il massimo scandalo dello Stato di diritto. "Quando hanno aperto la cella" ce lo racconta. Luigi Manconi e Valentina Calderone ascoltano, raccolgono e portano alla luce storie di persone, spesso giovani, che entrano nelle carceri, nelle caserme e nei reparti psichiatrici e ne escono morte. In ognuna di queste morti, la morte dello Stato di diritto. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky.
19,00

Piccoli uomini. Maschi ritratti dell'Italia d'oggi

Piccoli uomini. Maschi ritratti dell'Italia d'oggi

Lidia Ravera

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 161

Avete mai provato a guardare gli uomini come se fossero donne? A valutarli in base alla loro avvenenza, all'età, alla freschezza, al sex appeal? Lidia Ravera l'ha fatto, tre volte alla settimana, in novecento battute, dal marzo del 2009, sul quotidiano "L'Unità". Ha applicato uno sguardo implacabilmente "maschile" ai protagonisti della vita politica italiana. Niente di personale, nessuna vendetta, semmai un sottile intento pedagogico e una robusta passione civile. Inevitabilmente, fra una pancetta e un riporto, fra uno sguardo rapace e un sorriso ambiguo, emergono i segnali della mutazione antropologica in corso, dalle risse televisive al mercato delle carni femminili, dalla miseria linguistica degli intercettati alla proliferazione dei corruttibili, il tutto commentato con divertita severità. Senza mai cadere nell'ovvio o nel volgare, con la precisione chirurgica della lingua letteraria.
12,00

Atena nera. Le radici afroasiatiche della civiltà classica

Atena nera. Le radici afroasiatiche della civiltà classica

Martin Bernal

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 504

Con una tesi rivoluzionaria, "Atena nera" sfata il mito eurocentrico della civiltà greca. Non più la sola e vera madre della cultura europea ma, prima di tutto, essa stessa debitrice delle più antiche civiltà, in particolare quella egiziana e fenicia. Afroasiatica, e quindi nera. Attraverso l'indagine storiografica, le testimonianze iconografiche, le ricerche linguistiche, la filologia classica, la sociologia della conoscenza, Martin Bernal rivaluta il ruolo delle civiltà pregreche non europee, mettendo in luce le radici afroasiatiche della civiltà classica. Scompone criticamente la tesi romantica elaborata dagli studiosi tedeschi e inglesi tra Sette e Ottocento, contrapponendo al modello "ariano" il modello interpretativo "antico" opportunamente rivisto. Già gli antichi greci erano consapevoli delle loro vere radici - le civiltà semitiche e africane -, e sapevano di essersi evoluti grazie agli intensi scambi, alle profonde influenze e ai frequenti prestiti culturali con l'Oriente. "Atena nera", per mezzo di una rigorosa ricerca che si estende dal V secolo a.C. fino a considerare le testimonianze critiche del XX secolo, aderisce alla corrente di pensiero, nota come Black Studies, per la rivalutazione delle antiche culture extraeuropee, con l'obiettivo, allo stesso tempo conoscitivo e politico, di "sminuire l'arroganza culturale europea".
22,00

Isabella de' Medici

Isabella de' Medici

Caroline P. Murphy

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 369

Affascinante, arguta ed esuberante, Isabella è la stella più luminosa della famiglia Medici. Amatissima dal padre Cosimo, primo granduca di Toscana, e protetta dalla sua benevolenza, Isabella trascorre la vita tra i possedimenti di famiglia, alla ricerca della bellezza, dell'amore e del piacere. Con il marito tenuto convenientemente lontano, Isabella crea una corte parallela a quella del padre nella Villa Baroncelli, alle porte di Firenze. Qui musici, artisti, nobili giovani e giovanissimi si incontrano, dando vita a un convivio di madrigali, rappresentazioni teatrali e "tentamenti dolcissimi", giochi maliziosi riservati alle ore più tarde della notte. Ai piedi di Isabella il bellissimo Troilo Orsini, cugino del marito, coraggioso cavaliere in grado di ammaliare le donne di casa Medici. Alla sua destra, lodata e ammirata da tutti, l'incantevole Leonora di Toledo, moglie del fratello Pietro, seduttrice e sedotta dai signori fiorentini. Una vita da idillio, che non dura a lungo. Nel 1574, alla morte di Cosimo I, l'austero Francesco de' Medici ottiene la guida del granducato. Per Isabella si prepara una tragica svolta. Nel luglio 1576, durante una gita alla Villa di Cafaggiolo, Pietro de' Medici strangola la bella Leonora, stanco della sua insofferenza e dei suoi tradimenti. Pochi giorni dopo Isabella subisce la stessa sorte.
22,00

Il trono dei Moghul. La saga dei grandi imperatori dell'India

Il trono dei Moghul. La saga dei grandi imperatori dell'India

Abraham Eraly

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 495

Nel novembre 1525, Zahiruddin Muhammad Babur, discendente di Tamerlano e Gengis Khan, partì dalla Fergana con un esercito di dodicimila uomini per il Khyber Pass, attraversò il fiume Indo e raggiunse il Punjab. Sei mesi dopo, a Panipat, combatté la battaglia più importante della sua vita e annientò l'imponente esercito afghano del sultano Ibrahim Lodi, imperatore dell'Indostan. Il dominio della dinastia Moghul era iniziato. Così l'impavido Babur diede vita al più grande impero mai visto in India. Dal 1526 al 1707, la dinastia Moghul fornì a questo paese una nuova stirpe di potenti sovrani originari dell'Asia Centrale, che avrebbero unificato il subcontinente sotto il loro dominio. Con i Moghul l'India raggiunse mirabili vette in tutte le arti: letteratura e poesia, musica, pittura e architettura. Furono realizzate splendide residenze in stile persiano, cortili e padiglioni sparsi armoniosamente tra specchi d'acqua e verdi giardini, moschee e minareti di eccelsa bellezza; e il Taj Mahal, il sublime mausoleo che il sultano Shah Jahan fece erigere per la defunta, amatissima moglie. Abraham Eraly tesse una storia fitta di carne e sangue, e attraverso i documenti dell'epoca riporta in vita gli imperatori Moghul: il capostipite Babur, il mistico Humayun, l'enigmatico Akbar, Jahangir e Shah Jahan amanti dei piaceri della vita.
30,00

Sul velo. Lettere aperte alle donne musulmane

Sul velo. Lettere aperte alle donne musulmane

Marnia Lazreg

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 144

Sottile, spesso, ruvido, morbido. Nero, azzurro, bianco. Può somigliare a un lungo spolverino, o adagiarsi sulle spalle, come nella Velata di Raffaello. Il velo, un pezzo di stoffa, scatena controversie apocalittiche. Assurge a simbolo ambiguo. Viene denigrato, addirittura vietato, in base a istanze femministe, maschiliste, secolariste, nonché bandito, imposto, tollerato nelle culture cristiane e musulmane. Chi lo indossa per modestia, chi per evitare molestie, chi per affermare la propria identità, chi per convinzione e fede, chi per moda. E chi non lo porta, per sottrarsi a isolamento e sottomissione. Attraverso le storie di Assia, Fatima, Amina e Qama, e Anissa, la sociologa Marnia Lazreg scrive cinque lettere alle donne musulmane, illustrando con rigore le ragioni prò e contro il velo, e ricostruendo con lucidità le manifestazioni del velo nella storia e nelle forme di vita. Nella prefazione Concita De Gregorio e Nicla Vassallo, invece, riflettono sui tanti veli, reali e metaforici, per comprenderne i significati e gli utilizzi propri e impropri in un mondo in cui gli esseri umani si pongono su piani diversi per diverse appartenenze. Donne e uomini, dunque. Ma spesso donne velate, donne svelate, donne umiliate, donne orgogliose, donne che rifiutano la chirurgia estetica e donne che l'agognano, donne infibulate, donne abusate, donne anoressiche, donne odiate, donne amate, donne nude, donne belle, donne intelligenti, donne che tacciono e donne che parlano, donne che si ribellano.
19,00

Tessere. Scritti, 1967-2000

Tessere. Scritti, 1967-2000

Letizia Comba

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 345

Tessero raccoglie, suddivisi in tre parti, le pubblicazioni che meglio testimoniano l'originalità, la forza di pensiero e l'impegno, non solo accademico, di Letizia Comba. Negli scritti sull'antipsichiatria, l'autrice ricerca i modi per modificare il proprio sguardo allo scopo di riconoscere e accogliere la voce dell'altro e, nello stesso tempo, indaga le relazioni tra le persone che si stringono attorno al malato e al diverso. Del periodo trascorso come insegnante all'università di Urbino colpisce l'interesse alla relazione» tra maestro e allievo, e la priorità data a un rapporto vivo con gli allievi, un rapporto che richiede un coinvolgimento non solo intellettuale. La terza parte raccoglie testi scritti nel periodo trascorso al dipartimento di Psicologia dell'Università di Verona, in relazione dialettica con la Comunità filosofica Diotima. Sono scritti che riguardano la ricerca sulle genealogie femminili nella trasmissione del sapere e le riflessioni sull'arte e sul mito: fonti cui attingere per rileggere la propria storia e aprirsi a territori interiori. La voce di Letizia Comba è una voce autorevole e originale che si estende per un quarantennio. L'impegno nella ricerca antropologica al fianco di Ernesto De Martino, la partecipazione all'equipe di Franco Basaglia, a Gorizia, negli anni sessanta, la riflessione sulla famiglia e sul ruolo della donna.
22,00

Mostro. Vivere e sopravvivere a Hollywood

Mostro. Vivere e sopravvivere a Hollywood

John Gregory Dunne

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 243

Nel 1988 a John Gregory Durine e alla moglie, la scrittrice Joan Didion, viene proposto di scrivere un copione ispirato alla vita di Jessica Savitch, celebre mezzobusto televisivo. Una sceneggiatura, poi un'altra, poi un'altra ancora. Infine: ventisette stesure. Ventisette stesure in otto anni e il copione si trasforma nella favola intitolata Qualcosa di personale, con Robert Redford e Michelle Pfeiffer. Cosa c'è dietro la storia di queste interminabili riscritture? Chi c'è dietro quest'altalena di fax, telefonate, scontri verbali? C'è il mostro. Il mostro è il predatore che azzanna sceneggiatori e registi americani e si nutre del loro sangue. Il suo rifugio è a Los Angeles, in un distretto a nordovest del centro cittadino: Hollywood. Il mostro è il dio Danaro. Un dio che irretisce gli sceneggiatori, ne fiacca l'energia creativa e la spegne nella banalità. Mostro è il racconto di riunioni, tensioni, trattative, fieri contrasti e ben remunerati cedimenti. È la storia della realizzazione di un film che presto incasserà più di cento milioni di dollari in tutto il mondo. Dunne fa luce sui retroscena hollywoodiani, svela il dietro le quinte e scrive, con humour, un sagace manuale su come vivere e sopravvivere a Hollywood.
19,50

Le suites per violoncello. Da Johann Sebastian Bach a Pablo Casals: storia e misteri di un capolavoro barocco

Le suites per violoncello. Da Johann Sebastian Bach a Pablo Casals: storia e misteri di un capolavoro barocco

Eric Siblin

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 310

Una sera d'autunno, poco dopo aver terminato il suo dovere di critico di musica pop, Eric Siblin assiste all'esecuzione delle Suites per violoncello di Johann Sebastian Bach. E accade l'inaspettato. Si innamora. Biografia, saggio di storia della musica, caccia al mistero, Le Suites per violoncello intreccia tre racconti: la vita di Bach e la scomparsa del manoscritto originale, la leggendaria riscoperta delle Suites da parte di Pablo Casals, la storia dell'amore di Siblin per questa musica. L'avventura di Siblin parte da Barcellona, sulle vie percorse da Pablo Casals quando, tredicenne, gira per negozi di musica di seconda mano alla ricerca di spartiti per esercitarsi con il violoncello e, fra carte ammuffite, scopre la partitura delle Sei Sonate o Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. Anche per lui l'amore è istantaneo, totale. Casals suona le Suites ogni giorno, per dodici anni, fino a che, nel 1902, con la prima esecuzione pubblica, rivela al mondo quale capolavoro sia stato ignorato per quasi due secoli. Un capolavoro il cui cammino non si è più interrotto. Bach aveva scritto le Suites per uno strumento, il violoncello, che agli inizi del Settecento era ancora in cerca di se stesso. La scelta si rivelò precorritrice. Siblin lascia Barcellona per consultare nuovi archivi, ascoltare e intervistare grandi esecutori e persino prendere lezioni di violoncello, all'inseguimento di un mistero che aleggia sul mondo musicale dalla morte di Bach.
21,00

Lo sguardo da lontano

Lo sguardo da lontano

Claude Lévi-Strauss

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2011

pagine: 352

Dopo "Antropologia strutturale", il cui titolo-manifesto è stato ripreso per "Antropologia strutturale due", nel 1983 Claude Lévi-Strauss pubblica una terza raccolta di scritti: "Lo sguardo da lontano". Per quest'opera viene scelto un titolo differente, che per l'autore esprime l'essenza dell'approccio etnologico, un approccio che non sia condizionato dai pregiudizi dell'osservatore. A completamento delle due opere manifesto, l'ultimo volume del trittico assume l'andamento di un piccolo trattato, o di un'introduzione all'antropologia e ai suoi temi principali: dai concetti di razza e cultura a quelli di famiglia, matrimonio e parentela; dal mito e dalla religione, alle credenze e ai riti; dal cosmopolitismo alle riflessioni sulla libertà, insieme all'arte, alla musica e alla linguistica strutturale. E ne "Lo sguardo da lontano" Lévi-Strauss chiarisce in che cosa consista la rivoluzione copernicana di cui le scienze umane sono debitrici alla linguistica strutturale: "Invertire la prospettiva tradizionale: intendere fin dall'inizio le relazioni come termini e i termini stessi come relazioni. In altre parole, nel reticolo dei rapporti sociali, i nodi hanno una priorità logica sulle linee". Ripubblicato a più di venticinque anni di distanza dalla prima edizione italiana, e qui riproposto nella traduzione originale di Primo Levi, "Lo sguardo da lontano" è un libro di una chiarezza e di una densità di idee che si offrono come esempio di una mente sempre aperta e libera.
22,00

Lévi-Strauss musicista. Musica e mitologia

Lévi-Strauss musicista. Musica e mitologia

Jean-Jacques Nattiez

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2010

pagine: 218

Studiò il violino, compose brani di musica da camera e l'"Ouverture" di un'opera, leggeva e interpretava i miti come una partitura d'orchestra: la musica fu una presenza costante nella vita di Lévi-Strauss. Non era una semplice passione privata, o un interesse coltivato ai margini della riflessione teorica. Il grande antropologo francese si servì della musica come di un dispositivo metodologico per penetrare le strutture del mito e della società. "In quanto linguaggio insieme intelligibile e intraducibile" scrive ne "Il crudo e il cotto" "la musica costituisce il supremo mistero delle scienze dell'uomo, quello contro il quale esse s'imbattono, e che costituisce la chiave del loro progresso." E proprio nelle relazioni omologhe tra musica e mito, Lévi-Strauss trova un motivo fondamentale di tutta la sua ricerca. Per Jean-Jacques Nattiez, musicologo e pioniere dell'etnomusicologia, è un impegno ormai irrinunciabile quello di riesaminare le concezioni estetiche e musicali di Lévi-Strauss, all'interno di un sistema di confronti e di analogie tra linguaggio, mito e musica. Questo impegno viene assolto per la prima volta in Lévi-Strauss musicista, un'opera che, ricostruendo la traiettoria intellettuale del fondatore dello strutturalismo antropologico, perviene a una riflessione globale sui rapporti tra scienza e arte, e sugli sviluppi delle scienze umane in generale.
22,00

Nel labirinto degli dèi. Storie di mafia e di antimafia

Nel labirinto degli dèi. Storie di mafia e di antimafia

Antonio Ingroia

Libro: Libro in brossura

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2010

pagine: 181

Nel racconto d'apertura del volume Antonio Ingroia rievoca il suo primo giorno da magistrato, nella Procura di Marsala, sotto la giuda di Paolo Borsellino. "Entrai nel suo ufficio intimorito per il confronto con un giudice già così importante. Procuratore - esordii quasi balbettando - sono qui per il mio insediamento, quando crede che potrò iniziare a lavorare in questo ufficio? E lui: ma scusa, collega - disse con tono grave - ti sembro forse tanto vecchio da dovermi dare del lei? E giù una fragorosa risata che ruppe subito il ghiaccio e mi rivelò il volto umano di quello che per me era un uomo-mito..." L'incontro segnerà il destino professionale del giudice allora ragazzino, il suo impegno proseguirà nella sede di Palermo su posizioni sempre più risolute ed esposte nella lotta contro la mafia, e presto dovrà continuare senza le figure di riferimento di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Nel labirinto degli dèi è il racconto-testimonianza di uno dei più autorevoli magistrati antimafia italiani della sua scelta e della sua dedizione, esercitate nei luoghi in cui, per antica tradizione o per dannazione, lo scempio della giustizia e del diritto è condotto con più sistematica virulenza, con più corale partecipazione, fino a compenetrare le relazioni e persino la mentalità dell'intera società.
15,00

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