La Vita Felice: Le voci italiane
L'amore si fa contando
Oriel Pozzoli
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2015
pagine: 59
"Il titolo stesso, nella sua semplicità, contiene un'evidente sorpresa, garbatamente provocatoria. 'L'amore si fa contando', dice infatti, mentre, chissà, ci si potrebbe aspettare un cantando, sia pure già un poco azzardato. Invece, in modo più prosaico, la poetessa ci dice che si fa contando. Resta il fatto che la vicinanza estrema di suono tra i due verbi lascia nel lettore anche una vaga eco di amoroso canto. Ma di quale conto potrà invece trattarsi? Naturalmente è viva, in questa scelta originale, la presenza del senso del limite, della provvisorietà, dell'incompiutezza di ogni vicenda umana, al cui centro è per natura quella amorosa. E questo senso del limite apre alla meditazione per immagini sul tempo, che in questo libro di Oriel Pozzoli ha una posizione di indubbio privilegio. L'amore, sì, e un amore tutt'altro che idealizzato (per fortuna), ma sempre oscillante tra l'esserci e il perdersi dentro la cornice sfumante e ingannevole del tempo. Un tempo, naturalmente, che il gesto d'amore tende a sospendere, o si illude di aver sospeso, tanto che poi, dopo, 'tu torni nel tempo e mi cancelli'." (dalla prefazione di Maurizio Cucchi)
Passioni inquiete dell'amore
Roberta Pelachin
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2015
pagine: 122
"Le liriche di Roberta Pelachin esigono anche loro una lettrice o un lettore del genere, capace di comprendere come 'insoluto l'amor/ preme e scolora nel crepuscolo' tra dolore e nostalgia prima che ogni passione sia spenta. Il poemetto che apre questa raccolta è, infatti, dedicato alla regina Cleopatra, 'l'egiziana consorte di un condottiero romano (Marco Antonio)' cui la tradizione dei vincitori non perdonerà di aver tentato 'di asservire alla sua Canopo il nostro Campidoglio', come scrive Ovidio nelle sue Metamorfosi, XV 825-828. Ma nei versi di Pelachin la regina del Nilo, che incede maestosa lungo il grande fiume, non è solo la nemica a oltranza dell'imperialismo di Roma o persino la vendicatrice del diverso, del femminile contro un'arroganza sciovinista e sessista che alla fine la piega senza riuscire a domarla, ma è soprattutto la potente sovrana della fantasia - certo un intrico di trascinanti passioni d'amore e di potere - ma coraggiosa perché tali passioni sa vivere con forza ardente e doloroso struggimento." (dall'introduzione di Giulio Giorello)

