LietoColle: Erato
Il giorno del panettiere
Rodolfo Cerè
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2019
[...] Rodolfo è cibo preparato con esattezza chirurgica, eppure con tutto il calore di mani che sanno consapevolmente sporcarsi nella farina di ogni giorno. Ed è parola che sa generarsi da un desiderio di rappresentazione generosa di un sé personale e collettivo: Cerè gioca di pathos e nostalgia, quando - uomo di confine, di attraversamenti ripetuti all'infinito - dice con tenerezza a chi lo accompagna (la città è Zurigo, ma potrebbe essere un'altra delle molte mete ceresiane; lei (sei il tepore) è la sua compagna): [...] Arrivare, significa destinarsi / per trovare la pace alla fine del viaggio. / Splendore di mattina assolata, / sei il tepore, dinanzi al focolare. Infine, Rodolfo Cerè "è una persona buona": condivido questa convinzione con Alberto Casiraghy, altro "panettiere" come l'appellava Vanni Scheiwiller a proposito dell'edizione del Pulcinoelefante realizzata in giornata, al pari del pane del fornaio. Nell'occasione di una memorabile conversazione, l'"Alberto" sentenziò: "Non so se del Rudy preferisco l'ultima lasagna o l'ultimo l'aforisma".
Il confine dell'isola
Roberta Ioli
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
"Un giorno ti hanno regalato un uovo, il premio per il lavoro quotidiano. Serva a nove anni, lucidavi per ore la scala il corrimano non piangevi non riposavi. Legavi le trecce scure delle bambine profumate, bambina anche tu ma vecchia nel grembiule di fatica, nella furia di pulire per dimenticare casa. L'uovo in tasca, il tuo tesoro triste".
I masticatori di stagnola
Guglielmo Aprile
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
Canzone del padre
Luca Bresciani
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
Bresciani ci ricorda che il perdono proviene da un luogo, la memoria, dove ha chiamato la storia della propria famiglia e dove l'assenza del padre sembra essere il presupposto ad ogni possibile riavvicinamento: "Te ne sei andato di casa / mentre ero girato di schiena."; "Quando manchi / manchi a tutti i figli / come un agosto decaduto / spinto giù dal calendario". Il poeta chiama l'assenza del padre nel luogo salvo del ricordo dove far interagire i frammenti famigliari. Solo qui e solo riproducendone il suo lessico può avvenire il miracolo del perdono, dove la perdita viene accolta e si rimette - ancora - una colpa.
Amavo (una volta) un comunista
Antiniska Pozzi
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
"Così quando leggo Antiniska Pozzi dire, da dove vive e scrive lei, che «adesso oggi qui/ non c'è più nulla», io non raccolgo soltanto lo spasmo della denuncia o il rigurgito della rassegnazione ma anche, e soprattutto, l'invito a cercare conferme di resti, di resistenze. "Perché" - parafrasando uno dei tanti versi-mantra che snocciolano la saggezza singola e collettiva di questi testi, scuotendo mente e coscienza di chi li legge - "qualcosa che non finisce deve esserci". Mi piace allora pensare a questa silloge come a una preziosa, indispensabile testimonianza". Dalla prefazione di Marco Sonzogni.
Caramelle dagli sconosciuti
Fabrizio Morlando
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
I segni della violenza
Simone Cattaneo Martini
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
[...] Simone Cattaneo Martini, nella sua dettatura attenta e volitiva, è capace di intelaiare, con le voci dei suoi transitanti, le storie che da esse fuoriescono, che da loro germinano per paura e per follia di sopravvivenza. La sua poesia usa il linguaggio delle vicende e delle cose colte in diretta dalla loro fattibilità, dalla loro audacia e dalla loro persuasività etica, facendole gravitare tra parole mai scelte per caso e neppure lasciate al caso. Qui tutto è misurato e calibrato per creare un poema capace di essere epico e testimoniale. [...] Stefano Raimondi
Lo sguardo inverso
Maria Benedetta Cerro
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2018
Il nucleo ideologico ed estetico della poesia di Maria Benedetta Cerro è tutto risolto nella sfida a penetrare e a dire l'oltranza di una dimensione esistenziale e metafisica che, per intrinseca necessità, oltrepassa il limite dell'hic et nunc della situazione dell'io, da cui pure si origina, per misurarsi con la vertigine dell'assoluto e dell'eterno. Si tratta di un tentativo temerario che richiede una dolorosa dedizione alla ricerca della verità e che trasforma il privilegio della enquête in condizione di lacerante e costante sofferenza, nella scommessa, lungo un percorso in cui si alternano istanti di gratificante acquisizione a momenti di tensione inappagata, di un approdo gnoseologico e linguistico pacificato. Sicché l'intera trama della scrittura poetica si configura e si definisce in un vitale coesistere di spinte antagonistiche e ossimoriche, entro una musica verbale e ideativa che ha preso drasticamente congedo da ogni forma di seduzione, per farsi scabro ed essenziale strumento di conoscenza. [...]

