Massaro: Critica storica
Élites e istituzioni nel pensiero di Guido Dorso
Francesco Bonito
Libro: Libro in brossura
editore: Massaro
anno edizione: 2024
pagine: 126
Sull'incapacità delle classi dirigenti del Mezzogiorno si è da poco innestata la proposta di legge Calderoli di “autonomia differenziata”, che viene giustificata con lo scopo di responsabilizzare la classe politica del Mezzogiorno per giungere ad un uso più efficiente della spesa pubblica, ma che di fatto porterà a una ulteriore riduzione di risorse al Sud e alla creazione di venti staterelli. La cosiddetta secessione dei ricchi, che mette in discussione fondamentali diritti di cittadinanza quali quelli alla salute, all'istruzione, ad un ambiente sano e pulito, ad un lavoro dignitoso e ben retribuito e così via. Un colpo mortale all'unità dell'Italia. A tanto si è giunti, non soltanto per un calcolo politico della Lega di Salvini, ma anche per l'insipienza e la meschinità delle classi dirigenti meridionali, che non sono soltanto i politici, ma anche i burocrati, gli imprenditori, i giornalisti, i professionisti, i docenti universitari, i medici, gli avvocati, i manager, ecc. La classe dirigente non è soltanto quella che amministra i comuni o le regioni. È quell'insieme di persone che in funzioni diverse, in ruoli diversi hanno una visione comune della società da mandare avanti, una visione del come una società debba svilupparsi, di dove si vuole andare a parare, superando sfrangiamenti, divisioni e contrapposizioni, accrescendo il capitale sociale, riducendo le spinte individualistiche e aumentando lo spirito comunitario. Purtroppo, si deve constatare che ora non c'è una classe dirigente in grado di prospettare una meta e un orizzonte di rinnovamento e sviluppo del Mezzogiorno. Il libro di Francesco Bonito costituisce una spinta a misurarsi con queste problematiche.
Tommaso Fiore. Da Cattaneo a Salvemini, da Gobetti a Russell
Felice Massaro
Libro: Libro in brossura
editore: Massaro
anno edizione: 2024
pagine: 170
Il politico Fiore si è speso per i bisogni degli ultimi, ovvero i contadini e i braccianti del sud, praticando una lotta sindacalista tesa ad educare una coscienza di classe. Per questo riserva calorose parole all'amico leader sindacale Giuseppe Di Vittorio, simbolo del destarsi del proletariato agricolo pugliese: «Colui che più di tutti operò per ridurre a cittadini i selvaggi di Puglia, fu Peppino Di Vittorio che, con piena coscienza, ha fatto, per la redenzione del proletariato italiano e mondiale e per l'avanzamento di tutto il vivere civile» Ha lottato contro il fascismo e la corruzione del sistema giolittiano che, come una forma più sottile di violenza, colpiva le coscienze con il clientelismo e il familismo amorale causando la destabilizzazione della società civile meridionale. Scrive Giovanni Minervini a Maritza e Roberto Bolaffio: «In casa Fiore, signorilmente aperta “a tutti i venti”, conobbi- dai più giovani, Vittore, Cifarelli R., Cagnetta, ai più anziani Canfora, De Martino, Loizzi, Cifarelli Michele, ai professori universitari, Calogero, De Ruggiero, Omodeo». Ma Fiore era anche in contatto con Calvino, Pertini, Pasolini, Salvemini, Di Vittorio, Piero Gobetti...
Dal Patrimonium beati Petri allo Stato della Chiesa. Il modello marchigiano
Felice Massaro
Libro: Libro in brossura
editore: Massaro
anno edizione: 2022
pagine: 174
Il Patrimonium Beati Petri, agli inizi del secondo millennio, era una realtà territoriale piuttosto estesa ma il controllo pontificio, limitato al territorio romano, al Lazio meridionale e alla Sabina, era nelle mani di potenti famiglie romane che condizionavano persino i conclavi, di Episcopati, monasteri e stirpi signorili che, utilizzando vincoli vassallatici, godevano di amplissimi margini di autonomia e autogoverno esercitando nel proprio territorio un’autorità sostanzialmente incondizionata che portò a un dualismo, anche legislativo, fra potere centrale e poteri periferici. Innocenzo III indebolì le strutture feudali superando il rapporto pattizio e diarchico ma solo nel XIV secolo, un vicario apostolico, rientrato in possesso dell'intera Pentapoli, nel 1357, a Fano, sede dell'Assemblea Generale dello Stato della Chiesa, pose le basi giuridiche della costruzione statale, trasformando il Patrimonium beati Petri in 'Stato della Chiesa'.
Dalla prima comunità cristiana al Patrimonium beati Petri
Felice Massaro
Libro: Libro in brossura
editore: Massaro
anno edizione: 2022
pagine: 145
Una sintetica analisi critica sull'affermazione del cristianesimo e sulla sua diffusione fino al XV secolo non è stata ancora fatta. Non vi sono neppure trattati brevi sui difficili rapporti fra Papato e Impero fino a quel periodo né vi è un compendio sulla formazione del Patrimonium Beati Petri, sugli ostacoli alla visione moderna dello Stato da parte della Chiesa e sul particolare ordinamento giuridico che avrebbe potuto difendere e realizzare la libertas ecclesiae. L'autore ha sintetizzato questi temi in due agili volumi, limitandosi ad accennare i fatti, assumendo che siano già noti al lettore, resistendo alla tentazione di soffermarsi su una varietà di temi che avrebbero minato l'unità del lavoro negandogli il vantaggio di presentare uno sviluppo teorico e la concatenazione degli argomenti. Solo alcune volte ha voluto confutare vecchi paradigmi interpretativi su realtà complesse, indocili a filosofie o facili generalizzazioni, vagliando e confrontando le fonti mediante un loro poderoso filtraggio.