Morcelliana: Antico e Nuovo Testamento
La famiglia alternativa di Gesù. Discepolato e strategie di trasformazione sociale nel Vangelo di Marco
Mara Rescio
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2012
pagine: 288
Fra tutti i testi delle origini cristiane, il Vangelo di Marco si contraddistingue per la sua provocatoria insistenza sul discepolato come strumento di trasformazione sociale. Fin dalle prime righe del testo, l'evangelista ci consegna il ritratto di un Gesù "fuori posto", che abbandona patria e famiglia per aderire al messaggio di un personaggio religioso marginale ed eccentrico: Giovanni il Battezzatore. Questo primo gesto di distacco, che compare quasi bruscamente all'inizio della narrazione, sarà lo stesso che Gesù esigerà dai propri discepoli, dopo averli chiamati con la seducente promessa di diventare "pescatori di uomini". Ma che cosa significava, nel mondo mediterraneo del I secolo, abbandonare "tutto" per seguire un maestro? Che cosa lasciavano, concretamente, i seguaci di Gesù? Attraverso un approccio interdisciplinare, volto a integrare esegesi storica e prospettive socio-antropologiche, questo libro cerca di gettare nuova luce sul peculiare rapporto fra discepolato e famiglia che emerge dal Vangelo di Marco, e sulla particolare natura degli scenari sociali presupposti dall'autore e dai suoi immediati destinatari.
Analizzando la Torah. Capitoli di autobiografia intellettuale
Jacob Neusner
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2012
pagine: 400
Da Gesù al cristianesimo
Mauro Pesce
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2011
pagine: 272
Come compiere una ricerca storica su Gesù? A tale domanda cruciale Mauro Pesce cerca di rispondere in queste pagine nel confronto critico con gli studi di J. Dupont, E. Käsemann, D.C. Allison e con la più avveduta ricerca contemporanea. Di qui i due binari su cui si articola il volume: da una parte ricostruire la fisionomia storica di Gesù, dall'altra individuare quali forme religiose scaturiscono dopo di lui fra i diversi gruppi dei suoi seguaci. A fare problema, e ad essere qui messo a fuoco in quanto oggetto di interesse storico, è il nesso tra la figura di Gesù e la nascita del cristianesimo come religione distinta dal giudaismo. Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità - come per lo più fa l'esegesi cristiana - è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l'individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un'ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l'autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa? Questioni quanto mai attuali perché investono dall'interno il mestiere dello storico e l'identità della storia del cristianesimo. Se l'indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca - la storiografia la divide in Old, New e Third Quest -, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato - dell'esegesi dal XVI secolo ad oggi - quanto di nuove piste future.
Introduzione agli apocrifi dell'Antico Testamento
Paolo Sacchi
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2011
pagine: 176
Con apocrifi dell.Antico Testamento si designa una vasta letteratura dai contorni indefiniti: opere composte in luoghi diversi e in un ampio arco di tempo, compreso fra il IV sec. a.C. (Libro dei Vigilanti, Libro dell'Astronomia) e il IX sec. d.C. (Apocalisse di Daniele). Il criterio alla base della loro catalogazione e raccolta è che l'autore pseudepigrafico sia un personaggio dell'Antico Testamento o a esso equiparabile - come nel caso dei libri sibillini. Molti di questi libri risalgono all'ambiente ebraico-palestinese ed egiziano prima della fine dello stato ebraico e della distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.) o nell'immediata vicinanza alla catastrofe. Parlare di apocrifi implica la considerazione di un canone: apocrifi sono libri esclusi dalla scelta di quelli "canonici" appunto, scelta che muta secondo l'ispirazione religiosa sulla quale esso si è formato. Il canone è motivato da un orientamento teologico, sul quale lo studioso non deve basarsi ma dal quale, al contempo, non può prescindere per comprendere gli influssi culturali e religiosi. Qui il contesto è quello della cultura ebraico-cristiana, quindi si considerano gli apocrifi ebraici di carattere religioso che non sono stati accolti in alcuno dei canoni tridentini. Ma è evidente che lo studioso, avendo per oggetto la storia e la cultura e volendo descrivere il pensiero ebraico nel suo sviluppo, deve usare tutti i testi disponibili, canonici e non canonici.
Il Vangelo di Giovanni. Commento papirologico al capitolo II
Francesco Calzolaio
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2011
pagine: 320
Il Vangelo di Giovanni è un testo complesso, e si presta a più letture: una, più immediata, riguarda direttamente la vita di Gesù, l'altra dà voce a un simbolismo che rinvia alla riflessione teologica del redattore stesso. Ma questa molteplicità di significati permea il Vangelo con metodo, diventa il veicolo delle diverse visioni del mondo in esso contenute - di Gesù, dei discepoli, della comunità e dei 'giudei' in primo luogo. Da questa plurivocità prende le mosse il volume, tentando di compiere una indagine pionieristica: a partire dall'attenta osservazione di una complessa interconnessione di stili narrativi presente nel Vangelo di Giovanni, si sottopone il testo a un commento papirologico - lavoro che però richiede da una parte il chiarimento della complessità e del ruolo che assolve nel contesto letterario e storico-sociale nel quale è inserito, e dall'altra l'esemplificazione della ricchezza che il commento papirologico può dischiudere. Perciò, se la prima parte è dedicata alla contestualizzazione del dato documentario attraverso la letteratura scientifica esistente, nella seconda si passa all'analisi della narrazione in base al materiale documentario. Un'indagine che, proprio basandosi su papiri documentari, mostra i suoi aspetti 'indomabili', perché i documenti stessi non possono essere coerenti, ma mostrano disomogeneità su argomenti, tematiche e particolari forniti.
La trasmissione delle parole di Gesù nei primi tre secoli
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2011
pagine: 280
Il problema della trasmissione delle parole di Gesù rappresenta oggi uno dei nodi fondamentali del dibattito scientifico sulle origini cristiane. Impulsi diversi e convergenti - come la scoperta di nuove fonti, l'interazione con le scienze sociali e l'antropologia in particolare, una maggiore attenzione per il carattere dinamico e plurale dei primi gruppi cristiani - hanno contribuito all'inaugurazione di una nuova stagione della ricerca. Basti pensare all'enorme fioritura di studi sull'ipotetica fonte Q, sul Vangelo di Tommaso, su molti altri scritti della cosiddetta letteratura "apocrifa". In questa prospettiva, il volume si presenta come uno strumento indispensabile per la conoscenza delle più recenti tendenze degli studi sul cristianesimo primitivo: i contributi di natura metodologica si affiancano all'analisi diretta dei testi, spaziando dalle prime testimonianze evangeliche (canoniche ed extra-canoniche) ai papiri documentari, dalle lettere di Paolo alla molteplicità di fonti protocristiane dei primi secoli. Emerge un panorama di ampio respiro, in cui le diverse traiettorie di trasmissione - ma anche di rielaborazione, trasformazione e creazione - delle parole di Gesù si mostrano al lettore e allo studioso in tutta la loro complessità.
Septuaginta. La Bibbia di ebrei e cristiani
Natalio Fernández Marcos
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2010
pagine: 112
Viene spontanea la domanda perché mai dedicare energie allo studio di una traduzione della Bibbia, quella greca, se abbiamo l'originale ebraico. In effetti, la Bibbia dei Settanta, spesso oggi chiamata semplicemente la Settanta, non è che la Bibbia tradotta in greco a partire dal III sec. a.C. e in uso presso tutti quegli ebrei stabilitisi nel mondo occidentale che ormai non conoscevano più l'ebraico: sembra, dunque, una delle tante traduzioni, sia pure la più antica. In realtà, le cose non stanno proprio così: fra il testo ebraico trasmesso dalla tradizione manoscritta medievale e il testo greco ci sono differenze che hanno resistito a ogni sforzo di essere spiegate come derivanti da libertà o ignoranza dei traduttori. È cosa nota fin da quando Agostino e Girolamo discutevano se era meglio correggere i malandati testi latini allora correnti sulla base del testo ebraico (Girolamo) o di quello greco (Agostino). Girolamo la spuntò introducendo il concetto apparentemente ovvio di Hebraica Veritas contro Agostino che insisteva sul fatto che la Bibbia greca era la Bibbia delle chiese cristiane. Documenti ebraici che l'archeologia ha portato alla luce recentemente - i manoscritti di Qumran - ci hanno fatto toccare con mano che esistevano, sia pure poco numerosi, testi ebraici sicuramente precristiani che erano il modello da cui fu fatta la traduzione greca.
Gesù di Nazareth nell'Apocalisse di Giovanni. Spirito, profezia e memoria
Daniele Tripaldi
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2010
pagine: 320
Come proporre una lettura dell'Apocalisse di Giovanni, oltre la sua superficie letteraria di testo di rivelazione? Il tentativo di questo libro di coglierne il senso più profondo di resoconto autobiografico di un'esperienza visionaria, costruita e descritta secondo schemi e modelli letterari ben precisi, trasforma fisicamente Giovanni in profeta, e lo investe dello status e dei poteri riconosciuti a un profeta. Affrontare la relazione di un'esperienza visionaria complessa significa affrontare insieme a un processo rituale un progetto retorico, di trasformazione della realtà. Un processo che investe direttamente la rappresentazione di Gesù di Nazareth. L'esperienza di Giovanni è interpretata come contatto e comunicazione con Gesù di Nazareth: quest'irruzione della presenza del Maestro, nel farsi corpo e poi testo, recupera formule e parole che le tradizioni conosciute da Giovanni a lui attribuivano, e ne "vede" i gruppi di seguaci riprodurne il destino di Messia-profeta escatologico perseguitato, ucciso e rapito in cielo. La memoria del Nazareno è così attualizzata nel suo ruolo di guida sperimentato nell'autorità divina del testo e nella leadership incarnata e reclamata da Giovanni, mentre l'identità dei suoi seguaci è ridefinita proprio alla luce della sequela del Maestro.
Sapienza. Traduzione e commento
Armin Schmitt
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2009
pagine: 112
Il libro della Sapienza è il prodotto letterario più recente dell'Antico Testamento. Gli ebrei della diaspora che parlavano greco l'hanno letto con piacere, così come hanno fatto anche con altri libri deuterocanonici. Da loro la Chiesa cristiana l'ha recepito inserendolo nel proprio canone. Nelle Chiese protestanti fa parte apocrifi. La natura della "sapienza" anticotestamentaria si può descrivere all'incirca in questo modo: madre e maestra di tutte le arti, scienze e virtù; figlia di Dio, salvatrice del mondo, colei che accompagna nella vita, che aiuta e sostiene nelle difficoltà, fondamento della religione. Spesso è caratterizzata come persona ("la signora sapienza").La ricerca recente si è applicata a chiarire i numerosi enigmi che il libro solleva, dato che la sua retorica filosofica, spesso oscurata dall'ambiguità, e la qualità allusiva di molti dei suoi riferimenti rendono difficile determinare il suo significato preciso. Tra i problemi principali affrontati si segnalano: l'unità di autore e di composizione del libro che, pure accolta dal quasi unanime consenso, sulla base soprattutto dell'analisi della struttura letteraria, trova ancora talune contestazioni; il genere letterario, che ha visto anzitutto la proposta, accolta anche dal presente commentario, di collegare l'opera alla tradizione del discorso protrettico.
Il giardino dell'Eden e la speranza dell'immortalità
James Barr
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 192
In quest'opera, l'autore offre una lettura del racconto del Giardino dell'Eden come quella della chance di immortalità a breve termine accessibile all'uomo, ma rapidamente perduta. Alcuni studiosi dell'Antico Testamento già da tempo hanno riconosciuto che l'interpretazione tradizionale del racconto su Adamo ed Eva non può reggere se sottoposta a un'analisi rigorosa del testo. Tuttavia, essi non sono riusciti a formulare un'interpretazione alternativa che rivaleggi con la forza della lettura tradizionale o che risulti importante per un'ampia gamma di questioni d'esegesi biblica e di teologia. La nuova interpretazione di James Barr è probabile susciti scalpore fra i tradizionalisti e rallegri quanti sono insoddisfatti del pensiero tradizionale. Centrale per il libro l'accento posto sulla funzione dell'idea di immortalità, comunemente concepita come un tardo apporto greco e non biblico nel pensiero cristiano. La riflessione sull'immortalità porta anche a una riconsiderazione dell'idea che della morte attesta la Bibbia ebraica, di quella dello sheol, il mondo infero per gli Ebrei, e di quella dell'anima stessa. L'autore mette in evidenza l'importanza del tempo per la Bibbia ebraica e il concetto della "lunghezza dei giorni", mostrando che la minaccia non era rappresentata tanto dalla morte in sé, quanto dalla modalità del suo accadere.
I giudaismi del secondo tempio. Da Ezechiele a Daniele
Gabriele Boccaccini
Libro
editore: Morcelliana
anno edizione: 2008
pagine: 192
L'idea dell'ebraismo come di una religione monolitica, da tempo immemorabile uguale a se stessa e dalla quale si sarebbe separata solo la novità del cristianesimo, cede il passo ad una ricostruzione storica che esalta il grande pluralismo e la grande vivacità intellettuale dei "giudaismi del Secondo Tempio". Ebrei e cristiani possono oggi finalmente insieme riconoscere le proprie origini. I loro comuni antenati si chiamano sadociti, samaritani, enochici, sapienziali: sono essi i principali protagonisti dello sviluppo del pensiero giudaico "da Ezechiele a Daniele". La storia dei loro conflitti e del loro competere getta le premesse per la nascita parallela del giudaismo rabbinico e del cristianesimo quali movimenti intellettuali di riforma.
L'Apocalisse di Giovanni
Alfred Wikenhauser
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2025
pagine: 1664
L'Apocalisse è l'unico libro profetico del Nuovo Testamento, in cui cioè Giovanni sviluppa le tematiche del profetismo antico-testamentario: qual è il destino degli uomini e del mondo secondo l'insegnamento di Gesù, la Bibbia e il “nuovo popolo di Dio”? Nasce un testo che seduce i lettori per la varietà delle immagini fantastiche e affascina gli esegeti per la ricchezza dei simboli e del linguaggio. Questa edizione dell'Apocalisse con commento di Wikenhauser – pubblicata per la prima volta da Morcelliana nel 1960, poi nel 1968, ripubblicata da Rizzoli Bur nel 1983 con prefazione di Gianfranco Ravasi, dove fu un successo – è considerata la migliore edizione, per scientificità, accurata interpretazione e fluidità della lingua. Un classico negli studi esegetici della Bibbia da rileggere oggi con nuovo interesse.

