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Neri Pozza: Bloom

Le vie dell'Eden

Le vie dell'Eden

Eshkol Nevo

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2022

pagine: 256

Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un'intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell'Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell'Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest'opera, deve trovare il modo di confessare l'inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d'un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall'uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l'impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell'uomo non si ha più nessuna traccia. Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in "Tre Piani", attraverso l'intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell'amore e delle relazioni, della colpa e dell'innocenza.
18,00
Storia di France

Storia di France

Joffrine Donnadieu

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2022

pagine: 256

A Toul, in un giorno del 1999, la mamma di Romy viene ricoverata d'urgenza e a prendere la bambina a scuola è France, la moglie di un collega di Philippe, suo padre. «La mamma è malata» dice alla piccola. «Ti riporto a casa». Appoggiata al grande ippocastano di fronte all'uscita della scuola, Romy strappa la corteccia dal tronco con le dita, poi segue la donna. Romy non dimenticherà mai quella prima volta con France. Perché ha solo nove anni, quando la sua vicina di casa abusa di lei. Quel giorno la sua infanzia si strappa, come uno di quegli abiti sintetici da principessa che tutte le bambine sognano. Ormai nella sua vita di innocenza violata non c'è più spazio per il gioco, ma solo per la guerra. La bambina affronta a mani nude gli anni che la tramutano nella ragazza che, suo malgrado, sta prendendo forma. Romy combatte la sua incessante lotta contro il caos delle pulsioni, contro l'intollerabile attaccamento per quella donna che è all'origine di ogni cosa, contro l'ordine sociale e le sue regole oscure e, soprattutto, contro il corpo femminile, divenuto il suo principale nemico. Con una scrittura dura, che penetra come un bisturi nelle ferite della carne e dell'anima, Joffrine Donnadieu mostra, in quest'opera di crudo, ma necessario realismo, uno dei compiti propri della letteratura: svelare le verità non dette, quelle che, rimosse, spalancano gli abissi della mente e dell'anima.
18,00
Il silenzio del mondo

Il silenzio del mondo

Tommaso Avati

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2022

pagine: 240

Questo romanzo narra una saga familiare che si svolge in un periodo di tempo che va dall'avvento del fascismo fino ai giorni nostri. È la storia di tre donne: nonna, madre e figlia, tutte non udenti. Rosa viene dal tempo antico e contadino. Impara una lingua simile a quel che vede e tocca: forte e sanguigna. Quella lingua è come una madre, se la porta con sé fino alla fine, e per essa si scontra col mondo civilizzato che non la capisce, e che lei non può comprendere. Da Rosa nasce Laura, che cresce nella grande città, conosce la lingua della gente, la governa, la padroneggia. Ma quella lingua che tutti parlano in realtà non le appartiene. Riconoscerlo è doloroso, richiede fatica, ci vuole coraggio. Una volta accettata la verità, sarà difficile tornare indietro. E da Laura nasce Francesca che è il prodotto dell'oggi. Parla la lingua di tutti, usa codici sofisticati, alternativi, evoluti. Ma Francesca sospetta che non bastino, lo capisce poco alla volta mentre l'ansia del mondo lentamente la assale. "Il silenzio del mondo" è un romanzo sulla diversità dell'essere sordi, sul linguaggio, sul dolore del comunicare. Un libro dove i gesti sostituiscono le parole, dove l'ascolto è qualcosa che va inventato nuovamente, ogni giorno. Ma è anche un romanzo che l'autore ha cucito per sé. «È una storia che mi riguarda» ha scritto Tommaso Avati, «perché parla della sordità che io conosco per averla sperimentata sulla mia pelle fin dalla nascita. So cosa voglia dire non udire, vivere in un mondo ovattato e separato, distante e mai davvero raggiungibile dagli altri, persino dai tuoi cari». Ora questo mondo ovattato e separato, per certi versi irraggiungibile, è diventato un romanzo, tutto al femminile.
17,00
Le stanze del tempo

Le stanze del tempo

Piera Ventre

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 256

Cosa significa raccontare delle stanze? Entrare in luoghi privati, nascosti, discreti e cercare tra pareti e corridoi, camere e luci che passano dalle finestre i fili di tante storie? È Piera Ventre a dircelo, nel suo modo, con la sua scrittura densa e precisa. E allora cosa accade se in una casa si accende un fuoco? Oppure se va via la luce, ed entrano insetti e briganti? E se in una casa si smarriscono gli oggetti, saremmo capaci di ritrovarli o dovremmo rassegnarci alla loro misteriosa sparizione? La vita che abita le stanze è quasi sempre segreta e inviolabile giacché le case, in fondo, altro non sono che tane nelle quali ciascuno rivela sé stesso. La donna che dice «io» in queste pagine in realtà dice «noi» e il suo sguardo, che setaccia le abitazioni in cui ha vissuto e le case degli altri, non si posa unicamente sugli oggetti, sulle pareti - e sui corpi che tra quelle pareti si muovono - ma sul quotidiano che talora emerge dalle cose che ci appaiono più innocue e familiari. Nel raccontare questi interni, come nei tableaux vivants, le inesattezze trovano corrispondenze esistenziali. E i dettagli sono specchio di qualcosa di profondo, sedimento del tempo, delle innumerevoli ore che ciascuno di noi trascorre nel luogo che ci ostiniamo a chiamare «casa». In queste trame coerenti di storie che si aprono una sull'altra come fossero stanze sconosciute, Piera Ventre conferma il suo grande talento di scrittrice. Ci fa immergere in quel battito del tempo che le case portano con sé. Dentro memorie e vite distanti che rinunciamo a conoscere del tutto, per lasciare alla nostra coscienza un intervallo, un'attesa, una lieve imprecisione in cui poter liberamente inciampare.
18,00
Lincoln Highway

Lincoln Highway

Amor Towles

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 544

In un giorno di giugno del 1954, Emmett Watson torna a casa. Il direttore della prigione, un uomo dalle buone intenzioni, con una fotografia di Franklin Delano Roosevelt appesa dietro la scrivania, lo ha accompagnato in macchina. Un viaggio di tre ore, dal Kansas al Nebraska, da Salina a Morgen. Dopo più di un anno trascorso a scontare una pena che pesa soprattutto sul suo cuore, Emmett non vede l'ora di impacchettare le sue cose e quelle di Billy, il fratello di otto anni, e filarsela in Texas con la Studebaker azzurra del '48 che lo aspetta nel fienile. Sua madre è andata via da un pezzo, suo padre è morto, e quel che resta della fattoria, con i suoi infissi storti, i campi abbandonati, il tetto imbarcato, è ormai una faccenda degli strozzini della banca. Per rifarsi una vita non resta che il Texas, dove costruiscono e ristrutturano case a piú non posso. Il problema, però, è che Billy ha appreso come andare alla ventura dalla sua bibbia personale, "Il compendio degli eroi, degli avventurieri e degli altri intrepidi viaggiatori" del professor Abacus Abernathe, e ha perciò concepito tutt'altra meta: prendere la Lincoln Highway, la prima strada a percorrere l'America da una parte all'altra, e procedere in direzione di San Francisco, per arrivare giusto il quattro di luglio, il giorno di un grande spettacolo di fuochi d'artificio in cui è misteriosamente certo di incontrare sua madre. Il problema è anche che il direttore della prigione non ha trasportato soltanto Emmett da Salina a Morgen. Nascosti nel bagagliaio dell'auto, come abili contorsionisti, altri due ragazzi ospiti del carcere minorile di Salina sono giunti a Morgen: Duchessa, che ha appreso tutto dalla strada e dal «capriccioso dito del fato», e Woolly, che ha sempre bisogno di qualcosa per tenere a bada il mondo. E la loro intenzione è salire a bordo della Studebaker azzurra di Emmett e prendere la direzione opposta, verso New York, dove andare alla ricerca di ben centocinquantamila dollari. Nel giugno del 1954, Emmett, Billy, Duchessa e Woolly, animati dalla «feroce necessità» della gioventù, vanno così all'assalto dei «fuochi cupi del tramonto» e del «cielo eterno e insensibile» del paesaggio americano, come recitano i magnifici versi di Willa Cather posti in esergo a questo libro, salutato, al suo apparire negli Stati Uniti, come una ulteriore versione del grande romanzo americano e dei suoi eterni temi: il viaggio e l'avventura, la colpa e la redenzione, il riscatto e la speranza.
19,00
Il potere del cane

Il potere del cane

Thomas Savage

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 304

Montana, 1924. Tra le pianure selvagge del vecchio West, a cui fa da sfondo una collina rocciosa che ha la forma di un cane in corsa, sorge il ranch piú grande dell'intera valle, il ranch dei fratelli Burbank. Phil e George Burbank, pur condividendo tutto da piú di quaranta anni, non potrebbero essere piú diversi. Alto e spigoloso, Phil ha la mente acuta, le mani svelte e la spietata sfrontatezza di chi può permettersi di essere sé stesso. George, al contrario, è massiccio e taciturno, del tutto privo di senso dell'umorismo. Insieme si occupano di mandare avanti la tenuta, consumano i pasti nella grande sala padronale e continuano a dormire nella stanza che avevano da ragazzi, negli stessi letti di ottone, che adesso cigolano nella grande casa di tronchi. Chi conosce bene Phil ritiene uno spreco che un uomo tanto brillante, uno che avrebbe potuto fare il medico, l'insegnante o l'artista, si accontenti di mandare avanti un ranch. Nonostante i soldi e il prestigio della famiglia, Phil veste come un qualsiasi bracciante, in salopette e camicia di cotone azzurra, usa la stessa sella da vent'anni e vive nel mito di Bronco Henry, il migliore di tutti, colui che, anni addietro, gli ha insegnato l'arte di intrecciare corde di cuoio grezzo. George, riservato e insicuro, si accontenta di esistere all'ombra di Phil senza mai contraddirlo, senza mai mettere in dubbio la sua autorità. Ogni autunno i due fratelli conducono un migliaio di manzi per venticinque miglia, fino ai recinti del piccolo insediamento di Beech, dove si fermano a pranzare al Mulino Rosso, una modesta locanda gestita dalla vedova di un medico morto suicida anni prima. Rose Gordon, si vocifera a Beech, ha avuto coraggio a mandare avanti l'attività dopo la tragica morte del marito. Ad aiutarla c'è il figlio adolescente Peter, un ragazzo delicato e sensibile che, con il suo atteggiamento effeminato, suscita un'immediata repulsione in Phil. George, invece, resta incantato da Rose, al punto da lasciare tutti stupefatti chiedendole di sposarlo e portandola a vivere al ranch, inconsapevole di aver appena creato i presupposti per un dramma che li coinvolgerà tutti. Perché Phil vive il matrimonio del fratello come un tradimento e, proprio come il «cane sulla collina» lanciato all'inseguimento della preda, non darà tregua a Rose, a Peter e anche al suo amato George, animato dall'odio nella sua forma più pura: l'odio di chi invidia.
17,00
La bastarda

La bastarda

Violette Leduc

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 640

«Era l'autunno del 1964 quando il successo spettacolare del romanzo autobiografico "La Bâtarde" irrompe sulla scena letteraria capovolgendo il destino di un'autrice che aveva fatto della sua vita oscura e tumultuosa la materia privilegiata, ossessiva di quasi tutta la sua opera e di quest'opera la ragione della sua vita. Violette Leduc aveva scritto un libro incendiario, d'un'"intrepida sincerità", allora impensabile per una donna, in una lingua vigorosa e sincopata, visionaria e meravigliosamente barocca... "La Bâtarde" non è una cronaca memoriale, un romanzo di formazione, una ricerca del tempo perduto. È la trasposizione romanzesca di una vita. Non è un regolamento di conti ma una spietata requisitoria contro di sé e al tempo stesso una redenzione. Da qui l'integra sincerità di cui le fa merito Simone de Beauvoir. E come preciserà Violette Leduc stessa a un giornalista: "Ho cercato di essere franca, perché non c'è nessuna ragione che sia riservato agli uomini di parlare delle questioni intime. D'altronde, quando scrivo, posso raccontare tutto, niente m'imbarazza. È perché non penso al lettore. Sono sola con me stessa. Dico tutto, ma mi sforzo di metterci del gusto, del tatto: lo faccio per me..." Lo scalpore sollevato in Francia dalla Bâtarde – la prefazione di Simone de Beauvoir servì da trampolino – ebbe risonanza mondiale. E lo scandalo che il libro suscitò restò negli annali... Benché tutti i libri di Violette Leduc siano di pregevole fattura, "La Bâtarde" resta l'opera più indicata per accedere al mondo di un'autrice troppo in anticipo sui tempi». (dalla postfazione di Carlo Jansiti)
20,00
Il capanno nero

Il capanno nero

Oek de Jong

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 512

Allo Stedelijk Museum di Amsterdam apre i battenti una grande retrospettiva del pittore Maris Coppoolse annunciata da settimane di intensa campagna pubblicitaria. Cinquantanove anni, l'accento che ne tradisce le origini zelandesi e la figura imponente, Maris espone in ben quindici sale il lavoro di mezza vita. In poco tempo accorre una gran folla e, di lì a poco, il pittore stesso con una troupe televisiva al seguito. Impossibile sottrarsi al rituale che vuole l'artista immortalato dinanzi ai quadri più importanti. Al cospetto di Drowning, un dipinto molto grande di un vivido blu, da cui spunta la figura di una giovane donna avvolta in una corda, Maris esita. Palesemente a disagio, si passa una mano sulla bocca, china il capo. Madido di sudore, si affretta a illustrare l'origine e la composizione del dipinto. Poi, mentre si sposta tamponandosi il viso con un fazzoletto, riconosce tra i presenti il giornalista di una nota rivista che sta scrivendo un articolo su di lui. Vede che lo sta osservando e si sbriga a distogliere lo sguardo. Qualche giorno dopo la rivista è in tutte le edicole. In copertina c'è Maris, ritratto nel suo atelier, con la camicia imbrattata di colore, e di traverso le seguenti parole: Maris Coppoolse: A vita. Non c'è bisogno di fare congetture sul contenuto del pezzo: la rivista ha finalmente trovato un motivo per mettere un pittore in copertina, e non certo per la sua opera. L'articolo è di otto pagine, ed è evidente che il giornalista ha rinunciato al suo proposito iniziale, quello del reportage, scrivendo invece un pezzo d'inchiesta che scava nel passato dell'artista e tira fuori «la storia di un'ossessione». Una storia risalente a quarantacinque anni prima, accaduta su un'isola, quando Maris aveva solo quattordici anni. Una storia di cui lui non ha mai parlato: la tragica vicenda di una ragazzina trovata morta in un capanno di campagna, dopo che ci era andata con lui una domenica pomeriggio. Una storia capace di ridurre in cenere tutto ciò che Maris ha faticosamente costruito nel corso degli anni. Composto con l'inquietante precisione di un thriller e la delicatezza struggente di una storia intima, Il Capanno nero narra di una vita segnata per sempre da un singolo evento catastrofico, e del modo in cui, attraverso l'arte, sia possibile esorcizzare il dolore e convivere col proprio passato.
22,00
Da una vita all'altra

Da una vita all'altra

Camille de Toledo

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 242

Vi sono giorni in cui è dato diventare dei sopravvissuti, e portare sulla schiena l'enigma e il peso della morte. Il primo marzo duemilacinque è uno di questi giorni per Thésée. Al secondo piano di un appartamento parigino, in cui accorre chiamato dal padre, l'irreparabile si schiude davanti ai suoi occhi: suo padre seduto e, disteso sulle mattonelle rosse, suo fratello Jérôme, morto suicida. Che quella scena ubbidisca a una legge crudele destinata a infrangere ogni legame, Thésée lo apprende negli anni immediatamente successivi. La madre e il padre muoiono e tutto il mondo in cui lui ha imparato ad amare sprofonda nel nulla. Che cosa fare quando tutto cade e la vita è maledetta? Quando, nel luogo in cui si è vissuto, non vi sono piú giorni e luce? Che cosa fare se non cercare giorni e luce altrove e lasciarsi alle spalle le tragedie, i lutti, il labirinto del passato? Thésée giura a sé stesso di non lasciare che il passato infesti l'avvenire. Abbandona la città dell'Ovest e parte con l'ultimo treno verso l'Est, alla volta di un paese in cui respirare aria nuova, in cui nessuno conosce il suo nome. La ferita del passato, però, non scompare affatto quando luoghi e nomi cambiano. La ferita è incisa nel corpo, in quell'involucro in cui le immagini, il verbo e la materia si confondono. Il corpo di Thésée collassa, percosso dalle forze del suo recente passato, e da altre più antiche che gli rivelano una verità inaspettata: che ognuno di noi non è altro che un continuum di disastri e di crolli racchiuso in quella cristallizzazione di legami che chiamiamo Corpo. A nulla vale perciò cercare una vita nuova che volti le spalle al passato. Thésée è costretto a rituffarsi nelle acque del tempo, a intraprendere un viaggio al cuore della notte, nelle pieghe del corpo, nel labirinto del passato, per ritrovare il filo della sua vita e non soccombere.
18,00
Un uomo sottile

Un uomo sottile

Pierpaolo Vettori

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 256

«In inglese l’espressione vanish into thin air significa all’incirca sparire nel nulla...». Non poteva che iniziare con queste parole Un uomo sottile. Il protagonista di questo libro cerca un uomo che non ha mai visto e che da anni ormai è chiuso in un Istituto di cura di Venezia, colpito da una grave malattia degenerativa. Si tratta di un famoso scrittore, ridotto ormai a una vita assente, privo di memoria, dimentico di chi è stato e di cosa ha rappresentato. Il narratore lo cita solo con il suo acronimo, DDG, ma è evidente si tratti di Daniele Del Giudice: di lui ha letto tutto quello che ha scritto. E in una sorta di sfida impossibile con il destino prova a ritrovarlo, a dargli ancora consistenza, consapevolezza, andando a domandare ai personaggi letterari inventati dall’autore di Atlante Occidentale la storia di quell’uomo, quell’uomo che sembra sparito nel nulla. Ma il protagonista di Un uomo sottile non dialoga soltanto con i personaggi dei romanzi di DDG, racconta in parallelo anche una storia privata: quella della malattia e della guarigione di sua moglie, una malattia che potrebbe apparire simile a quella che ha colpito DDG. Alla fine il narratore decide di andare a trovarlo a Venezia. Oserà aprire la porta di quella stanza ritrovandoselo davanti? Costruito come fossero scatole cinesi, questo romanzo ci mette in contatto con il mistero dell’identità, con la chiaroveggenza della letteratura, con il miracolo dei romanzi che in una forma inaspettata finiscono per custodire la memoria di chi li ha scritti anche quando l’autore non può più ricordarli. Un omaggio, una dichiarazione d’amore verso il potere salvifico della letteratura, e verso uno scrittore che abbiamo tutti amato. Un tributo, un modo per prolungarne ricordo e memoria.
17,00
L'ultimo movimento

L'ultimo movimento

Robert Seethaler

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 144

È la primavera del 1910. Gustav Mahler, il corpo avvolto in una calda coperta di lana, siede sul ponte di passeggio dell'Amerika, la nave che lo sta portando dagli Stati Uniti verso l'Europa. L'oceano è una distesa grigia e inerte nella luce del mattino. Nell'aria, solo l'odore dell'acciaio e del vento che soffia impetuoso dal nord. Mahler non ha ancora cinquant'anni ed è già un mito come direttore d'orchestra. A Vienna, nei giorni delle prime al teatro dell'Opera imperiale, la gente si azzuffa per accaparrarsi gli ultimi biglietti, e vedere cosí quel piccolo ebreo irrequieto mettere in riga l'orchestra migliore e piú testarda del mondo. Eppure Mahler sconta quella fama con il dramma di un corpo che si consuma. È malato, cosí malato da avere distolto Alma dal proposito di lasciarlo. Madre delle sue figlie, della piccola Anna e di Maria, la bambina perduta, Alma, la donna piú bella e desiderabile di Vienna, si è innamorata di Walter Gropius, l'architetto, un giovane magro e grigio agli occhi del direttore d'orchestra osannato a Vienna e a New York. Mahler l'ha supplicata, implorata, si è esposto al ridicolo, si è inflitto le piú atroci umiliazioni per convincerla a non lasciarlo. Non è servito a niente. Soltanto il presentimento della morte imminente è riuscito a farla restare. Ora Alma è a bordo dell'Amerika insieme con Anna. Lo assiste, lo tratta con premura. Vuole forse rendere piú facile il trapasso a un uomo anziano? Con la schiena poggiata sull'acciaio della nave, Mahler si interroga sulla caducità della vita, dell'arte e, soprattutto, dell'amore. Che senso ha ancora l'amore per Alma? Che senso ha che sia rimasta con lui, se non quello semplice, chiaro: «un uomo muore, una donna vive»?
16,00
Ivy

Ivy

Susie Yang

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 368

Ivy Lin è una ladra. Una ladra e una bugiarda insospettabile. Ha l'aspetto di un'esile ragazza asiatica dagli occhi bellissimi, con ciglia folte e nere e gli angoli allungati che affondano morbidamente nella piega delle palpebre, ma sostituirebbe volentieri sè stessa con una versione bionda con gli occhi azzurri. Ivy Lin è, infatti, una ladra e una bugiarda perchè non vuole essere quella che è, una ragazza asiatica negli Stati Uniti d'America. Non vuole la stessa vita di sua nonna Meifei, un'esistenza governata da noia e da regole ferree. Soprattutto, non vuole un marito buono soltanto a procurare un visto ai parenti o una vita rispettabilmente mediocre ai suoi. L'amore per Ivy deve esistere per sè stesso. Deve contemplare desiderio, eccitazione, libertà, avventura. Quando conosce Gideon Speyer, un rampollo di sangue blu del New England, con un ciuffo di soffici capelli biondi che gli scende dalle tempie fino alla sommità delle orecchie, una pronuncia impeccabile e una casa che sembra un castello in vetro e pietra, Ivy crede perciò di aver trovato una via d'uscita al suo mediocre destino. Certo, Gideon non è come Roux Roman, lo sfrontato ragazzo rumeno che affronta la vita a muso duro e che, con quell'aria da cattivo ragazzo, la attrae irresistibilmente. Gideon ha il successo scritto nei geni, è un giovane bianco destinato a un dottorato a Stanford e ad avere il cognome in qualche lista annuale di Forbes. Ma Ivy, dalla sua, ha la furbizia della nonna Meifei, quell'abilità mimetica, quella propensione a fingere tipica di chi non ha niente e vuole tutto. Così, anni dopo, durante una vacanza trascorsa in un lussuoso cottage degli Speyer, Ivy esercita le sue arti e, tra cene eleganti e gite al mare, riesce a farsi accettare da Gideon e dal suo clan. Ma proprio mentre sta per avere quello che ha sempre desiderato, il passato riaffiora, minacciando la vita quasi perfetta per cui ha lavorato così duramente.
18,00

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