Passigli: Russia poetica
Versi del nuovo secolo. Testo russo a fronte
Aleksandr Kusner
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2019
pagine: 140
«Un popolo, quello russo, una città, San Pietroburgo, un'esplosione di dettagli cittadini e impressioni "alla finestra": è questo l'orizzonte mimetico in cui il poeta pietroburghese Aleksandr Kusner si muove con discrezione e sguardo acutissimo, trasponendo in versi i ritmi lenti e i rituali minuti del suo mondo quotidiano. Ogni lettore riconoscerà nelle sue liriche le proprie consuetudini, i propri amori, le proprie paure; ogni lettore coglierà nel fruscio dei cespugli e nei leggeri suoni della natura il balbettio della lingua primordiale del bambino; ogni lettore si sentirà contemporaneo di Kusner, e proprio in questo risiede il rischio più grande per un poeta che ha compiuto uno straordinario e lunghissimo percorso creativo (...) Scrive, infatti, il premio Nobel Iosif Brodskij a proposito di Aleksandr Kusner: "Ma noi non vediamo i nostri contemporanei, poiché sono i nostri contemporanei non li consideriamo sotto le categorie del tempo. Li consideriamo come i nostri pari, non riconosciamo dentro di noi la distanza, non li sottoponiamo a indagini retrospettive". Essere contemporanei di un poeta che ha tutta la solidità di un classico in vita richiede, quindi, l'arte di esercitare al massimo grado lo sguardo critico, a maggior ragione per questa nostra antologia che propone una scelta dei versi più recenti di Kugner, pubblicati tra il 2000 e il 2015...» (dalla prefazione di Marilena Rea).
Festa e altre poesie. Testo russo a fronte
Sergej Gandlevskij
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 137
"Festa e altre poesie" raccoglie una ricca selezione dell'opera poetica di uno dei maggiori poeti russi contemporanei, Sergej Gandlevskij. La sua poesia, fiorita negli ultimi anni dell'epoca sovietica e dunque a contatto con le esperienze del "samizdat" dell'undeground moscovita, costruisce un originale ponte con la grande poesia russa dell'Ottocento e del primo Novecento, e tanti sono i richiami espliciti a poeti, da Puskin e Lermontov a Mandel'stam e Chodasevic; mentre un certo tono beffardo e malinconico, e la spregiudicatezza con cui l'io-personaggio si getta nel mondo possono forse avvicinarlo a Sergej Esenin. Ma con Gandlevskij si afferma una personalità poetica nuova, forte e originale, da un lato molto incline alla vita e alla lingua di tutti i giorni, dall'altro profondamente meditativa e di rara eleganza formale nella sua ostinata ricerca lessicale e nella sua grande consapevolezza metrica. Come ha scritto egli stesso: «Né la bellezza delle immagini né la profondità di pensiero potrebbe salvare una poesia, se il lettore non provasse semplicemente gioia a pronunciarne le strofe o perfino i versi».
Concerto a richiesta e altre poesie. Testo russo a fronte
Viktor Krivulin
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2016
pagine: 185
Questa prima antologia italiana di Viktor Krivulin è rappresentativa dell'opera di una tra le personalità più carismatiche della Russia del secondo Novecento, testimone e partecipe del trapasso dalla realtà culturale sovietica a quella russa contemporanea. Sin dagli esordi, Krivulin si lascia ispirare dalla sua "città-musa", quella Leningrado-Pietroburgo dal passato drammatico e dal vissuto quotidiano austero che lo consegna all'universo sotterraneo della letteratura non conformista. Negli anni Settanta, i suoi versi intrisi di lirismi, slanci metafisici e quesiti storiosofici si nutrono di letture semiclandestine, forgiate nel prolifico underground culturale e diffuse in samizdat. Durante la Perestrojka si fa più nitido il motivo civile, il poeta è parte attiva del processo di democratizzazione del paese e nel 1991 è tra i promotori del ritorno al nome originario della città di San Pietroburgo. A partire da questo simbolico crocevia, l'ultimo Krivulin associa all'inclinazione culturologica una scrittura mutevole e imprevedibile; come in "Concerto a richiesta", la raccolta che dà il titolo alla presente antologia, dove alle suggestioni decadenti della Russia tardonovecentesca si sovrappongono l'esperimento linguistico, la decostruzione formale, la citazione estemporanea e una sempre meno velata ironia.
Graffiti. Testo russo a fronte
Sergej Stratanovskij
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2014
pagine: 157
Con il titolo di una delle sue principali raccolte, "Graffiti", la presente antologia offre un'organica scelta di testi tratti dalla produzione più recente di Sergej Stratanovskij. Classico dell'"underground" di Leningrado ossia di un fenomeno letterario e filosofico che, negli anni Settanta e Ottanta, si organizzò nel sottosuolo e ramificò a tal punto da configurarsi come vera e propria "seconda cultura" parallela a quella ufficiale sovietica - , Sergej Stratanovskij fissa il suo sguardo puntuto sulla città tornata nel 1991 a ridenominarsi San Pietroburgo, rendendola sineddoche di quel continente complesso e indecrittabile che è la Russia odierna. Imperniati su un fulcro etico che li rende scabri e finanche burberi, i versi di Stratanovskij pizzicano i nervi più nudi di un Paese fatto di realtà attualissime ma anche radicate in un tempo quasi astorico, fisicamente determinate ma anche ricche di squarci metafisici, concretissime nella loro fattuale tortuosità ma anche capaci di accogliere, con straordinaria naturalezza, lacerti di mitologia e scene bibliche che coesistono in un controverso, fruttifero e "impossibile" continuum temporale.
Il sesto cielo e altre poesie. Testo russo a fronte
Boris Sluckij
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 209
Con questa scelta delle poesie di Boris Sluckij, inauguriamo una sezione della nostra collana di poesia interamente dedicata alla poesia russa del Novecento e contemporanea. Infatti, al di là degli autori più celebri del primo Novecento, alcuni pubblicati anche dalla Passigli Editori (Achmatova, Berberova, Blok, Esenin, Majakovskij, Mandel'stam...), la Russia ha espresso e continua a esprimere altri importanti poeti che per la maggior parte restano del tutto sconosciuti ai nostri lettori. Tra questi, Boris Sluckij, di cui qui si dà la prima antologia italiana, un autore di cui solo a distanza di tempo si è compresa la vera grandezza e originalità, anche perché figura di non facile definizione, diviso tra una sorta di coerente adesione alla storia sovietica del suo Paese e nello stesso tempo profondamente critico verso quel regime, tanto che solo con la Perestrojka gorbacèviana ebbe luogo una vera riscoperta dell'autore e di quella parte della sua opera rimasta fino allora inedita. L'evento discrimine dell'opera di Sluckij è la Seconda guerra mondiale, che rappresenta nello stesso tempo il grande evento tragico che non risparmia nessuno e il momento in cui ogni individuo si trova a fare i conti più estremi con se stesso: un'esperienza che Sluckij sente e tratta senza mai abbandonarsi a residui di lirismo, ma con un piglio volutamente sobrio e disadorno. Con gli anni il tema bellico lascia spazio a riflessioni più private e assorte, spesso velate di un umorismo tagliente e a volte grottesco.