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Pontificio Istituto Biblico: Analecta Biblica

Il racconto doppio nel libro di Samuele

Il racconto doppio nel libro di Samuele

Daniela De Panfilis

Libro: Libro in brossura

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2022

pagine: 552

A una lettura continua il Libro di Samuele si mostra come una storia compatta e ben costruita. E tuttavia, già a una seconda lettura appena più scaltra, si percepisce che il racconto non scorre in modo del tutto piano. Se ancora il lettore può accettare che Saul attenti per due volte alla vita di Davide con la sua lancia o che Davide per due volte rifiuti di uccidere Saul, certamente deve interrogarsi quando legge che Davide entra alla corte di Saul come musico e poi come comandante nei ranghi militari, così come deve chiedersi perché Saul, pur rigettato da Dio, continui a regnare su Israele prima di venire rigettato ancora, restando però sul trono fino alla morte. Il fenomeno del racconto "doppiamente raccontato" (M. Sternberg) non è estraneo alla narrativa biblica, tanto che lo si può considerare un espediente letterario consolidato. Nel Libro di Samuele i racconti doppiamente raccontati si fanno notare per il loro numero e per la varietà dei modi in cui la duplicazione viene realizzata. Dal complesso dell'indagine emerge che l'espediente del racconto doppio struttura il Libro di Samuele su due piani distinti, quello della narrazione degli eventi e quello della riflessione sugli eventi stessi. I racconti doppi, concentrati nei nodi più problematici, fanno appello all'attenzione, alla capacità interpretativa e al bagaglio di competenze del lettore, chiamato in causa come parte attiva del processo comunicativo.
45,00

L'école de Jésus dans l’évangile de Matthieu

L'école de Jésus dans l’évangile de Matthieu

Alain De Boudemange

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2022

pagine: 508

L’évangile de Matthieu reprend l’évangile de Marc tout en développant plusieurs aspects de l’identité de Jésus et plusieurs caractéristiques de son ministère. Parmi les points d’attention, Matthieu insiste sur l’enseignement de Jésus auprès de ses disciples. Cet enseignement s’apparente, tout en s’en distinguant, à celui des écoles juives du 1er siècle, notamment les pharisiens, les esséniens et les disciples de Jean-Baptiste. La rédaction de l’évangile de Matthieu témoigne de l’évolution de la communauté chrétienne, qui intègre des caractéristiques et des membres de ces écoles tout en révélant une communauté profondément originale.
42,00

Philip, a collaborative forerunner of Peter and Paul. A study of Philip's characterization in Acts
38,00

Il caso dei deboli e dei forti. Rm 14,1 - 15,13 come esemplificazione di vita etica alla luce della giustificazione per la fede

Il caso dei deboli e dei forti. Rm 14,1 - 15,13 come esemplificazione di vita etica alla luce della giustificazione per la fede

Andrea Albertin

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2015

pagine: 448

Chi sono i deboli e i forti menzionati in Rm 14,1-15,3? Le tensioni di cui sono protagonisti rappresentano l'occasione redazionale dell'intera lettera? Il brano intende risolvere un caso concreto di conflitto? Questi interrogativi hanno animato la ricerca esegetica passata e recente sulla sezione. Entrando in dialogo con i risultati forniti dalle prospettive storiche, dalla new perspective e dagli approcci sociologici, la presente indagine suggerisce la necessità di un nuovo paradigma, in grado di spalancare il testo su un orizzonte interpretativo più esteso. Attraverso i passaggi dell'analisi letteraria, emerge a poco a poco l'andamento esortativo del brano, che articola in una progressione retorica vieppiù stringente e paradossale gli ammonimenti e le motivazioni a supporto. Lo studio dello sviluppo retorico di queste ultime rivela la stretta dipendenza dagli argomenti affrontati nella prima parte della lettera. Tale acquisizione conferma l'ipotesi che la sezione esemplifica che cosa significa vivere da giustificati e santificati in situazioni occasionali di conflitto. La posta in gioco soggiacente a queste tensioni, frequenti nelle comunità della prima ora cristiana, è nientemeno che l'opera di unità realizzata da Dio mediante Cristo. L'itinerario proposto da Paolo prende le distanze dalle contingenze storiche per promuovere quel cambiamento di mentalità che scaturisce dalla giustificazione per la fede, secondo un percorso paradossale di configurazione a Cristo.
33,00

L'Apocalisse come

L'Apocalisse come "actio liturgica" cristiana. Studio esegetico-teologico di Ap 1,9-16;3,14-22;13,9-10;19,1-8

Carlo Manunza

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2012

pagine: 608

Il nesso fra la liturgia e l'ultimo libro della Bibbia è un dato ormai diffusamente accolto nell'ambiente degli studi neotestamentari. La presente ricerca muove dall'assunto che l'Apocalisse, chiedendo di essere letta ad alta voce in pubblico (cfr Ap 1,3), trovi la sua fruizione originaria in un'assemblea liturgica cristiana. Un'introduzione raccoglie i diversi e consistenti segni che, considerati alla luce dell'ambiente storico, rivelano questo dato di partenza. L'esegesi di quattro passi, commentati nei loro contesti, mostra la fecondità anche euristica che emerge dall'attenzione alla vocazione originaria dell'opera. Lo studio dell'Apocalisse nel suo ascolto in liturgia cristiana, quando quest'ultima venga compresa con le coordinate che essa pare avere alla sua nascita e comunque in buona parte dell'era patristica, permette di cogliere nel testo una logica interna e un potere trasformante di immeditezza e concretezza particolari. Il libro che chiude la Bibbia, così denso di riferimenti sia agli altri libri della Scrittura sia all'esistenza della comunità che lo ascolti, mira a incarnare nella vita, fin dal suo semplice ascolto, la rivelazione di Gesù Cristo che consegna. Apre così un modo con il quale accostare ed ascoltare anche tutti i libri che nel Canone lo precedono. Non appare allora casuale che tanta iconografia degli edifici ecclesiastici dei primi secoli abbia attinto al suo ricco immaginario.
45,00

Everything is ready: come to the marriage banquet
35,00

La sagesse de Salomon. The wisdom of Salomon
37,00

Il culto che Dio gradisce. Studio del «Trattato sulle offerte» di Sir 34,21-35,20

Il culto che Dio gradisce. Studio del «Trattato sulle offerte» di Sir 34,21-35,20

Renato De Zan

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2011

pagine: 672

Il 'Trattato sulle offerte' del Siracide rappresenta uno dei punti più alti che il pensiero veterotestamentario ha raggiunto sul tema del culto. Una volta dimostrati i confini esatti del Trattato (SirGr 34,21'35,20) viene evidenziata la struttura di tre strofe irregolari (SirGr 34,21-31; 35,1-7.8-20). Ogni strofa è cadenzata in tre parti, diversamente distribuite in ogni singola strofa: un principio teologico, una riflessione sapienziale e una giuridico-morale. Dall'analisi esegetica e dalla comparazione tra il testo greco e l'ebraico superstite (SirH 35,11-20) emerge che il Siracide ha voluto non solo tradurre, ma transculturare il testo del nonno, Ben Sira, nella situazione della diaspora ebraica della fine del sec. II a.C. in Egitto. Ciò ha permesso al Siracide di esprimere concetti teologici propri, assenti in Ben Sira. Nella prima strofa si tratteggia ciò che non appartiene al beneplacito divino. Per antitesi, nella terza strofa viene svolta la tematica opposta: appartiene al beneplacito divino il sacrificio dell'uomo giusto, che si occupa dei più bisognosi. Nella strofa centrale si trova il tema di fondo: l'obbedienza alla legge, che sorregge l'impegno morale e il culto, fa dell'impegno morale un atto di culto, dove offerta e offerente costituiscono un'unità inscindibile. Chi si occupa degli ultimi, infatti, è gradito a Dio come un sacrificio (SirGr 35,20; cfr Rm 12,1).
49,00

Christocentric literary-dramatic structure of John's gospel
52,00

Ma voi, chi dite che io sia? Analisi narrativa dell'identità di Gesù e del cammino dei discepoli nel Vangelo secondo Marco alla luce della «Confessione di Pietro»

Ma voi, chi dite che io sia? Analisi narrativa dell'identità di Gesù e del cammino dei discepoli nel Vangelo secondo Marco alla luce della «Confessione di Pietro»

Paolo Mascilongo

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2011

pagine: 424

L'analisi narrativa è sempre più considerata un metodo particolarmente adatto per favorire la comprensione, semplice ma allo stesso tempo scientificamente fondata, delle dinamiche soggiacenti ai racconti evangelici. Il presente studio, dedicato al celebre episodio marciano della 'confessione di Pietro' (Mc 8,27-30), si colloca in questo preciso filone di indagine, affrontando con tale metodo tanto l'episodio in sé, quanto l'intero percorso che il secondo Vangelo istituisce dal suo sorprendente incipit ("Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio") fino alla decisiva domanda del Nazareno: "Ma voi, chi dite che io sia'" (Mc 8,29). Con metodo rigorosamente narrativo, sono state sottoposte ad indagine le due principali tematiche emergenti dall'analisi accurata dei quattro versetti della 'confessione': la ricerca e la rivelazione dell'identità di Gesù ed il complesso rapporto tra il Nazareno ed i suoi discepoli. È stato così possibile dimostrare che realmente il secondo vangelo istituisce un percorso che conduce il lettore dall'iniziale affermazione su Gesù "Cristo, Figlio di Dio" alla faticosa sequela del cammino che i vari personaggi, discepoli in testa, compiono fino al riecheggiare della stessa affermazione all'interno del racconto, con la risposta di Pietro in 8,29: "Tu sei il Cristo".
34,00

I carismi nel Nuovo Testamento

I carismi nel Nuovo Testamento

Albert Vanhoye

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2011

pagine: 200

20,00

Gioele e Amos in dialogo. Inserzioni redazionali di collegamento e aperture interpretative

Gioele e Amos in dialogo. Inserzioni redazionali di collegamento e aperture interpretative

Massimiliano Scandroglio

Libro

editore: Pontificio Istituto Biblico

anno edizione: 2011

pagine: 448

L'esegesi recente sui Profeti Minori si è concentrata nello studio del loro processo compositivo in quanto collezione di opere distinte e interconnesse. In sintonia con questa prospettiva di lavoro la tesi intende accostare le similitudini a livello linguistico, espressivo, strutturale e tematico fra i libri di Gioele e Amos con particolare attenzione per le sezioni introduttorie e conclusive. La dissertazione studia le predette "somiglianze" per comprovare la loro origine redazionale e comprenderne le motivazioni. Si rileva in questo modo l'esistenza di un'ampia opera di redazione, orientata alla connessione degli scritti e alla sinergia delle rispettive predicazioni. La tesi approccia poi i libri in prospettiva tematica, accertando su quali fronti di contenuto si costruisca tale sinergia. Vengono ravvisate due tematiche (il Giorno di JHWH, il rapporto Israele-nazioni), in relazione alle quali gli scritti precisamente entrano "in dialogo". La connessione redazionale delle opere conduce così all'"integrazione" delle rispettive teologie. Il .dialogo. emergente consente in ultima istanza di evidenziare la differente attitudine di Israele in relazione alla predicazione di ciascun profeta. Mostrando le modalità antitetiche, secondo cui la libertà può disporsi di fronte al progetto di Dio, questa sezione della collezione illustra le possibilità straordinarie e terribili, insite nel libero disporsi dell'uomo.
35,00

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