Quodlibet: Le forme dell'anima
Il tempo come immaginazione letteraria. Studi su tre poesie di Brentano, Goethe e Keller
Emil Staiger
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 288
Pubblicato nel 1939, "Il tempo come immaginazione letteraria" è uno studio di forte impegno teorico, in cui vengono anticipati i temi del successivo lavoro dedicato a "I fondamenti della poetica" (1946). Attraverso un percorso che dischiude la poetica di Brentano, Goethe e Keller Emil Staiger mostra la ricchezza di risultati cui può mettere capo l'unione tra la filologia e la sensibilità filosofica. Fare dell'esperienza della temporalità, che sta al centro della filosofia novecentesca di Heidegger e non solo, il punto di vista attraverso il quale comprendere la poetica di un autore significa infatti, per Staiger, anche riflettere sull'essenza dei generi letterari secondo un'ottica che coniuga letteratura, fenomenologia e antropologia. L'officio interpretativo, che si muove tra il singolo verso e l'intera poetica di un autore, convoca inoltre il confronto di Staiger con pensatori quali Dilthey e Schleiermacher, facendo del volume anche un contributo alla tradizione ermeneutica. Tale significativo impegno teorico è nondimeno accompagnato da un linguaggio pressoché privo di tecnicismi, che onora quell'erotica dell'interpretazione stando alla quale, per Staiger, occuparsi di letteratura significa, come per ogni vero lettore, esercitarsi in un atto d'amore.
Problemi fondamentali della fenomenologia (1919-20)
Martin Heidegger
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: XIV-223
In questo testo, che raccoglie il corso del semestre invernale 1919/20, Martin Heidegger - giovane docente presso la facoltà di Filosofia dell'Università di Friburgo - espone, per la prima volta, in modo esteso e puntuale, la struttura portante e i concetti chiave della sua prima dottrina fenomenologica, che si pone l'obiettivo di proporre una scienza filosofica in grado di cogliere la vita nella sua originarietà e radicale concretezza: il fenomeno della vita nel suo «essere di fatto» - così lo definisce precisamente Heidegger. In aperta contrapposizione alle tendenze filosofiche e scientifiche del tempo, che cercavano in genere di "oggettivare" il fenomeno della vita, inquadrandolo in una qualche rigida cornice epistemologica, Heidegger propone invece una modalità d'accesso esattamente opposta: penetrare la vita nella sua «fatticità» e nelle sue effettive manifestazioni - come vita che si presenta da sé nel mondo-ambiente, nel mondo collettivo e nel mondo-del-sé - evitando a ogni costo di renderla "oggetto" di studio; coglierla nella sua pulsante vitalità, riuscendo così a restituirla, sul piano conoscitivo, senza alcuna alterazione. Si delinea, in tal modo, l'enorme posta in gioco del tentativo filosofico condotto in questo corso friburghese, che per Heidegger dovrebbe aprire la strada a una «fenomenologia come scienza originaria della vita in sé»: come elaborare un afferramento conoscitivo della vita che, lungi dal ridurla a oggetto, sappia accompagnarla nella sua vitalità fino al punto di coglierla intatta nella sua figura originaria, nel suo «mysterium tremendum»? Svolta decisiva nel cammino speculativo del giovane Heidegger, questo corso - di cui si offre qui la prima edizione italiana integrale - non è soltanto uno strumento indispensabile per ricostruire la genesi di quel pensiero che, nel 1927, confluirà in Essere e tempo. Nell'opus magnum, infatti, non tutti i sentieri aperti in questa prima esplorazione potranno trovare adeguato sviluppo. Proprio la centralità della vita, anzi, sarà messa parzialmente in ombra, per fare spazio alla nuova analitica del Dasein. Dai "sentieri interrotti" di questi esperimenti giovanili, possono emergere, così, delle potenzialità ancora inesplorate, in grado di incidere in modo del tutto originale sul pensiero contemporaneo.
La logica della filosofia e la dottrina delle categorie. Uno studio sull'ambito di sovranità della forma logica
Emil Lask
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 280
"Ci vorrebbe un secondo Lask" - scriveva Horkheimer ad Adorno, durante la gestazione della Dialettica dell'Illuminismo. Pubblicata nel 1911, La logica della filosofia e la dottrina delle categorie, l'opera principale di Emil Lask, rappresentò il tentativo estremo di riscrivere la logica trascendentale kantiana raccogliendo insieme la domanda sull'origine del logos ereditata dalla Deutsche Bewegung e la rinascita della logica formale che in quegli stessi anni impegnava Husserl, alle prese con il lascito di Bolzano. Ne scaturì una teoria dell'oggetto logico, al cui centro Lask mise la scomposizione della categoria in forma e materia, nella quale gli pareva si riflettesse l'originaria frattura che taglia tutto il pensabile: quella tra ciò che è e ciò che non è. Riconoscendosi sulla linea ideale che da Plotino avrebbe condotto a Kant e ripensando così l'intera vicenda della filosofia come una storia della dottrina delle categorie, Lask maturava l'inevitabile esodo dal criticismo tedesco d'inizio Novecento e alimentava indirettamente la reazione neodialettica, poi ampiamente diffusasi nei decenni successivi.
Biologia teoretica
Jakob von Uexküll
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: LXIII-285
Pubblicata per la prima volta nel 1920 e riedita nel 1928 in versione riveduta, la "Biologia teoretica" è l'opera principale di Jakob von Uexküll, uno dei fondatori dell'etologia contemporanea, le cui concezioni saranno riprese e sviluppate da alcuni tra i maggiori filosofi del Novecento come Heidegger, Merleau-Ponty, Canguilhem e Deleuze. Questo scritto ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito biologico e filosofico della prima metà del Novecento per la sua capacità di coniugare le opposte concezioni del meccanicismo positivistico e del vitalismo spiritualistico, di cui offre una sintesi originale. Ogni essere vivente appare infatti a Uexküll come il soggetto del suo proprio mondo, un universo "chiuso" dotato di uno spazio e di un tempo peculiari le cui forme sono accessibili allo scienziato solo attraverso un metodo comparativo. In tal senso, l'indagine del mondo animale si sottrae ad ogni tentazione antropomorfica, senza però ridursi a un semplice resoconto sperimentale dei fenomeni vitali. Grazie all'utilizzo di apparati concettuali filosofici e semiotici, che egli sa unire a profonde conoscenze in ambito fisico e fisiologico, Uexküll sviluppa una teoria biologica centrata sulla nozione di significato dell'azione animale che anticipa le più recenti acquisizioni.
Goethe
Georg Simmel
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2012
pagine: 286
Georg Simmel (Berlino, 1858 - Strasburgo, 1918) fu uno degli esponenti più significativi della filosofia e sociologia tedesche nei decenni precedenti il primo conflitto mondiale. Di origine ebraica, fu amico di Max Weber, docente alle università di Berlino e di Strasburgo, nonché animatore di circoli culturali cui partecipavano personalità come Lukàcs e Bloch. Il suo pensiero si esercitò su molteplici aspetti del "mondo della cultura", mantenendo come riferimento privilegiato la diagnosi delle strutture sociologiche della contemporaneità. La monografia che Simmel dedicò a Goethe nel 1913 non rappresenta soltanto un contributo di grande rilevanza alla storia dell'interpretazione goethiana, ma anche e soprattutto una tappa fondamentale nella costruzione di quella "filosofia della vita" che assorbì completamente i suoi ultimi anni, assumendo connotazioni sempre più conflittuali e tragiche mano a mano che la civiltà europea andava precipitando verso la catastrofe del primo conflitto mondiale. Di questa oscura metafisica vitalistica, che altrove erompe nelle forme più inquiete e inquietanti, il Goethe mostra invece il lato più armonioso e conciliativo. Nel sommo scrittore tedesco, Simmel vede il conflitto altrimenti mortale tra vita e forme ricondotto a una perfetta fusione tra l'uomo e il suo mondo, tra recepire e plasmare, tra la potenza dirompente della passione e la compostezza classica della figura.
Fenomenologia dell'intuizione e dell'espressione. Teoria della formazione del concetto filosofico
Martin Heidegger
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 184
Il volume contiene il testo del corso tenuto da Martin Heidegger presso l'università di Friburgo nel semestre estivo del 1920. Queste lezioni costituiscono un passaggio fondamentale per comprendere la formazione del suo pensiero, e gettano luce su molti temi che riappariranno in "Essere e tempo". In esse viene distesamente presentato cosa intenda l'autore per "distruzione fenomenologica", concepita come il metodo stesso della filosofia. Per Heidegger infatti si tratta sempre di ricondurre i concetti filosofici al loro processo di formazione, alla loro fonte, e dunque alla vita che in essi si esprime. Delineando questo percorso Heidegger si misura con l'intero clima filosofico dell'epoca, da Spengler a Simmel, per soffermarsi in particolare sul trascendentalismo di Natorp e sulla filosofia della vita di Dilthey. Dal confronto critico con questi due orientamenti emerge con chiarezza perché, nell'impostazione fenomenologica di Heidegger, la storicità debba da ultimo assumere un valore fondamentale.
Logica (1904-1906)
Max Scheler
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2010
pagine: 357
Nel 1906 Max Scheler si stacca bruscamente dal suo giovanile neokantismo, ritirando dalle stampe il primo dei due volumi che avrebbero dovuto comporre l'ambiziosa opera sulla logica alla quale aveva iniziato a lavorare nel 1904. Tale scritto presenta l'autore nella veste inedita e sorprendente dell'idealista logico, a fronte di una fama legata per lo più alla fenomenologia di orientamento realistico. Segnando l'apice del neokantismo professato agli esordi da Scheler e precedendone insieme l'abbandono, la Logica non solo offre un punto di vista privilegiato per vedere sotto nuova luce la tormentata vicenda intellettuale del filosofo, ma possiede ulteriori e cospicui motivi di interesse: vi si ritrovano, infatti, una critica approfondita della teoria empiriocriticistica della conoscenza, un confronto serrato con lo Husserl autore delle "Ricerche logiche", nonché la discussione delle posizioni assunte da alcuni tra i principali protagonisti del dibattito logico interno all'Ottocento filosofico tedesco: da Herbart e Drobisch a Lotze e Sigwart. Ed è proprio sullo sfondo di tale dibattito - che ha per oggetto la fondazione, la finalità e le possibilità di sviluppo della logica, nonché i rapporti di tale disciplina con le scienze da un lato e l'indagine filosofica sul loro metodo e statuto dall'altro - che occorre proiettare la Logica "trascendentale e oggettiva" predisposta da Scheler in queste pagine (nonché l'inattuale giudizio sulla logica matematica che essa prevede).
La logica di Dio e altri saggi sulla religione
John Wisdom
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2010
pagine: 127
Già allievo e poi successore di Wittgenstein sulla cattedra di Cambridge, John Wisdom (1904-1993) è stato una figura di primissimo piano nella filosofia inglese della prima metà del Novecento, e tuttavia oggi è largamente quanto incomprensibilmente dimenticato. In parte, quest'amnesia può essere dovuta al suo stile letterario originale e al suo profondo interesse per la psicoanalisi e il romanzo, due cose poco comuni nel mainstream della filosofia anglosassone di oggi. Ha dato contributi originali su tutti i principali problemi epistemologici e metafisici della filosofia analitica. Un aspetto particolare della produzione di Wisdom sono i lavori che ha dedicato alla religione e in special modo all'analisi della credenza in un Dio personale e in una vita oltre la morte, alcuni dei quali considerati ormai classici. Tra i suoi meriti in questo campo c'è anche quello di aver contribuito a superare l'idea della religione come discorso "privo di significato", una concezione tipica del positivismo logico e di cui lo stesso Wittgenstein, pur attribuendo alla religione un'importanza vitale, non era riuscito a disfarsi. Questo volume in cui lo troviamo in dialogo con William James, Wittgenstein, Freud, Tolstoj e altri - raccoglie tutti gli scritti di Wisdom di argomento religioso, pressoché interamente inediti in italiano, tra cui il celebre "Gods", un saggio che ha lasciato un segno nella filosofia della religione contemporanea.
Il vivente umano e la follia. Studio sui fondamenti della psichiatria
Erwin Straus
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2010
pagine: 186
Pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1963, Il vivente umano e la follia rappresenta una sintesi chiara e sistematica della riflessione filosofica di Erwin Straus (Francoforte 1891-Lexington 1975). Esponente della scuola fenomenologico-psichiatrica, cui appartennero autori come Ludwig Binswanger, Victor-Emil von Gebsattel, Eugène Minkowski, Straus si discosta dagli altri membri di tale scuola per un'attenzione rinnovata verso il mondo della vita, per un costante ritorno ai temi dell'animalità, della corporeità, sensoriale e motoria, per un approfondimento incessante della dimensione prelinguistica e preconcettuale, che accomuna l'esperienza umana e animale al di là di ogni idealizzazione della filosofia tradizionale, ma anche della fenomenologia coscienzialista ed esistenziale. Tramite l'analisi sistematica delle strutture a priori incorporate nelle diverse modalità sensoriali, questo scritto ha innanzitutto di mira la rifondazione della psichiatria sulla base di una nuova filosofia.
Saggi di empirismo radicale
William James
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 256
Questa raccolta di saggi di William James (1842-1910) fu pubblicata per la prima volta due anni dopo la morte dell'autore, e viene qui riproposta al lettore italiano in una nuova edizione integrale. Proprio in questi scritti presi nel loro insieme, il caposcuola del pragmatismo americano porta a compimento nel pieno della maturità, attraverso la dottrina dell'empirismo radicale, una ventennale indagine rivolta alla teoria della conoscenza. Si tratta di un risultato fondamentale, per cui l'empirismo radicale si delinea come fenomenismo critico, ovvero come momento ineliminabile di elaborazione dell'eredità kantiana e quindi come terza direttrice di sviluppo della filosofia della conoscenza del Novecento accanto alla filosofia analitica e alla fenomenologia. Il testo dei dodici saggi presentato secondo l'edizione postuma originale curata nel 1912 da R. B. Perry, e corredato da un sostanzioso apparato di note, è integrato da una serie di altri scritti inediti tesi a mostrare la genesi e l'articolazione della teoria della conoscenza jamesiana, secondo un percorso che costituisce il tramite tra gli iniziali studi di psicologia dei Principles e la tarda formulazione di Pragmatism.
La visione delle idee
Adolf Reinach
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 240
Il volume contiene tutti i principali saggi filosofici di uno tra gli esponenti di maggior rilievo del movimento fenomenologico, anticipatore della moderna psicologia. Ispiratore indiscusso del "Circolo fenomenologico" di Gottinga, allievo e assistente dì Husserl negli anni immediatamente precedenti alla Prima Guerra mondiale, Reinach è ritenuto un anticipatore della filosofia analitica e di alcuni dei concetti e delle tematiche divenuti cruciali negli sviluppi della filosofia contemporanea. In questo volume, Reinach analizza ad esempio la struttura del negativo, fondamentale nella riflessione che va da Husserl a Wittgenstein; mette in evidenza i limiti della dottrina kantiana; infine esplicita il nucleo concettuale del suo pensiero.
Henrik Ibsen. La realizzazione di sé nell'arte
Ludwig Binswanger
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2007
pagine: XXX-126
Ludwig Binswanger (1881-1966) occupa un ruolo assai originale nell'evoluzione della teoria psichiatrica e psicanalitica novecentesca. In quanto fondatore della Daseinsanalyse (Analisi esistenziale) è l'interprete, nel campo della salute mentale, prima della fenomenologia husserliana e successivamente del pensiero di Martin Heidegger. Questo volume su Ibsen, uscito nel 1949, era considerato dall'autore uno dei suoi contributi filosofici fondamentali. Il confronto - incisivo, appassionato e mirabilmente documentato - con la figura umana e artistica di Henrik Ibsen, consente a Binswanger di conferire al proprio approccio teorico e terapeutico una nota di concretezza, plasticità e densità concettuale che talora fanno difetto nella sua opera filosofica restante. Al centro dello studio binswangeriano sta un dramma tardo e oscuro di Ibsen, "Il costruttore Solness", sottoposto a un'analisi microscopica, che rivela una volta di più tutta l'acutezza dell'interprete e dischiude, come in uno specchio, tutto il dramma umano e cosmico di un "esserci" che è "nel mondo", aperto al gioco delle sue direzioni di senso, consegnato alle sue metafore spaziali e gettato nella propria angosciante libertà. Corredano il volume un saggio introduttivo di Bianca Maria d'Ippolito, una postfazione del curatore, l'indice dei nomi e delle materie.